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SPIRITO TEMPLARE

Post n°5 pubblicato il 09 Maggio 2006 da WolfSpirit49

Tra i crociati si erano sempre distinti per la loro incredibile determinazione in battaglia, avevano disciplina

disumana e una spietata fermezza di fronte all’avversario. Le loro cariche erano famose e non lasciavano quasi

mai speranza agli avversari… provate voi ad immaginare di essere caricati da 300 cavalieri ben addestrati, ben

protetti dalle loro armature e scudi e soprattutto con una determinazione difficile da ritrovare in altre situazioni…

avete per caso idea di come trema il terreno sotto 300 cavalieri pesanti? Avete idea del polverone che si alza

dietro di loro? Avete idea del rumore assordante che producono? Uno spettacolo a cui (penso) nessuno vorrebbe

assistere da “bersaglio”! Il solo impatto psicologico di ciò bastava a mandare in rotta e a creare una gran

confusione tra le truppe che ricevevano la carica. Non a caso venivano chiamati dai musulmani i “diavoli rossi”,

mentre i Gerosolimitani erano chiamati i “diavoli neri”.
Rivendicavano a se il privilegio della prima linea durante i combattimenti, non infrequentemente dovettero pagare

con un alto tributo di sangue questo privilegio, ma con la loro fama di essere i più valorosi difensori della Croce

non trovavano difficoltà a ripristinare le fila diradatesi. Le loro rotte si contano sulle dita di una mano, furono gli

ultimi a lasciare la TerraSanta e nell’assedio di Acri non mollarono fino all’ultimo, la difesa della fortezza era

chiaramente senza speranza, senza alcun pericolo ci si poteva salvare via mare, ma i cavalieri combatterono e

morirono quasi tutti. Non potendo più guidare l’avanguardia in battaglia si trasformarono in retroguardia e

sacrificarono così le loro vite, ultimi crociati in TerraSanta. E’ tragico pensare che i cavalieri sopravvissuti alle

scimitarre dei Saraceni caddero poi vittime dei carnefici del Re di Francia e della debolezza del Pontefice, tra di

essi c’era anche l’ultimo Gran Maestro, Jacques de Molay.
 
 Ma non furono protagonisti solo in TerraSanta: quando le orde mongoliche minacciarono l’Europa i templari

contribuirono non poco alla sua difesa, che trovò provvisoria soluzione con la battaglia di Liegnitz nel 1241. Nella

penisola iberica stettero parimenti in prima linea, i sovrani di Spagna e Portogallo difficilmente avrebbero

conseguito le loro vittorie senza i Templari, non invano affidarono loro le proprie fortezze più munite e li

ricoprivano di munifici donativi.
Anche la flotta Templare era tra le migliori, nessuno si sarebbe mai azzardato ad attaccare una nave battente

bandiera Templare e i Saraceni se ne tenevano ben alla larga. Famosi erano i Templari nordici, che portarono con

loro nella vita monastica le loro preziose conoscenze in campo di nautica e battaglie navali.
 
C’è però un problema: uccidere in nome di Dio è un concetto sottoposto a critiche di ogni genere, va chiarito

questo fatto.
 San Bernardo di Chiaravalle, riprendendo il concetto della "guerra giusta" espresso da Sant'Agostino, considerò

il voto templare dell'uso delle armi contro chi attaccava i pellegrini diretti al Santo Sepolcro per pregare (non

andavano mica a conquistare o a rubare per la miseriaccia!!!) non una intenzione di "omicidio", ma una vera e

propria azione contro il Male, ossia un "malicidio" (vedi sopra 'De laude novae militiae'), anche perché, come ho

già detto, i Templari difendevano il Luogo Santo, che doveva essere a disposizione di tutti, quindi chiunque avesse

preteso di tenerlo soltanto per se sarebbe stato considerato “male” e andava per cui debellato… quindi i Templari

non uccidevano senza motivo o perché gli arabi “erano infedeli”!!! Questo dev’essere chiaro!
Per noi uomini di oggi è difficile accettare violenza giustificata da motivazioni religiose, ferisce la “sensibilità” di

molti, ma bisogna entrare nella mentalità dell’epoca (anche se è molto, ma molto  difficile) e non pensare subito “è

sbagliato”. Allora il Cavaliere dell’Ordine era il Guerriero di Dio per antonomasia, ed il suo compito era servire

Dio combattendo l’eresia e le ingiustizie. In TerraSanta i musulmani stavano commettendo crimini che vanno fuori

di ogni cognizione: come verrà meglio trattato nella sezione “Crociate”, le popolazioni europee erano fin troppo

stanche dei soprusi che dovevano subire in TerraSanta, da centinaia di anni!
Fin dall’800, infatti, i pellegrini che si recavano al Santo Sepolcro venivano uccisi, derubati, le donne violentate, nel

migliore dei casi veniva imposta loro una forte tassa. La setta degli “Assassini” nacque proprio in questo periodo

ed aveva come scopo l’uccisione sistematica dei pellegrini Cristiani!!! Questo atteggiamento intollerante da parte

dei musulmani portò ad una reazione violenta degli Europei, anche se ci vollero circa 300 anni di ingiustizie per fare

veramente “arrabbiare” i Cristiani.
Bernardo di Chiaravalle con 'De laude novae militiae'  espresse bene questa mentalità. Prego il lettore di non

accusare quindi l’operato dei Templari e dei Crociati in generale a priori, ma di immedesimarsi un attimo in quella

che era la situazione nel XI secolo: veder sterminata la propria famiglia o i propri amici che si erano recati in

pellegrinaggio in TerraSanta non doveva essere affatto cosa piacevole, come non lo sarebbe adesso. Pensateci un

po’ su e cercate di liberare la mente da tutti gli odierni condizionamenti… pensate con la vostra testa!
 
Ma non divaghiamo, torniamo ai Templari. Prima stavo parlando dei beni che riuscirono a rastrellare i Templari.

Fu un immenso patrimonio, visto che in molti si vollero unire alla causa Templare non fisicamente, ma

finanziariamente. Le Crociate avevano un costo altissimo, sia per gli armamenti, per il viaggio, per la costruzione

di fortezze, e questa spesa non poteva essere affrontata dai soli Templari, che nei loro monasteri si dedicavano per

lo più alla coltivazione e all’allevamento, per raggiungere i loro scopi c’era bisogno di ben altro. Le ricchezze

ottenute dai Templari furono impensabili e loro stessi furono bravi a gestirle: non lasciavano il denaro in eccesso a

marcire in buie stanze, ma lo investivano in maniera redditizia, soprattutto facendo servizio di tesoreria per nobili e

re e prestando il denaro, certo, da Cristiani non potevano chiedere interessi, ma sapevano come non subire danni

con tariffe di prestito. Sfido chiunque ad azzardare la critica “non dovevano chiedere interessi di alcun genere”,

perché in tal caso l’accusatore dovrebbe andare su un bel dizionario a cercare la parola “inflazione” e rendersi

conto della perdita di valore reale che ha la moneta con il passare del tempo.
Gli affari che svolgevano erano soprattutto di quattro categorie:
1-deposito tributi e somme di denaro di un principe votatosi alla Crociata
2-Trasferimento in TerraSanta di dette somme
3-riscossione delle decime Pontificie per le Crociate
4-prestiti a principi o nobili, che motivassero tale bisogno di denaro con pii motivi.
Una piccola curiosità che voglio dirvi:  a loro è dovuta anche l’invenzione dell’assegno! O meglio, del Travel

Cheque, che è comunque un assegno. Per esempio i pellegrini che si volevano recare in TerraSanta, ma avevano

paura di essere rapinati, potevano lasciare denari in una qualsiasi maggione templare e ricevere una quietanza di

riscossione; all’arrivo in TerraSanta portavano la quietanza nella maggione e tornavano in possesso della somma

di denaro lasciata prima della loro partenza.
Questo aspetto finanziario dell’Ordine però non vi deve portare ad una visione negativa dell’Ordine! Non erano

strozzini senza scrupoli o financial manager in cerca del massimo profitto! Le loro tariffe di prestito erano la metà

degli interessi richiesti dalle banche fiorentine (anche perché, scusate, se come qualcuno dice che i Templari erano

avidi di denaro e strozzini allora come mai in moltissimi affidavano i loro averi all’Ordine e molti chiedevano

prestiti proprio a loro?), l’elemosina era una delle attività più importanti dell’Ordine ed era sempre molto munifica.

Non mancarono mai di sfamare gli affamati con mense per i poveri e adibirono ospedali per i malati e gli invalidi,

nonché centri di accoglienza per i pellegrini in TerraSanta. Come si può vedere investirono molto bene i loro averi,

anzi, non c’era modo di investirli meglio!
Quella che per alcuni ara considerata l’avarizia dei Templari, era al contrario parsimonia. L’oculata

amministrazione dei beni templari era nemica di ogni spreco, per cui favoriva l’arricchimento dell’Ordine.
Bisogna poi ricordare che ad essere ricco era l’Ordine nel suo complesso, i singoli monaci erano dediti alla

povertà. Nonostante avessero più oro di qualsiasi monarca europeo dormivano in stanze sempre molto spartane,

vestivano e mangiavano come indicava la Regola, non tradirono mai il loro voto di povertà iniziale.
Da notare che il più famoso sigillo templare era un cavallo cavalcato da due cavalieri, che sta ad indicare 2 cose:
1-la povertà iniziale dei cavalieri che erano costretti ad andare in due su un solo cavallo
2-il dualismo universale delle cose, a cui si rifà il loro ideale, cioè (torno a dirlo, vista l’importanza) la convivenza

pacifica in TerraSanta della cultura Cristiana e di quella Islamica. Questo dualismo si può notare anche nel loro

stendardo, il Baussant, per metà nero e per metà bianco, di cui parlerò tra breve. Faccio anche notare che una

simile concezione è molto simile al Tao orientale, simbolo usato oggi universalmente per indicare il dualismo delle

cose, simbolo che c’era anche qui in Europa e che indicava lo stesso concetto, ma per qualche strano motivo e

stato dimenticato, e viene snobbato.
 
I Templari quindi godevano di un’altissima stima da parte delle popolazioni Medioevali, li vedevano come la

Cavalleria di Cristo, i Templari erano l’incarnazione del vero spirito Cavalleresco, che Bernardo di Chiaravalle

contribuì ad esaltare con i suoi scritti, ma non solo, leggete qui cosa scriveva Clemente III nel 1191: “Consacrati al

servizio dell’Onnipotente, vanno considerati parte della Cavalleria Celeste”.
Anche Pietro il Venerabile scriveva: “Chi non si rallegra con tutto il suo animo in Dio suo Salvatore, che la

Cavalleria dell’Eterno, i Templari, abbia lasciato gli accampamenti celesti per scendere a ingaggiar nuove

battaglie, a battere i principi di questo mondo, a sconfiggere i nemici della Croce di Cristo?” e ancora, sempre

rivolto ai Templari “Siete Monaci nelle vostre virtù, Cavalieri nelle vostre azioni; le une le realizzate con la forza

dello spirito, le altre le esercitate con la vigoria del corpo”.
Altra frase famosa di Bernardo di Chiaravalle è: “quale gioia per Gerusalemme acquistare dei difensori fedeli!”
Simili lodi non possono essere state fatte a caso! I Templari erano l’esempio del Cristiano migliore, e io penso che

con molta probabilità quando a quei tempi veniva menzionata la parola “Cristiano” si pensava proprio a loro. E

quindi il Cristianesimo in generale veniva rispettato. Cosa che mi sembra oggi non accada… purtroppo.
 
Un aspetto da notare è la gerarchia, l’assoluto rispetto per i superiori, esistevano i Marescialli, Precettori, i Balivi,

i Priori, i Gran Priori. Era una organizzazione perfetta, visto che ognuno per la gestione interna era totalmente

indipendente dall'altro, e ognuno doveva rendere conto al suo superiore diretto, fino ad arrivare al Gran Maestro

che era il "primus inter pares". Quando moriva un Gran Maestro, il Maresciallo convocava i Dignitari, tra i quali

veniva nominato un Gran Commandatario, il quale formava un consiglio di 12 Templari che dovevano procedere

alla elezione del nuovo Gran Maestro. Erano 12, in quanto 12 erano gli Apostoli di Gesù.
 Una cosa interessante: se ad esempio il Gran Maestro voleva fare visita ad una Precettoria di città, ma il

Precettore non era d'accordo per motivi validi, lo stesso Gran Maestro non poteva entrare: questo per far

comprendere quanto ognuno fosse responsabile della parte a lui affidata. C’era poi un Gran Siniscalco che si

occupava dell’amministrazione dell’Ordine, delle ancelle Templari, per la pulizia ed il rammendo delle vesti e dei

Fratelli Serventi che si occupavano dei cavalli e dell’armamento. Sergenti venivano chiamati i novelli dell’Ordine e

non era concesso loro di portare il mantello candido, ma ne avevano una nero o marrone, soltanto con il rito

ufficiale avrebbero poi potuto indossare al divisa templare.
 

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lottergs
lottergs il 25/03/09 alle 07:51 via WEB
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