TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

NOTA

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Non sono un veterinario e questo è un Blog Amatoriale, pertanto, malgrado la cura posta nella raccolta del materiale, non posso assumermi la responsabilità totale delle informazioni riportate. In caso di seri problemi riguardanti la salute delle tartarughe, consiglio sempre e comunque di rivolgersi a persone qualificate e competenti.
Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
Se questo dovesse avvenire, vi chiedo gentilmente di contattarmi e in breve tempo verrà rimosso tutto il materiale non autorizzato.
Per informazioni o segnalazioni:
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La tartaruga di MARIKA

 

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LE TARTARUGHE NON SONO GIOCATTOLI

 

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-TARTA PUNTATORE PER IL MOUSE

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SOCI

1-CHIARA CAVALLIERI
2- ANDREA BRIGNOLI
3-RICCARDO AZZARONI
4-MASSIMO MIGNANI
5-LAURA PES
6-STEFANIA TORTORIELLO
7-GIUSEPPE SANNA
8-MIRKO VIGANO'
9-ALESSANDRA FEDELE
10-ANTONELLA TIRITIELLO
11-VINCENZO PALMIERO
12-VINCENZO POTI
13-CRISTIANO BOSETTI
14-CRISTIANO AMETRANO
15-NIRIA MOROSO
16-ALESSIA A.SCIORTINO
17-ALESSIO DE NARDI
18-LETIZIA FRASSI
19-SABINA LONI
20- NICOLA MAFFEI
21-DAVIDE MAFFEI
22-MARIANGELA CAPUTO
23-VIVIANA VERRILLO
24-PASQUALE TATARANNI
25-DAMIAN DE VRIES
26- IVANA RUSSO
27-GIUSY PRECISANO
28-FRANCESCA BRAGHESE
29- CARMELA MAGNO
30-LUIGI MENOZZI
31-SILVIA MAZZUCCO
32-STEFANIA BARBIERI
33-GHERY PRUSCINI PASQUINI
34-ALESSANDRA GRAUX
35-LUISA GUCCIONE
36-FRANCESCA LONGO
37-VENNERI MICHELE
38-ELIA ASTORINO
39-MARTINA GIUSTI
40-MARTA CICCHELLI
41-LAURA GIUSTI
42-CLAUDIO SIMBULA

 

...SOCI

43- FEDERICO VINATTIERI
44- ALESSIA BERTO
45- MARIA CONTE
46- PATRIZIA MARRA
47- GIOVANNA GRIECO
48- FRANCESCO VANACORE
49- MARCO BALDESSARI
50- FRANCESCO MARTELLA
51- NIRVANA GRANATA
52- ALESSANDRO TOTH
53- LORENZO LOPEZ
54- EMILIO TORCHIA
55- MAURO ALBORGHETTI
56- MANUELA GATTI
57- FRANCESCA CATANESE
58- ANNA BARONE
59- LUCIO VAGLIVIELLO
60- ANNIKA FABBIAN
61- FABRIZIO GORACCI
62- MICHELE VITE
63- PAOLA FRANCAVILLA
64- FRANCESCA SORBELLO
65- GIULIA SBARRA
66- ANTONELLA MARRA
67- MANUELA SANNA
68- GABRIELE BERNARDI
69- GRANDI GIORGIO
70- CRISTINA RIGOSELLI
71- DANIELE COLOMBO
72- ALESSIA PINTOSSI
73- CLAUDIA ARDIA
74- NICOLO' FAVA
75- FILIPPO PILI
76- DORIANO CANGI
77- BRENCIO FRANCESCO
78- ALESSIO REGINA
79- ELISA GIORDANI
80- MARTINA CAPPELLETTI
81- SILVIO SAN
82- ANTONIO RAIMONDI
83- CHIARA CALOI
84- LUCIANO LOVENTRE
85- MARIKA CARLINI
86- PAOLA CARRARO
87- ROBERTA MERLINI
88- ANTONIO DANESE
89- ANGELO CASTRO
90- FRANCESCA FACCHIN

 

...SOCI!

91- DONATELLA SATALINO
92- VIRGINIA DI TOMMASO
93- LUCA BRUNET
94- ANTONIO CARLUCCI
95- CRISTINA CARUSO
96- DAVIDE CARATELLI
97- GIUSEPPE LOIACONO
98- JESSICA CAPUTO
99- MARA ZANCHETTI
100- GIANLUIGI ROSSINI
101- PAOLO BERGERETTI
102- SILVANA BONINO
103- MASSIMO PERISSINOTTO
104- GIULIA ZANINI
105- DANIELE SARTORI
106- SARA PACETTA
107- PATRIZIO DE SIMONI
108- LUANA MANZO
109- CARMELO BONGIOVANNI
110-  MARIBEL CANTOS

 

 

IL BRANCO

immagine5 Testudo Hermanni :
- Mucca
- Pollo
- Zecca
- Toro
- Mosca


immagine5 Trachemys Scripta :
 - Piranha
 - Barracuda
 - Squalo
 - Orca
 - Murena

 

 

 

LE MIE BELVE

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Messaggi di Aprile 2006

Post N° 125

Post n°125 pubblicato il 21 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

LE VOSTRE FOTO

Le tartarughe di:

STRAWBERRY_FIELD 

parte 2°

Che due dive!!!Sapevano di essere fotografate, guarda come si sono messe in posa!

Grazie Straw!

 
 
 

AGENZIA MATRIMONIALE

Post n°124 pubblicato il 21 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

http://www.tartarughe.org/testo/servizi_d.htm


Nel sito oltre, a molte informazioni utili (una delle mie principali fonti) troverete anche il servizio di "agenzia matrimoniale": basta compilare i campi del modulo per trovare il/la compagna per la propria testuggine

 
 
 

ADOTTA UNA TESTUGGINE

Post n°123 pubblicato il 21 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

http://www.tartarughe.org/testo/adotta.htm 

Compilando il modulo si entrerà a far parte della banca data degli allevatori di tutt'Italia.

 
 
 

Post N° 122

Post n°122 pubblicato il 20 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

LE VOSTRE FOTO

La tartaruga di:

AzzARoby

"Buonasera,
mi presento…..
mi chiamo Ugo Rubik .
Vivo in un grande giardino. D’inverno scavo un bel buco, sempre nello stesso posto, e mi addormento. Poi il tutto viene coperto con le foglie cadute dalle piante e da un telo contro il vento e la neve.
Credo, contando i “giri” delle placche avere una decina d’anni. Non sono state prese altre misure.
Allego due belle foto, sperando di far colpo su qualche bella tartarughina che voglia condividere questo grande spazio."


Grazie

 
 
 

Post N° 121

Post n°121 pubblicato il 20 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

L'allevatore deve conoscere innanzitutto le leggi sulla protezione e deve sapere che allevare una testudo non è sempre agevole nonostante siano degli animali assai resistenti.  Spesso, infatti, persone incoscienti tengono il rettile dentro casa come se fosse un cane, costringendolo a strisciare sui pavimenti freddi e lisci e quindi assolutamente inadatti e sottoponendolo a continui urti contro le porte e contro i piedi. Inoltre la tartaruga è un animale che sporca spesso e in qualsiasi punto dell'appartamento a differenza di un gatto o di un cane.  Tutto questo ci fa capire che l'allevamento dentro casa è assolutamente impraticabile sia per noi, che saremo costretti a pulire diverse volte al giorno,  sia per il nostro animale che sarebbe sottoposto ad inutile violenza.  Il posto più adatto dove allevare una testudo è un appezzamento di terra con vegetazione selvatica.  Vivono a meraviglia nei giardini ma bisogna considerare che potrebbero rovinare le coltivazioni di piante e fiori. L'allevatore dovrà quindi accettare che qualche fiore venga abbattuto perché morsicato alla base dello stelo come avviene per esempio con le "Calle".  
Il terreno deve essere ben recintato perché se c'è una via di fuga, la tartaruga la troverà.  Se il nostro giardino presenta un'abbondante e varia vegetazione, la tartaruga potrebbe cavarsela da sola anche per molti mesi senza il nostro apporto di cibo.   Aiutiamo comunque il rettile nel rendergli l'alimentazione più varia (ma anche più abbondante) con verdura di vario genere come ad esempio la classica lattuga da loro sempre graditissima, pomodori e frutta matura come fichi, fragole, mele, pere, susine, albicocche, pesche ecc.  Gli agrumi è meglio evitarli perché potrebbero causar loro problemi intestinali, comunque non li mangiano quasi mai (i limoni neanche li annusano).   Alcuni (e non pochi) consigliano di eliminare dai giardini piante considerate velenose per le tartarughe come l'oleandro, l'edera, le felci, l'aucuba.Non si conoscono invece quali siano i fastidi che potrebbero procurare i fertilizzanti, i concimi, i pesticidi di uso comune nei giardini.  La testudo è un animale che non ha grosse esigenze di bere potendo sopravvivere senza acqua per lunghissimi periodi. I luoghi dove vive in natura sono spesso aridi e sopratutto nei mesi estivi non si trova acqua per molti chilometri. Questo non vuol dire che non dobbiamo mettere un recipiente d'acqua nel nostro terreno ma tutt'altro.

 
 
 

MISURAZIONI: MUCCA POLLO & PULCE

Post n°120 pubblicato il 19 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

________________________________________
19/04/2006
MUCCA  
- peso: 40g
- lunghezza: 4cm
- larghezza: 3,5cm
- distanza carapace piastrone: 2cm

POLLO
   
- peso: 20g
- lunghezza: 3,5cm
- larghezza: 3cm
- distanza carapace piastrone: 1,5cm
_______________________________________________
19/05/2006
MUCCA  
- peso: 40g
- lunghezza: 4,5cm
- larghezza: 4 cm
- distanza carapace piastrone: 3cm

POLLO
   
- peso: 20g
- lunghezza: 4 cm
- larghezza: 4,5 cm
- distanza carapace piastrone: 2cm
______________________________________________
causa disguidi vari l'ultima pesata è in data:

02/10/2006
MUCCA  
- peso: 48g
- lunghezza: 6 cm
- larghezza: 5 cm
- distanza carapace piastrone: 3,5 cm

POLLO
   
- peso: 54 g
- lunghezza: 6 cm
- larghezza: 5 cm
- distanza carapace piastrone: 3,5 cm

note: netto recupero di POLLO!...ormai incontrollabile!
______________________________________________

PULCE
   
- peso: 16 g
- lunghezza: 3 cm
- larghezza: 3 cm
- distanza carapace piastrone: 2 cm

20 ottobre: LE BELVE VANNO IN LETARGO
____________________________________________
10/03/2007
MUCCA  
- peso: 44g
- lunghezza: 7cm
- larghezza: 6cm
- distanza carapace piastrone: 3cm

POLLO
   
- peso: 46g
- lunghezza: 7cm
- larghezza: 6cm
- distanza carapace piastrone: 3cm

PULCE
   
- peso: 16 g
- lunghezza: 3 cm
- larghezza: 3 cm
- distanza carapace piastrone: 2 cm

____________________________________________
10/04/2007
MUCCA  
- peso: 44g
- lunghezza: 7cm
- larghezza: 6cm
- distanza carapace piastrone: 3cm

POLLO
   
- peso: 46g
- lunghezza: 7cm
- larghezza: 6cm
- distanza carapace piastrone: 3cm
_______________________________________________
12/04/2007
MUCCA  
- peso: 48g
- lunghezza: 7cm
- larghezza: 6cm
- distanza carapace piastrone: 3cm

POLLO
   
- peso: 50g
- lunghezza: 7cm
- larghezza: 6cm
- distanza carapace piastrone: 3cm

PULCE   
- peso: 20g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm

_______________________________________________

11/05/2007
MUCCA  
- peso: 60g
- lunghezza: 7,5cm
- larghezza: 6,5cm
- distanza carapace piastrone: 3cm

POLLO
   
- peso: 64g
- lunghezza: 7cm
- larghezza: 6,5cm
- distanza carapace piastrone: 3cm

PULCE   
- peso: 26g
- lunghezza: 5cm
- larghezza: 4,5cm
- distanza carapace piastrone: _cm
_____________________________________________________________
16/06/2007
MUCCA  
- peso: 76 g
- lunghezza: 7,5cm
- larghezza: 6,5cm
- distanza carapace piastrone: _cm

POLLO
   
- peso: 82 g
- lunghezza: 7cm
- larghezza: 6,5cm
- distanza carapace piastrone: _cm

PULCE   
- peso: 36 g
- lunghezza: 5cm
- larghezza: 4,5cm
- distanza carapace piastrone: _cm
_____________________________________________________________
17/07/2007
MUCCA  
- peso: 90 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm

POLLO
   
- peso: 94 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm

PULCE   
- peso: 48 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm
_____________________________________________________________
18/08/2007
MUCCA  
- peso: 106 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm

POLLO
   
- peso: 108 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm

PULCE   
- peso: 62 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm
_____________________________________________________________
15/09/2007
MUCCA  
- peso: 116 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm

POLLO
   
- peso: 116 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm


PULCE   
- peso: 68 g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm

ZECCA   
- peso:  32g
- lunghezza: _cm
- larghezza: _cm
- distanza carapace piastrone: _cm

OTTOBRE 2007: LETARGO

_____________________________________________________________
19/04/2008

MUCCA  
- peso: 108 g

POLLO
   
- peso: 106 g

PULCE   
- peso: 54g

ZECCA   
- peso:  26g

_____________________________________________________________
19/05/2008

MUCCA  
- peso: 144 g

POLLO
   
- peso: 136 g

PULCE   
- peso: 66g

ZECCA   
- peso:  36g

_____________________________________________________________
19/09/2008

MUCCA  
- peso: 228 g

POLLO
   
- peso: 212 g

PULCE   
- peso: 78 g

ZECCA   
- peso:  82g 

TORO   
- peso: 250 g

MOSCA   
- peso: 42 g

 
 
 

Trachemys (TARTARUGHE D'ACQUA DOLCE)

Post n°118 pubblicato il 19 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

integrazione del post n°39

Le Trachemys sono onnivore e in natura si alimentano di pesci, rane, girini, vermi, lumache, insetti, larve, animali morti e piante acquatiche. Gli individui giovani sono prevalentemente carnivori, infatti occupano le acque più basse, dove abbondano gli insetti. Man mano crescono si spostano verso acque più profonde, dove è meno facile trovare prede animali, e scelgono una dieta prevalentemente vegetariana.
Si alimentano in acqua fino alla profondità di 3 metri. L’attività alimentare è più intensa durante le prime ore del mattino. E’ stato osservato che nella ricerca del cibo i giovani passano sott’acqua tra 20 secondi e 5 minuti e gli adulti 5-6 minuti. Specialmente i giovani cacciano attivamente piccoli pesci, girini, rane e invertebrati, che vengono ingoiati interi se sufficientemente piccoli, oppure fatti a pezzi con il becco e le zampe.
Un altro tipo di strategia alimentare delle tartarughe dalle orecchie rosse consiste nella neustofagia, un processo di filtrazione simile a quello impiegato dalle balene. Le tartarughe nuotano sul pelo dell’acqua con la bocca aperta, in modo da ingerire con l’acqua delle particelle alimentari. In seguito chiudono la bocca ed espellono l’acqua attraverso le narici, e ingoiano il cibo rimasto nella bocca.
Le tartarughe dalle orecchie rosse sono importate dagli Stati Uniti a decina di migliaia ogni anno, ma la maggior parte muore ancora prima di essere venduta, a causa delle condizioni inadatte in cui sono tenute, e moltissime muoiono prima di un anno di età, per mancanza di cure adeguate da parte dei proprietari. Quando crescono e diventano troppo ingombranti spesso vengono liberate, danneggiando la fauna locale (esistono già insediamenti stabili di T. scripta in Israele, Francia, Germania, Olanda, Sud Africa. Possono vivere molto a lungo, anche 30 anni e più, se accudite in modo appropriato, per cui richiedono un impegno a lungo termine.
Il mantenimento ideale in cattività delle Trachemys è rappresentato da un laghetto all’aperto, il che raramente è realizzabile per il proprietario. Il laghetto deve essere provvisto di un muretto o una recinzione per evitare che gli animali scappino, di una zona asciutta per permettere alle tartarughe di uscire dall’acqua e riscaldarsi al sole, ed eventualmente di un’area adatta alla deposizione delle uova.
In alternativa la soluzione migliore consiste nell’utilizzare un acquario di vetro, materiale che ha il vantaggio di essere facilmente lavabile e disinfettabile. Un paio di Trachemys fino a 10 cm di lunghezza possono essere tenute in un ambiente di 60 x 30 x 30 cm. Man mano che crescono la vasca deve essere proporzionalmente più grande. Si deve evitare un affollamento eccessivo perché sono animali molto aggressivi.
La profondità dell’acqua per le tartarughe neonate non deve superare i 5 cm. Per quelle più grandi la profondità deve essere pari alla lunghezza del carapace, ad esempio per una tartaruga di 10 cm l’acqua deve essere profonda 10 cm.
Le tartarughe devono avere la possibilità di accedere facilmente ad una zona asciutta, che può essere costituita da un pezzo di legno o delle rocce. Occorre porre molta attenzione affinché gli animali non abbiano la possibilità di restare intrappolati sott’acqua smuovendo oggetti pesanti, perché questo ne causerebbe l’annegamento.
La temperatura dell’acqua deve essere di 24-26°C di giorno, con una riduzione di circa 5°C di notte. Ciò si ottiene con dei riscaldatori collegati a un termostato, facendo attenzione che le tartarughe, specialmente quelle più grosse, non li danneggino. E’ sconsigliabile porre il terrario di fronte a una finestra perché con il sole si surriscalderebbe facilmente.
Non si deve utilizzare come materiale per il fondo sabbia, ghiaia o altro materiale costituito da particelle che possano essere ingoiate, perché causano facilmente costipazione intestinale.
E’ necessario mettere una lampada riscaldante in corrispondenza della zona asciutta, in modo da creare un punto caldo di 30-31°C, in cui le tartarughe possano uscire a riscaldarsi come se si esponessero al sole. Un punto caldo all’interno del terrario permette inoltre di creare un gradiente di temperatura, indispensabile per il benessere del rettile, che può in questo modo regolare la sua temperatura corporea.
La luce va lasciata accesa per 12-14 ore al giorno. Oltre a utilizzare una lampadina a incandescenza (da 40-100 watt a seconda delle dimensioni del terrario) per il calore, si deve utilizzare una lampada a raggi ultravioletti (UVB), che permette alle tartarughe di sintetizzare la vitamina D3 di cui hanno necessità.
La lampada a ultravioletti serve a sostituire la luce solare, e chiaramente non è necessaria se le tartarughe vengono sistemate all’aperto o se vengono esposte regolarmente al sole. Occorre però tenere bene presente che la luce solare filtrata da un vetro o dal plexiglas non apporta raggi ultravioletti ed è perciò inutile.
Durante le giornate calde e soleggiate è un’ottima pratica permettere alle tartarughe di esporsi alla luce solare diretta. Si deve prestare la massima cura ad evitare problemi di surriscaldamento, soprattutto per gli esemplari più piccoli, fornendo la possibilità di ripararsi all’ombra se la temperatura aumenta troppo. Il calore eccessivo può uccidere un rettile in pochi minuti.Uno dei problemi principali è rappresentato dall’igiene dell’acqua, che deve essere mantenuta più pulita possibile se si vogliono evitare problemi di salute, per cui è consigliabile installare un filtro da acquario. Anche con l’uso di un buon sistema di filtraggio l’acqua deve essere periodicamente cambiata e il terrario disinfettato. Prima lo si lava con cura con acqua calda e sapone, poi si utilizza un disinfettante (la varechina diluita è efficace ed economica), e quindi si risciacqua abbondantemente per eliminare ogni residuo di disinfettante. I disinfettanti a base di fenoli devono essere evitati perché sono tossici.

 
 
 

Il Centro Carapax

Post n°117 pubblicato il 19 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Il Centro CARAPAX merita di essere visitato. E' l'unica struttura professionale in Italia e la più grande d'Europa per la salvaguardia delle tartarughe mediterranee in via di estinzione. Creato dall'Unione Europea e la RANA International Foundation in collaborazione con la Regione Toscana ospita migliaia di tartarughe di qualsiasi tipo e grandezza. Gli animali vivono in condizioni di semilibertà. Ne nascono circa 1000 all'anno, che vengono reintrodotti in aree protette in tutta Italia e in tutta l'area mediterranea.
Il Centro CARAPAX coinvolge direttamente il pubblico nelle proprie attività. Chiunque può partecipare alle azioni di salvaguardia, rimpatrio e reimmissione in natura. E' possibile anche adottare una tartaruga o dare una mano durante le due settimane on stage nel cuore della Toscana.
Per chi volesse saperne di più è consigliata la lettura è il libro "Salviamo le tartarughe" (Ed. Edagricole), reperibile presso le librerie Feltrinelli.

CARAPAX PROJECT - centro europeo per la salvaguardia delle tartarughe
C.P. 34 - 58024 Massa Marittima (Grosseto)
C.C.p. 11317583 - Tel. 0566/940083 - Fax 0566/902387

 
 
 

Post N° 116

Post n°116 pubblicato il 19 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

ANNUNCIO

Chiunque sia interessato a vedere pubblicate foto o testi sulle proprie Testuggini mi contatti in messaggeria.

 
 
 

PESI E MISURE

Post n°115 pubblicato il 19 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

E' importante pesare e misurare le tartarughe con cadenza periodica. La pesatura, in particolare, ha una importanza fondamentale per evidenziare eventuali difficolta' e/o malattie che una tartaruga dovesse avere.
Senza timore di esagerare si puo' affermare che la verifica sistematica del peso e' il migliore aiuto che abbiamo per capire se la nostra tartaruga e' sana o malata.
Le 4 misure fondamentali:
Lunghezza;
Larghezza;
Distanza fra carapace e piastrone;
Peso.
Le misure devono essere prese diritte SENZA la curva del carapace.


 
 
 

Post N° 114

Post n°114 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: SALUTE
Foto di G_ietta

ESEMPI DI SCAGLIE ANOMALE

 
 
 

SCAGLIE ANOMALE

Post n°113 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Alcune tartarughe nascono con delle scaglie diverse dalla norma per numero e forma.
Il fenomeno sembra non essere insolito.
Queste tartarughe sono vivaci e sane come quelle dalle scaglie "normali".
 In foto il tipico carapace di una testudo hermanni: 5 placche dorsali; 4+4 costali;
11+11 marginali; 1 nucale; 2 sopracaudali.
Le scaglie anomale delle tartarughe presentano,invece, una moltitudine di forme.



 
 
 

Post N° 112

Post n°112 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

STRUTTURA TERRARIO

p.s.: il mio è molto più spartano, personalmente penso che sia esagerata una struttura simile, in primis abolisco le lampade riscaldanti, a meno che non si tratti di esemplari molto giovani e delibitati.
Preferisco che il fotoperiodismo sia assicurato dalle normali condizioni climatiche; senza alcuna forzatura.
Questo progetto è fatto molto bene, e diciamocela tutta, se qualcuno avesse da poco una testuggine e non sapesse come allevarla, preferirei sicuramente sapere che ha riempito il terrario di lampade UVA, piuttosto che lasciarla in un ambiente poco idoneo.

 
 
 

Post N° 111

Post n°111 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

STRUTTURA BOX PER IL LETARGO

 
 
 

Celitomia

Post n°110 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: SALUTE
Foto di G_ietta

Una volta che il chirurgo è entrato nella cavità celomatica, le procedure usate sono più o meno le stesse di quelle a cui si ricorre nei vertebrati superiori. E' possibile effettuare la rimozione di neoplasie viscerali e lesioni ostruttive intraluminali o extraluminali, gastrotomia, enterotomia, anastomosi intestinale, cistotomia e biopsia; ora i chirurghi innovatori effettuano anche molti interventi a carattere ginecologico. Sono stati eseguiti anche parecchi interventi sperimentali per l'innesto chirurgico di trasduttori sonda di flusso cronico, trasmittenti telemetriche che registrano la temperatura e la pressione ed altri strumenti elettronici troppo grandi per essere incapsulati ed ingeriti. Con la crescente utilizzazione di rettili come modelli sperimentali si ricorrerà sempre più spesso a tecniche di impianto di questo tipo.
La celitomia nei chelonidi può rappresentare la procedura più impegnativa e tuttavia più soddisfacente per il chirurgo alle prime armi; infatti ogni intervento successivo nella chirurgia di questi animali sarà un processo familiare.
Per aumentale la localizzazione del punto di incisione sul piastrone, si può eseguire un esame radiografico per localizzare la cintura pelvica; quando si è localizzata questa struttura, la tartaruga o la testuggine sono poste sul dorso e preparate asetticamente per l'intervento chirurgico. Nella maggior parte dei casi si usano cuscini in schiuma di poliuretano per aiutare a mantenere l'animale in posizione rovesciata durante la preparazione e l'operazione chirurgica.
Per tagliare il piastrone si usa un trapano ad alta velocità, ortopedico o odontoiatrico; si possono anche usare trapani a bassa velocità o seghe, ma è assolutamente necessario che la fresa o la lama della sega siano mantenute fredde. La zona di incisione può essere irrorata con soluzione di Ringer fredda o un suo equivalente. L'incisione è in genere a forma di quadrilatero di circa 6-15 cm di lato, a seconda delle dimensioni dell'animale, della posizione della cintura pelvica e della natura del fenomeno patologico per cui si effettua l'intervento chirurgico. Una volta isolato un pezzo sufficientemente grande di osso coperto da guscio, lo si solleva delicatamente con un sollevatore periostale e si separano dal lembo i tessuti molli sottostanti o si incidono con forbici Metzenbaum o con un bisturi. Si pone il lembo osseo in un contenitore con soluzione di Ringer fredda o tamponi di garza inumidita, per impedire l'essiccamento. Se la menbrana celomatica è rimasta intatta durante il sollevamento e la rimozione dal lembo osseo, la si incide longitudinalmente in un punto equidistante dai suoi margini laterali. Nella maggior parte delle specie si troveranno due seni venosi, circa a metà tra la linea ventrale mediana e la giunzione laterale del piastrone e del carapace. Se possibile, queste strutture venose vanno lasciate intatte, ma se una o entrambe sono danneggiate possono essere legate, senza gravi conseguenze per il paziente; si dovrebbero legare se si ha una
perdita di sangue rilevante da una o da entrambe.
Una volta incisa la membrana celomatica, si renderanno visibili i visceri. Se l'anestesia è profonda, è opportuno avere il supporto di una ventilazione a pressione positiva attraverso un catetere endotracheale, al ritmo di 6-10 atti respiratori per minuto.
Dopo la correzione chirurgica del problema, si riavvicinano i lembi della membrana celomatica e la si sutura usando le tecniche di uso routinario nei mammiferi. Il lembo di guscio-osseo è quindi rimosso dalla soluzione fisiologica o dai tamponi, si asciuga attentamente la sua superficie esterna, e lo si ricolloca a posto, fissandolo con la piastra di fiberglass e resina come descritto per la ricostruzione del guscio. La piastra è fissata dapprima al lembo osseo, quindi si cementano la piastra e l'osso fissati al piastrone. L'animale può essere rimesso nella sua normale posizione prona quando la resina si è polimerizzata.

Criochirurgia
Si dovrebbe prendere in considerazione l'uso della criochirurgia nei casi in cui le tecniche di escissione non sono adeguate al caso. Esempi di simili lesioni sono le neoplasie a larga base di impianto o diffuse e malattie non neoplastiche che, se rimosse con i metodi convenzionali, provocherebbero ampie soluzioni di continuo che non potrebbero essere risolte per prima intenzione.
Dopo aver raccolto materiale sufficiente per gli esami istopatologici e microbiologici, le lesioni si congelano profondamente e si scongelano con l'applicazione intermittente di strumenti criochirurgici con azoto liquido come criogeno. I tessuti congelati alla fine sono soggetti a necrosi e vengono eliminati, sostituiti dalla crescita di tessuto connettivo in modo più regolare di quanto avverrebbe in seguito a profonde escissioni o ad elettrocauterizzazione.

 

 

 
 
 

CHIRURGIA

Post n°109 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: SALUTE
Foto di G_ietta

Preparazione pre-chirurgica dell'ambiente operatorio
La preparazione pre operatoria dei rettili sottoposti a terapia chirurgica presenta pochi problemi o niente. Dopo che il paziente è stato anestetizzato e immobilizzato in modo appropriato, si strofina accuratamente la zona dell'incisione e quella circostante con una sostanza organica, per uso chirurgico, contenente iodio (povidone) (per esempio Betadine Surgical Scrub) per poi risciacquare e pennellare o usare uno spray chirurgico a base di povidone iodio (per esempio Betadine Solution) o una soluzione antisettica simile. Si dovrebbe circoscrivere la zona operatoria con bende sterili, che possono essere tenute in posizione con liquido adesivo sterile se non si possono usare garze pinzettate a causa della natura dell'integumento o del guscio del paziente.

Strumentazione
Per eseguire la chirurgia generale sono necessari pochi strumenti chirurgici specialistici: 1) varie curette dentarie piccole o piccoli specilli a punta arrotondata (anche bastoncini per togliere il cerume), che sono adatti per l'enucleazione del contenuto di ascessi ispessiti (i bastoncini per il cerume sono particolarmente adatti per lavorare nell'orbita o attorno ad essa, poiché strumenti dal bordo rigido potrebbero danneggiare i delicati contenuti orbitali); 2) forbici angolari metalliche da sutura di 12 cm; 3) trapani manuali a rotazione o seghe, che possono essere usati per tagliare il piastrone o il carapace di tartarughe e testuggini. Se non è disponibile uno strumento a rotazione ad alta velocità un piccolo trapano poco costoso per dilettanti, a motore elettrico (come il Dremel Moto-Tool), è un sostituto apprezzabile; esso può essere sterilizzato con ossido di etilene. Lo strumento può essere immesso in una sacca di tela e sterilizzato, così come può essere reso sterile unitamente ai suoi componenti e ai teli chirurgici, onde evitare la contaminazione del campo operativo; 4) vari strumenti atti alla torsione, frese rotatorie e lame per la sega circolare ( meglio se sterilizzate con ossido di etilene per impedire il deterioramento della parte esterna della lama) e 5) cucchiaini di varia forma e lunghezza per togliere calcoli o uova da una incisione.
La maggior parte di forbici, pinze, pinze emostatiche ed aghi da sutura usati per la chirurgia dei mammiferi è adatta anche per le tecniche operatorie sui rettili.

Materiali per la sutura
 materiali da sutura sono gli stessi usati nella chirurgia dei vertebrati superiori: sono stati usati con successo gut cromico, acido poliglicolico (Dexon), poliestere (Dacron, Mersilene, Polydeck, Tycron e altri) e Vetefil.
Il materiale da sutura preferibile è il filo metallico di acciaio inossidabile monofilamento usato con un ago molto robusto; questo materiale eviterà l'abrasione e la tensione meglio di altri materiali. Ciò è particolarmente importante per incisioni ventrali, palmari e plantari che possono venire di frequente a contatto con superfici abrasive.

Anestesia
L'efficacia dell'anestesia nei rettili è legata strettamente al loro particolare metabolismo. I rettili sono ectotermici, almeno per la maggior parte del loro ciclo vitale. A causa di queste proprietà ectotermiche, la maggior parte dei rettili deve cercare posti caldi, onde innalzare la propria temperatura corporea in modo passivo. Si hanno aumenti di metabolismo durante brevi periodi di intensa attività, come quando gli animali catturano e ingeriscono la preda; in ogni altro momento, tuttavia, i rettili hanno tassi metabolici molto bassi.
I rettili sono altamente sensibili alle incisioni cutanee e reagiscono il più vigorosamente possibile alle ferite penetranti; di conseguenza, nei rettili è necessario l'uso dell'anestesia per la maggior parte delle procedure chirurgiche. Gli effetti degli agenti anestetici iniettabili che sono adottati per mammiferi e uccelli sono assolutamente imprevedibili quando sono usati nei rettili, a causa del basso tasso metabolico di questi animali. Ci si dovrebbe chiedere, in modo critico, se un anestetico iniettabile sia assorbito nei rettili in modo abbastanza completo a ogni livello, così da ottenere una concentrazione di anestetico nel sangue sufficiente per produrre l'anestesia voluta. Sembra irrazionale aumentare semplicemente il dosaggio dei farmaci finché non si raggiungono alti livelli, dato che l'effetto finale che si ottiene è solo una sorta di prolungata invalidità del soggetto e non l'anestesia vera e propria.
Nei rettili, si potrebbe probabilmente ottenere un'immobilizzazione efficace, ed una probabile anestesia, con un bagno di acqua gelata a temperatura esattamente controllata; tuttavia, sarebbe ovviamente difficile una monitorizzazione e il mantenimento di livelli anestetici soddisfacenti. Apparentemente la tolleranza all'esposizione al freddo varia nei rettili a seconda della specie, così come avviene nei mammiferi.
Si ritiene che l'anestesia indotta per inalazione tramite un'unità anestetica chiusa abbia delle limitazioni in molti rettili, a causa della loro capacità di trattenere il respiro.
I rettili hanno polmoni a forma di sacco; all'atto della ventilazione, animali di questo tipo inghiottiscono letteralmente l'aria e la trattengono per periodi variabili di tempo. La posizione abituale di stasi della glottide nei rettili è quella di chiusura ed essa viene aperta solo ad intervalli, per respirare. (Questa è una situazione opposta a quella riscontrabile nei mammiferi e negli uccelli, nei quali la posizione abituale dell'orifizio laringeo è di apertura, con chiusura dello stesso solo per la deglutizione).
Ai rettili che possono essere sottoposti ad intubazione endotracheale tramite contenzione manuale, senza l'apporto di pre-anestesia, può essere somministrato con efficacia un anestetico per via inalatoria con l'introduzione meccanica dell'agente nei sacchi polmonari. L'induzione di anestesia con questo sistema è rapida quasi come nei mammiferi. E' stato anestetizzato chirurgicamente con questo metodo ogni rettile, compresi serpenti, lucertole, tartarughe e coccodrilli. La bocca dell'animale viene tenuta aperta, tramite contenzione manuale, con uno speculo adatto allo scopo, senza l'ausilio di pre-anestesia. L'orifizio laringeo da sottoporre ad intubazione è situato alla base della lingua; il tubo endotracheale viene collegato a un ventilatore per anestesia inalatoria, dando quindi inizio ad una pressione positiva di ventilazione dei sacchi polmonari, al ritmo di 4-6 atti respiratori per minuto. Il picco della pressione positiva al termine dell'inspirazione è situato a 12 cm di H2O. Si somministra alotano (Fluothane) alla concentrazione del 4% in ossigeno fino a che l'animale non cessa di dibattersi e il tono muscolare corporeo del rettile comincia a rilassarsi; a questo punto si riduce la concentrazione di alotano fra il 2 e il 3%. Al diminuire dell'effetto dell'anestetico, il tono muscolare riprende, cominciando generalmente dai segmenti posteriori del corpo.
Quando si raggiunge un completo ristabilimento, l'anestetico viene allontanato e si forniscono periodi di pressione positiva intermittente della ventilazione dei sacchi polmonari, al ritmo di uno ogni 3-5 minuti.
L'anestesia chirurgica in ogni forma di rettili è stata mantenuta per tre ore o più arrivando al ristabilimento completo, ottenuto entro otto ore dall'interruzione di somministrazione dell'alotano. E' possibile che le superfici sierose dei sacchi polmonari respiratori rappresentino il luogo più efficace di somministrazione e interruzione dell'anestetico nei rettili, ricorrendo ad una pressione positiva di ventilazione.

Riparazione fratture
La riparazione di fratture non è una cosa insolita nei rettili in cattività, infatti con l'avvento di tecniche più sofisticate per la fissazione interna di fratture delle ossa lunghe, ci si può aspettare di ottenere risultati post operatori di gran lunga migliori rispetto a quelli ottenibili con la steccatura esterna.
Nella maggior parte dei casi di fratture alle ossa lunghe dei rettili, l'elasticità e robustezza della pelle sovrastante tende ad impedire la perforazione della pelle da parte di frammenti ossei acuminati. L'esperienza ha dimostrato anche che le ossa lunghe dei rettili generalmente dopo un trauma esterno non vanno incontro a fratture comminute gravi.
Gli approcci chirurgici alle fratture degli arti dei rettili sono quasi identici a quelli in uso nei mammiferi. Non appena possibile, si dovrebbe effettuare l'incisione tra due squame adiacenti; quando sono stati isolati i frammenti più importanti e il tessuto molle danneggiato è stato sistemato, si può procedere alla fissazione con chiodi intramidollari o con placche ossee; occasionalmente può essere effettuata la compressione intrafragmentaria, usando viti di osso compatto o spugnoso. In molte fratture il metodo d'elezione è l'uso di fili metallici con banda di trazione, portati in posizione da aghi o viti metalliche.
Quando è stata completata la fissazione meccanica è l'incisione è pronta per la sutura, si riavvicinano i tessuti molli eseguendo le suture con gust assorbibile o acido poliglicolico. Si dovrebbe rilevare anche che senza cure mediche la maggior parte delle fratture chiuse nei rettili guarirà da sola, con gradi variabili di spostamento dell'osso; la maggior parte degli arti riacquista una certa funzionalità.
Nella maggior parte dei casi i chiodi intramidollari dovrebbero essere lasciati in posizione per circa due-tre mesi, anche se le suture cutanee possono essere tolte entro tre o quattro settimane.
Indipendentemente dalla scelta tra immobilizzazione esterna o interna della frattura ossea, si devono somministrare all'animale calcio e vitamina C e D3 nella dieta.

 

Amputazioni
Quando è necessario asportare chirurgicamente singole falangi o l'intero dito, a causa di lesioni altamente distruttive come traumi gravi o cancrena, le amputazioni si effettuano nel modo migliore al punto di giunzione palmare o plantare; infatti il paziente rimane con un arto altamente funzionale e l'aspetto estetico è molto soddisfacente. Si realizzano due lembi cutanei curvilinei che si uniscono medialmente e lateralmente e si disarticola la falange in prossimità della parte finale delle incisioni curvilinee; i tessuti molli vengono conservati e tirati verso il basso per coprire l'osso disarticolato, quindi vengono cuciti insieme per formare una superficie protetta e con un buon cuscinetto. Si uniscono i due lembi di pelle con suture non assorbibili, cominciando dal centro verso le estremità per impedire il raggrinzimento della linea finale di incisione.
Quando si deve sacrificare un intero arto, a causa di una irreparabile perdita di tessuto, di neoplasia o infezione, è preferibile amputare la zampa anteriore o posteriore interessata all'altezza della rispettiva articolazione scapolo omerale o coxofemorale; con questo metodo, dopo l'operazione, non rimarranno moncherini; anche in questo caso si ricorre al metodo dei due lembi cutanei.
Quando si eseguono amputazioni, si deve controllare la perdita di sangue legando sequenzialmente i principali vasi sanguigni man mano che si incontrano; anche i nervi di grandi dimensioni si legano e si tagliano come nei mammiferi; se il chirurgo lo reputa necessario essi possono essere ripiegati su se stessi e legati.
Non appena possibile, si dovrebbero rimuovere i tessuti molli vitali, specialmente le masse muscolari, dall'osso che deve essere amputato; cioè asportare la zona di inserzione sull'osso in modo che il muscolo sia libero; si usa questo tessuto per coprire il moncherino prossimale dell'osso. Quando è stato fatto ciò, i lembi di pelle vengono suturati nel modo descritto nella sezione riguardante i metodi di sutura; il risultato è un massimo comfort per il paziente e la metodica non provoca traumi ulteriori.
Se si deve accorciare chirurgicamente la coda, si deve decidere se suturare o no il moncone. Per le tartarughe in cui la coda non si rigenera, si ricorre a una incisione dei lembi ventro-dorsali o latero-laterali; con la muscolatura coccigea salvata si ottiene un'adeguata copertura dei tessuti molli per il moncherino coccigeo. La sutura della pelle è pratica di routine, impiegando suture non assorbibili o con acido poliglicolico.



 

 

 
 
 

RADIOLOGIA

Post n°108 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: SALUTE
Foto di G_ietta


A causa della loro particolare anatomia, l'esame radiografico delle tartarughe è difficile. Il guscio della tartaruga complica l'esame radiografico degli organi celomatici. Tuttavia, è possibile evitare parzialmente queste difficoltà facendo assumere alla tartaruga particolari posizioni. Normalmente, i chelonidi sono tranquilli e lenti. Il più delle volte è possibile esaminarli radiograficamente senza ricorrere alla sedazione. Allo scopo di predisporre il chelonide per la radiografia, lo si capovolge sulla schiena. Appena prima dell'esecuzione del radiogramma lo si dovrebbe riportare nella sua posizione normale. Le tartarughe necessitano di un breve periodo per potersi orientare nuovamente. La testa e gli arti si estendono di sotto del guscio. Questo è il momento per eseguire l'esposizione radiografica. Il metodo migliore per contenere una tartaruga irrequieta è quello di usare un cerotto o mettere l'animale in una scatola di modo che il suo movimento sia ridotto. E' importante ricordarsi che certe tartarughe possono mordere. Se necessario sedare l'animale, ciò si può eseguire usando la ketamina cloridrato, il cui dosaggio sarà di 20-85 mg/kg/di peso vivo.
L'indagine radiografica viene eseguita usufruendo di tre proiezioni: dorso-ventrale, latero-laterale e cranio caudale.

Dorso-Ventrale
Fascio radiogeno verticale con la tartaruga in posizione prona.
La tartaruga è posta sulla cassetta. Per determinare i dati dell'esposizione corretti, si dovrebbe misurare il diametro a livello della porzione più spessa del corpo (guscio) e i due lati dovrebbero essere segnati con lettere ("S" / "D").

Latero-laterale
- Fascio radiogeno orizzontale con la tartaruga in posizione normale.
L'animale viene posto su una spugna. Il fascio radiogeno dovrebbe essere parallelo alla spugna. La cassetta è posta verticalmente e tocca il carapace.
- Fascio radiogeno verticale con tartaruga tenuta ferma sul suo lato.
Se per ragioni tecniche il tubo non può essere ruotato, la tartaruga deve essere posta su una rastrelliera. La rastrelliera (posizione lato destro) dovrebbe essere sistemata in modo tale che il raggio centrale penetri il corpo in proiezione latero-laterale. Il margine inferiore del guscio dovrebbe toccare la cassetta. Il fascio
radiogeno è diretto al centro del carapace.

Cranio-caudale
- Fascio radiogeno orizzontale con tartaruga in posizione prona.
L'animale è immobilizzato su un supporto radiotrasparente in modo tale che i raggi X attraversino tutto il corpo dalla testa alla coda. La cassetta dovrebbe venire posta verticalmente e dietro l'animale. Non appena l'animale fuoriesce le zampe da sotto il guscio, si deve eseguire il radiogramma.
- Fascio radiogeno verticale con la tartaruga mantenuta eretta.
E' utile porre l'animale su un supporto posto verticalmente e parallelo al fascio radiogeno. Il centro del fascio dovrebbe essere diretto verso la colonna vertebrale. Non dimenticare di segnare la posizione ("S" / "D"). La lunghezza del corpo si misura dalla testa alla coda.

STUDI RADIOGRAFICI CON MEZZI DI CONTRASTO
Per delineare i dettagli dello stomaco e degli intestini dei chelonidi si raccomanda l'uso del solfato di bario. La dose è di 20 cc/Kg di peso corporeo. Per ottenere il massimo dettaglio della superficie mucosa dello stomaco si può usare una sonda per immettere aria e solfato di bario, contemporaneamente. I radiogrammi con doppio contrasto ottenuti con questo metodo, possono essere eccellenti e possono essere molto utili per l'interpretazione dei radiogrammi dello stomaco.
Gli studi contrastografici degli intestini sono più difficili perché il passaggio del solfato di bario nei chelonidi può essere molto lento. Nelle tartarughe il tempo di transito può essere 24-40 ore, nelle tartarughe acquatiche può essere più breve. Un altro punto importante è che il tempo di transito cambia con la temperatura ambientale (poichilotermia) con tempi di alta attività (primavera, autunno) e durante la digestione del cibo. Tuttavia, il tempo di transito molte breve del mezzo di contrasto in presenza di malattie gastrointestinali è un vantaggioso diagnostico.


 


 
 
 

PROBLEMATICHE

Post n°107 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Oggi tutte le specie di Testuggine presenti in Italia sono minacciate da vari fattori:
il commercio selvaggio che fino al '95 ha coinvolto centinaia di migliaia di esemplari catturati in natura,
l'inquinamento da pesticidi e fertilizzanti che avvelena sia le specie terrestri che acquatiche,
l'alterazione del' habitat dovuto alla costruzione di autostrade dove vengono investiti centinaia di esemplari, di campi coltivati con aratura meccanica che "trita" adulti e nidi, la cementificazione delle rive dei corsi d'acqua, senza dimenticare gli incendi che ogni estate imperversano sulle macchie costiere, habitat principale delle testuggini terrestri.
Per tutti questi motivi sembra proprio non esserci piu' spazio in natura, in Italia, per la vita in liberta' delle testuggini e sembra che l'unico posto dove possano vivere in pace e quasi senza pericoli sia il giardino dell' appassionato di turno.
Ma neanche l'allevamento in cattivita'  e' incentivato come dovrebbe essere visto l'esempio di altri stati europei dove i privati con la "produzione" di giovani esemplari coprono la domanda e contribuiscono a ripopolare le zone d'origine.
Per questo  le leggi di protezione giustamente rivolte alle specie dovrebbero essere modificate e affiancate da ancor piu' rigide norme di tutela dell' ambiente,altrimenti  l'unico futuro per le testuggini sara' la vita in cattivita'.


 
 
 

DIFFERENZE TRA HERMANNI & BOETTGERI

Post n°106 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Le Testudo Hermanni Hermanni e le Testudo Hermanni Boettgeri si differenziano per il rapporto tra la "sutura femorale" e quella "pettorale".
(Si intende la lunghezza della linea di giunzione evidenziata nella foto).
In pratica la sutura pettorale, in rosso , e piu' corta della femorale,in verde, in Testudo Hermanni Hermanni, mentre in T.H. Boettgeri e' uguale o poco maggiore.  
Inoltre le due strisce nere sul piastrone sono piu' intense e continue in Testudo Hermanni Hermanni.


 
 
 

TESTUDO MARGINATA ALBINA

Post n°105 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Testudo marginata albina è una straordinaria selezione che ha i pregi di una colorazione assolutamente unica nell'ambito delle tartarughe, senza tuttavia i difetti di delicatezza che solitamente si incontrano nei mutanti carenti di melanina. Questo è dovuto al fatto che questa particolare variante è tirosinasi-positiva. Alla nascita questi esemplari hanno una colorazione del carapace bianca, occhi rossi come la brace ardente ed una vitalità paragonabile alle tartarughe "normali". Si nutrono regolarmente e non dimostrano né fotofobia né tanto meno di ricevere danni dalla luce diretta del sole. Già dopo alcune settimane, infatti, gli occhi prendono una colorazione nocciola molto chiaro. Questo è dovuto al fatto che, seppur non in grado di produrre autonomamente melanina (il pigmento nero), lo assorbono probabilmente con l'alimentazione e lo accumulano. Questa è l'eccezionalità di questa variante albina di Testudo marginata, che permette a queste tartarughe di crescere normalmente ed arrivare all'età adulta e generare a loro volta splendidi esemplari albini. La colorazione di un giovane adulto mantiene infatti il disegno tipico della specie, apparendo di una calda e sfumata tonalità caramello. Questa colorazione unica, in molti casi acquista toni molto brillanti, conferendo a questi esemplari un'apparenza di eccezionale bellezza. Dimensioni e parametri morfologici sono poi quelli tipici della specie Testudo marginata, come pure la curva di crescita ed il raggiungimento dell'età riproduttiva. Non vi è l'evidenza di una maggiore o minore mortalità rispetto agli esemplari di normale colorazione, come pure di incidenza di malformazioni.

 
 
 
 
 

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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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