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Non dimentichiamo la Festa dei Morti
Post n°23 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da thebrowndessert
Già da qualche anno in Italia si festeggia Halloween, come se fosse una cosa che appartiene alla nostra cultura. Ciò ha quasi eliminato, specie nelle regioni meridionali, la commemorazione dei defunti. La festa dei Morti, termine che può sembrare lugubre, è stata per noi bambini del secolo scorso un appuntamento sentito, pieno di aspettative, sapori, profumi, ormai sbiaditi dal tempo. Il profumo dei biscotti appena sfornati, quelli speciali che si trovano solo in questo periodo, la frutta autunnale (pere, fichi d'india, loti, castagne, mele cotogne), i primi freddi da riscaldare con i maglioni nuovi, regalo dei morti. Spiegare la festa dei Morti ad un bimbo è difficile, è un modo complicato di comprendere un aspetto della nostra vita che un bimbo fa fatica a percepire. I morti sono i nostri cari che, anche se non sono fisicamente presenti, ci guidano da un luogo lontano, misterioso e pacifico, osservando le nostre azioni, proteggendoci lungo il nostro cammino terreno. I nostri cari ci osservano da un luogo privilegiato, eterno e splendente di luce. Se siamo stati bravi, buoni con tutti, ci premiano con dei doni, con regali modesti: un giocattolo, della frutta secca, dei dolcetti saporiti. Ricordo con grande affetto quei giorni di autunno inoltrato. I fiori da portare, le candele da accendere ai cari defunti, il mistero dietro la consegna dei regali. Mia nonna in quei giorni preparava la marmellata di mele cotogne, comprava i dolcetti dei morti, si attivava per la scelta dei regali, spesso utili, infatti, in molti casi erano vestiti, maglioni, scarpe nuove per l'inverno che arrivava. Lo spreco di denaro non era contemplato, i doni dovevano avere una funzione ed uno scopo di utilizzo. Adesso tutto è stato mercificato e cancellato dal carnacialesco Halloween, festa terrificante che poco ha che vedere con la spiritualità, con il rispetto della morte, con il rispetto della vita. Semel in anno licet insanire: per Halloween, nuovo carnevale, insanire non significa esorcizzare la morte, ma sfidarla, provocarla, come se morire fosse un videogioco. La commemorazione dei defunti, invece, ci trascinava tutti, grandi e bambini, alla comprensione del mistero della vita, del mistero della morte. Morte intesa come meritato riposo dalle fatiche terrene. Morte della quale devi avere immenso rispetto e timore, per potere meglio apprezzare il valore incommensurabile della nostra esistenza. Per i frutti antichi, molti in via di estinzione: www.civiltacontadina.it www.laselvaarmonica.com Per i dolcetti tipici: www.cassatelline.it Per non dimenticare le nostre tradizioni: www.siciliainfesta.com |
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