"Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per un pezzo di pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi".
(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1979)
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La lucida e sempre attuale testimonianza di uno dei sopravvissuti più illustri ai campi di sterminio nazisti, Primo Levi, ci porta a ricordare la data del 27 gennaio 1945, giorno della liberazione del lager di Auschwitz e simbolo della libertà dalla schiavitù e dalla barbarie antisemita.
6 milioni di ebrei uccisi, oltre a prigionieri politici, cattolici, testimoni di Geova, omosessuali, asociali, handicappati: sono la triste conta dell'infamia più grande della storia.
A noi il DOVERE di ricordare.
Grazie a Primo Levi e a tutti coloro che ci invitano a tenere viva la memoria.
Inviato da: ibiscusrosa
il 10/07/2007 alle 00:53
Inviato da: ibiscusrosa
il 09/06/2007 alle 01:21
Inviato da: incazzatanera71
il 03/06/2007 alle 23:48
Inviato da: yaya.7
il 29/05/2007 alle 16:52
Inviato da: ilprovenzale
il 29/05/2007 alle 16:34