TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

NOTA

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Non sono un veterinario e questo è un Blog Amatoriale, pertanto, malgrado la cura posta nella raccolta del materiale, non posso assumermi la responsabilità totale delle informazioni riportate. In caso di seri problemi riguardanti la salute delle tartarughe, consiglio sempre e comunque di rivolgersi a persone qualificate e competenti.
Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
Se questo dovesse avvenire, vi chiedo gentilmente di contattarmi e in breve tempo verrà rimosso tutto il materiale non autorizzato.
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IL BRANCO

immagine5 Testudo Hermanni :
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immagine5 Trachemys Scripta :
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LE MIE BELVE

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Messaggi di Maggio 2006

Post N° 233

Post n°233 pubblicato il 15 Maggio 2006 da G_ietta
 

 
 
 

Post N° 232

Post n°232 pubblicato il 15 Maggio 2006 da G_ietta
 

 
 
 

QUARANTENA

Post n°231 pubblicato il 15 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

La quarantena è una semplice pratica medica che ha un significato profondo in termini di prevenzione.
Ma prevenzione da chi e da che cosa?
Generalmente quando si parla di quarantena si intende quella misura cautelare che e’ pensata per ridurre al minimo i rischi di trasmissione di malattie infettive da animale ad animale, da uomo a uomo e da animale a uomo e viceversa. Il termine quarantena deriva dal significato storico di questa pratica che prevedeva l’isolamento dei soggetti a rischio per 40 giorni. Oggi, il termine quarantena viene indifferentemente assegnato a qualsiasi pratica d’isolamento applicata ai più diversi individui per periodi variabili di tempo.
Ma perché è necessario aspettare? Perché è necessario un isolamento?
Tutte le malattie causate da micro organismi, sono caratterizzate da una fase iniziale detta di “latenza” in cui molto spesso non e’ possibile individuare alcun segno o sintomo della malattia stessa, se non tramite l’impiego di una strumentazione diagnostica molto raffinata. In altre parole, durante questa fase iniziale della malattia, un individuo sano ed uno malato sono assolutamente indistinguibili l’uno dall’altro in termini di comportamento, aspetto esteriore e presenza di segni clinici specifici. Questo porta con se dei rischi che sono direttamente proporzionali alla gravità della malattia e alla lunghezza del periodo di latenza. Infatti, il totale “silenzio clinico” e cioè l’assoluta mancanza di un segno caratteristico della malattia, spesso non determinano alcun grado di debilitazione dell’animale, facendo si che il soggetto malato possa condurre una vita normale e che quindi possa incontrare una svariata quantità di altri soggetti che, potrebbero anch’essi contrarre l’infezione e quindi, ammalarsi. Tanto più la latenza e lunga tanto più alto potrebbe essere il numero delle persone od animali contagiati da un solo individuo. La gravità della malattia ha anch’essa un peso determinante sulle possibili conseguenze della diffusione della malattia stessa. Da tutto ciò che abbiamo detto finora deriva che, tanto più una malattia e’ grave e, tanto più e’ lungo il periodo di latenza “asintomatico”, tanto più restrittive dovrebbero essere le condizioni di quarantena per quella malattia.
Quando si ha a che fare con rettili, il problema e’ ancora più subdolo dal momento che questo gruppo di animali e’ notorio per essere caratterizzato da una limitatissimo numero di segni clinici che vengono presentati durante lo stato di malattia.
Fatte queste considerazioni dovrebbe essere consequenziale una adottare delle quarantene serie e lunghe per i rettili. In realtà, al contrario, le quarantene sono raramente adottate per i rettili, e quando vengono fatte, spesso vengono condotte male. E’ frequentissimo l’acquisto di nuovi soggetti che vengono introdotti nella collezione degli animali residenti senza alcun tipo di quarantena e tanto meno controllo clinico dal veterinario. Le frequenti morie a seguito di introduzioni di nuovi animali nelle collezioni di rettili e’ un’eventualità molto frequente purtroppo.
Cosa fare dunque?
Prima di tutto sarebbe bene che si acquistassero solo animali sani, ma essendo la cosa non semplice per quanto detto sopra, almeno cerchiamo di fare una quarantena fatta bene.
1) Prima di tutto occorre allestire un locale quarantena, che dovrebbe essere usato per alloggiare i nuovi arrivi per un periodo che non dovrebbe essere inferiore ai 6 mesi. Questo locale quarantena non dovrebbe avere accesso diretto ai locali dove sono alloggiati gli animali residenti.
2) Il proprietario degli animali dovrebbe occuparsi della gestione di questi nuovi arrivi e del locale quarantena solo dopo avere accudito a tutti gli animali residenti. Il contrario, potrebbe avere conseguenze gravissime.
3) I nuovi arrivi dovrebbero essere controllati giornalmente e tutto ciò che sembra anormale dovrebbe venire annotato.
4) Fondamentale e’ cercare di ridurre al minimo la densità degli animali. Nel migliore dei mondi possibili sarebbe opportune alloggiare i nuovi animali singolarmente. In linea teorica, ma anche pratica, non bisognerebbe toccare due animali alloggiati in terrari diversi senza prima essersi lavati le mani o cambiati i guanti, nel caso (caldamente consigliato) si indossino appunto dei guanti mono-uso.
5) Sarebbe opportuno che i nuovi arrivi vengano sottoposti ad una visita clinica da parte di un veterinario. Ancora meglio sarebbe poi l’effettuazione dei vari test diagnostici  disponibili per ciascun animale per le malattie conosciute dei rettili.
6) Per tutto il periodo di quarantena i nuovi arrivi non dovrebbero essere spostati a meno che per situazioni di emergenza.
Il controllo metodico e continuo del peso può dare delle indicazioni utilissime sullo stato di salute degli animali. Un calo di peso superiore al 10% della massa totale del corpo del rettile e’ spesso indicazione di un processo patologico in atto.
E’ importantissimo avere un comportamento onesto nei confronti delle persone a cui cediamo degli animali. E’ eticamente scorretto e professionalmente controproducente cedere animali malati o provenienti da situazioni di malattia. Un’azione di questo genere, condotta spesso in malafede, purtroppo, può avere conseguenze serissime e devastanti per gli allevamenti.
Evitare che si verifichino dei grossi guai nelle nostre collezioni di rettili e’ possibile. Serve attenzione, ma soprattutto buon senso. La possibilità di allevare animali tanto particolari come i rettili e’ un privilegio, e proprio per questo abbiamo l’obbligo morale di farlo nel migliore dei modi, costi quello che costi. Se non abbiamo tempo, voglia, o pazienza per farlo, significa che dovremmo lasciare quella tartaruga, quel serpente o quella lucertola dov’è.

 
 
 

L'ALIMENTAZIONE DELLE TARTARUGHE DI TERRA

Post n°230 pubblicato il 15 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Introduzione:
“Una sana, equilibrata e varia alimentazione è alla base del perfetto stato di salute di ogni animale” Questo è vero per tutti gli esseri viventi, ma nel caso di animali in cattività è ancora più importante; infatti, sta nella conoscenza che il proprietario ha della propria tartaruga che si basa la sua salute e quindi la sua sopravvivenza. Gli animali che vivono in terrario, in terrazza, nei recinti all’aperto o liberi su prati seminati solo ad erba, non riescono a trovare una alimentazione completa. Quindi spetta ai loro padroni preparare veri e propri menù ricchi di varianti per evitare tutte le possibili mancanze.
Specie erbivore:
Trovare un equilibrio fra i vegetali che compongono la dieta negli animali erbivori è certamente più difficile che per gli animali carnivori. Per questi ultimi tutte le sostanze necessarie; dalle vitamine ai sali minerali, dalle proteine alla fibra sono contenute nel corpo della preda. L’erbivoro, invece non può affidarsi ad un solo tipo di vegetale per introdurre nel suo corpo tutto ciò di cui ha bisogno (fatta eccezione per alcuni animali molto specializzati come Koala o Panda gigante). Le nostre tartarughe sono animali erbivori e gli studi di anatomia e fisiologia hanno dimostrato come stomaco ed intestino di questi cheloni funzionano in maniera simile a quello di altri erbivori come bovini o cavalli.
Testudo:
Le tartarughe che troviamo, anche libere, dalle nostre parti sono dette mediterranee proprio perché vivono in paesi bagnati dal nostro mare. La loro dieta, strettamente vegetariana, deve essere formata dal 90% o più di vegetali misti con foglie e per la restante parte da frutta ed ortaggi. Da ciò si deduce che ci troviamo davanti ad una dieta contenente molta fibra, molti sali minerali, molte vitamine, tanta acqua e poche proteine, pochi grassi e oli.
Come si prepara la pappa:
Se le tartarughe libere in natura potessero scegliere il cibo cercherebbero di mangiare le cose che più le piacciano e che sono più ricche di zuccheri e grassi, esattamente come farebbe un bambino. Questo perché un cibo zuccherino da più energia e permette di ingrassare, cioè fa mettere da parte riserve per i momenti in cui non ci sarà molto da mangiare. Per evitare che ciò accada si consiglia di tagliare le verdura a foglia verde (ricordo che devono essere il 90% del totale) in piccole striscioline mischiandoli tra loro (insalate miste) per far si che l’animale non possa scegliere a; questo va aggiunto il restante 10% di ortaggi e frutta. Ingerendo ciò che l’attira assumerà anche gli altri vegetali ed eventuali integratori cui è stato mischiato, più la pappa è tagliata fine più difficile sarà la possibilità di scelta per la tartaruga. Nel preparare l’insalata mista ricordatevi di darle anche un’aspetto che stimoli l’appetito l’uso di ortaggi di diverso odore e colore faciliterà. Attenzione anche ad affidarsi ad un alimento principale, le tartarughe si adeguano con facilità e diventano poi dipendenti da quello. Fornire insalate in cui una componente non è stata dosata può portare il rettile a riempirsi, solo o esclusivamente con quello. Le tartarughine riescono a digerire meglio degli adulti per questo è meglio darle da mangiare più spesso. Verdure, ortaggi e frutti sono spesso trattati con pesticidi e quindi consigliabile lavarli, poi lasciarli a bagno con bicarbonato di sodio per un’ora ed infine risciacquarli ben bene.
Verdure:
In questa tabella sono indicate alcune peculiarità delle verdure, se trovate segnato solo prot + non significa che abbiamo solo poche proteine e niente più, ma che le proteine sono in quantità maggiore della norma mentre gli altri elementi sono contenuti in dosi normali.
Legenda: prot= proteine, fib= fibra, gras= grassi, Ca=calcio, P=fosforo, R Ca/P= rapporto tra calcio e fosforo vit.A=vitamina A 
AsparagoProt ++ , fib + , Ca + , P ++ , vitA + ,
Barbabietola (foglie)
Prot + , fib + , gras ++++ , Ca +++++ , P ++ , vitA +++++ ,
Patata (patata dolce)
Prot +++ , fib ++ , gras + , Ca + , P + , vitA + ,
Bietola
Prot ++ , fib + , Ca +++++ , P ++ , vitA +++ ,
Broccoli
Prot ++++ , fib ++ , Ca +++++ , P +++++ , vitA + ,
Carota
Fib + , Ca + , P + , vitA + ,
Cavoletti di Bruxelles
Fib ++ , Ca + , P +++++ ,
Cavolfiore
Prot + , fib + , P ++ ,
Cavolo (foglie esterne)
Prot + , Ca ++ , P + , vitA +
Cavolo (foglie interne)
Prot ++ , P +
Cavolo cinese
Prot ++ , Ca ++ , vitA ++
Cetriolo
P + ,
Cicoria (foglia)
Ca ++++ , P ++ , vitA ++ ,
Crescione
Prot + , Ca +++++ , P ++ , vitA ++ ,
Finocchio
Prot + , Ca +++++ , P ++ , vitA ++ ,
Funghi
Prot ++++ , P +++ ,
Indivia
Ca ++++ , P ++ , vitA ++ ,
Insalata brasiliana
P + , vitA + ,
Insalata romana
Ca +++ , P + ,
Lattuga
Ca + , P + ,
Melanzana
P + ,
Patata (lessata)
Prot +++ , fib + , P + ,
Peperoni (dolci)
Fib + , P + ,
Pisello (legume)
Prot ++++++ , fib ++ , Ca + , P ++++ , vitA +
Pisello (foglie e baccello)
Prot +++++ , fib +++ , gras + , P +++++ ,
Porro
Prot ++ , fib + , Ca + , P + ,
Pomodoro
Pur con basse dosi di Ca è da fornire.
Prezzemolo
Prot ++++++ , fib + , vitA +++
Rapa (foglie)
Prot ++ , gras ++ , Ca ++++++ , P +++ , vitA +++++ ,
Ravanello
Prot + , Ca + , P + ,
Sedano (bianco)
Prot + , fib ++++ , Ca ++ , P + ,
Sedano (verde)
Prot + , fib ++++ , Ca + , P + ,
Spinaci
Prot ++ , Ca ++++ , P ++ , vitA +++++ ,
Tarassaco
Prot +++ , fib ++ , Ca +++ , P + , vitA ++++++ ,
Zucca
Prot + , fib + , Ca + , P ++, vitA + ,
ZucchinaProt + , vitA +++ ,
Frutta
Albicocca
Prot + , Ca + , P + , vitA ++++ ,
Ananas
Fib ++ , P + ,
Anguria
Ca +
Arancio
Fib + ,Ca + ,
Avocado
Prot + , fib + , gras +++++ , P ++ ,
Banana
Prot + , P + ,
Cachi
Prot ++ ,fib + , vitA + ,
Ciliegia
Prot + , gras + , P + ,
Fragola
Prot + , Ca + ,
Lampone
Prot + , Ca + , P + ,
Mandarino
Prot + , fib + , Ca + ,
Mela
Fib + ,gras + ,
Melone
Prot + , Ca + , P + , vitA + ,
Mirtillo
Prot + , fib + ,
Mora
Ca + , P + ,
Pera
Fib + ,
Pesca (pasta bianca)
Prot + ,
Pesca (pasta gialla)
Prot + , vitA + ,
UvaProt + , fib + , P + ,
 
Acqua
I vegetali sono formati da acqua per il 90% nonostante questo è consigliabile lasciare sempre acqua fresca a disposizione.
Integratori
Spesso si pensa che seguendo una giusta dieta, la tartaruga, non necessiti di aggiunte. Purtroppo non è così in natura, le testudo, mangiano anche terra e rocce e sono anche coprofaghe, noi possiamo, in parte, sostituire la natura con l’utilizzo di gocce o polveri contenenti sali minerali o vitamine, che vanno aggiunti alla pappa. Tornando alla coprofagia delle tartarughe se siamo in presenza di erbivori, cavalli, pecore, caprette, non ci sono problemi, ma se c’è la presenza di cani e gatti si potranno avere dei problemi di salute legati a quest’attività.
Alimenti in scatola:
da qualche tempo sono in vendita cibi per tartarughe, purtroppo questi prodotti non sono stati prodotti per le tartarughe nostrane, ma per quelle americane e quest’ultime necessitano di componenti molto diverse dai bisogni delle nostre per cui sono da non consigliare.
Attenzione!!! Tutti questi discorsi sono inutili se la tartaruga è tenuta al chiuso senza un lampada a luce UVB, senza una fonte di calore e senza tutte le condizioni necessarie in un terrario.
Parlando con proprietari di tartarughe di terra spesso si ascoltano frasi ricorrenti come: “le ho sempre dato da mangiare ………… (al posto dei puntini aggiungete pure quello che volete) eppure ha 10 anni e non è mai stata male”. Purtroppo l’esperienza insegna che per le tartarughe possono passare anni ed anni prima che il problema si manifesti, ma ad un certo momento il povero animale finirà per pagare gli errori del padrone.
Per avere tartarughe con una vita lunga e con la capacità di riprodursi con successo non basta l’alimentazione giusta, ci vuole una alimentazione ottima!
PS la lista dei vegetali è una sintesi, cui sono stati omessi per mancanza di spazio un gran numero di piante.

SCRITTO DA:

Dott. Fabrizio Benini
Ambulatorio veterinario “Biban”
Via IV Novembre 13 31030Biban di Carbonera (TV)
320.0512021 E-mail:
exoticben@libero.it 

 
 
 

Post N° 229

Post n°229 pubblicato il 15 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

LE VOSTRE FOTO

Le tartarughe di:

STRAWBERRY_FIELD

questa è un capolavoro!

GRAZIE!

 
 
 

Post N° 228

Post n°228 pubblicato il 15 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

LE VOSTRE FOTO

Le tartarughe di:

STRAWBERRY_FIELD

 
 
 

Post N° 227

Post n°227 pubblicato il 15 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

LE VOSTRE FOTO

Le tartarughe di:

STRAWBERRY_FIELD


 
 
 

Rhinoclemmys Pulcherrima

Post n°226 pubblicato il 15 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Di tutte le Rhinoclemmys pulcherrima manni dell’america centrale, una famiglia che include svariate tipologie la pulcherrima (parola latina che significa bellissima) è sicuramente una delle più belle, per questo recentemente si è avuto un aumento della sua diffusione fra gli amanti delle tartarughe. Sicuramente quelli originari del Nicaragua e Costa Rica sono gli esemplari più belli per i vivi colori del carapace. La Rhinoclemmys vive nelle umide foreste del Nicaragua meridionale e ben si è adattata a vivere e nutrirsi in questi ambienti tropicali. Si può considerare, la Rhinoclemmys pulcherrima manni, una tartaruga di medie proporzioni con una dimensione di circa 24 cm il suo aspetto è caratterizzato da una varia gradazione di colori di diversa intensità, il suo carapace è particolarmente “dipinto” con ocelli e reticoli con colori, rosso, giallo, verde scuro e nero ha una forma ovale a cupola e non mostra carenature, il piastrone è giallo con una grossa macchia scura al centro è privo di cerniera ma anteriormente tende a chiudere, tanto che il suo aspetto è una via di mezzo fra una resling e una tartaruga a scatola. Il musetto, il collo, le zampe e il corpo anch’essi sono colorati di verde oliva, con strisce rosse, gialle, marrone scuro o nere, queste vive colorazioni fanno di questa sottospecie la più bella tartaruga dell’America latina. Anche per questa specie di tartaruga il maschio è più piccolo della femmina ed è caratterizzato da una coda più lunga e tozza.
Allevamento
La Rhinoclemmys pulcherrima manni è una tartaruga più che altro terrestre, preferisce quelle parti di sottobosco molto umide vicine ai corsi d’acqua per cui per l’allevamento di questo rettile dobbiamo allestire un terrario caldo 24°-28° con un buon grado di umidità, per ottenere questo si possono usare i tappetini riscaldanti da porre sotto il piano,ma questi devono occupare solo una parte del terrario in modo di dare alle tartarughe aree più calde o più fredde. 
Per una coppia di tartarughe si può pensare ad un terrario di 100x40 con un substrato di torba e muschio che terremo umido nebulizzandolo a giorni alterni, nel substrato, di circa 10 cm, incastreremo una ciotola di 20x20 per una profondità di 4-6 cm, in modo che il bordo sia a filo del terreno, per fornire un punto d’abbeveraggio. L’arredamento può essere composto di radici e piante in modo da offrire dei ripari agli animali. La lampada UVA-B è necessaria per il corretto sviluppo della nostra tartaruga e un punto spot per il basking in modo da fornire nel terrario un gradiente di temperatura. Come già abbiamo visto la Rhinoclemmys pulcherrima manni è un animale tropicale che in natura non va in letargo, per questo motivo è sconsigliato tenere all’esterno questo rettile se non esclusivamente nei mesi caldi estivi. Nell’alloggiamento esterno dobbiamo far caso che nel recinto ci sia ombra e sole e ogni giorno una pioggia fatta con degli irrigatori sarà molto gradita dalle tartarughe.
Alimentazione
La Rhinoclemmys pulcherrima manni è un rettile onnivoro, ma con una prevalenza erbivora per questo la sua dieta sarà allo 80% vegetale ed il rimanente animale. Come vegetali possiamo dare loro: lattuga romana, dente di leone, zucca, mais, carota, pomodoro, melone, banana (occasionalmente), mango, pere, mele, uva, albicocche, fragole, bacche in genere. Gli alimenti animali possono essere: pollo, pesci di fiume, lombrichi, questi ultimi sono in genere i più graditi. Soprattutto in fase di crescita aggiungere calcio e vitamine in polvere all’alimentazione in maniera costante, può essere utile per far crescere degli animali sani e robusti. Occasionalmente possiamo fornire anche cibi in pellet di buona qualità. L’alimentazione dei piccoli dovrà essere giornaliera mentre negli adulti a giorni alterni.

 
 
 

LE VOSTRE FOTO

Post n°225 pubblicato il 12 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Le tartarughe di:

BOSIBY 

 
 
 

Post N° 224

Post n°224 pubblicato il 12 Maggio 2006 da G_ietta
 

 
 
 

Post N° 223

Post n°223 pubblicato il 12 Maggio 2006 da G_ietta
 

 
 
 

"TARTARUGAI"

Post n°222 pubblicato il 12 Maggio 2006 da G_ietta
 

 uso comune degli allevatori di tartarughe mettere le piccole neonate in appositi tartarugai. È opportuno che le tartarughine rimangano confinate in accoglienti terrari dai primi istanti di vita fino al  raggiungimento di un buon grado di calcificazione del loro carapace (almeno 2 anni). La costruzione di un tartarugaio non richiede esperienza o particolare maestria.I principali motivi per cui le piccole devono essere poste in un tartarugaio sono:
-evitare che vengano schiacciate (da noi o da chiunque frequenti il giardino),
- che affoghino mentre qualcuno innaffia, 
-che vengano prese come giocattolo dal nostro cane.
Inoltre avremo la possibilità di poterle nutrire maggiormente visto che spesso nei nostri giardini non hanno a disposizione ciò che offre loro la natura.
  

 
 
 

CENNI SULLE ORIGINI

Post n°221 pubblicato il 12 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Anche i più grandi studiosi del campo hanno ammesso che le conoscenze sulle testuggini sono piuttosto scarse sia in campo biologico che evolutivo. Una cosa è però certa: hanno mantenuto la loro struttura corporea uguale a quella che avevano nel Triassico (quasi 200 milioni di anni fa), questo significa che tale struttura è stata (e lo è tuttora) in grado di favorire la loro sopravvivenza, anche quando, (come 65 milioni di anni fa) molti rettili, tra cui i dinosauri, si estinsero. I primi esemplari di questo genere: 'Chelonia' furono classificati nel lontano 1788 e risalgono a quasi 300 milioni di anni fa.
Oggi le testuggini sono tra i rettili più conosciuti e amati dall'uomo, in modo particolare dai bambini. Questo gli assegna anche l'altro primato di rettili più minacciati: da epoche antichissime vengono catturati dai loro habitat per essere inviati in altri paesi come animali d'appartamento, ma anche per essere destinati al settore culinario. Il risultato di questa caccia è la costante riduzione del loro numero nelle zone d'origine.

 
 
 

TARTARUGA ADOTTA IPPOPOTAMO

Post n°219 pubblicato il 10 Maggio 2006 da G_ietta
 

Un cucciolo di ippopotamo, scampato al maremoto che ha prodotto danni anche sulle coste del Kenya, e' stato adottato da una tartaruga gigante in un giardino zoologico situato nel porto di Mombasa. Lo si e' appreso dalla direzione del Lafarge Park.
Il piccolo ippopotamo - chiamato Owen - pesa 300 chili. Si trovava alla foce del fiume Sabaki, in cui e' entrata rovinosamente l'ondata di maremoto del 26 dicembre. Separato dalla madre, era stato salvato dalle guardie forestali e portato a Mombasa.
E' incredibile, il piccolo ippopotamo, che ha meno di un anno, e' stato adottato da una tartaruga maschio che ne ha cento. E la tartaruga sembra molto contenta di giocare a fare la madre'', ha detto la responsabile del parco, Paula Kahumba.
''Dopo avere perso la madre, l'ippopotamino era traumatizzato. Era in cerca di una nuova mamma. Fortunatamente ha trovato la tartaruga e si e' legato ad essa in modo fortissimo. Mangiano e dormono insieme'', ha detto Kahumba, aggiungendo che '' l'ippopotamo segue la tartaruga esattamente come seguirebbe la madre, Se qualcuno si avvicina alla tartaruga, diventa aggressivo ''.
Per natura gli ippopotami sono animali che vivono in gruppo.
Di solito restano con la madre per i primi quattro anni di vita.

 
 
 

SCHEMA SINTETICO TESTUDO HERMANNI

Post n°218 pubblicato il 10 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Areale di diffusione Europa meridionale
Conosciamo 2 sottospecie:
T. hermanni hermanni
T. hermanni boettgeri

Dimensioni
Le femmine hanno dimensioni superiori ai maschi.
Come si misura la lunghezza di un esemplare?
Rilevando la distanza tra il margine anteriore e il margine posteriore in linea retta cioè senza tenere conto della curvatura.

Alimentazione
L’alimentazione è di natura vegetale. Va somministrata una dieta a base di fibre, vitamine e minerali, e a basso contenuto di grassi e proteine. Lasciare a loro disposizione dell’acqua.

Letargo
Vanno in letargo da ottobre a marzo; nelle zone più calde il letargo inizia più tardi e termina prima. Gli esemplari sotto peso o ammalati non vanno mandati in letargo.
Temperatura ottimale per un corretto letargo tra 5 e 10°.
Durata massima 20 settimane.
Perdita di peso in questo periodo normalmente circa l’1% del peso iniziale.

Accoppiamento
Durante l'accoppiamento il maschio diventa aggressivo per cui potrebbe essere necessario separarlo dalla/e femmina/e per evitare gravi lesioni.
A che età viene raggiunta la maturità sessuale?
In natura intorno ai 15 anni. In cattività anche molto prima, verso i 4.

Deposizione delle uova
Le uova vengono deposte fra aprile e giugno e i piccoli nascono dopo 8-12 settimane.
La temperatura di incubazione determina il sesso dei piccoli.
Tra i 26 ed i 29,5°C tutti maschi
Tra i 30 ed i 31,5°C di sesso misto
Tra i 32 ed i 34°C tutte femmine

 
 
 

TESTUDO HORSFIELDI

Post n°217 pubblicato il 10 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Ordine: Cheloni
Sottordine:
Criptodiri
Famiglia:
Testudinidae
Genere:
Testudo
Specie:
Horsfieldi

Provenienza:
Kazakistan, Uzbekistan, Pakistan, Afghanistan, Iran e Cina
Caratteristiche:
Questa specie prende anche il nome di “tartaruga afgana” o “tartaruga della steppa” o “tartaruga russa”. Ha il piastrone che va dal giallo-oro al marrone, con delle macchie scure al centro delle placche. Si tratta di una testuggine terrestre molto piccola,i maschi adulti misurano infatti 11-13cm, mentre le femmine 14-16cm.
Allevamento in cattività:
E’ preferibile allevare questa specie all’aperto,anche per quanto riguarda le abitudini alimentari, ama infatti nutrirsi di fiori e li sceglie tra quelli presenti in giardino,sarà quindi opportuno piantarne molte specie (facendo attenzione che non siano nocivi). In giardino dovranno essere presenti dei rifugi in cui la testuggine possa stare all’ombra, ed è bene che ci siano anche delle rocce, sia per rendere l’ambiente più vario e interessante, che per impedirle di scavare in ogni luogo. Queste testuggini scavano tunnel incredibili e spesso collaborano tra loro per accelerare il lavoro! Se c’è una zona del giardino cui le testuggini non hanno accesso, è bene che per loro sia impossibile vederla (mediante un’alta recinzione o dei grossi cespugli piantati in vasi accostati), altrimenti il non riuscire a raggiungerla sarà grossa causa di stress.
A disposizione della testuggine si sistemerà anche un contenitore basso con 1-2cm d’acqua ed è buona norma farle fare “il bagno” settimanalmente, pare infatti che siano poco inclini a sguazzare in acqua,per cui saremo noi a bagnarle periodicamente. C’è da sottolineare che questa specie non tollera assolutamente il freddo umido (per lei è la principale causa di malattie respiratorie), quindi a seconda della zona in cui si vive va considerato se sia meglio allevarla in un grande spazio all’interno (è bene comunque portarla in ogni caso all’interno durante i periodi di pioggia). La temperatura adeguata va dai 22°C ai 27°C, con picchi di anche 32°C sotto le spot-lamp (o nel punto più caldo in cui batte il sole).
E’ molto importante far fare il letargo in un posto asciutto dove la temperatura non scenda al disotto dei 4 grandi e non salga sopra i 10 gradi. Per questo motivo, utilissimo sarà uno scatolone riempito di foglie secche e messo in un locale, spesso una cantina, con le temperature appena citate.
Alimentazione:
Si tratta di una specie prettamente vegetariana, quindi va nutrita con lattuga, indivia, radicchio, broccoli, cavolfiore, sedano, petali di rose e altri fiori come gerani, petunie ecc… (spesso sceglie i fiori che si trovano in giardino in base al colore che preferisce). Molti allevatori sostengono che sia meglio non somministrare frutta perché potrebbe causarle problemi digestivi. Sarà opportuno somministrare un integratore mineral-vitaminico (contenente calcio,vitamina A e D3) da mescolare agli alimenti, ne esistono sia in polvere che in gocce (per apportare calcio si può anche spolverizzare dell’osso di seppia grattugiato sugli alimenti).
Maturità sessuale:
Depone da una a cinque uova,in momenti differenti,che si schiudono in un paio di mesi. Se si possiede più di un esemplare, è preferibile avere un maschio con 2 o 3 femmine, oppure per avere un po’ di competizione ed incentivare l’attività delle testuggini, si possono tenere 2 maschi e 5 femmine.
*in base al CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) è obbligatorio denunciare il possesso (nonché la nascita e il decesso in cattività) agli uffici del corpo forestale dello stato per quanto riguarda le specie protette, al fine di salvaguardarne l’estinzione e di regolarne il commercio.

 
 
 

LETARGO...PRIMA DOPO E DURANTE

Post n°216 pubblicato il 10 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Di Kiumars Khadivi pubblicato dalla “Settimana Veterinaria”  ed Le Point Vétérinaire Italie

Con l’arrivo del caldo le tartarughe di terra cominciano a risvegliarsi. Questo fatto potrebbe mostrare dei problemi di salute che non sono stati osservati durante il periodo di letargo. Cosa può succedere durante il letargo ed il risveglio? Come bisogna comportarsi in questi casi?
Le tartarughe di terra europee (Testudo Hermanni, T. Greca e T. Marginata) possono invernare in Italia in giardino o in un posto fresco a seconda della zona climatica in cui vivono e della loro età. Le differenti gestioni che vengono adottate dal proprietario della tartaruga rendono più o meno semplice il mantenimento di un monitoraggio adeguato, che permette di prevedere eventuali problemi di salute che possono insorgere durante il letargo invernale. Le tartarughe di terra che si interrano sono difficili da monitorare per diversi motivi: spesso se il giardino è ampio, è difficile trovare il nido dove si interrano, inoltre togliere una tartaruga dal suo nido e rimetterla di nuovo sotto terra potrebbe portare a stress e riinterramento errato, questo potrebbe portare all’insorgenza di danni alla salute. Le tartarughe che vengono tenute in scatole o contenitori e fatte invernare in luoghi chiusi con temperature adeguate al letargo dell’animale (Testudo Hermanni, T. Greca a 5-10°C e T. Marginata a 10-16°C) possono essere monitorate durante questo periodo con minor difficoltà e senza disturbare eccessivamente l’animale. Il letargo non sotto terra, ma in appositi contenitori a temperature monitorate è consigliabile per animali al di sotto dei 2-3 anni di età e per animali deboli o con problemi. Il monitoraggio durante questo periodo consiste nel controllo mensile dell’animale e del suo peso. Durante il periodo del letargo non devono manifestarsi dei sintomi di malattie, inoltre il peso delle tartarughe alla fine del letargo non deve essere diminuito più del 6-7%. Se si osservano dei segni di malattie o un calo eccessivo del peso è meglio interromper il sonno dell’animale ed approfondire la patologia in atto. Per evitare, o meglio per prevenire, l’insorgenza di malattie durante e dopo il periodo di letargo è utile educare i proprietari delle tartarughe di terra ad effettuare una visita di controllo prima del letargo; con esami collaterali, per esempio un esame delle feci ed un esame del sangue se il veterinario lo ritiene opportuno. Se una tartaruga entra in fase di letargo con una patologia anche lieve può risvegliarsi dopo l’inverno con la patologia amplificata e spesso cronicizzata. Per questo motivo possono sopportare un letargo senza correre rischio alla salute solo animali in buono stato di salute e in ottimo stato nutrizionale. L’animali malati o animali che hanno subito malattie prima del letargo e di conseguenza sono debilitati non dovrebbero entrare in letargo. Il risveglio dal letargo è una fase molto delicata: innanzitutto gli animali si svegliano debilitati e spesso le diverse funzioni fisiologiche si riattivano lentamente. Per svegliare le tartarughe dopo il periodo invernale o quando le temperature esterne raggiungono valori accettabili in seguito ad un letargo fatto in maniera artificiale e controllata, bisogna spostare il contenitore con la tartaruga in una zona più calda oppure, per accelerare il risveglio e la riattivazione del metabolismo, basta fare loro un bagno in acqua tiepida che aiuta inoltre a reidratare l’animale. Le tartarughe che hanno invernato all’aperto cominciano a risvegliarsi lentamente da sole, man mano che le temperature cominciano a raggiungere valori adeguati. In questo periodo primaverile le temperature sono molto variabili. I continui sbalzi di clima possono creare un abbattimento del sistema immunitario con il conseguente pericolo di insorgenza di malattie, soprattutto gli animali molto giovani che hanno subito un letargo artificiale e non sono abituati alle oscillazioni termiche, possono essere più sensibili a queste variazioni ambientali.

Patologie
Le patologie più frequentemente osservate dopo il letargo sono di origine respiratoria, gastrointestinale oppure traumatiche. Le malattie respiratorie sono dovute all’imunodepressione che segue immediatamente il letargo prima che si ristabilisca il metabolismo, inoltre i continui sbalzi ambientali, oltre a temperature notturne troppo basse, possono far insorgere sia malattie delle prime via respiratorie che polmoniti. Le patologie respiratorie hanno come sintomatologia la dispnea, di solito inspiratoria, ma spesso anche espiratoria. La frequenza respiratoria è spesso aumentata, si può notare che l’animale fatica a respirare ed i suoi movimenti respiratori sono più ampi. Le tartarughe respirano estendendo la testa ed aprendo la bocca durante l’espirazione. Il flusso nasale può essere presente o meno a seconda che siano interessate o meno le prime vie respiratorie. I problemi che possono portare solitamente a delle malattie del tratto gastrointestinale, dopo il periodo di letargo, sono: nella maggior parte dei casi la presenza di parassiti, mentre in altri casi la presenza di contenuto alimentare nello stomaco o nell’intestino di animali che entrano in fase di letargo. Gli animali che non vengono sverminati prima del letargo possono addormentarsi con una alta carica di parassiti. È vero che anche i parassiti in questo periodo entrano in una fase letargica, ma comunque nel risveglio possono proliferare per l’insufficiente risposta immunitaria e portare a gravi danni gastrointestinali, o addirittura ad un’occlusione per la presenza di un numero molto elevato di parassiti adulti. Oltre ai parassiti intestinali, anche materiale alimentare che sosta per tutto il periodo del letargo nel tratto gastrointestinale, può creare dei danni alla mucose per la macerazione e la degradazione e di conseguenza facilitare l’insorgenza di malattie secondarie. Questa e una patologia che difficilmente colpisce gli animali che si ritirano in modo naturale all’aperto, ma colpisce soprattutto gli animali che vengono messi a dormire in modo artificiale. In questo caso le tartarughe mangiano fino all’ultimo giorno, visto che non sentono la variazione di clima ed il metabolismo non rallenta progressivamente come nel caso del letargo naturale, quando le tartarughe vengono spostate improvvisamente nel contenitore per il sonno invernale e poste al fresco, l’intestino smette di lavorare e tutto il materiale alimentare si ferma nel canale digerente e può degradarsi. Infine le patologie che possono isorgere sono di origine traumatica, ma non dovute ad incidenti, ma in generale ad aggressioni da parte di roditori (topi e ratti). Bisogna essere molto attenti a scegliere il posto adatto dove posizionare il contenitore per il letargo, affinché la tartaruga inerme non venga disturbata da animali. Le tartarughe durante il periodo di letargo non sono per nulla reattive e possono servire come cibo per roditori, che rosicchiano le parti molli come ad esempio gli arti. Così facendo gli aggressori causano gravi mutilazioni alle tartarughe che spesso sono molto difficili da curare.
Le patologie più frequentemente osservate dopo il letargo sono di origine respiratoria, gastrointestinale oppure traumatiche.Le malattie respiratorie sono dovute all’imunodepressione che segue immediatamente il letargo prima che si ristabilisca il metabolismo, inoltre i continui sbalzi ambientali, oltre a temperature notturne troppo basse, possono far insorgere sia malattie delle prime via respiratorie che polmoniti. Le patologie respiratorie hanno come sintomatologia la dispnea, di solito inspiratoria, ma spesso anche espiratoria. La frequenza respiratoria è spesso aumentata, si può notare che l’animale fatica a respirare ed i suoi movimenti respiratori sono più ampi. Le tartarughe respirano estendendo la testa ed aprendo la bocca durante l’espirazione. Il flusso nasale può essere presente o meno a seconda che siano interessate o meno le prime vie respiratorie.I problemi che possono portare solitamente a delle malattie del tratto gastrointestinale, dopo il periodo di letargo, sono: nella maggior parte dei casi la presenza di parassiti, mentre in altri casi la presenza di contenuto alimentare nello stomaco o nell’intestino di animali che entrano in fase di letargo. Gli animali che non vengono sverminati prima del letargo possono addormentarsi con una alta carica di parassiti. È vero che anche i parassiti in questo periodo entrano in una fase letargica, ma comunque nel risveglio possono proliferare per l’insufficiente risposta immunitaria e portare a gravi danni gastrointestinali, o addirittura ad un’occlusione per la presenza di un numero molto elevato di parassiti adulti. Oltre ai parassiti intestinali, anche materiale alimentare che sosta per tutto il periodo del letargo nel tratto gastrointestinale, può creare dei danni alla mucose per la macerazione e la degradazione e di conseguenza facilitare l’insorgenza di malattie secondarie. Questa e una patologia che difficilmente colpisce gli animali che si ritirano in modo naturale all’aperto, ma colpisce soprattutto gli animali che vengono messi a dormire in modo artificiale. In questo caso le tartarughe mangiano fino all’ultimo giorno, visto che non sentono la variazione di clima ed il metabolismo non rallenta progressivamente come nel caso del letargo naturale, quando le tartarughe vengono spostate improvvisamente nel contenitore per il sonno invernale e poste al fresco, l’intestino smette di lavorare e tutto il materiale alimentare si ferma nel canale digerente e può degradarsi.Infine le patologie che possono isorgere sono di origine traumatica, ma non dovute ad incidenti, ma in generale ad aggressioni da parte di roditori (topi e ratti). Bisogna essere molto attenti a scegliere il posto adatto dove posizionare il contenitore per il letargo, affinché la tartaruga inerme non venga disturbata da animali. Le tartarughe durante il periodo di letargo non sono per nulla reattive e possono servire come cibo per roditori, che rosicchiano le parti molli come ad esempio gli arti. Così facendo gli aggressori causano gravi mutilazioni alle tartarughe che spesso sono molto difficili da curare.

Terapie ed intervento
Nel caso di insorgenza di patologie immediatamente dopo il letargo bisogna agire repentinamente, perché bisogna ricordarsi che gli animali appena svegli sono molto debilitati e potrebbero avere il sistema immunitario non ancora funzionante al cento per cento. Se i segni clinici interessano l’apparato respiratorio bisogna prime definire il sito dell’infezione, cioè se è interessato il tratto respiratorio superiore (rinite, rinotracheite), oppure il tratto profondo (bronchite, broncopolmonite o polmonite). A tale scopo può servire oltre alla visita e all’auscultazione, anche un’indagine radiografica. Nel caso di infezioni, oltre all’utilizzo di un antibiotico a largo spettro, può essere molto utile definire l’agente patogeno attraverso un lavaggio tracheopolmonare,  oppure un tampone retrofaringeo e successivamente effettuare un’antibiogramma per utilizzare antibiotici mirati. Se l’infezione è gastrointestinale, bisogna definire prima la causa. A tale scopo e per valutare la gravità della situazione può essere utile un’indagine coprologica sia al fresco che per flottazione, oltre naturalmente ad un esame radiologico. Se necessario si può effettuare un’indagine radiologica con contrasto per definire la gravità della situazione e la prognosi. A seconda del referto si utilizzeranno antimicrobici o antiparassitari adeguati. Nel caso in cui non si riuscisse a risolvere l’infezione con prodotti farmaceutici, se si rileva l’eventuale presenza di un’occlusione intestinale, poterebbe essere necessario un intervento chirurgico; per asportare la massa occludente, oppure per asportare il tratto intestinale gravemente danneggiato dal ristagno di materiale. Quando si è in presenza di traumi inflitti da roditori bisogna valutare naturalmente la gravità del danno. Dopo un’accurata pulizia, oltre ad un curettage se necessario, o meglio se possibile, potrebbe essere necessario l’impiego di antibiotici a largo spettro per combattere eventuali infezioni secondarie. Conseguentemente a ferite inferte da altri animali, le tartarughe possono subire gravi traumi psicologici, dovuti alla brutalità ed alla sorpresa di queste lesioni, che possono essere il motivo principale della difficoltà di curare il soggetto colpito. Per prevenire e limitare le patologie dovute al letargo, è sufficiente una buona educazione informativa del padrone dell’animale: consigliare di effettuare una visita approfondita prima del letargo, dove l’animale viene sverminato e valutata la capacità di poter affrontare il letargo e  appena dopo il risveglio dell’animale una visita per individuare eventuali danni o patologie a cui sono stati esposti gli animali. Naturalmente le patologie che possono insorgere dopo il periodo di letargo non si limitano solo a quelle precedentemente elencati in questa sede, ma possono essere di svariati natura. Le patologie elencate sono tra le più frequenti e possono essere molto pericolosi se non curate tempestivamente.

 
 
 

ACCOPPIAMENTO

Post n°215 pubblicato il 09 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Le testuggini sono animali molto attivi. Escono abitualmente al mattino e nel pomeriggio, nascondendosi nelle ore più calde del giorno sotto qualche cespuglio, al fresco. I maschi vagabondano, oltre che per cibarsi, anche per incontrare una compagna con cui accoppiarsi. Nel corteggiamento il maschio diventa più aggressivo, morde le zampe posteriori e batte sul carapace della femmina fino a che non riesce ad accoppiarsi, emettendo l'unico vocalizzo della sua vita. E' buona norma, in questo periodo, controllare saltuariamente la femmina per curare qualche eventuale lesione. Nel caso in cui convivano più esemplari, si potrebbe rendere necessario separare i maschi dalle femmine per evitare un corteggiamento troppo serrato. Le femmine sottoposte continuamente da più maschi a questo trattamento, senza avere possibilità di fuga, mangiano di meno, producono uova con frequenza ridotta e sono più esposte alle infezioni. La maggior parte delle specie in condizioni naturali raggiunge la maturità sessuale intorno ai 15 anni. Alimentate in cattività le testuggini diventano sessualmente attive anche molto prima, i maschi ad esempio possono accoppiarsi con successo già a 4 anni, le femmine qualche anno più tardi. Queste ultime preferiscono deporre le uova (T. hermanni hermanni circa 3 per covata anche in più covate all'anno, T. hermanni boettgeri da 6 a 10, in ogni caso variabile a seconda delle proprie dimensioni) su piccoli cumuli di terra calda e soffice, scavando un buco con le zampe posteriori e sotterrandole ad una profondità di circa 8cm. Il periodo di incubazione dura da 8 a 12 settimane; i piccoli nati misurano circa 4cm, sono autonomi e assomigliano fin dall'inizio agli adulti. La temperatura di incubazione delle uova gioca un ruolo fondamentale per la determinazione del sesso dei piccoli, come anche il grado di umidità ed altri fattori. In linea di massima tra i 26 ed i 29,5°C i nati sono tutti maschi, tra i 30 ed i 31,5°C sono di sesso misto, tra i 32 ed i 34°C nascono tutte femmine, al di sotto dei 26°C gli embrioni muoiono nelle uova, al di sopra dei 34°C compaiono individui deformi. In assenza di adeguata temperatura o di un posto idoneo per deporre le uova, le femmine possono ritenerle: in questa occasione è opportuna una visita medica.

 
 
 

UN PO' DI STORIA

Post n°214 pubblicato il 09 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Le tartarughe, con i Cotilosauri (Cotylosauria) oggi estinti, appartengono alla sottoclasse degli Anapsidi (Anapsidae), comparsa circa 300 milioni di anni fa, e costituiscono l'ordine dei Testudinati (Testudinata); nel corso dell'evoluzione questi rettili non hanno subito grandi mutamenti rispetto alle forme più primitive.I primi rettili comparvero nell'Era Paleozoica, probabilmente nel Carbonifero (345 milioni di anni fa), da un gruppo di anfibi primitivi già completamente affrancati dall'elemento liquido; questi esseri avevano un corpo tozzo con una robusta ossatura (il cranio era composto da poche ossa massicce e senza apertura) e si muovevano come le attuali salamandre, ondeggiando col corpo e con la coda e strisciando parzialmente con l'addome.
La struttura anatomica che li caratterizza è uno dei più importanti esempi di adattamento e la probabile causa del loro successo evolutivo.
Infatti, molti degli ordini di rettili e vertebrati scomparvero dalla scala evolutiva circa 65 milioni di anni fa, forse ad opera di uno stravolgimento geologico o climatico dovuto al distaccamento delle prime placche terrestri dalla Pangea e che avrebbe dato luogo alla ben nota deriva dei continenti.
L'elevata specializzazione biologica dei rettili, che fino ad allora era stato il loro punto di forza, li rese particolarmente vulnerabili sia dal punto di vista dell'adattamento al nuovo clima che alle conseguenti condizioni di reperibilità delle fonti di approvigionamento alimentare.
Si richiedeva, in buona sostanza, a tutti gli organismi biologici di correre al riparo scegliendo delle fonti di cibo alternative o di adattarsi morfologicamente alle nuove condizioni ambientali.
L'impossibilità di effettuare tale manovra fece in modo che soltanto gli organismi meno specializzati e meno fortemente legati alla dipendenza trofica potessero superare tali barriere evolutive così i mammiferi divennero i "signori" della terra, strappando lo scettro ai rettili.
I cheloni rinunciando alla dieta predatoria e passando in grande maggioranza ad una dieta vegetariana od onnivora, in aggiunta allo sviluppo di una spessa corazza, raggiunsero delle condizioni ideali che favorirono la loro sopravvivenza.
I rettili hanno subito un'evoluzione prodigiosa iniziata nel Carbonifero, circa 280 milioni di anni fa, quando un gruppo di anfibi lasciarono le paludi e gli acquitrini assumendo abitudini sempre meno acquatiche e prevalentemente terrestri.
Infatti, le paludi erano ormai divenute l'habitat ideale per un grande numero di specie, aumentando la competizione alimentare.
L'abbandono dell'acqua coincise probabilmente con lo sviluppo delle prime uova con guscio, un passo indispensabile per assicurare lo sviluppo dell'embrione e proteggerlo dalla disidratazione.
Un'altra caratteristica delle uova, le membrane amnios, chorion e allantoide, fecero dei cheloni i vincitori della battaglia evolutiva.

 
 
 

BUDINO PER TARTARUGHE CARNIVORE

Post n°213 pubblicato il 09 Maggio 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Ricetta recuperata sul web...cucinare budini per testuggini mi sembra un pò esagerato!

Ingredienti:

1 pacchetto di gelatina in polvere,
75g di trota,
75 g di care di manzo,
40 g di gamberi,
30 g di polpa di cozza,
15 g di fegato di coniglio o di pollo,
mezzo uovo di gallina,
75ml di latte intero bovino,
mezzo vasetto di omogenizzato alle verdure,
mezzo cucchiaio di un prodotto vitaminico in polvere,
una punta di coltello di colorante alimentare rosso


mentre in una pentola alta si prepara l a gelatina aggiugendo 400ml di acqua e cuocendola per una ventina di minuti, in una padella bassa si metteranno assieme gli altri ingredienti, dopo aver tagliato finemente trota ,gamberi, cozze ,manzo e fegato, cuocendoli a fuoco basso e mescolandoli per una ventina di minuti. A questo punto si aggiungerà il composto alla gelatina liquida e dopo aver amalgamato il tutto si stenderà il prodotto attenuto in una casseruola bassa, dove si raffredderà solidificandosi nell'arco di un paio d'ore, poi si taglierà a cubetti e si congelerà tutto rapidamente così da conservare al meglio le qualità organolettiche dell'alimento.
Al momento dell'uso i cubetti adranno lasciati a temperatura ambiente per qualche minuto in modo si scongelino.

 
 
 
 
 

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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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