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« A SALIRE C’È PIÙ SPERANZACRISI E SOGNI »

MEGLIO STARE DA SOLI, A VOLTE È COSÌ.

Post n°35 pubblicato il 27 Luglio 2014 da joab
 
Tag: SOMNIUM

Si racconta che bisogna imparare a stare da soli.

Nel caso di ricercare, scoprire, sperimentare con l'arte e l'ispirazione, mi viene da pensare che è così.

Molto meglio stare da soli, soprattutto se non si condividono interessi e scelte, con le persone che si hanno vicino.

In tutti gli altri casi non saprei, troppi per elencarli tutti.

Più volte ho avuto modo di scambiare opinioni a riguardo della
"solitudine", con persone amiche e anche conoscenti.

Sembrerebbe che nel mondo di oggi, molte persone (in maggioranza rispetto al passato) per obbligo o scelta, vivono da sole.

Non solo "single", parecchie persone di ogni genere e tipo, prima o poi, si troveranno a fare i conti con lo stare da soli.

Ecco perché viene da pensare, che bisogna imparare a vivere da soli.

Molti dicono che soli si nasce e che in qualche maniera, si potrà anche essere felici, lontani da folle di persone, vivendo la vita in maniera solitaria.

Racconta qualcuno, che a seguito dei segnali che arrivano dai media, o comunque da un certo tipo di informazione, è divenuta anche opinione comune, che un certo stare da soli, rappresenta un valore negativo.

C'è però chi pensa anche al contrario, che la "solitudine", può rappresentare uno stimolo per poi cominciare un'azione alla ricerca degli altri, non proprio chiunque, ma con una certa accuratezza di scelta e selezione.

Praticamente non si capisce bene, se lo stare da soli, sia un bene o un male.

Credo la questione sia molto soggettiva, oltretutto dipende da mille altri fattori di contorno, come lo stato di salute, l'età e non solo.

Credo personalmente, che bisognerebbe essere pronti a ogni evenienza nella vita, portare con se il bagaglio di entrambe le esperienze, (vivere da soli e in compagnia) perché nella vita non si può mai sapere, tutto può sempre accadere; in un caso o nell'altro.

Si parla perfino, di un senso di "Compagnia con se stessi", pare aumenti con la conoscenza e l'amore verso la propria persona.

Proprio in questi giorni ho letto in rete, una frase particolare, che mi ha colpito: "Voglio un buongiorno, un bacio e un caffè".

Sarebbe bello potersi svegliare anche da soli e potersi regalare tutte e tre le cose.

Il problema rimane solo quello del bacio, buongiorno e caffè si possono sempre concretizzare e realizzare, anche con una certa facilità.

Non si sa di chi sia l'idea che tra l'amicizia e l'amore, esiste la distanza di un bacio.

Probabilmente riuscendo ad amarsi veramente, potrebbe arrivare addosso la sensazione di un "bacio", qualcosa di pari livello; tutto può succedere.

Rimane comunque difficile riuscire a fare amicizia con se stessi, figuriamoci arrivare al punto di amarsi.

Per molti il problema di ritrovarsi soli, viene individuato nel carattere e nei modi di comportarsi con gli altri.

Altri pensano invece, che prima o poi le persone tradiscono, per evitare brutte sensazioni, organizzano la propria vita da soli.

Così aumenta l'amore verso alcune creature animali, chi sceglie il cane oppure il gatto o altre specie di esseri viventi, anche se non per tutti é così.

Si dice che cominciando a conoscere la solitudine, potrebbe arrivare a un certo punto, una qualche forma di apprezzamento, di riuscire a viverla in maniera positiva, percepirla e sentirla come qualcosa di "buono".

Esiste purtroppo, una grande quantità di gente obbligata a vivere da sola, addirittura arrivano ad apprezzare la giornata di lunedì, quella che finalmente riuscirà a farli parlare con qualcuno.

Non è il mio caso, il lunedì è qualcosa da affrontare e superare; ogni inizio settimana nasce con una serie di problematicità, tranne invece quei casi in cui ci si trova dentro una dimensione "speciale".

Solitamente le dimensioni "speciali" da vivere sono rare, non proprio all'ordine del giorno, qualche volta però capitano.

Sembra esistere uno "strano" bisogno di parlare, ma che da un'altra angolazione ci sia anche carenza di ascoltatori, così ci si viene a trovare facilmente, con persone che azionano la bocca per parlare, in maniera non meditata, solo per bisogno fisiologico.

Ma il parlare, parlare, parlare, alla lunga stufa, mette a dura prova, anche il più paziente ascoltatore.

In effetti, non mi sembra vera l'affermazione di molte persone che asseriscono di avere bisogno di confrontarsi e dialogare.

Non mi sembra questa la situazione, se così fosse, molte ingiustizie della società potrebbero in realtà, non attecchire e perciò non esistere.

Purtroppo, la questione la vedo in altra maniera.

Molte persone spesso, cercano relazioni interpersonali di un certo spessore, una dimensione sociale appagante, emotività, sentimenti autentici, sicuramente qualcosa che non ha nulla a che vedere con la superficialità.

Forse la migliore soluzione potrebbe essere quella di vivere una vita a metà, tra l'essere e il sentirsi soli, magari per prepararsi, (esercitarsi?) a evenienze future che inaspettatamente potrebbero arrivare.

Avendo cura però che gli "altri" esistono e hanno anche la loro importanza; per non deluderli e per questione di onestà, nei confronti del prossimo.

Secondo un mio punto di vista, con una strategia particolare, si può entrare in una dimensione di essere soli da una parte e il sentirsi soli dall'altra parte, anche se si ha un vissuto in compagnia con altre persone.

È secondo me questione di esercizio e pratica, seguendo percorsi alternativi a quelli comunemente conosciuti.

Meglio stare da soli?

Forse dipende dalle circostanze; a volte si, altre volte no.

 

 


 

 
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