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« Storia di una storiaEva Montanari »

Nicoletta Ceccoli

Post n°23 pubblicato il 15 Agosto 2007 da TamaraRufo
 

Riceve nel 2001 il premio Andersen come migliore illustratrice italiana dell’anno.

Le illustrazioni di Nicoletta colpiscono per la delicatezza dei colori, per l’espressività di un candore tenue eppure inquietante. Le sue immagini poetiche hanno la capacità di esorcizzare il senso di ingiustizia della realtà per farlo arrivare sotto forma di messaggio sopportabile allo sguardo senza difese dei bambini.

Nicoletta Ceccoli è una lente estremamente sensibile attraverso cui la realtà è filtrata, cautamente interpretata per poter giungere anche agli occhi dei più piccoli con coscienza e verità.

La poesia racchiusa nella pittura di quest’artista dimostra come una fiaba possa avere sempre un valore intrinseco, una morale profonda che insegna.

L’immaginazione qui incontra il messaggio sociale, l’immersione originale nella vita quotidiana con illustrazioni tra realismo e surrealismo tali da rappresentare un universo tanto fragile e imprevedibile quanto meraviglioso e stupefacente.

La scelta raffinata dei colori favorisce i toni che preoccupano ma allietano anche, alleggerendone il peso sottointeso delle tematiche trattate.

La favola illustrata “Nero lupo Rosso cappuccetto” ne è un esempio esaustivo, parabola di una realtà che travalica la favola e dimostra d’essere più concreta e tangibile di quanto appaia.

La stessa Nicoletta afferma: “Quando disegno, tento di unire all’emozionalità di un bambino la maggiore consapevolezza e il controllo di un adulto. Provo a colmare il divario così da offrire l’opportunità di un aiuto, di una chiave di lettura per una crescita più accorta e informata”.

Nicoletta si ispira sia all’arte classica che moderna, da Paolo Uccello a Giorgio De Chirico, Magritte, Balthus, Hopper, Van Eyck, Vermeer.

“Più mi guardo intorno” racconta Nicoletta, “più mi sento ricca dentro. Più io vivo, più ho da raccontare con i miei colori”.

Un connubio molto significativo è quello che vede lavorare insieme Nicoletta e Roberto Geminiani. I racconti di Geminiani spesso scuotono la critica, per il loro contenuto di favole dal finale shock. Argomenti sempre riguardosamente affrontati ma drammaticamente specchio di storie di uomini, donne, bambini divorati dalla follia.

In “Carne”, Geminiani racconta storie sconvolgenti, quotidiane nella loro tragicità. Storie di violenza sessuale, di abusi, storie nelle quali il confine tra realtà e finzione è talmente rarefatto da lasciare attoniti, coinvolti, allarmati.

Nicoletta illustra il libro di Geminiani consolidando così anche questa direzione artistica, la sua comunicatività attraverso le immagini e l’immaginazione.

Anche se con mezzi di espressione diversi questi due artisti toccano temi difficili.

Geminiani recupera addirittura l’antico monito contenuto nella favola di Charles Perrault, “Cappuccetto Rosso”, con la quale oltre trecento anni fa l’autore intendeva mettere in guardia i bambini dai pedofili. Messaggio originale che in seguito il tramandare della fiaba ha poi fatto perdere di vista.

Una collaborazione quindi più che mai significativa, eloquente ed efficace.

Nicoletta Ceccoli attraverso la cura dei dettagli rivela note di malinconia che rivestono la palese atmosfera di incanto e di sogno. Al di là delle linee e dei colori limpidi si diffondono le ombre. Ma mentre Nicoletta resta morbida, quasi eterea nella sua scelta comunicativa, sospesa nelle sue illustrazioni, Geminiani è più struggente e duro. Le sue fiabe sui generis animano l’opinione pubblica per i suoi scioccanti avvisi di fiducia tradita, di innocenza rubata, di violenza inaspettata. Come in un fiaba disilluderebbe l’assenza di un lieto fine così Roberto rivela l’apparenza ingannevole delle sue favole.

 
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