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A R A B E S Q U E
Post n°3 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da tamara.donati
Nella danza il corpo si subordina al dominio del sentimento, divenendo espressione di una fisicità trascendente che nasce dalla fusione della materia con lo spirito in estasi. In ARABESQUE è racchiusa l'essenza della danza per dare vita ad un ciclo, in divenire, in cui ogni opera è fine a se stessa e nel contempo corale con le altre. Tale ciclo è costituito da un simbolo convenzionale: la stessa figura ad arabesque, archetipo che si ripete in ogni singola opera. La figura nel protendersi verso l'alto esprime simbolicamente elevazione, ossia l'evoluzione umana verso i valori dello spirito; evoca la libertà da ogni vincolo del quotidiano a favore di altre dimensioni e realtà. La figura ad arabesque è così il lèitmotiv che scandisce tutto il ciclo e, nel costante ripetersi di opera in opera, diviene il "pretesto" per esprimere liberamente concetti che travalicano l'apparenza estetica della figura di danza. Formalmente, poi, costituisce lo stereotipo che rivela in sé un tacito contenuto di carattere sociologico: la civiltà dell'immagine che, con i suoi condizionamenti, crea una realtà basata sulla fruizione passiva di modelli prestabiliti, nell'infinito succedersi di una stessa tendenza. Arabesque è una ricerca che si dipana in risultati molteplici, successivi e potenzialmente senza fine. Non c'è un apice ma un percorso che dura anni e segue l'intero sviluppo dell'idea nel ripetersi di una, o più volte, o infinite volte, senza mai perdere quel fascino dell'incompiuto e dell'infinito che è alla base di ogni percezione estetica; il divenire delle forme; le forme in divenire; il tendere delle forme verso un attimo di perfezione che è irraggiungibile, ma che meriterebbe di essere raggiunto. In Arabesque a venire ritratto è un processo, un atteggiamento mentale, non più solo una forma, un tema. Concetti materializzati attraverso la forma che si riproduce e forme che danno visione a pensieri altrimenti invisibili, in una politezza iconica ed una sostanzialmente lucida figurazione araldica. Una sagoma di figura ad arabesque (intera o parti di essa) entra a far parte di ogni opera. I supporti e le materie utilizzate, diversi di volta in volta, determinano eclettismo nell'operare tecnico, ma essi sono solo il mezzo e non il fine che è invece relativo alla significazione dell'opera singola, alla sintonia dell'insieme nonché al concetto generale assunto dall'intera serie. L'impaginazione delle opere consiste in particolari tagli in spazi minimalisti, metafisici, in cui la prospettiva si esaurisce dove comincia il vero desiderio di andare oltre il supporto. Alla base della ricerca, il bisogno di oltrepassare la materia: non linee delimitate nello spazio, ma continuità dello spazio nella materia. T. D. |
Inviato da: Vellutoechampagne
il 26/01/2011 alle 13:01
Inviato da: mistyc61
il 13/03/2010 alle 14:21
Inviato da: mistyc61
il 04/02/2010 alle 18:59
Inviato da: antoniobigliardi
il 25/01/2010 alle 22:28
Inviato da: mistyc61
il 31/12/2009 alle 20:29