Esisto e ResistoTi racconto qualcosa per il gusto di farlo |
MENU
CHARLES BAUDELAIRE
per un libro condannato
Non scrissi, o lettore innocente,
pacifico e buon cittadino,
per te questo mio saturnino
volume, carnale e dolente.
Se ancora non hai del sapiente
Don Satana appreso il latino,
non farti dal mio sibillino
delirio turbare la mente!
Ma leggimi e sappimi amare,
se osi nel gorgo profondo
discendere senza tremare.
O triste fratello errabondo
che cerchi il tuo cielo diletto,
compiangimi, o sii maledetto!
COLLEGA-MENTI
- SEX IN ART
- THE PALETTE ART GALLERY
- YVES DANA
- FOTOPROVOCAZIONI: Erwin Olaf
- FOTOIRRIVERENZE: K. Stallaert
- ETNOEROTISMO: Uwe Ommer
- TOM RUDDOCK
- EWA MARI JOHANSSON
- EROS OLTRECORTINA
- RIKKI KASSO
- LE VISIONI DI ALESSANDRO
- PUNKEROTIC
- ALEKSEY & MARINA
- FOTOGRAFISMI
- VIDEOGENÌE: Bauhouse
- AUTOPAINTING
- RESPIRAZIONE 1
- RESPIRAZIONE 2
- RESPIRAZIONE 3
- TALENTI
- ADVERTIMENTI
- VENEZIA '50-'70
- FOTORINTOCCHI: Ingrid Baars
- AERIC MEREDITH-GOUJON
- IL BLOG DEL SOLISTA
- BLOB CREATIVE GROUP
- DANIELE FORSYTHE
- KEN NGUYEN
- PHILIPPE BUKA
- TINA AICH
- ANDREA DIGLAS
- WEINPER & CO
- BRUNO BISANG
- Della Morte Dell'Amore
I MIEI BLOG AMICI
SCOPRI SE ESISTI E RESISTI, FATTI IL
LE PROVE DELLA BUFALA MEDIATICA 11 SETTEMBRE 8.
LE PROVE DELLA BUFALA MEDIATICA 11 SETTEMBRE 7.
LE PROVE DELLA BUFALA MEDIATICA 11 SETTEMBRE 6.
LE PROVE DELLA BUFALA MEDIATICA 11 SETTEMBRE 5.
LE PROVE DELLA BUFALA MEDIATICA 11 SETTEMBRE 4.
LE PROVE DELLA BUFALA MEDIATICA 11 SETTEMBRE 3.
LE PROVE DELLA BUFALA MEDIATICA 11 SETTEMBRE 2.
LE PROVE DELLA BUFALA MEDIATICA 11 SETTEMBRE 1.
TAG
A TE
La costruzione di un amorespezza le vene delle manimescola il sangue col sudorese te ne rimaneLa costruzione di un amorenon ripaga del doloreè come un'altare di sabbiain riva al mareLa costruzione del mio amoremi piace guardarla salirecome un grattacielo di cento pianio come un girasoleEd io ci metto l'esperienzacome su un albero di Natalecome un regalo ad una sposaun qualcosa che sta líe che non fa maleE ad ogni piano c'è un sorrisoper ogni inverno da passaread ogni piano un Paradisoda consumareDietro una porta un po' d'amoreper quando non ci sarà tempo di fare l'amoreper quando vorrai buttare viala mia sola fotografiaE intanto guardo questo amoreche si fa piú vicino al cielocome se dopo tanto amorebastasse ancora il cieloE sono quie mi meravigliatanto da mordermi le braccia,ma no, son proprio iolo specchio ha la mia facciaSono io che guardo questo amoreche si fa più vicino al cielocome se dopo l'orizzonteci fosse ancora cieloE tutto ció mi meravigliatanto che se finisse adessolo so io chiedereiche mi crollasse addossoE la fortuna di un amorecome lo so che può cambiaredopo si dice l'ho fatto per farema era per non morireSi dice che bello tornare alla vitache mi era sembrata finitache bello tornare a vederee quel che è peggio è che è tutto veroperchéLa costruzione di un amorespezza le vene delle manimescola il sangue col sudorese te ne rimaneLa costruzione di un amorenon ripaga del doloreè come un'altare di sabbiain riva al mareE intanto guardo questo amoreche si fa piú vicino al cielocome se dopo tanto amorebastasse ancora il cieloE sono quie mi meravigliatanto da mordermi le braccia,ma no, son proprio iolo specchio ha la mia facciaSono io che guardo questo amoreche si fa grande come il cielocome se dopo l'orizzonteci fosse ancora cieloE tutto ció mi meravigliatanto che se finisse adessolo so io chiedereiche mi crollasse addossoSì.[Ivano Fossati]
« Ti ho offerto il cuore | Il Dono » |
Da uomo a uomo
Post n°238 pubblicato il 21 Novembre 2009 da talassos
In occasione del 25 novembre Giornata internazionale per l'Eliminazione della Violenza sulle Donne Da uomo a uomo
Sono un uomo e vedo la violenza maschile intorno a me. Vedo anche, però, il desiderio di cambiamento di molti uomini. Scelgo di guardare in faccia quella violenza e di ascoltare quel desiderio di cambiamento. So che quel desiderio è una risorsa per sradicare quella violenza. Di fronte alle storie di mariti che chiudono le mogli in casa o le ammazzano di botte, di fidanzati che uccidono per gelosia le proprie ragazze, di uomini che aggrediscono o stuprano donne in un parco o in un garage, non penso "Sono matti, ubriachi o magari i soliti immigrati !", non mi viene da dire: "Quella se l'è cercata!". Tutto questo mi riguarda, ci riguarda. Quando sento giudicare gli immigrati come una minaccia alle "nostre donne" ricordo che la violenza contro le donne non nasce nelle strade buie, ma all'interno delle nostre case, ed è opera di tanti uomini, italiani e non, che picchiano e uccidono le "proprie" donne. Quando osservo l'ironia, il disprezzo, la discriminazione che precedono la violenza contro lesbiche e gay non penso: "Facciano quel che gli pare, ma a casa loro". So che mi riguarda, ci riguarda: quell'ironia e quel disprezzo li conosco fin da piccolo, sono una minaccia per chi non si comporta "da uomo". La libertà di amare chi vogliamo e come vogliamo o è di tutti o non è di nessuno. Quando penso alle donne, spesso straniere, costrette a prostituirsi, prive di diritti, alla ricerca di difficili vie di uscita, non penso che "rovinano il decoro delle città". Vedo nella loro vita l'effetto di un razzismo che avanza. La prostituzione, scelta od obbligata, parla innanzitutto dei nove milioni di clienti italiani e della sessualità maschile ridotta alla miseria dello sfogo e del consumo.
Sono stanco della retorica della patria, del nemico e dell'onore, della virilità muscolare e arrogante.
Al potere preferiamo la libertà, la libertà di incontrare il desiderio libero delle donne, compreso, eventualmente, il loro rifiuto.
Non vogliamo limitarci alle "buone maniere" e al "politicamente corretto". Non ci sentiamo "protettori" né "liberatori". Sappiamo che le donne non sono affatto "deboli". La loro libertà, la loro autonomia, nel lavoro, nelle scelte di vita, nella sessualità, non sono una minaccia per noi uomini e nemmeno una concessione da far loro per dovere. Sono un'opportunità per vivere insieme una vita più libera e ricca. Non ci basta dire che siamo contro la violenza maschile sulle donne. Desideriamo e crediamo in un'altra civiltà delle relazioni tra persone, una diversa qualità della vita, libera dalla paura e dal dominio. Vogliamo vivere una sessualità che sia altro dalla conferma della propria virilità e del proprio potere. Molti uomini hanno finora vissuto questo tentativo di cambiamento individualmente, cercando un modo nuovo di essere padre, una diversa relazione con la propria compagna, un modo diverso di stare con gli altri uomini, un rapporto diverso con il lavoro. Questa ricerca è però spesso rimasta solitaria e invisibile, senza parole. Vogliamo esprimerci in prima persona, vogliamo che il desiderio di libertà e di cambiamento di migliaia di uomini diventi un fatto collettivo, visibile, capace di parlare ad altri uomini.
il 21 novembre a Roma, in Piazza Farnese, dalle ore 15,30 alle 19,30 un'iniziativa nazionale aperta a uomini e donne per informazioni e adesioni contattare info@maschileplurale.it
|
E-MAIL ME!
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
WHERE ARE YOU FROM?
MAPLOCO
AI MIEI FIGLI
Kriton Athanasulis
Non voglio che tu sia lo zimbello del mondo.
Ti lascio il sole che lasciò mio padre a me.
Le stelle brilleranno uguali ed uguali ti indurranno
le notti a dolce sonno.
Il mare t’empirà di sogni. Ti lascio
il mio sorriso amareggiato: fanne scialo
ma non tradirmi. Il mondo è povero
oggi. S’è tanto insanguinato questo mondo
ed è rimasto povero. Diventa ricco
tu guadagnando l’amore del mondo.
Ti lascio la mia lotta incompiuta
e l’arma con la canna arroventata.
Non l’appendere al muro. Il mondo ne ha bisogno.
Ti lascio il mio cordoglio. Tanta pena
vinta nelle battaglie del tempo.
E ricorda. Quest’ordine ti lascio.
Ricordare vuol dire non morire.
Non dire mai che sono stato indegno, che
disperazione mi ha portato avanti e son rimasto
indietro, al di qua della trincea.
Ho gridato, gridato mille e mille volte no,
ma soffiava un gran vento e piogge e grandine
hanno sepolto la mia voce. Ti lascio
la mia storia vergata con la mano
d’una qualche speranza. A te finirla.
Ti lascio i simulacri degli eroi
con le mani mozzate,
ragazzi che non fecero a tempo
ad assumere austere forme d’uomo,
madri vestite di bruno, fanciulle violentate.
Ti lascio la memoria di Belsen e Auschwitz.
Fa presto a farti grande. Nutri bene
il tuo gracile cuore con la carne
della pace del mondo, ragazzo, ragazzo.
Impara che milioni di fratelli innocenti
svanirono d’un tratto nelle nevi gelate
in una tomba comune e spregiata.
Si chiamano nemici; già. I nemici dell’odio.
Ti lascio l’indirizzo della tomba
perché tu vada a leggere l’epigrafe.
Ti lascio accampamenti
d’una città con tanti prigionieri,
dicono sempre si, ma dentro loro mugghia
l’imprigionato no dell’uomo libero.
Anch’io sono di quelli che dicono di fuori
Il sì della necessità, ma nutro, dentro, il no.
Così è stato il mio tempo. Gira l’occhio
dolce al nostro crepuscolo amaro,
il pane è fatto di pietra, l’acqua di fango,
la verità un uccello che non canta.
È questo che ti lascio. Io conquistai il coraggio
d’essere fiero. Sforzati di vivere.
Salta il fosso da solo e fatti libero.
Attendo nuove. È questo che ti lascio.
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
I messaggi sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Inviato da: adagio.14
il 01/02/2019 alle 19:12
Inviato da: cassetta2
il 17/09/2018 alle 16:11
Inviato da: UnaDivaCattiva
il 08/11/2011 alle 14:53
Inviato da: loraluna
il 28/09/2010 alle 14:13
Inviato da: sa.rocc
il 03/08/2010 alle 22:07