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Cap 15....5°part

Post n°106 pubblicato il 20 Maggio 2008 da potter4dgl
 
Tag: finale

“La spada può distruggere gli Horcrux! Le armi fatte dai goblin si lasciano permeare solo da ciò che le rafforza, Harry! Quella spada è impregnata del veleno del Basilisco!” “E Silente non me l’aveva data perché ne aveva ancora bisogno, voleva usarla sul medaglione…” “…e deve aver realizzato che non te l’avrebbero mai fatta avere anche se l’avesse messa nel suo testamento…” “…così ne ha fatto una copia…” “…e ha messo un falso nella teca…”  “… e ha lasciato quella vera… Dove?” Si guardarono l’un l’altra; Harry sentiva che la risposta era lì, pendeva invisibile nell’aria sopra di loro, subdolamente vicina. Perché Silente non glielo aveva detto? O magari invece glielo aveva detto, ma Harry non se ne era reso conto sul momento? “Pensa!” sussurrò Hermione. “Pensa! Dove l’avrebbe potuta lasciare?” “Non ad Hogwarts,” disse Harry, ricominciando a camminare avanti e indietro. “Da qualche parte ad Hogsmeade?” suggerì Hermione. “La stamberga strillante?” disse Harry. “Non ci va mai nessuno lì” “Ma Piton sa come entrarci, non sarebbe un po’ rischioso?” “Silente si fidava di Piton,” le ricordò Harry. “Non abbastanza da dirgli che aveva scambiato le spade,” disse Hermione. “E’ vero, hai ragione!” disse Harry e si sentì anche più sollevato al pensiero che Silente aveva avuto qualche riserva, anche se minima, sull’affidabilità di Piton. “Quindi, dove potrebbe aver nascosto la spada, ben lontano da Hogsmeade, allora? Che ne pensi, Ron? Ron?” Harry si guardò attorno. Per un momento pensò che Ron avesse lasciato la tenda, poi realizzò che se ne stava invece sdraiato nell’ombra di uno dei giacigli più bassi, con aria infastidita. “Oh, vi siete ricordati di me, davvero?” disse.  “Che c’è?” Ron mugugnò, guardando in alto, verso la parte inferiore di uno dei letti sopra di lui. “Andate pure avanti. Non lasciate che rovini il vostro divertimento” Perplesso, Harry guardò verso Hermione in cerca di aiuto, ma lei scosse la testa, apparentemente frastornata quanto lui. “Qual è il problema?” chiese Harry. “Problema? Non c’è nessun problema,” disse Ron, continuando a rifiutarsi di guardare verso Harry. “Non a sentire te, di certo” Ci furono diversi plunk, sulla tela sopra le loro teste. Stava cominciando a piovere. “Beh, è ovvio che hai un problema,” disse Harry. “Sputa fuori, dai” Ron buttò le sue lunghe gambe giù dal letto e si sedette. Sembrava incattivito, non sembrava  proprio lui. “Benissimo, sputo fuori allora. Non aspettatevi che mi metta a saltellare per la tenda perché c’è un'altra stramaledetta cosa che dobbiamo trovare. Aggiungila alla lista delle cose che non sai” “Che non so?” ripeté Harry. “Che non so?” Plunk, plunk, plunk: la pioggia cadeva sempre più violentemente, scrosciava sull’argine coperto di foglie, tutto intorno a loro e nel fiume che scorreva nel buio. Il timore spense la precedente  gioia di Harry: Ron stava dicendo esattamente quello che lui aveva sospettato e temuto stesse pensando. “Non che non mi stia divertendo un mondo qui,” disse Ron, “sapete, con il mio braccio malmesso e niente da mangiare e mentre mi gelo il sedere ogni notte. Speravo solamente che, sai com’è, dopo aver corso in giro per qualche settimana avremmo ottenuto qualche risultato” “Ron,” disse Hermione, ma con una voce così bassa che Ron poté far finta di non averla sentita, soffocata dal rumore, ora forte, della pioggia che batteva sulla tenda. “Pensavo sapessi per cosa ti eri offerto volontario,” disse Harry. “Già, lo pensavo anche io.” “E quindi qual è la parte che non corrisponde alle tue aspettative?” chiese Harry. La rabbia stava accorrendo in sua difesa ora. “Pensavi che saremmo stati in un albergo a cinque stelle? Trovando un Horcrux tutti i giorni? Pensavi forse che saresti tornato a casa da mamma per Natale?”  “Pensavamo che tu sapessi quello che facevi!” gridò Ron, alzandosi in piedi, e le sue parole trapassarono Harry come coltelli affilati. “Pensavamo che Silente ti avesse detto che cosa fare, pensavamo che avessi un vero piano!” “Ron!” disse Hermione, questa volta chiaramente udibile sopra al suono della pioggia che rombava sul tetto della tenda, ma lui la ignorò di nuovo. “Bene, allora mi dispiace di avervi deluso,” disse Harry, la sua voce era abbastanza calma, anche se si sentiva vuoto e inadeguato. “Sono stato chiaro con voi fin dall’inizio. Vi ho detto tutto quello che Silente mi aveva detto. E, nel caso che tu non lo abbia notato, abbiamo trovato un Horcrux…” “Sì, certo, e siamo vicini a distruggerlo quanto lo siamo a trovare gli altri, cioè per niente, in parole povere!” “Togliti il medaglione, Ron,” disse Hermione con voce stranamente acuta. “Per favore toglilo. Non parleresti così se non lo avessi portato tutto il giorno” “Sì, lo farebbe invece,” disse Harry, che non voleva che Ron avesse una scusa pronta. “Pensate che non abbia notato come voi due bisbigliate alle mie spalle? Pensate che non avessi capito che pensavate queste cose?” “Harry, noi non pensavam…” “Non mentire!” Ron si scagliò verso di lei. “Lo hai detto anche tu, hai detto che eri delusa, che pensavi che avesse qualche elemento in più…” “Non l’ho detto in quel modo, Harry, davvero!” gridò lei.  La pioggia stava colpendo violentemente la tenda, dal viso di Hermione cadevano lacrime e l’eccitazione di pochi minuti prima era completamente svanita, come se non fosse mai esistita, come un fuoco d’artificio dalla vita breve, che aveva dato una fiammata e si era subito spento, lasciando ogni cosa buia, bagnata e fredda. La spada di Grifondoro era nascosta, non si sapeva dove, e loro erano solo tre adolescenti in una tenda, il cui unico risultato era quello di non essere ancora morti. “E allora perché sei ancora qui?” Chiese Harry a Ron. “Bella domanda” disse Ron.  “Vattene a casa allora,” disse Harry.  “Certo, magari lo farò!” gridò Ron e si avvicinò di parecchi passi verso Harry, che non indietreggiò.  “Non hai sentito quello che hanno detto di mia sorella? Ma a te non te ne frega un cavolo, non è vero? E’ solo la Foresta Proibita, a Harry Ho-Visto-Di-Peggio Potter non frega niente di quel che può succederle là dentro! Beh invece a me sì, va bene? Ragni giganti e roba da matti…” “Volevo solo dire che… è con gli altri, erano con Hagrid…” “…certo, ho capito: non ti interessa! E che mi dici del resto della mia famiglia? ‘I Weasley non hanno proprio bisogno di avere un altro figlio ferito’ l’ hai sentito o no?” “Certo che l’ ho…” “E non ti preoccupi di quel che significa?” “Ron!” disse Hermione, intromettendosi a forza tra loro due, “Io non penso che voglia dire che è successo nulla di nuovo, niente di cui non siamo già al corrente. Pensaci, Ron, Bill è già sfregiato, un sacco di gente deve aver sentito che George ha perso un orecchio ormai, e tu dovresti essere in punto di morte per colpa della Spruzzolite, sono sicura che è questo che vogliono dire…” “Oh, ne sei sicura davvero? Bene allora, non mi preoccupo più di loro. E’ tutto facile per voi due, vero? Con le vostre famiglie al sicuro fuori pericolo…” “I miei genitori sono morti!” tuonò Harry. “E ai miei potrebbe succedere la stessa cosa!” strillò Ron. “Allora VATTENE!” ruggì Harry “Torna da loro, fai finta di essere guarito dalla tua Spruzzolite e mammina potrà rimpinzarti di nuovo e…” Ron fece un movimento brusco, Harry reagì, ma prima che una delle loro bacchette fosse estratta dalla tasca, Hermione aveva già alzato la sua. “Protego!” gridò, e un’invisibile barriera si espanse tra lei ed Harry da un lato e Ron dall’altro. Tutti furono costretti ad indietreggiare di qualche passo dalla forza dell’incantesimo e Harry e Ron si squadrarono da lati opposti dello scudo trasparente, come se si vedessero chiaramente per la prima volta. Harry sentì una rabbia feroce e corrosiva nei confronti di Ron: qualcosa tra loro si era spezzato. “Lascia qui l’Horcrux.,” disse Harry. Ron si strappò la catena da sopra la testa e lanciò il medaglione sulla sedia più vicina. Si girò verso Hermione. “Tu che fai?” “Cosa vuoi dire?”     

“Rimani qui o cosa?” “Io…” Sembrava combattuta. “Sì-sì, rimango. Ron, abbiamo detto che saremmo andati con Harry, che avremmo aiutato…” “Ho capito. Hai scelto lui” “Ron, no… per favore…  torna indietro, torna indietro!” Era ostacolata dal suo stesso incantesimo di Scudo e quando lo ebbe rimosso, lui si era gia lanciato fuori, nella notte. Harry rimase fermo, in silenzio, ad ascoltarla singhiozzare e chiamare il nome di Ron in mezzo agli alberi. Dopo pochi minuti ritornò, i capelli fradici appiccicati alla faccia. “Se ne è… è and – andato! Smaterializzato!” Si gettò su una sedia, si appallottolò e cominciò a piangere. Harry si sentiva stordito. Si chinò, raccolse l’Horcrux e se lo mise attorno al collo. Prese le coperte dal giaciglio di Ron e le gettò sopra ad Hermione. Poi si arrampicò sul suo letto e si mise a fissare lo scuro soffitto di tela, ascoltando il martellante suono della pioggia.

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