TEMPIO DI SARASWATI

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Yule&Natale

Post n°7 pubblicato il 12 Dicembre 2006 da lady_elektra
Foto di lady_elektra

Nella tradizione germanica precristiana, Yule era la festa del solstizio d'inverno. Nel neopaganesimo, soprattutto germanico odierno rappresenta uno degli otto giorni solari, o sabbat; viene celebrata intorno al 21 dicembre nell'emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale.
Yule è anche un termine arcaico per il
Natale (con questo significato viene riportato, per esempio, nei dizionari della lingua inglese; il termine appare ancora in alcuni canti natalizi ed è tuttora usato in alcuni dialetti scozzesi).
L'etimologia della parola "Yule" (Jól) non è chiara. È diffusa (ma probabilmente errata) l'idea che derivi dal
norreno Hjól ("ruota"), con riferimento al fatto che, nel solstizio d'inverno, la "ruota dell'anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire". I linguisti suggeriscono invece che Jól sia stata ereditata dalle lingue germaniche da un substrato linguistico pre-indoeuropea. Nei linguaggi scandinavi, il termine Jul ha entrambi i significati di Yule e di Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche (e indica il Natale), sebbene tali lingue non siano di ceppo germanico.
Non si sa molto sulla festa di Yule nella tradizione norrena. È certo che la celebrazione avvenive durante il solstizio invernale in epoca
precristiana. Nonostante i siano numerosi riferimenti a Yule nelle saghe islandesi, vi si trovano solo pochi e parziali resoconti circa la natura delle celebrazioni. Si trattava comunque di un periodo di riposo e danze, che in Islanda continuò a essere celebrato per tutto il medioevo, fino all'epoca della riforma. Si sa anche che durante la festa avveniva il sacrificio di un maiale in onore del dio norreno Freyr, una tradizione che è rimasta nella cultura scandinava, in cui a Natale si consuma carne di maiale.
 Michel Rouche riporta che confraternite di artigiani del IX secolo (che in seguito divennero gilde), furono denunciate dal clero cattolico per i loro patti di reciproco sostegno, formulati in banchetti annuali che si tenevano il 26 dicembre, "giorno di festa del dio pagano Jul", in cui venivano evocati demoni e spiriti dei morti (p. 432).
L'etimologia del termine gilde sembra essere gi(u)l-day.
Quando i missionari iniziarono la
conversione dei popoli germanici, adattarono alla tradizione cristiana molti simboli e feste locali (fu lo stesso Gregorio Magno, tra gli altri, a suggerire apertamente questo approccio alle gerarchie ecclesiastiche [2]). La festa di Yule venne quindi trasformata nel Natale, mantenendo però alcune delle sue tradizioni originarie. Fra i simboli moderni del Natale che parrebbero derivare da Yule compare, fra l'altro, l'uso decorativo del vischio e dell'agrifoglio.
Attualmente, con
Beltane e Samhain, Yule è una delle principali festività neopagane. In alcune tradizioni si commemora la morte dello Holly King ("Re Agrifoglio") che simbolizza l'anno vecchio ed il sole al declino, per mano del suo successore, Oak King ("Re Quercia"), che simboleggia l'anno nuovo ed il sole che inizia la sua ascesa. In altre tradizioni si celebra la nascita del nuovo dio Sole. Il rituale tradizionale è una vigilia celebrata dal tramonto all'alba successiva (la notte più lunga dell'anno) per assicurarsi che il sole sorga nuovamente. Fra i sabbat neopagani, Yule è preceduto da Samhain e seguito da Imbolc.
Poiché, nell'emisfero meridionale, Natale cade nel periodo più caldo dell'anno, alcuni
australiani celebrano una seconda festa nel solstizio d'inverno a giugno; questa festa è nota come Yulefest.

 
 
 
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[...]staccandoci dall'esistenza e cadendo nella vita, non ci saremmo più sentiti soli.
Fabio Volo, E' una vita che ti aspetto, p.79

 
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Piccolo dizionario cinese-inglese per innamorati
Quante parole servono per non perdersi nel groviglio di un paese (e di un cuore) stranieri? Z. sbarca a Heathrow dalla Cina. Nulla è come aveva immaginato. Pensa: "Sto in mezzo alla stanza, sono strana. Questo è l'Occidente". Ma il viaggio è cominciato, e fuori c'è Londra da vedere, da vivere, da esplorare parola per parola. Il vecchio mondo si specchia e si deforma nei suoi occhi, nei suoi pensieri saggi e stralunati. Si incontrano al cinema, una sera. Lui è inglese e ha 20 anni più di lei. Nella sua casa e nel suo letto Z. scopre l'amore: un tormento sottile che le insegna le parole e al tempo stesso gliele toglie. È come partire un'altra volta, senza mappa e senza dizionario. Romanzo rivelazione di una delle voci più fresche e originali della narrativa contemporanea, "Piccolo dizionario cinese-inglese per innamorati" parla di noi e degli altri, dell'amore e di quanto sia difficile, e inevitabile, incontrarsi.

 

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