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TUTTO IL TANGO DI ROMA

Post n°5 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da Tango.Roma
 

 

L'obiettivo di questo gruppo è la concentrazione e la diffusione imparziale delle varie attività di Tango della capitale. Svolgerà quindi solo un'attività di servizio nell'interesse comune, senza attribuire alcun riconoscimento particolare o posizione di prestigio a quanti volontariamente e liberamente collaboreranno. Sono invitati ad aderire sia i singoli tangheri che le associazioni che hanno diffuso negli anni la Cultura del Tango a Roma.


 

 
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Breve storia del Tango

Post n°4 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da Tango.Roma
 

Il Tango fa la sua comparsa nei sobborghi di Buenos Aires intorno al 1880. 

Purtroppo non si sa molto di come sia nato e perfino l'origine del termine è del tutto incerta, ne vi è un nome, una data, un episodio particolare che sia legato al suo esordio. Appare all'improvviso come una sorta di linguaggio comune della gente di Buenos Aires, folle di immigrati italiani, spagnoli, tedeschi, russi, famiglie numerose che abitano fianco a fianco nei grandi conventillos, nei cui cortili le note e i passi uniscono le persone più di quel castigliano sgrammaticato che ciascuno si sforza di parlare. Nell'arrabal, il quartiere di periferia, si realizza l'incontro fra la gente del porto e la gente delle campagne. La gente della pampa porta la payada, un'antica forma di poesia popolare caratteristica delle feste di paese: il payador improvvisa sei versi endecasillabi, seguiti da un caratteristico stacco di chitarra. Intorno al 1870 la payada si evolve e ad essa si unisce il ballo: è la habanera, danza spagnola diffusasi a Cuba e portata dai marinai fino alle due sponde del Rio della Plata, che si diffonde ma immediatamente si trasforma, assumendo l'andamento caratteristico e insolito di una camminata in cui l'uomo avanza e la donna indietreggia. Nasce così la milonga, e milonguear significa passare la notte alternando canto e ballo. Dal porto di Buenos Aires arriva anche il candombe, danza caratteristica dei neri (che avevano abitato un piccolo borgo nella parte vecchia prima di scomparire decimati dalla febbre gialla), in cui le coppie ballano separate ma molto vicine, abbandonandosi a sensuali movimenti pelvici. Sono gli ingredienti che si fondono nel tango.

I primi tanghi, privi di autori riconosciuti, erano mere compilazioni di melodie folcloristiche, talvolta corredate da testi di tono gioioso e licenzioso. Il primo Tango d'autore, "El Entrerriano" venne composto da Rosendo Mendizábal nel 1896. Le prime formazioni orchestrali di Tango erano costituite da piccole orchestre di tre o quattro strumenti facilmente trasportabili; il trio flauto, arpa e violino venne ben presto sostituito dal trio bandoneón, chitarra e violino. Agli inizi del XX secolo il pianoforte si sostituì alla chitarra, inagurando così la formazione strumentale classica dell'orchestra da Tango. Tra i maggiori autori del primo periodo del Tango, convenzionalmente denominato Guardia Vieja ("vecchia guardia") e compreso indicativamente tra il 1900 e il 1920, si ricordano Angel Villoldo, Roberto Firpo e Francisco Canaro.

Intorno al 1910 il Tango approdò e iniziò a diffondersi con grande successo negli Stati Uniti e a Parigi, da dove si propagò poi nel resto d'Europa. Divenne ben presto una danza alla moda e subì una sorta di deformazione e cristallizzazione delle sue forme originarie, iniziando a essere eseguito con passi rapidi, movimenti a scatto e figure fisse. La fama raggiunta dal Tango tra il 1913 e il 1939 suscitò l'interesse di molti compositori dell'epoca, tra cui Igor Stravinskij, Ernst Krenek, Morton Gould e Kurt Weill.

Nei primi anni del XX secolo il Tango si diffuse anche tra le élite di Buenos Aires, conquistando le platee dei cabaret e dei teatri. Nacquero le prime orchestre stabili, solitamente sestetti, con bandoneón, violini, pianoforte e contrabbasso. Musicisti più abili e compositori più raffinati, come Julio de Caro e Osvaldo Fresedo, lo rimodellarono e lo modernizzarono, dando vita alla cosiddetta Guardia Nueva ("nuova guardia"). La diffusione del grammofono, nonché la possibilità di cantare nei teatri o alla radio, favorirono la comparsa della figura del cantante di Tango, il più celebre dei quali rimane Carlos Gardel. Per soddisfare la domanda di Tango cantato emersero i primi parolieri di grande levatura (molti dei quali di origine italiana), quali Enrique Santos Discépolo, Homero Manzi, Enrique Cadicamo e Pascual Contursi.

Anche grazie all'enorme successo riscontrato in Europa, il Tango conobbe una fase di modernizazzione che modificò in maniera sostanziale sia la musica che i testi degli anni Quaranta. Tra i compositori e i direttori d'orchestra di quest'epoca primeggiarono Osvaldo Pugliese e Carlos di Sarli (che avevano iniziato a comporre già negli anni Venti), Aníbal Troilo e Alfredo Gobbi. Le orchestre favorirono la nascita dei primi estribillistas (cantanti che eseguono unicamente il ritornello): tra questi, mitica rimane la figura di Roberto Goyeneche. Verso la metà degli anni Cinquanta prese vita un movimento cosiddetto di avanguardia, che trovò il suo massimo esponente in Astor Piazzolla. Fortemente influenzato da grandi maestri della musica colta, come il già citato Igor Stravinskij e Béla Bartók, egli introdusse nel Tango moderne armonie dissonanti, ritmi non tradizionali e l'improvvisazione mutuata dal jazz.

Il Tango come danza prese vita nelle strade, nei locali di periferia e nei postriboli delle capitali rioplatensi, dove si raccoglieva la popolazione di immigrati giunti nel nuovo continente negli ultimi decenni del XIX secolo. Il ballo si diffuse inizialmente tra gli uomini. Era infatti considerato immorale se ballato in pubblico da coppie miste, anche per l'evidente allusione all'atto sessuale: la coppia danza infatti abbracciata, solitamente guancia a guancia, molto unita nella parte superiore del corpo, mentre la parte inferiore esegue una serie di passi e figure in cui sovente le gambe e i bacini finiscono con l'essere a stretto contatto. Tratto distintivo del Tango-danza è la combinazione di passi e figure improvvisati dalla coppia di ballerini, che danno vita a una coreografia strettamente ispirata dalla musica. Tra i più celebri ballerini della storia del Tango si cita Benito Bianquet (1885-1942), noto come "El Cachafaz".

Nato come musica da ballo, il Tango si arricchì ben presto di testi destinati a diventare parte indissolubile della forma musicale che ne è all'origine. Sovente giocosi e picareschi agli esordi, negli anni Venti e Trenta i testi dei tanghi iniziarono a ruotare attorno ad argomenti-chiave quali la famiglia, la figura mitizzata della madre, la vita dissoluta e lasciva dei cabaret, la faticosa realtà dell'emigrato, la nostalgia per la patria e l'amore lontani. I testi dei tanghi della cosiddetta "epoca d'oro" sono invece intrisi di malinconia e di fatalismo, evocano le pene e le gioie d'amore, le speranze, i ricordi e la vita di marginalità delle modeste classi rioplatensi. I testi attingono a fonti diverse, tra cui le poesie scritte in lunfardo, gergo delle periferie rioplatensi di marcata derivazione italiana.

Tra gli scrittori che hanno dedicato pagine significative della loro produzione al Tango si citano gli argentini: Evaristo Carriego (1883-1912), Jorge Luis Borges, Julio Cortázar e Osvaldo Soriano.

 
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IL GALATEO DELLA MILONGA

Post n°2 pubblicato il 02 Febbraio 2012 da Tango.Roma
 

 Il vocabolo milonga può significare parola, confusione, litigio. L'origine precisa è incerta e discussa, tuttavia indicava in passato (1900) un luogo d'incontro dove passare il tempo libero dalle fatiche della giornata, ballando e ascoltando musica come la discoteca o una sagra paesana. Tutt’ora la milonga è il locale dove si balla tango argentino. 

 

In milonga dovrebbero valere le regole del buon senso e dell'educazione "di una volta". Le milonghe avevano infatti delle regole molto rigide e, in una Buenos Aires dove incontrare un coltello era frequente quanto una stretta di mano, le regole garantivano il quieto vivere. 

 

Al giorno d'oggi, molti elementi della tradizione (e della cultura) sono andati persi, ma meritano di essere citati per meglio apprezzare la cultura tanghera. 

 

In milonga gli uomini e le donne sedevano in tavoli separati su lati opposti della sala. In questo modo è favorito l'invito: l'uomo a distanza, senza importunare la donna, la guarda (mira), se lei risponde allo sguardo la invita con un cenno della testa (cabezeo). Se la donna risponde con un cenno di assenso l'uomo si avvicina al tavolo e accompagna la donna in pista. 

 

In milogna la musica viene proposta dal musicalizador (il dj del tango) in tande. Una tanda è una sequenza di brani lunga a piacere del musicalizador. Solitamente si alternano 3/4 brani di tango, 3 valtz, una cortina, altri 3/4 di tango e 3 milonga, una cortina e così via. Un buon musicalizador riesce a creare tande "coerenti", cioè che hanno una continuità per orchestra/direttore/periodo/tipologia dei brani. La cortina è un pezzo non ballabile di una trentina di secondi, che sancisce la fine della tanda. La cortina ha dunque un triplice scopo, di consentire il cambio di stile musicale, di permettere alle coppie di entrare in pista quando nessuno balla, di permettere alle coppie che hanno ballato dall'ininzio della tanda di interrompere il ballo senza creare situazioni imbarazzanti: è un codice. 

 

In pista il ballo si sviluppa in senso antiorario, lungo il bordo della pista. Lo spazio in pista è solitamente ristretto e, poiché il tango è improvvisazione, solitamente è difficilmente prevedibile cosa succederà. E poiché non si può assolutamente prevedere cosa succederà alle spalle dell'uomo (che guidando ha la responsabilità della coppia) il passo all'indietro dell'uomo, in direzione contraria cioè al senso di ballo, sarebbe assolutamente da evitare. 

 

Durante il ballo solitamente la coppia non comunica con le parole, che interrompono l'armonia che si forma nel ballo che trasforma la musica in movimento. Il momento buono per parlare è alla fine della musica, e di solito le chiacchiere si protraggono durante l'inzio del pezzo successivo, e poi si ricomincia e così via fino alla fine della tanda. Solitamente alla fine della tanda la coppia si scioglie, ed è coumunque la donna che fa capire che si può continuare a ballare una nuova tanda.

 

 

"IL GALATEO DELLA MILONGA"

Testo (attribuito) a Carlos Gavito 

 

1 - Quando si entra nella milonga ed è in corso un ballo non si attraversa la sala e si cerca di raggiungere il più rapidamente possibile il proprio posto camminando lungo la disposizione dei tavoli per evitare di intralciare il passo alle coppie che stanno ballando. 

 

2 - Al tavolino, mentre è in corso un ballo, si cerca di stare in silenzio per non disturbare la concentrazione dei ballerini e per non coprire la musica. 

 

3 - E’ maleducazione parlare durante le comunicazioni del musicalizador e soprattutto durante le esecuzioni del complesso orchestrale. 

 

4 - La direzione del ballo è esclusivamente da destra a sinistra, quindi nel senso contrario a quello dell’orologio. 

 

5 - La coppia si muove sempre e soltanto in avanti sulla stessa linea ideale. Non ondeggia a destra e a sinistra, non taglia la strada ad altre coppie, non effettua alcun passo indietro. 

 

6 - Il tanguero prima di eseguire la salida, controllerà lo spazio disponibile di intorno a se, aspettando il momento corretto per inserirsi nel ballo, eviterà il passo 1 e inizierà direttamente col passo 2 della base. 

 

7 - Durante il ballo il tanguero evita sempre il passo indietro. 

 

8 - Il tanguero durante il ballo controlla sempre lo spazio davanti a sè, a destra e a sinistra per evitare lo scontro con altre coppie 

 

9 - Il tanguero si preoccupa di non condurre la propria ballerina addosso ad altre coppie 

 

10 - Se la milonga è affollata il tanguero evita in modo particolare di comandare alla propria ballerina il voleo medio e alto, ganci, etc. 

 

11 - Se la milonga è affollata la coppia non si ferma mai per eseguire una figura, se non negli spazi eventuali a fondo sala. La coppia che insiste nell’invadere lo spazio con figure può essere invitata ad abbandonare la milonga. 

 

12 - Le coppie avanzate evitano di creare imbarazzo alle coppie principianti e tollerano i loro errori. Le coppie principianti devono tenere presenti le regole della milonga. 

 

13 - Ai ballerini che non si conoscono si offre una cordiale accoglienza 

 

14 - I ballerini si salutano anche se non si conoscono 

 

15 - Quando si lascia la milonga non ci si scambiano i saluti creando gruppi nello spazio delle coppie che stanno ballando. 

 

16 - Non si parla mentre si balla un tango. 

 

> aggiungiamo qualche consiglio in più .... 

 

A - Invitare con entusiasmo e sorriso, non come ripiego alla noia 

 

B - Evitare di invitare grondanti di sudore (alcuni ragazzi portano una maglietta di ricambio) 

 

C - Non insistere ad invitare una donna che vi rifiuta 

 

D - Al momento del primissimo abbraccio lasciare alla donna la scelta sul tipo di contatto (abbraccio)  

 

E - Usare il primo tango per “testare” la ballerina e rimandare ai successivi tanghi i passi più elaborati 

 

F - Durante il ballo non si impartiranno mai lezioni al proprio partner, e da un segnale capito male si proporrà subito un'altro passo senza commenti. 

 

G - L'uomo sarà molto attento a lasciare i giusti spazi alla propria compagna di ballo, per permettergli di eseguire "adornos" a suo piacimento.  

 

H - I principianti evitino di rimanere "accerchiati" al centro della pista. 

 

I - E' bene che, una volta invitata una dama, si balli con lei almeno due o tre balli (di solito è la durata di una "tanda"). Alla fine di ogni ballo la dama eviti di dire "grazie", perchè ciò potrebbe essere inteso come un commiato o desiderio di troncare il ballo. Solo alla fine ci si scambierà qualche parola ed eventuali complimenti. al termine si accompagnerà la dama al proprio posto. 

 

L - E' consuetudine nel caso di una coppia consolidata, il primo e l'ultimo ballo della serata devono essere lasciati in esclusiva al proprio partner.  

 

M - A fine tanda salutare con un sorriso e accompagnare la ballerina almeno fino a bordo pista. 

 

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Il cabeceo è uno strumento potente, ma occorre attenzione! 

OTTO CONSIGLI PER AVER SUCCESSO COL CABECEO

(di Alejandra Todaro) 

 

Il detto che afferma “in una milonga, tutti vedono tutto”, qui, calza in modo speciale.

I milongueros (uomini e donne) passano tanti di quegli anni a guardarsi l’un l’altro, da apparire quasi “telepatici”. 

 

1 - Fa’ un piano e sii accurato. Decidi in anticipo con chi vuoi ballare e quale ballo. 

 

2 - Serbati una scappatoia: scegli anzitempo una seconda ed una terza persona con cui ballare e memorizzale bene. 

 

3 - Cerca di identificare velocemente la musica della tanda, e comincia subito a fissare intensamente la prima persona che hai scelto per quel tipo di musica. 

 

4 - Non distogliere lo sguardo da lei, neanche per un secondo. (se hai una storia – leggi: un vissuto tanguero – il resto è facile, perché lui o lei probabilmente ricambieranno lo sguardo non appena parte la musica). 

 

5 - Se lo sguardo non è ricambiato, aspetta un attimo. Se avverti che la persona è consapevole della tua presenza, ma sta guardando altrove, sposta immediatamente il tuo sguardo alla seconda persona scelta, e ripeti il processo. 

 

6 - Se si stabilisce il contatto visivo, qualsiasi segnale di riconoscimento funzionerà. Fra i milongueros e milongueras, questo di solito non è nulla più di un sguardo di un secondo o due, o un lieve cenno/inclinazione del capo, o un’occhiata brevissima alla pista. 

 

 7- Se, per errore, si verificasse un contatto visivo con qualcuno/a con cui non desideri ballare, non mostrare alcun segno di reazione e volgi immediatamente lo sguardo altrove. 

 

8 - Una volta accettato l’invito, ambedue i partner dovrebbero mantenersi in contatto visivo, mentre la donna sta seduta e l’uomo raggira la pista e si ferma in piedi di fronte a lei. La donna dovrebbe alzarsi per ballare soltanto quando è faccia a faccia, occhi negli occhi, con l’uomo che l’ha “mirata” (questo evita possibili disguidi dovuti a “segnali incrociati”, ossia, qualora il/la partner scelto/a sia nella stessa linea di posti a sedere, ma una o due file dietro). Finito il ballo/la tanda, l’uomo riaccompagna sempre la donna al suo tavolo (di lei), e poi torna al proprio. 

 

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