Creato da labirintidelcuore il 01/02/2010

LUCE CHE FILTRA.....

seppur debole, il suo chiarore può illuminare le notti...

 

 

Vieni

Post n°394 pubblicato il 21 Dicembre 2014 da labirintidelcuore
 





 

 

 

 

 

 

 

Vieni di notte, 
ma nel nostro cuore è sempre notte: 
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni in silenzio, 
noi non sappiamo più cosa dirci: 
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni in solitudine, 
ma ognuno di noi è sempre più solo: 
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni , figlio della pace, 
noi ignoriamo cosa sia la pace: 
e dunque vieni sempre, Signore. 

Vieni a consolarci, 
noi siamo sempre più tristi: 
e dunque vieni sempre , Signore. 

Vieni a cercarci, 
noi siamo sempre più perduti: 
e dunque vieni sempre, Signore.


David Maria Turoldo

 

 
 
 

Recita di Natale

Post n°393 pubblicato il 21 Dicembre 2014 da labirintidelcuore
 

Non c'è Natale, senza recita...

 

 

Qui il racconto ironico e divertente, ma non solo, di un Emanuele che ho visto piccolino e che ora è genitore ...

 

Dicembre 2012

La mia fulgida carriera teatrale ha conosciuto, ahimè, momenti neri ma formativi. Non molti anni fa ho visto almeno un centinaio di saggi scolastici dal punto di vista obliquo del siparista. Ogni sera gettavo uno sguardo pietoso in platea e osservavo la varia umanità dei parenti-spettatori, una massa ineducata temuta dalle maschere di sala più che un monologo di Testori senza intervallo.

I parenti-spettatori hanno vari vizi inclassificabili, come volere seguire tutti contemporaneamente i figli nelle strettissime vie di fuga dei camerini, o pretendere di tenere in sala il trio della Chicco completo accanto al posto assegnato. Ma la cosa che non mi è mai andata giù è l’ostinazione nel salutare il figlio o nipote proprio quando sta dando il meglio di sé in palcoscenico. Tanto più che lui, coi proiettori in faccia, vede come una talpa con il distacco della retina.

Pochi giorni fa ho debuttato nel ruolo di parente-spettatore.

Michele fa il primo anno di asilo, dunque prima recita di Natale. Secondo il nostro credo di genitori alternativi e avvezzi al mondo dello spettacolo, non portiamo nessun apparecchio di registrazione, né video, né audio, nè niente. Il ricordo di questo impagabile momento sopravviverà solo grazie alla nostra capacità mnemonica, è romantico e poi non saremo costretti a fissare per un’ora un lcd da un pollice.

Lo spettacolo racconta la nascita di Gesù, per fortuna, non i problemi di volo della magica renna Rudolph. Appena il sipario mostra l’intenzione di aprirsi, a me e a mia moglie esplodono gli occhi per la commozione. Come resistere di fronte a una Madonnina di cinque anni che riceve un annuncio mimato da un angelo di quattro? Il mio proverbiale senso critico teatrale è probabilmente incastrato nell’ombrello in guardaroba, perché a me sembra tutto perfetto: luci impeccabili, testi profondi, coreografie degne della migliore scuola russa. Quando inizio a supporre che quello che ho di fronte avrà un impatto sul teatro europeo pari o superiore all’Orlando Furioso di Ronconi, ho la lucidità di vedermi per un attimo da fuori. Devo ammetterlo, qualcosa sta falsando la mia obiettività. E quel qualcosa probabilmente è alto novanta centimetri e mi canticchia di fronte.

“Ambalam-belem, ambalam-belem”. “La prescella lei saraaà”. Questi i ritornelli della recita preferiti di Michele, che nell’ultimo mese li ha ripetuti anche nel sonno, tipo mantra. La mia indagine sul contenuto generale delle strofe mi ha permesso di attribuirgli dei significati ipotetici: il primo dice “Andare a Betlemme”, il secondo “La prescelta lei sarà”. Inevitabile il dubbio del genitore credente e riflessivo: cosa accidenti capirà il mio piccolissimo interprete di quello che sta raccontando con i suoi compagni?

La potenza estetica della recita di Natale mette in secondo piano tutte le possibili obiezioni paterne. A ogni nuovo rifiuto dell’albergatore, una nuova lacrima cerca un posto sulle mie guancie già fradice. Quand’ecco, un brivido di disappunto. Questo no. Questo non va. Qui mi dissocio.

Gesù bimbo si sta posando nella culla sorretto dalle tenere manine dell’angelo con le ali di brillantini. Maestre, ma scherziamo? Io che la notte di Natale di tre anni fa ero proprio in sala parto, non posso accettare una venuta al mondo tanto soft, con messo celeste riconvertito a cicogna. Il parto è un evento pieno di sangue e altre mostruosità, e di grida. Più che il contatto al suolo di una foglia, sembra l’aprire a spallate una porta. Nessuno ci pensa mai a che cosa sentiva Maria la notte santa. Io sì. Avrà imparato ad apprezzarne il ricordo col tempo ma, al momento, altro che l’espressione beata della statuetta nel mio presepe. Al di là dei noti dolori inconcepibili dal maschio, che smarrimento prova chi fino a un attimo prima si portava Dio in pancia, e poi lo vede li davanti, altro da sé?

Siamo quasi alla fine. Le mie mani aderiscono col palmo alla poltrona, ancorate dal peso delle cosce. Io, proprio io, non cadrò mai  nella tentazione del saluto. Ma ecco che …Laura, cosa fai? Sta sventolando il braccio destro, chissà da quando. No! Moglie mia! Figura educativa a me complementare! Perché saluti anche se siamo al buio e lui non ti può vedere? Roba da dilettanti della poltroncina! A questo punto il danno è fatto. Tanto vale. Mi alzo in piedi con la speranza di ricevere il dono temporaneo della fosforescenza. “Sono quiii. Micheleee”.

Il mio gesto temerario non ottiene nessuna modifica al mio abituale fotoassorbimento, ma mi dona un’altra grazia. Immediatamente comprendo che quella sì, è una nascita: l’inedito senso di impotenza sul destino (artistico e generale) di Michele. Ecco il significato del mio Natale 2012: vedere il nostro MiniNoi finalmente da di fronte, non per mano. E scoprire che la vita si genera inizialmente con l’unione, ma poi, e soprattutto, con il coraggio di tagliare.

 

* Emanuele Fant è nato nel 1979, è sposato con Laura, è papà di Michele e Clara. Ha studiato teatro all’università e ne ha fatto il suo lavoro, sperimentandosi in ogni mansione; educa e dirige una compagnia marionettistica di ex-senzatetto. Racconta questa avventura senza troppa continuità nel blog

 lemarionettedellamisericordia.blogspot.it .

 
 
 

Butterfly

Post n°392 pubblicato il 11 Dicembre 2014 da labirintidelcuore
 

 

 

Il segreto è
non correre
dietro alle farfalle.
È curare il giardino
perché loro
vengano da te.


Mario Quintana


 

 

Ezio Bosso - Better and sweet 


 
 
 

Attenzione !

Post n°391 pubblicato il 05 Settembre 2014 da labirintidelcuore
 

 

PC IN RIVOLTA,

BLOG

MOMENTANEAMENTE

SOSPESO...

 

a presto, spero

Terri

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Amori sbarrati

Post n°390 pubblicato il 20 Luglio 2014 da labirintidelcuore
 

 

 

 

Amori

di donne intrappolate 

donne intrappolate

dall'Amore...

 

 

 

Amori sbarrati

 

Lucio Battisti - Nel mio cuor, nell'anima

 
 
 

Amo

Post n°389 pubblicato il 20 Luglio 2014 da labirintidelcuore
 

 

 


Io amo più forse,

le colline e le fresche brezze

e le verdescuro pinete

che i giganti passi dell'uomo


Amelia Rosselli 

 
 
 

...

Post n°388 pubblicato il 16 Luglio 2014 da labirintidelcuore
 

 

 

Io non ti conosco di Stefano Accorsi

 

NON E' PIU' COME PRIMA...

In cinque parole una storia

 
 
 

-.-.-.-.-.

Post n°387 pubblicato il 04 Luglio 2014 da labirintidelcuore
 

 

 

OMNIA MEA MECUM PORTO


 ...Camminare è divagare dal sentiero segnato, dalla via principale per seguire sentieri e altre vie più discoste, più laterali, secondarie ed intraviste appena.

Camminare è fermarsi perché ne abbiamo voglia, perché le gambe, perché il posto, perché la luce, perché... siamo portati ad indugiare, divagare, sostare, contemplare. 

Camminare è un triplo movimento: non farci mettere fretta, accogliere il mondo, non dimenticarci di noi strada facendo. 

Eliminare il superfluo, chi cammina lo sa, è una delle prime regole. Per camminare bisogna essere leggeri e per essere leggeri bisogna ridurre all'essenziale.

Ridurre all'essenziale significa dare valore alle cose, riconoscerne l'anima più autentica.

E poi decidere. Decidere quello che porterai con te nel cammino e quello che lascerai.


Adriano Labbucci - Camminare, una rivoluzione



"Nessun luogo ti piacerà finché non avrai abbandonato il peso che hai nell'animo"

Seneca a Lucilio 

 

 

Sarò in cammino, per qualche giorno....

 

 

 Aaron Jay Kernis - Air 

 
 
 

Madre

Post n°386 pubblicato il 01 Luglio 2014 da labirintidelcuore
 

 

Umberto Boccioni - La Madre

 

 

Tango dell'assenza

Daniele di Bonaventura al Bandoneon

 
 
 

negli occhi

Post n°385 pubblicato il 27 Giugno 2014 da labirintidelcuore
 

 

 

 

Guardarsi negli occhi e trovare l'altro

e nell'altro ancora il profondo di sé. 

 

Una luce che si riflette in uno specchio,

ed in uno specchio nello specchio,

e così

in un continuo rimando...

 

 

Marina solleva il capo,

apre gli occhi e lo sguardo incrocia quello di Ulay,

l'uomo col quale ha condiviso vita ed esperienze artistiche.

 

Fra loro "parole mute"

 

 

'parole private che ti dedico in pubblico'

Thomas S.Eliot

 

 

 

 

 

La performer Marina Abramovic al Mo.Ma di New York incontra nello sguardo chiunque lo desideri. Seduti, uno di fronte all'altro nel silenzio che è assenza di parole ed intensità di comunicazione. 

Un'esperienza che tocca ed emoziona, poiché difficilmente qualcuno dedica a noi un tempo ed uno spazio esclusivo, sguardo nello sguardo, anima nell'anima.

Un tempo di concentrazione sul sé, attraverso l'altro.

 

E penso che forse la contemplazione, la preghiera silenziosa siano esperienze analoghe, uno stare silenziosi in Sua presenza e lasciarsi trasformare...

 

 
 
 

Scuola ed esami

Post n°384 pubblicato il 20 Giugno 2014 da labirintidelcuore
 

 

Mio figlio è il primo della classe. Entrando

 

Gino Patroni

 
 
 

Riflessi ritrovati

Post n°383 pubblicato il 16 Giugno 2014 da labirintidelcuore
 

Vivian Maier, un nome a cui ora è possibile collegare un viso.

 

 

Per caso sono state recuperate migliaia di foto che raccontano di una vita, di tante vite, immortalate dall'obiettivo di questa fotografa.

Lei, bambinaia in varie famiglie di Chicago, vedeva il mondo tramite la sua macchina fotografica che portava sempre al collo, pronta a fermare un'espressione, un viso particolare, una situazione buffa o di semplice vita quotidiana; racconti di vite che non avremmo mai conosciuto, espressioni che si sono materializzate in camera oscura.

Camminiamo e scopriamo con gli occhi di Vivian un mondo lontano nel tempo...

 

 

 

 

 

 

Visi e sorrisi d'altri paesi, raccolti nel suo viaggio attorno al mondo...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ce ne racconta la storia un film-documentario ora nelle sale :

 

Alla ricerca di Vivian Maier

.

 

 

 

Silence -Charlie Haden & Chet Baker

 
 
 

.

Post n°382 pubblicato il 16 Giugno 2014 da labirintidelcuore
 

 

Cammino fra i palazzi che si affacciano sulla strada lastricata, attenta ai porfidi sconnessi, rialzo lo sguardo ed incrocio quello di una giovane donna, curata, la pelle liscia, troppo liscia anche  dove mi sarei aspettata chiome fluenti.

Uno scuro foulard, perfettamente annodato, copre il capo lasciando però intravvedere la nuca candida ... eppure sembra serena, curiosa e desiderosa di vita. Poco più avanti, tra il brulichio della gente nella piazza, ecco incrocio un'altra giovane con turbante...

Forse oggi mi è suggerito di riflettere...sul tempo che ci è dato di vivere, sulla fortuna di essere sani, sulla possibilità, non così remota, di essere malati...

Come sarei io, se vivessi la malattia? Sarei sorridente o piuttosto cupa e grigia in viso?

Chi è sfiorato dalla morte, chi ne ha sentito il morso nella malattia, riceve un dono misterioso: un atteggiamento nuovo, di stupita meraviglia per tutto ciò che accade...

il sole che sorge per un nuovo giorno, il piccolo fiore sbocciato tra le crepe di un muro di cinta, una musica amata che dona nuove emozioni, una parola letta che suona come un miracolo.

Come se la consapevolezza di un tempo limitato -  lo è per tutti, anche se cerchiamo di non pensarci -  rendesse ogni attimo ancor più unico ed irripetibile e sprecarlo, un delitto imperdonabile.

E ritorno a letture passate, a Carlo Massa e alle sue riflessioni in

 

 

 

 

 

"Tutto me stesso prima di morire" 

 

 

 

 

 

 

Sfoglio il piccolo libro e ritrovo i passi che a suo tempo mi avevano colpito...

"La malattia sta funzionando da acceleratore di intuizioni, di verità rimaste per tanti anni allo stato larvale, di riconciliazioni con me stesso e con il mio passato"

"Quanto può durare? Non lo so e non mi importa. Sono aggrappato al presente, giorno per giorno, ora per ora, ai piccoli sorrisi che riesco a strappare alla vita. All'amore dei figli e delle persone care che mi circondano, che è tanto, e di declina ogni volta in maniera diversa. La vita è tutta lì, in quegli sguardi dolci, in quei piccoli gesti che mi riempiono di gioia...."

 

 

Caritas abundat in omnia

Hildegard von Bingen



L'immagine è Autunno di Daria Endresen

 
 
 

Paesaggi&colori

Post n°381 pubblicato il 11 Giugno 2014 da labirintidelcuore
 

 

Lascio ai miei amici

un azzurro ceruleo per volare in alto,
un blu cobalto per la felicità,
un azzurro oltremare per stimolare lo spirito,
un vermiglio per fare circolare il sangue allegramente,
un verde muschio per calmare l'inquietudine,
un giallo oro: ricchezza,
un violetto di cobalto per la reverie,
una lacca che fa udire il violoncello,
un giallo cadmio: fantascienza, brillio, splendore,
un giallo ocra per accettare la terra,
un verde Veronese per ricordo della primavera,
un indaco per accordare lo spirito al temporale,
un arancione per suscitare la vista di un limone in lontananza,
un giallo limone per la Grazia,
un bianco: purezza,
una terra di Siena naturale: trasmutazione dell'oro,
un nero sontuoso per vedere Tiziano,
una terra d'ombra per accettare la nera malinconia,
una terra di Siena bruciata per il sentimento di durata.
Vieira da Silva

 

 

Colori,

sfumature di paesaggi che ci portiamo dentro,

riaffiorano, all'improvviso, riportando la freschezza di bellezze viste.

Orizzonti familiari, ricordi ed immagini

raccontano piccole porzioni della nostra vita,

tessere di un colorato mosaico

che forse avevamo scordato.

 

 

Martha Argerich - Ravel  - Jeux d'eau

 
 
 

100 violoncelli

Post n°380 pubblicato il 24 Maggio 2014 da labirintidelcuore
 

 

TUTTI PER UNO ?

 

 

MUSICA PER TUTTI  !!!

 

 

100 violoncelli a Milano per una pacifica invasione di note

 

con Giovanni Sollima

 

 

Musica alla stazione centrale,

improvvisata, liberata dai consueti spazi

in cui di norma è relegata, quale musica "colta",

ecco che ci coglie di sorpresa...

accenni a note famose, stridore di puntali,

legni percossi, musica in un insolito linguaggio 

 
 
 

M A N I

Post n°379 pubblicato il 28 Aprile 2014 da labirintidelcuore
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mani ,

raccontano di noi...

nervose

si torcono,

svelando tormenti d'anime in subbuglio

 

a volte 

accarezzano, 

riportando sensazioni, 

parole d'amore

in lievi tocchi

 

 

Le immagini vi portano a Venezia, nella mostra Primavera a Palazzo Fortuny

 

 

e altre mani danzano sulla tastiera,

come se raccogliessero la magia della musica di Bach

sfuggita ai tasti e sospesa in aria


Glenn Gould  e Bach 

Fuga in Mi maggiore

per clavicembalo ben temperato

op.9 BWV 878 


 

 
 
 

Tutto l'universo obbedisce all'Amore

Post n°378 pubblicato il 20 Aprile 2014 da labirintidelcuore
 

 

ed io non sono un'eccezione

 

 

Franco Battiato - Tutto l'universo obbedisce all'amore 

 
 
 

Ida

Post n°377 pubblicato il 07 Aprile 2014 da labirintidelcuore
 

 

    IDA,

cerca il suo passato per poter conoscere sé, nelle proprie origini.

   Wanda

é colei che dal passato é sempre scappata, che al passato ha sempre voltato lo sguardo.

Portare lo sguardo oltre, perché il presente non ferisca, scorrendo veloce ed indolore, trasformandosi presto in passato, lasciato alle spalle

Il passato che ritorna per Wanda nei tratti di Ida, così somigliante alla madre.

Riaffiora nei ricordi la famiglia perduta, prima ritrovando sguardi e visi in vecchie foto, poi, materialmente, riportando alla luce quei corpi che rinfocolano un dolore sopito.

Come Antigone, le due donne ridanno dignità e pace ai propri cari, con la sepoltura, questa volta in un terreno sacro, dei loro resti, tornati alla luce, dopo tanti anni.

Il tempo, protagonista assieme all'OLTRE, nelle parole di Ida al giovane amante di una notte : " E POI ?" 

Ciò che l'amore umano promette non basta ad Ida che conferma nel suo cuore la scelta di Dio. 

.

IDA film di Pawel Pawilikoski

 

Chopin - Notturno Op.20

 

Qui il trailer del film



 

 
 
 

Gibran

Post n°376 pubblicato il 11 Marzo 2014 da labirintidelcuore
 

 

3 gennaio 1921

Mary, voglio sapere se hai una vaga idea di come tu sia riuscita ad ampliare la mia comprensione del mondo. Tu mi provochi continuamente, e mi costringi a scoprire cose nuove.

L'amore, come un corso d'acqua, dev'essere in continuo movimento, ed è proprio quello che tu fai con me. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque del fiume scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l'inverno , e le acque gelano. Solo allora comprendono  che niente, in questa vita, è assolutamente garantito

 

 

.

John Cage - In A Landscape<

 
 
 

Poeti del silenzio

Post n°375 pubblicato il 09 Marzo 2014 da labirintidelcuore
 

Jan Vermeer

 

Ana Kapor

 

 

Vilhelm Hammershøi

 

Artisti vissuti in periodi molto distanti temporalmente, ma accomunati da un nitore diffuso, da una luce ferma e sottile che racconta quasi un'assenza.

Serenità, lievità, pulizia, questo ciò che suggeriscono.

Finestre, archi, elementi architettonici che collegano il dentro col fuori, proiettando l'attenzione ad un mondo altro, solo apparentemente lontano.

Come per dire che, silenziosamente,  dobbiamo cercare in noi e fuori di noi, sgombrando il campo da ciò che appensantisce e blocca.

Poeti del silenzio ed  in ammirato silenzio sono stata davanti all'opera di Hammersoi, qui, quasi entrando in quella dimensione domestica e, come la donna di spalle, aggirarmi in quelle stanze, fuori dal tempo, inseguendo una frotta di pensieri. 

 

 

Aaron Jay Kernis - Air

 
 
 

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