Creato da tommaso.mt il 26/07/2010
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GALATINA SEDOTTA E ABBANDONATA!

Post n°1 pubblicato il 26 Luglio 2010 da tommaso.mt

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Dalle colonne di questo quindicinale ("il Galatino") avevamo già trattato dell’andamento demografico della popolazione italiana nel corso del 2008, anno in cui si superò la soglia dei 60 milioni di abitanti grazie all’apporto degli stranieri. In quell’occasione avevamo anche sintetizzato i possibili scenari futuri sul sistema pensionistico italiano e sulle opportunità nel mondo del lavoro alla luce del rapporto del C.N.E.L., mettendo in evidenza il contributo decisivo degli stessi immigrati. L’ISTAT ha recentemente pubblicato l’ultimo rapporto demografico sulla popolazione italiana alla fine del 2009, mostrando un aumento di 295.260 abitanti, raggiungendo la cifra di 60.340.328, e confermando la tendenza in atto da diversi anni sul calo naturale della popolazione italiana (-22.806), con un saldo migratorio con l’estero decisamente positivo (+362.343). Il rallentamento delle migrazioni avuto nel 2009 rispetto al 2008 (saldo +453.765) è dovuto principalmente alle varie leggi varate dal Governo italiano nel corso degli anni, al rallentamento di quel fenomeno di spostamento della popolazione europea, all’indomani dell’allargamento della zona Euro ai Paesi dell’Est, oltre che conseguenza della crisi economica globale. La popolazione straniera che è arrivata nel nostro paese ha preso la direzione soprattutto delle regioni centrali e settentrionali, dove ha avuto più possibilità di trovare un posto di lavoro.

Se proviamo a spostare l’analisi nella provincia di Lecce, si ripete la tendenza vista a livello nazionale, per quanto riguarda il saldo naturale, negativo per 467 unità, con un forte calo nel numero di nascite (-298) e un aumento nel numero dei decessi (+70), mantenendo la seconda posizione nella classifica demografica regionale, dopo Bari (1.604.093) e prima di Foggia (682.765), Taranto (580.525) e Brindisi (403.096). È decisivo il contributo degli immigrati per la crescita della nostra provincia, con un saldo migratorio con l’estero pari 1.976, anche se il loro apporto ha mostrato un lieve cedimento rispetto al 2008 (saldo pari a 2.053). Alcune curiosità. La popolazione del Salento, comprendendo le province di Lecce, Brindisi e Taranto, risulta, al 31 dicembre dello scorso anno, pari a 1.797.177, risultando essere la prima della Regione Puglia, superando abbondantemente la provincia del capoluogo Bari (negli slogan del tanto decantato Grande Salento, un unico territorio con le medesime condizioni geofisiche, con un popolo che esalta le sue origini messapiche, la sua cultura e tradizioni greche-bizantine, ma diviso in tre province, prive di una politica unitaria di sviluppo e crescita nel lungo periodo). Una seconda curiosità riguarda l’assenza, nelle statistiche dell’ISTAT, della sesta provincia pugliese, la BAT (Barletta-Andria-Trani)!

Contro questi dati, la nostra città continua a vedere un lento e progressivo calo della sua popolazione, che al 31 dicembre del 2009 risultava pari a 27.317 abitanti, contro 27.456 del 31 dicembre del 2008 e 27.574 del 31 dicembre del 2007, mantenendo la terza posizione in provincia dopo Lecce e Nardò. Anche a Galatina il saldo naturale nel 2009 è stato negativo (-56) mentre l’andamento migratorio con l’estero è risultato lievemente positivo per 19 unità, ma nel 2008 tale numero era quasi il triplo (+52). Cala il saldo negativo migratorio con gli altri comuni (-146 nel 2008 e -102 nel 2009), ma la tendenza è quella di un deciso allontanamento da Galatina, soprattutto per motivi di lavoro, ma non solo. Se si guarda lo spostamento della popolazione all’interno della provincia di Lecce, si nota che diversi comuni come Maglie (la cui popolazione al 31 dicembre del 2009 è scesa sotto la soglia dei 15.000 abitanti), Caprarica di Lecce, Cannole e Zollino, vedono diminuire il numero della propria popolazione a vantaggio di Ugento (+1.0%), Martignano e Melendugno (+1.17% per entrambe), Lizzanello (+2.35%), Giurdignano (+2.21%), Arnesano (+2.56%) e Cavallino (+1.18%). I nostri comuni limitrofi vedono un aumento della popolazione di Soleto (+0.7%), Galatone  registra un -0.5%, così come lievemente negativo il saldo del comune di Sogliano Cavour, mentre lievemente positivo è Corigliano d’Otranto.

Questi dati dimostrano come i flussi migratori all’interno della nostra provincia siano molto forti a vantaggio di quei comuni, che sicuramente si vedono premiati per una politica attiva e a vantaggio del proprio territorio, cosa che certamente è mancata per Galatina, in cui proprio la politica è stata la grande assente per diversi mesi (da agosto 2009 fino a maggio del 2010 con l’insediamento della nuova Giunta guidata dal sindaco dott. Giancarlo Coluccia). Quando era presente, però, non ha certamente prodotto molti frutti, dato che la tendenza all’abbandono di Galatina nasce anni addietro, e, forse, non ci si è mai interrogati sui motivi e sui rimedi da attuare per diventare, nuovamente, il centro polarizzatore del Salento. La popolazione delle province salentine è in continua crescita, anche se il contributo maggiore proviene dalle forze straniere, mentre quella di Galatina è ancora in calo, segno evidente di uno stato di abbandono della città, a causa della lontananza della politica dalle esigenze della sua popolazione, una politica chiusa nei palazzi, ancora incapace di diventare protagonista della storia di questa città. I motivi possono essere diversi, e uno su tutto è certamente il lavoro (basti pensare soprattutto ai tanti laureati galatinesi che sono costretti ad emigrare altrove per sbarcare il lunario). Se si analizzano questi dati in base all’età, si può notare che il 15% della popolazione è ultrasettantenne, e ciò comporta l’esigenza di una politica fatta di più servizi a vantaggio della terza età.

Ritorna attuale il richiamo del direttore di questo giornale nell’editoriale al n. 3 del 13 febbraio 2009, “lo stomaco e il cuore”, affinchè ritorni al centro dell’attenzione la politica per la famiglia (il 14% della popolazione ha meno di 14 anni), punto di riferimento della società del domani, con più servizi per le giovani madri lavoratrici (vedi il rapporto Italia 2020 dei ministri Sacconi e Carfagna, commentato anche su queste colonne), e soprattutto per i giovani (il 18% ha un’età compresa tra i 16 e i 30 anni). Serve una politica fiscale di vantaggio per le imprese e i percettori di reddito medio bassi (nel 2010 si registra un aumento della TIA, mentre l’aliquota dell’addizionale comunale all’IRPEF è su livelli piuttosto insostenibili). Maggiore attenzione meritano i giovani, soprattutto coloro che studiano lontano dalla città, perché possano contribuire alla rinascita del territorio, con il proprio bagaglio culturale, attraverso percorsi formativi per l’ingresso nel mondo del lavoro, ma anche per offrire loro momenti di svago e di incontro relazionale, senza dover vagare in giro per la provincia perché qui “non c’è niente da fare”. Il discorso si potrebbe anche riguardare il rilancio del nostro presidio ospedaliero “Santa Caterina Novella”, soprattutto in vista del nuovo piano sanitario preparato dalla Giunta Regionale di Nicky Vendola e dall’assessore alla Sanità, Tommaso Fiore. Non serve solo la (promessa) riapertura di reparti chiusi da altrui fazioni politiche, ma il rilancio deve riguardare le professionalità impiegate e la qualità dei servizi offerti nel loro complesso, non solo dal punto di vista medico.

I dati sull’andamento demografico di un Paese come di una città sono anche il sintomo e il risultato delle politiche adottate nell’amministrazione della cosa pubblica, che si ripercuotono sulla qualità della vita percepita dai suoi abitanti, e devono, perciò, essere lo spunto per interrogarsi sui motivi che hanno indotto molti a lasciare la propria città per altri comuni vicini, per trovare quelle politiche che diano a Galatina più visibilità all’interno della stessa provincia, per il benessere della città intera e non solo di pochi privilegiati al potere. Il ritorno della politica a palazzo Orsini può essere l’occasione per riprogrammare il nostro futuro, ritornando su un sentiero di crescita che era la caratteristica di Galatina, una crescita non solo demografica, ma anche economica e sociale. Tutto ciò potrebbe accadere, solo se questa politica al potere abbia almeno la capacità di porsi tali domande!                                                          

Tommaso Manzillo

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