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Journey - La recensione
Post n°68 pubblicato il 05 Aprile 2012 da TerminusGamesPc
-Neil-
Talvolta capita, mentre converso con qualche cliente particolarmente loquace riguardo all'argomento che più riempie le mie giornate, ossia i videogames, di lasciarmi sfuggire, con malcelato timore nelle parole, la definizione "forma d'arte". E mi accorgo, nella stragrande maggioranza dei casi, della loro reazione quasi ironica a questi termini, mentre annuiscono emettendo suoni gutturali di finto assenso atti ad accontentarmi e pacificarmi come metaforiche pacche sulle spalle. Poiché solo la pittura è arte; poiché solo la letteratura è arte; poiché solo la musica è arte, o forse lo sono solo fotografia, cinema ed architettura. Un sacco di cazzate. Arte è qualsiasi cosa susciti emozioni. Può essere la natura, può essere un fumetto, e dannazione, può esserlo anche un videogioco. Più di una volta mi sono ritrovato estasiato e perso nelle pagine di un capolavoro della letteratura moderna, ed altrettante volte mi sono trovato commosso di fronte al grande schermo, ma ancor più volte mi sono trovato ad applaudire durante i titoli di coda di un videogioco particolarmente sorprendente con gli occhi pieni di lacrime. E' ovvio, non capita spesso, ma quanti Lord of the Rings o Guerra e Pace sono stati scritti? Quante Mona Lisa sono esposte al Louvre? Andando a ritroso ricordo i Trine, i Mass Effect, anche se per i motivi sbagliati forse, Red Dead Redemption, Heavy Rain e Final Fantasy VII su tutti. Ma è stato quello che più di recente ho giocato a farmi più ragionare su questo argomento. Si tratta di Journey, l'ultimo capolavoro di Jenova Chen, da molti considerato il Michelangelo del videogame nonché co-fondatore, assieme a Kellee Santiago, di quella fucina di genialità chiamata thatgamecompany. Ma cos'è Journey? Non è un videogioco per come lo intendiamo normalmente, innanzitutto, non ha punteggi, non ha statistiche, non ha una parvenza di agonismo altrimenti tipica del concetto di videogame passato e moderno. E' un esperienza, un viaggio attraverso un deserto vivo e pulsante nella sua dolorosa desolazione, un lungo respiro senza l'obbligo costante di combattere e sopravvivere ma con il solo scopo di raggiungere la propria destinazione. E' un platform dove vento e musica sostituiscono tubi e crepacci, è un adventure in cui il nemico è la distanza tra noi e le dune più alte, e non vi sono lame a ferirci ma solo ore, poche ma giuste a dire il vero, ad obbligarci a riporre il controller. E' un concetto espresso con così tanta grazia e maestria da lasciare sorpresi e persi nella totale mancanza di menù e schermate di caricamento, un Flower meno stilizzato ma se possibile ancor più carismatico. E'la migliore esperienza che possiate permettervi in questi giorni di calma videoludica, soprattutto in virtù dell'esiguo prezzo richiesto per l'acquisto. Non mi dilungherò in discorsi di gameplay, in inutili lungaggini tecniche, perché sarebbe come criticare Van Gogh per aver scelto una setola sbagliata. Stupido. Giocatelo e godetevelo, ma solo se siete ancora in grado di sognare, non più in grado di scindere realtà e finzione, allora entrerà nel vostro cuore. In caso contrario, smettete di leggere qui e tornate a Multiplayer, stringendo forte forte il vostro amato blu-ray di call of duty e riaccendete l'headset prima che i vostri amici comincino senza di voi. Voto Complessivo: 9,5 ...di seguito, un piccolo video atto a NON farvi capire cos'è davvero Journey.
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Sesso: M Etā: 41 Prov: BZ |
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