RECAPITI UTILI Tenda San Damiano
Collaborazione attiva con...
Parla la Responsabile, Antonella De Benedictis TRATTA DI ESSERI UMANIIl traffico di esseri umani è definito come il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'alloggio o l'accoglienza di una o più persone, usando mezzi illeciti ai fini dello sfruttamento. Lo sfruttamento comprende almeno, lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, la schiavitù o le pratiche analoghe alla schiavitù, la servitù o il traffico di organi. (video tratto dal web)
QUESTO ACCADE OGGI!!! Desideriamo che questo blog sia mezzo di comunicazione e di "denuncia" perchè (come dicevo qualche sera fa in una testimonianza che partiva da una famosa canzone di Liabue) vogliamo saltare giù dal palco sul quale stavamo a guardare questa realtà scomoda, tuffarci in essa, e portarla proprio sul palco perchè tutti possano vederla e rendersi conto... Ultimi commentiArea personale- Login
MenuCerca in questo BlogE TU????E' l'indifferenza a renderci complici! Il tuo Cristo è ebreo,
la tua macchina è giapponese,
la tua pizza è italiana,
la tua democrazia è greca,
le tue scarpe sono thailandesi,
il tuo thè è indiano,
il tuo caffè è brasiliano,
il tuo cellulare è finlandese,
la tua maglietta è cinese,
le tue vacanze sono egiziane,
i tuoi numeri sono arabi,
la tua scrittura è latina,
la tua birra è africana,
le tue patate sono americane.
E tu dici a me di essere straniero... Che bello... PERCHE', IN FONDO, C'č UN SOLO DIO...Non che diverta... ma rende molto l'idea! |
Ci riconosciamo come semplici giovani che sentono l’urgenza di non considerare più il Vangelo come semplice utopia.Il nostro nome Tenda San Damiano indica il muoversi, sia fisico che culturale che gli incontri con queste donne vittime di tratta, presuppone. Riconoscendo in questa triste realtà una particolare forma di povertà; poveri che il crocifisso di san Damiano abbracciò scegliendoli come propri interlocutori.
Post n°73 pubblicato il 29 Dicembre 2010 da Lory.B87
SE NON FESTEGGI IN COMPAGNIA... CHE CAPODANNO VUOI CHE SIA?!!!??
Post n°72 pubblicato il 18 Settembre 2010 da Lory.B87
Se sei rumena in Italia puoi essere o una badante o una prostituta. La prima è una speranza per il permesso di soggiorno, la seconda è una schiavitù. E’ questa la percezione che una ragazza come Natasha, con l’unica particolarità di essere rumena e la ‘colpa’ della clandestinità, ha dell’Italia. Un giudizio tagliente, figlio di un’esperienza di vita e di integrazione ben diversa da quella che Natasha si sarebbe aspettata arrivando in Italia. E lo dice chiaramente: «quando sono arrivata nel ’99, nel vostro Paese non giungevano tanti stranieri come oggi. C’erano più diffidenza e paura». Dopo un’infanzia vissuta sotto la dittatura comunista di Ceauşescu, Natasha ha la possibilità di frequentare l’istituto biochimico ed ottenere il diploma grazie ad una borsa di studio: «la mia famiglia era povera -spiega- ma sono stata fortunata perché ho potuto studiare in città. Era una vita molto spartana: avevamo l’acqua calda solo una volta alla settimana e alle nove già si dovevano spegnere le luci». Nelle estati del ’90 e del ’91, a nove anni, Natasha aveva partecipato ad uno scambio con l’Italia, vivendo per qualche mese presso una famiglia di Lumezzane, in provincia di Brescia. «Questa famiglia mi ha aiutato molto anche negli anni successivi. Mi mandava soldi, regali e vestiti, ma non bastavano per rendere la vita meno grama. Non avevo praticamente niente». Dopo aver tentato, senza successo, di essere ammessa alla facoltà di geografia, Natasha si iscrive ad un corso post liceale di contabilità, della durata di tre anni. «Ne ho fatto solo uno, perché poi ho deciso di venire in Italia. Era il 1999, avevo 19 anni». Già alcuni ragazzi del suo paese hanno tentato di raggiungere di nascosto l’Italia: negli ultimi anni ’90 è infatti quasi impossibile vedersi rilasciare un visto e si può lasciare la Romania solo clandestinamente. Il fatto di avere contatti abituali con una famiglia italiana rappresenta per Natasha un punto di partenza più stabile di quello di altri suoi connazionali, così decide di tentare l’emigrazione: «in Romania avevo solo la prospettiva di restare a lavorare nei campi con la mia famiglia -spiega – Volevo cercare qualcosa di meglio». Si mette così in contatto con un sacerdote rumeno che sta organizzando un pellegrinaggio in pullman a Lourdes e riesce a ottenere il visto turistico con validità di un mese nei paesi Schengen. Durante il viaggio si fa lasciare a Lumezzane: uno ‘strappo’ costato 500 marchi, quasi l’intero gruzzolo che ha messo da parte negli anni grazie agli amici italiani. «Era notte fonda e non li avevo avvisati del mio arrivo -racconta- perché sapevo che non mi avrebbero accolta. Non mi hanno potuto lasciare in mezzo alla strada, ma il giorno successivo mi hanno portata dalla polizia. I clandestini -continua- facevano molta paura, anche se io per un mese ero perfettamente in regola. Questo loro non lo sapevano». Secondo quanto previsto dalla sanatoria del ‘98, se queste persone l’avessero assunta alle loro dipendenze nel ristorante di famiglia Natasha avrebbe automaticamente ottenuto il permesso di soggiorno regolare per risiedere in Italia, ma ciò non avviene. Trova invece impiego in nero come commessa in una libreria: un lavoro pagato appena 200mila lire al mese, con vitto e alloggio nella casa dei proprietari. «Erano parenti dei miei conoscenti di Lumezzane. – spiega la ragazza – Il problema con loro è sorto quando il marito della proprietaria ha iniziato a pretendere che io diventassi la sua amante. La situazione è diventata insostenibile, soprattutto perché lui mi ricattava con la promessa del permesso di soggiorno. Quando ho rifiutato di accettare le sue proposte sono stata licenziata». Senza possibilità di mantenimento e quasi senza soldi, irregolare e non creduta dalla famiglia che l’aveva ospitata, Natasha si rivolge a due connazionali che abitavano nelle vicinanze e con cui in quei mesi è rimasta in contatto. Ma il loro aiuto ha un prezzo che Natasha non è disposta a pagare: «mi hanno proposto di diventare una prostituta, allettandomi con l’idea di un facile e rapido guadagno. Loro avrebbero messo a disposizione la casa e si sarebbero tenuti una parte dei soldi, mentre io avrei avuto il resto. Non nego di aver soppesato l’idea: ero disperata. Ma alla fine non è bastata la disperazione a farmi accettare simili compromessi». L’unica alternativa rimasta a quel punto è il ritorno a casa: la fine di una speranza andata male. Raggiunge Piazza Castello a Milano, da dove partono i pullman per la Romania, ma l’autista non la lascia salire. «Non avevo i documenti in regola -spiega- quindi lui non poteva assolutamente prendermi, perché al confine con l’Austria gli avrei causato guai. Così -continua- non potevo stare in Italia né tornare a casa. Mi restava solo l’alternativa di consegnarmi spontaneamente alla polizia come clandestina». Quella sera stessa si mette in contatto con altri amici di famiglia –una donna, il suo compagno ed il figlio- residenti a Milano, in zona Piazzale Corvetto, in casolari abbandonati e decrepiti dove vivono abusivamente moltissimi rumeni, stipati in minuscole stanzette con appena una branda, un fornello ed un secchio per i bisogni. La donna però si rifiuta di accoglierla nella sua stanza per la notte. «Se non fosse stato per suo figlio Sorin non so cos’avrei fatto», racconta la ragazza. «Mi ha accompagnato dalla famiglia di un suo collega e mi ha aiutato fin da subito a cercare un altro lavoro». Solo una settimana più tardi, Natasha viene impiegata come cameriera al servizio di una ricca famiglia milanese, dove però resta soltanto per pochi giorni perché costretta a turni sfiancanti e ad uno stile di vita alienante, pagata pochissimo e quasi costretta alla fame. «A noi cameriere –narra Natasha- davano da mangiare solo il fondo di prosciutto gelido e il padrone ci contava ogni boccone. Non potevo continuare così, mi stavo ammalando: eravamo praticamente schiave». Torna così a piazzale Corvetto e per due settimane rimane costretta nella minuscola stanza di Sorin, senza poter uscire per paura di essere aggredita dagli altri abusivi del palazzo, fino a quando non trova un nuovo posto di lavoro come badante, a Clusone in provincia di Bergamo. «Non avevo mai fatto la badante, prima. – racconta- Eppure sapevo che dovevo farcela: se fossi tornata a Milano o in Romania avrei lasciato qualcosa di quasi certo, anche se difficile, per un futuro incerto e probabilmente molto triste. Così mi sono rimboccata le maniche e da dieci anni sono qui». I primi due anni non sono affatto facili: da un lato, c’è la paura di uscire di casa per via della condizione di clandestina, e dall’altro la sensazione di solitudine sempre più acuta e insostenibile. Una solitudine combattuta nel corso degli anni con attività sempre più frequenti nell’oratorio del paese e nei gruppi parrocchiali, ma anche con corsi di teatro e in palestra, fino a sentirsi quasi completamente inserita nella comunità. Adesso Natasha gestisce una classe di adolescenti come animatrice di oratorio. Ha il suo gruppo di amici, il permesso di soggiorno e una vita normale. «L’italiano è una lingua bellissima e tre anni fa ho presentato la domanda per ottenere la cittadinanza italiana. Spero venga accolta: non ho fatto lo sbaglio di sposare un italiano solo per avere il permesso di soggiorno e non lo farò ora per ottenere la cittadinanza». Le difficoltà non mancano di certo. Il lavoro di badante è ancora considerato precario nonostante l’alta percentuale di anziani in Italia, e questo impedisce a Natasha di ottenere dalla banca il prestito di cui avrebbe bisogno per comprare casa. «Inoltre – continua – l’assistenza agli anziani è ancora vista come un lavoro ‘da extracomunitari’. Una volta un ragazzo mi ha voltato le spalle quando ha saputo che svolgo questo lavoro». Un episodio banale, ma che rende evidente come non bastino le attività in parrocchia, un italiano perfetto ed un lavoro in regola per togliersi di dosso l’etichetta della ‘straniera’, soprattutto nei paesi di piccole dimensioni come Clusone. «Io voglio l’integrazione, – spiega la ragazza – sono entrata nel vostro modo di vivere e nella vostra comunità, come penso dovrebbero fare tutti gli stranieri». La sua considerazione sulla situazione politica attuale è glaciale: «Voterei Lega Nord – sostiene- perché è giusto che chi viene da un’altra cultura si adatti alla vostra. Eppure –continua- molte volte mi sento esclusa, come se non fossi considerata alla vostra altezza soltanto perché sono rumena. Molte persone non sanno nulla di me o della mia vita, ma si sentono il diritto di giudicarmi per la mia provenienza. Certi atteggiamenti fanno male». Tuttavia Natasha non pensa di tornare in Romania: è in Italia che vede il suo futuro e le sue possibilità. «Ma non mi sento del tutto italiana. – spiega- Vorrei unire i due mondi che mi porto dentro, Italia e Romania, ma faccio fatica. Alla fine si rimane sempre un po’ in bilico tra ciò che si era e ciò che si diventa». Erica Balduzzi
Post n°71 pubblicato il 16 Settembre 2010 da Lory.B87
CREDIAMO CHE SIA BELLO E IMPORTANTE FARE CHIAREZZA SU QUANTO ABBIAMO RACCOLTO CON LA MANIFESTAZIONE CUORI IN FESTA... CREDIAMO CHE CHI HA PARTECIPATO VOGLIA COMPRENDERE E CAPIRE... E SIAMO FELICI DI CONDIVIDERE CON TUTTI VOI CHE CI AVETE SOSTENUTO IL RENDICONTO DELLA SERATA! SONO STATI RACCOLTI € 1901.95
Post n°70 pubblicato il 16 Settembre 2010 da Lory.B87
L'associazione Tenda San Damiano offre a chi ne avesse bisogno lavoro come badante per J., donna polacca con esperienza e buona volontà come badante.
Post n°69 pubblicato il 25 Agosto 2010 da Lory.B87
Post n°68 pubblicato il 18 Agosto 2010 da Lory.B87
Milano, scontri nel Cie di via Corelli. La testimonianzaFeriti tra migranti e forze dell'ordine. Parla A., tunisino, detenuto nel Centro 17 / 8 / 2010 La protesta esplosa la notte scorsa è una delle tante che ha riguardato il Centro di identificazione ed espulsione milanese negli ultime mesi. Sei agenti e cinque nordafricani sono rimasti feriti. Un migrante di origine algerina è riuscito a fuggire mentre un altro ragazzo detenuto nel centro si è fratturato entrambe le gambe nel tentativo di saltare giù dal tetto, dove si erano arrampicati una quarantina di immigrati per protestare.Il 18 luglio scorso, nel corso di una protesta analoga, erano fuggiti altri tre migranti.
Nel report di Medici Senza Frontiere sui Cie italiani "Al di là del Muro", che ha come scopo quello di far conoscere la realtà di questi spazi chiusi ad osservatori esterni, il Centro di via Corelli risulta privo dei servizi di mediazione culturale. Non ci sono procedure sanitarie per la diagnosi e il trattamento delle malattie infettive. Il sostegno legale in materia d'asilo è carente. I servizi indicati da Medici Senza Frontiere sono servizi assolutamente necessari dato che nei centri s'intrecciano, in condizioni di detenzione, situazioni di fragilità estremamente eterogenee tra loro a cui corrispondono esigenze molto diversificate. Il manganello sembra essere uno dei pochi mezzi che lo Stato ha a disposizione per esercitare il proprio potere, chiuso nella sua morsa xenofoba. COME SI PUO' RESTARE IMPASSIBILI DINANZI A EPISODI COME QUESTO CHE SI RIPETONO QUOTIDIANAMENTE?!
Post n°67 pubblicato il 18 Agosto 2010 da Lory.B87
Anna Baldry: «Così insegno ai poliziotti afghani a rispettare le donne di Kabul» «Alla fine della lezione qualche poliziotta si avvicina e mi sorride, qualche agente si alza dal banco e dice grazie, ma mi rendo conto che ci vuole tempo perché le cose cambino». Dal 31 luglio Anna Baldry insegna ai poliziotti afghani come interrogare una donna vittima di abusi o un bambino che ha subito violenze in casa. Mostra ai suoi studenti i video in cui mogli e figlie si danno fuoco per scappare da casa: il carcere e l'ospedale sembrano le uniche vie d'uscita. Con l'aiuto di un consulente legale, Corano alla mano, spiega che sposare quattro donne non è regola prescritta dall'Islam. Cerca di districare e distinguere leggi civili e penali, Costituzione, sharia. Baldry, docente di psicologia alla seconda università di Napoli, 18 anni di esperienza di stalking e violenza contro le donne fra Ong e tribunali, ha accettato di passare tre settimane di agosto a Kabul per tenere lezioni su integrazione fra agenti maschi e femmine, abusi, violenze domestiche. È la responsabile dei primi seminari di questo tipo voluti dalla Nato Training Mission Afghanistan, struttura che si occupa di addestrare la polizia locale nella patria dei talebani che mozzano naso e orecchie a adolescenti che tentano di fuggire da padri e mariti violenti. «Qui c'è stata una guerra e io mi rendo conto che non ha senso parlare di parità uomo-donna, bisogna combattere la poca conoscenza della legge del 2009 e del Corano, la tendenza a confinare le poliziotte in ruoli esecutivi. Vedo però che gli agenti sono ricettivi sui contenuti», racconta al telefono. Baldry coglie progressi ma constata le difficoltà dell'ambiente: «Nei questionari anonimi sull'utilità del corso, gli agenti si dicono soddisfatti ma qualcuno preferirebbe fare corsi divisi, uomini da una parte, donne dall'altra» (con buona pace della gender integration). La prof scopre cosa vuol dire tenere lezioni islamicamente corrette: una psicologa abituata ai tribunali italiani distingue automaticamente fra molestie leggere e violenza con penetrazione, se non altro perché cambia la gravità del reato e della pena. Da esperta sa che suo compito è illustrare i vari tipi di abusi su minori e come si realizzano. Non così a Kabul, il traduttore si oppone: «No, questo non glielo posso dire, urta la loro sensibilità, bisogna moderare il linguaggio a maggior ragione nel periodo di Ramadan» si sente rispondere Baldry. La versione in dari, lingua afghana più diffusa, è dunque diluita così non si offende nessuno. Baldry deve «responsabilizzare» i poliziotti, far superare pratiche come persuadere la vittima a ritornare in famiglia e farsi giudicare da corti informali gestite da capi tribù. Insomma far capire che abusare di una donna o un bambino non è un fatto privato: e l'uniforme impone di non schierarsi per nessuna delle parti in causa. Coda di cavallo, velo blu «che a volte mi cade», Baldry è stata chiamata dal generale Carmelo Burgio, comandante Nato responsabile dell'addestramento della polizia da 10 mesi in Afghanistan. ««Avevamo bisogno di una persona che non avesse solo competenze accademiche ma anche operative, abbiamo anche ricevuto dei no. Adesso - continua il generale - si sente il bisogno di fare un salto di qualità: bisogna far cambiare mentalità ai poliziotti sia con corsi anticorruzione sia con questi a tutela di donne e bambini». I militari si sono mossi prima della diplomazia, prima cioè della conferenza internazionale di Kabul del 20 luglio che ha posto fra le priorità i diritti delle donne e dei bambini. «Questi seminari sono stati programmati otto mesi fa, il primo si è svolto ad aprile e ha riguardato un centinaio di ufficiali, stavolta altri 200. Circa trecento poliziotti, un terzo donne, che istruiranno agenti semplici». In passato sono stati fatti altri tentativi di seminari di questo tipo senza successo: la «mentalità locale» era restia, c'è stato ostruzionismo «ancora adesso non c'è approvazione al cento per cento, alcuni sono sospettosi ma ci sono buoni risultati. La prima volta che si è parlato di corsi per tutelare delle donne - ricorda Burgio - personaggi di spicco della polizia locale avevano risposto "Non ci serve"». Adesso pare si siano «rassegnati» all'idea che la comunità internazionale tiene molto a questi temi e comunque c'è una legge da applicare. Finora i corsi sono stati tenuti a Kabul, «a Natale ci si vorrebbe spostare nei centri di addestramento del sud». Il generale è consapevole che la materia è «sensibilissima»: si toccano religione, cultura, credenze; risentimento e strumentalizzazioni sono dietro l'angolo. «Ma non si possono fare ragionamenti tipo: se il talebano non gradisce mette una bomba. Altrimenti non avrebbe senso stare qua». Articolo tratto da Il sole 24 ore QUESTA SI CHE MI PARE UNA BELLA INIZIATIVA... FINO A CHE NON CI SARA' EDUCAZIONE AL RISPETTO DELLA DIVERSITA' (TRA UOMO E DONNA INNANZITUTTO) LI DOVE MANCA, NON POSSIAMO PRETENDERE CHE LE COSE CAMBINO COME PER MAGIA... SPERO ABBIA SUCCESSO!
Post n°66 pubblicato il 17 Agosto 2010 da Lory.B87
Immigrazione: genocidio in mare e nel deserto Si parla di più di 200 emigrati, molti dei quali fuggiti dall'Eritrea per motivi politici, che volendo raggiungere l'Europa sono stati respinti e rinchiusi prima in un campo di detenzione e poi rilasciati in mezzo al deserto senza cibo né denaro per acquistarlo. Articolo di: Vittorio Cristelli
Rischia di non essere una raffigurazione blasfema quella del pittore Giuseppe Veneziano in mostra questi giorni a Milano. Raffigura una Madonna dal viso dolce e vagamente rinascimentale con in braccio un piccolo Hitler con baffetti, stivaloni, bandoliera e fascia con svastica. Se raffrontata con quanto sta avvenendo in Libia con gli emigrati eritrei può essere una denuncia sferzante all'Italia cattolica. Si parla di più di 200 emigrati, molti dei quali fuggiti dall'Eritrea per motivi politici, che volendo raggiungere l'Europa sono stati respinti e rinchiusi prima in un campo di detenzione e poi rilasciati in mezzo al deserto senza cibo né denaro per acquistarlo. L'alternativa per loro è o di ritentare la via dell'Europa con la prospettiva quasi certa di essere di nuovo respinti e messi in prigione o di ritornare in patria con la certezza della detenzione e dell'eliminazione fisica. E tutto questo in vigenza del trattato tra Italia e Libia in tema di respingimenti. Il Governo italiano, ministro dell'Interno Maroni in testa, da mesi sta vantando di essere riuscito a bloccare il flusso degli immigrati dal mare Mediterraneo, ma non dice nulla sulla sorte toccata a quei disperati in Libia. Scrive il prof. Antonio Esposito dell'Università Orientale di Napoli nel libro "A distanza d'offesa": "Così finiscono gli uomini e le donne che non sbarcano più a Lampedusa: bloccati in Libia dall'accordo Roma-Tripoli, sono riconsegnati al deserto. Abbandonati sulla sabbia appena oltre al confine. A volte sono obbligati a proseguire a piedi. Altre volte si perdono. Cadono a faccia in giù, sfiniti, affamati, assetati, senza che nessuno trovi più i loro cadaveri". E commenta: "L'Italia come l'Europa prova a costruire la sua fortezza. Le immateriali mura di recinzione sono erette con le carte, che fanno le leggi". Segnale significativo che in Libia non funziona la tutela dei diritti è stata la chiusura a Tripoli dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unchr), durata tre settimane. Ma la denuncia è venuta anche da Amnesty International che segnala la violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e della Convenzione di Ginevra. Si son fatte sentire anche le Acli per bocca del loro presidente Andrea Olivero e la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia parla di "successo della cultura della morte e della guerra". Famiglia Cristiana poi ha paragonato questi respingimenti alla Shoah. Appunto: Hitler in braccio addirittura alla madonna! Un lungo e articolato documento sui fenomeni repressivi che accompagnano l'immigrazione è stato elaborato dalla Conferenza degli Istituti missionari italiani (CIMI) intitolato "Non possiamo tacere". Vi si parla di "xenofobia montante", di "razzismo istituzionale" e di "nuovi lager". In tema di respingimenti i missionari italiani, ricordando le loro esperienze pastorali in Africa, dicono espressamente che "buona parte di questi immigrati sono rifugiati politici che hanno diritto all'asilo". Sui morti in mare citano un servizio del giornalista trentino Giampaolo Visetti che su "Repubblica" di cui è inviato speciale scriveva recentemente: "Dal 2002 al 2008 sono morte 42 mila persone, 30 immigrati al giorno, ingoiati dal mare davanti alla fortezza Europa". I missionari citano pure il Sinodo africano svoltosi a Roma nell'ottobre dell'anno scorso in cui è stato detto che "gli africani continueranno a venire in Europa con tutti i mezzi anche a prezzo di morire nel deserto o per mare, finché l'equilibrio economico e ambientale tra Africa e resto del mondo non verrà ristabilito da chi ne è responsabile e cioè l'Occidente". E qui torna in mente quanto diceva Berthold Brecht: "Fermerete con difficoltà il fuoco; fermerete con maggior difficoltà l'acqua; ma non fermerete l'uomo. Perché ha un difetto: pensa". A pensare però dovrebbero essere anche i credenti in Cristo che con lo straniero si è identificato. Fonte: www.unimondo.org15 Agosto 2010 http://www.perlapace.it/index.php?id_article=4989 PER AVERE UN'IDEA DI COSA QUESTO ATROCE ARTICOLO SOSTENGA, CONSIGLIO LA VISIONE DI QUESTO VIDEO... ATTENZIONE: LE IMMAGINI SONO PARTICOLARMENTE FORTI!
Post n°65 pubblicato il 14 Agosto 2010 da Lory.B87
Camionista innamorato «salva» una prostituta Era suo cliente, è diventato il suo fidanzato. Lei ha deciso di cambiare vita, ma il protettore la minacciava. I due si sono rivolti ai carabinieri: lo sfruttatore è stato fermato Lei ha 24 anni, è rumena e fino a tre settimane fa faceva la prostituta sulle strade di Bologna. Finché un suo "cliente", un bolognese di 28 anni che di mestiere fa il camionista, si è innamorato di lei (che ricambia) e l'ha aiutata a cambiare vita. LA FUGA DELLA RAGAZZA - Naturalmente, voltare pagina non è stato semplice. La ragazza, con l'aiuto del fidanzato, è scappata dal suo protettore, un rumeno di 35 anni da poco tornato libero dopo aver scontato una pena di due anni e mezzo in carcere per sfruttamento della prostituzione e che, minacciandola di morte, l'aveva convinta a tornare a prostituirsi con lui. All'idea di perdere la sua fonte di guadagno, l'uomo non si è arreso: nonostante la ragazza e il fidanzato continuassero a cambiare numeri di telefono e a nascondersi, il «magnaccia» ha continuato a perseguitarli, minacciandoli di morte. L'INTERVENTO DEI CARABINIERI - A quel punto, i due hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri della compagnia Borgo Panigale, che hanno rintracciato e fermato il protettore. Sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, l'uomo ora è in carcere per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e tentata induzione. È a disposizione del pm, Antonello Gustapane.
Ho letto questa notizia... e tante tante immagini e volti sono affiorati alla mia mente... Quante ragazze come quella ho visto. E ho pensato... "INNAMORATO"... conosco il genere. In questo contesto, questo aggettivo stona del tutto...
Post n°64 pubblicato il 09 Agosto 2010 da Lory.B87
Con rammarico, con tristezza, con sdegno vedo che certe cose non fanno più notizia! Come se non importasse a nessuno! Ecco un minuscolo articolo trovato in rete: Immigrazione: 40 clandestini a Linosa Negli ultimi mesi sono ripresi gli sbarchi sulle Pelagie
(ANSA)- AGRIGENTO, 9 AGO - Una quarantina di migranti sono stati bloccati in nottata dai carabinieri sulla terraferma a Linosa, la piu' piccola delle Isole Pelagie. I militari non sono riusciti a localizzare il barcone utilizzato per la traversata, non si esclude che gli immigrati siano stati lasciati sull' isola da un'imbarcazione che si e' poi allontanata.Negli ultimi mesi sono ripresi alla spicciolata gli sbarchi sulle Pelagie o sul litorale agrigentino.Gli ultimi 39 migranti erano stati intercettati il 2 agosto.
Non fa notizia... non se ne preoccupa nessuno... seppur parliamo di 40 persone... di 40 vite... di un nuovo modo in cui sta prendendo piede il traffico di esseri umani! Di ESSERI UMANI!!!!!!
Post n°63 pubblicato il 31 Luglio 2010 da Lory.B87
Il governo taglia il numero verde di VLADIMIRO POLCHI ROMA - Ionela si è salvata. Il marciapiede l'ha visto solo una sera. Nessun cliente è riuscito ad avvicinarla. Le è bastata una telefonata. La sera stessa, davanti alla questura di Torino, gli assistenti del Gruppo Abele l'hanno portata in comunità. ______________________________________________________________
Un vero e proprio regalo alla criminalità organizzata... diventa sempre più difficile tutelare queste donne, cercare di risare loro una speranza, cercare di ridare loro la condizione UMANA...
Post n°62 pubblicato il 24 Luglio 2010 da Lory.B87
LE BAMBINE D'ORO - di Lorenzo Arena - Le storie e le testimonianze delle schiave vendute dai trafficanti di Madre de Dios Le miniere illegali nella regione amazzonica di Madre de Dios sono il paradiso dei trafficanti di schiave. Più di 30.000 minatori con un grammo d’oro in tasca garantiscono un mercato più succulento di quello dell’estrazione e la vendita stessa del prezioso metallo, che si illumina per poco nelle contaminate e miserabili miniere. Huepetuhe, Laberinto o Delta 1 sono solo alcune delle decine di miniere illegali che si trovano nella zona e che si possono raggiungere in barca o attraverso sentieri nella giungla. Tutte i campi minerari hanno in comune le costruzioni di legno e plastica, le strade fangose e le decine di bordelli. Solo nel Delta 1 ci sono 100 prostitute, registrare della Asociación Huarayo, una organizzazione che si occupa di salvare le ragazze vittime della tratta. Delle ragazze sfruttate sessualmente nei campi, 3 su 5 sono minorenni. Le prostitute vengono classificate in due categorie a seconda dell’etnia. Chi vuol risparmiare si orienta sulle adolescenti provenienti dalle zone alto andine chiamate anche “ojotitas” con riferimento al nome dei sandali da contadino o ciabatte usate nelle Ande. I minatori con più soldi possono andare nei bar di “cocoteras” o “chicas”, dove possono trovare giovani indigene o provenienti dalla costa. Nelle operazioni contro la tratta delle donne che sono state fatte nei campi minerari negli ultimi due anni, 62 bambine sono state salvate e ospitate nel rifugio per adolescenti vittime di sfruttamento sessuale che Huarayo possiede nella zona di Mazuko, all’ingresso della zona delle miniere d’oro. Ognuna delle vittime ha la sua storia, ma tutte hanno in comune l’inganno, il rapimento, il debito e le minacce, l’abuso fisico nei campi, la gravidanza e le malattie sessualmente trasmissibili. Grazie all’organizzazione Huarayo, ELMUNDO.es ha avuto accesso ai testimoni che hanno permesso di scrivere questa relazione. ALICIA ALL’INFERNO - Alicia ha 13 anni e fu liberata in una operazione di polizia nel Delta 1. Faceva la quarta elementare nella città andina di Cusco quando fu catturata dai trafficanti grazie ad un annuncio di lavoro su un giornale. Fu presa in una via del centro. “E’ per un ristorante mi disse la signora”, racconta Alicia. “Ti pagherò bene ma devi venire oggi”. La donna, in realtà proprietaria di un bordello, offrì ad Alicia 400 soles (circa 100 euro), molto più dei 60 soles al mese che Alicia guadagnava come domestica. “Devo dirlo prima a mia madre però” – “A Puerto Maldonado ( la capitale di Madre de Dios) ci sono radio e telefono. Puoi farlo da qui”. “Poi la signora mi diede 50 soles e mi disse di comprarmi ciò che volevo. Io non sapevo cosa fare e la donna chiamò un signore che mi ha spaventò”, continua Alicia. “Verrà a lavorare con noi, accompagnala a prendere le sue cose. Non ti preoccupare con le altre ragazze ti abituerai subito”. Quella sera stessa Alicia usci per Madre de Dios con le altre ragazze. “Se ti chiedono dove stai andando, dì che vai a trovare tuo padre. Dì che hai 18 anni e se ti chiedono i documenti dì che li hai persi”. “La mattina dopo, come in un sogno, ero già in montagna”. Non arrivò mai a Puerto Maldonado. La sua destinazione fu un bordello di una miniera d’oro in mezzo alla giungla a 180 km dalla città più vicina.
I CASI DI TRATTA NON RAGGIUNGONO I TRIBUNALI - Le organizzazioni che lottano contro la tratta delle donne chiedono che venga installato un ufficio e un distaccamento speciale di polizia a Mazuko perché la maggior parte dei casi di tratta nel Madre de Dios non sono denunciati e sono ancora meno quelli che vengono sanzionati. Dal 2005 esiste un registro nazionale dei casi di traffico di esseri umani sulla base delle informazioni della polizia peruviana. Da allora fino al 2009 sono state registrate solo 264 denunce, secondo la ONG Capital Umano y Social (CHS). La maggior parte delle denunce presentate alla polizia proviene dalla regione comprendente Cusco e Madre de Dios. “Queste cifre sono minime perché la maggior parte dei casi si perdono per strada”, dice Ricardo Valdes ex vice-ministro degli interni e vice direttore di CHS. “La polizia non riesce a gestire il problema e molti casi sono perseguiti solo come sfruttamento della prostituzione perché non vengono presi in considerazione i concetti di rapimento, trasferimento e sfruttamento delle persone”.
Post n°61 pubblicato il 24 Luglio 2010 da Lory.B87
Immigrati, la Toscana batte il governo La Consulta boccia il ricorso. La legge regionale consente agli immigrati il trattamento sanitario gratuito. Rossi: fatta giustizia. La Lega: vergogna. Il governatore rilancia: ora al lavoro per i diritti di cittadinanza e quelli politici MICHELE BOCCI FIRENZE - Berlusconi lo annunciò in tv da Vespa: il Governo farà ricorso contro la legge toscana sull'immigrazione. Era il 3 giugno e il testo che prevede uguali diritti per immigrati regolari e cittadini italiani oltre all'assistenza sociale e sanitaria urgente e indifferibile per i clandestini stava per essere approvato dal consiglio regionale. Poco più di un anno dopo la Corte Costituzionale boccia su tutta la linea la presa di posizione dell'esecutivo, dichiarando inammissibile e non fondato il ricorso. "La nostra è una legge all'avanguardia - esulta il presidente toscano Enrico Rossi - La sentenza è una vittoria della ragione e della civiltà, giustizia è fatta".
Finalmente qualcuno si batte per una legge che rispetti i principi COSTITUZIONALI che troppo (ma proprio troppo) spesso da qualche tempo vengono messi da parte e derisi, offesi e oltraggiati! I miei complimenti!
Post n°60 pubblicato il 24 Luglio 2010 da Lory.B87
Cpt Restinco (Brindisi): immigrato si cuce le labbra per protesta Alla base del gesto la mancata concessione di una telefonata ai figli.
Un immigrato “ospite” presso il Centro di permanenza temporanea (Cpt) di Restinco, tra Brindisi e Mesagne, ha intrapreso una protesta autolesionista. L’uomo, un cittadino afghano, al quale pare fosse stato impedito di mettersi in contatto con la famiglia e, in particolare, con i due figli, per due giorni di fila si è letteralmente cucito le labbra con ago e filo oltre ferirsi in varie parti del corpo con una lametta. L’episodio è stato reso noto dalla Gazzetta del Mezzogiorno. La prima volta l’afgano era stato condotto al Pronto soccorso, dove i medici gli avevano scucito le labbra e medicato le ferite, ed era stato subito dimesso e riaccompagnato al Cpt. Ma il giorno seguente l’immigrato ha ripetuto l’insano gesto di protesta ed è stato ricondotto in ospedale, dove è stato ricoverato in modo coatto su ordinanza del sindaco. Il Cpt di Restinco non è nuovo e episodi di protesta o ribellione, che nel corso degli anni si sono susseguiti. ______________________________________________________ Questo accade non in un posto chissà dove nel mondo, ma accanto a noi... facciamoci qualche domanda... come "Perchè mai un uomo arriva a procurarsi in maniera così atroce lesioni?" o "Quanto è giusto rinchiudere persone solo per aver commesso il reato di essere disperati?" ... vedo ogni giorno che queste persone perdono di UMANITA' perchè non sono trattati come uomini, come persone... trattati come criminali per non essendolo. Trattati con fastidio, con pregiudizio, con timore, con sospetto... solo perchè fare di tutta l'erba un fascio è più comodo di sedersi, guardare queste persone negli occhi, ascoltare la loro storia, il loro perchè... certo, ci sono immigrati che delinquono... ma non sono tutti gli immigrati. Certo ci sono italiani che delinquono... ma non sono tutti gli italiani. In entrambi i casi però sono persone...
Post n°59 pubblicato il 23 Luglio 2010 da Lory.B87
Più passa il tempo, più conosco storie drammatiche quanto e più di quella di questa donna, e più mi convinco di quanto lo Stato non abbia il ben che minmo interesse nel tutelare queste persone in quanto tali. Sulle loro (e sulle nostre non crediamo, eh?) teste pesa come un macigno la macchina degli interessi... economici, politici, personali che siano; non cambia molto. Nessuno si interessa di ASCOLTARE queste persone, di CAPIRE perchè decidono di scappare (rischiando la vita) per vivere nella povertà anche qui... PERCHè... non interessa a nessuno! E quelle poche persone che ascolta (associazioni, singole, chiese, laici, avvocati coscienziosi) hanno pressocchè le mani legate da un sistema volta ad usare (e non tutelare) queste persone. In situazioni come questa, dinanzi a storie come questa... beh provo un pò di vergogna ad essere Italiana, perchè non mi riconosco in chi compie più o meno (molto più che meno) coscientemente questi orrori! RIMPATRIATA IN NIGERIA: RISCHIA LA PENA DI MORTE Arrestata e rimpatriata in tutta fretta nel suo paese rischia la pena di morte. Questa storia che poco clamore mediatico ha suscitato, (fatta salva l’edizione bolognese di Repubblica, l'agenzia Ansa e pochi altri), ha dei contorni assurdi quasi grotteschi, ancora una volta frutto della deriva securitaria della democratica Italia. Questi in breve i fatti, come sono stati ricostruiti dal legale, Alessandro Vitale, che ha reso nota la vicenda.
Post n°58 pubblicato il 19 Luglio 2010 da Lory.B87
Carissimi amici, mi scuso per l'assenza forzata da questo blog... Voglio pubblicare oggi un video che ho visto in rete, un video che mi ha colpito molto... Questo video parla da se, racconto di un campo profughi a Roma (a 1 km appena dal Colosseo)... e io so che non sono immagini di fantasia...
Post n°57 pubblicato il 06 Maggio 2010 da Lory.B87
QUALCUNO FINALMENTE NE PARLA... DA VEDERE!!! SU FACEBOOK QUALCUNO PARLA DELLE SCHIAVE DEL SESSO, LE COSIDETTE BAMBINE D'ORO... RAGAZZI SEGUITE IL LINK!! http://www.facebook.com/home.php?sk=lf#!/notes/informare-per-resistere/le-bambine-doro/390498826266
Post n°56 pubblicato il 03 Maggio 2010 da Lory.B87
L'ANGOLO DELLA CARITA'... MAGGIO MESE MARIANO In questo mese di maggio in cui ricordiamo Maria, dolcissima donna e madre, vogliamo muoverci verso tutte quelle persone dimenticate da tutti. La Tenda San Damiano ti chiede una mano!!! Scegliamo di stare dalla parte degli ultimi: tanie vivono in condizioni difficili. Aiutiamoli pregando ogni giorno per loro con un’ Ave Maria e scegliendo di donare alcuni tra questi beni alimentari: Pasta – Riso – Tonno – Passata di pomodoro – Crackers – Succhi di frutta monodose – Brioches o merendine – Legumi in scatola – Carne in scatola – Olio Nei giorni in cui la Vergine Madre sarà accolta e pregata nelle case, potremo fare questa raccolta, secondo le nostre possibilità e la nostra generosità. Questi beni saranno successivamente ridistribuiti direttamente alle persone di cui la Tenda San Damiano si occupa: donne vittime di tratta, schiavizzate e costrette a prostituirsi; e agli ospiti della Casa di Accoglienza Tenda San Damiano. Chiunque volesse partecipare può portare il proprio pacco nelle case dove è ospitata la statua di Maria o direttamente in chiesa indicando che è per l’Associazione Tenda San Damiano. >>>>>>>Grazie di vero Cuore<<<<<<<<<
Post n°55 pubblicato il 27 Aprile 2010 da Lory.B87
IN CORSA VERSO... LA PRIMAVERA DEI DIRITTI! Amici, vi aspettiamo domenica 9 maggio... una domenica pomeriggio "diversa", certamente piacevole e divertente... da passare in allegria e in buona compagnia e soprattutto... per una buona causa!!! Come nasce l'idea di "In corsa verso... La primavera dei Diritti"???? Innanzitutto dalla volontà degli ospitit della Casa d'accoglienza Tenda San Damiano di dire GRAZIE all'amministrazione e alla cittadinanza di Villa Castelli... grazie per averci donato in comodato dei locali dove questa casa ha sede, grazie per la generosità dimostrata... un Grazie che si fa concreto nel voler valorizzare uno dei tesori del nostro paese: LA GRAVINA... Gli ospiti e i volontari della Tenda San Damiano hanno proposto un progetto: occuparsi gratuitamente di tenere pulita e in ordine la gravina. La gioranta del 9 maggio vuole essere un modo per festeggiare tutti insieme, tutta la cittadinanza, la realizzazione di questo progetto... PRIMAVERA DEI DIRITTI perchè grazie a VILLA CASTELLI queste persone hanno potuto vedere riconosciuti i propri diritti: una casa, un lavoro, una famiglia, degli amici...non essere discriminati, additati, condannati solo perchè stranieri. Vi aspettiamo numerosi...... Per maggiori info potete chiedere qui o rivolgervi al 3339211945
Post n°54 pubblicato il 21 Aprile 2010 da Lory.B87
Amici, vogliamo pubblicare una bella iniziativa di alcuni Giovani di Manduria (TA)... è bello vedere come altre persone sposino la nostra causa e la causa di tutte quelle persone che incontriamo quotidianamente... è bello vedere che altri giovani vogliono "sporcarsi le mani" e metterci del proprio... il proprio tempo, la propria faccia, il proprio impegno... TITOLO DELL'INIZIATIVA: DESCRIZIONE: I giovani di Azione Cattolica della Chiesa madre di Manduria organizzano in collaborazione con l' associazione " Tenda San Damiano " di Villa Castelli una RACCOLTA SCARPE ESTIVE USATE, uomo, donna e bambino, in buone condizioni per aiutare giovani ragazze a vivere una vita dignitosa..Per saperne di più contattaci tramite fb..
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Inviato da: Lory.B87
il 30/11/2009 alle 13:10
Inviato da: valetudok1
il 29/11/2009 alle 13:56