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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 28 Settembre 2008 da imeldamay

SORRIDERE, e perché dovrei?

L'altro giorno ho scritto ad un amico da poco ritrovato, che cerco di non lesinare sorrisi, perché un sorriso non costa niente e fa tanto bene a chi lo fa.

Ti sei accorto, gli ho scritto, che se sorridi, anche sforzandoti, il tuo cielo interiore muta, almeno un pochino? E’ matematico, il movimento del sorriso ti mette in moto un processo chimico-psichico…. Ed ho concluso mandandogli un sorriso.

L’amico ritrovato non mi ha risposto più. L’ho perso di nuovo, è scomparso dall'orizzonte.

Ho imparato che un sorriso può anche fare fuggire. Ma non gli amici.

Non i CUORI aperti e curiosi.

Fugge da un sorriso chi ha paura. Chi ha interesse a covare rancore, livore, rabbia. Lo dico, perché nella mia vita ho indossato anche quest’abito, per un bel po’.

Cito qui una frase che ho letto sul profilo di ILBRANDANO, alla quale mi sono permessa di aggiungere una parola fra parentesi, e che riassume benissimo quanto sopra.

“Sorridi sempre anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste, c’è la tristezza di non saper (più) sorridere”.

 

Del Messico ricorderò tante cose, ma una su tutte mi è rimasta impressa: la lezione delle persone che ti sorridono sempre. Ti guardano negli occhi, li cercano proprio, i tuoi occhi, per salutarti, per sorriderti, per ricordarti che sono qui  davanti a te, per questi brevi istanti, e qualsiasi cosa tu abbia nell’animo, sorridere è la prima medicina, è la prima nota blues. Avevo quasi vergogna a guardarli, schivavo gli sguardi, perché non riuscivo a rispondere ai sorrisi semplici e disarmanti dei passanti, degli inservienti, delle cassiere, delle mamme. Ma me le sono portate indietro dal viaggio tutte quelle perle bianche, quegli occhi tondi e caldi. Mi hanno perseguitata, come un incubo al contrario, finché non ne ho compreso il messaggio. 

Anni dopo, in Irlanda, ho trovato la terra degli occhi che ridono, un’altra terra generosa ed accogliente, dove le persone si aiutano e si sorridono, così, senza secondi fini. Mi sono ricordata dei miei Messicani. Seduta su uno scoglio sull’oceano, vicino all’erba più verde che c’è, ho sorriso e ci siamo finalmente abbracciati aldilà della grande acqua.

 
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