Creato da thebrowndessert il 18/09/2011

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Finiremo a mangiare pane e cipolla?

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Ormai è ufficiale, il clima che si respira è da pre-dichiarazione di guerra, la crisi economica mondiale sostituisce il terzo conflitto mondiale. Riflettiamo su questo e prepariamoci al peggio, non perdendo la speranza, l'ottimismo per un futuro migliore. Finiremo col mangiare pane e cipolla come durante l'ultima grande guerra mondiale? In effetti, anche se non lo siamo, per come sono coinvolte le nazioni, sembra che la guerra ci sia già stata, senza armi, senza sangue, senza strategia difensive. La differenza è minima rispetto alla guerra, quella vera, perchè allo stesso modo sta lasciando nella disperazione intere famiglie in tutto il continente, ha spazzato la classe media in America e si appresta a farlo anche in Europa, in Italia, che ogni giorno rischia di sprofondare nella miseria più totale. Da bambina adoravo i racconti di mia nonna sulla guerra che aveva vissuto sulla sua pelle, fatta di stenti, cibo razionato e dalla fame, dal terrore dei bombardamenti, al buio pesto delle città durante il coprifuoco. Mi diceva che per fare capire che non pativano la fame, ogni tanto friggevano le cipolle, il profumo che si sprigionava era talmente inebriante da far credere chissà quale pranzo si stesse preparando nella loro casa. Molto spesso, invece, non erano pranzi sofisticati, ma enormi frittate di cipolla, appunto, o di patate. Cibo gustoso confezionato con pochissimi centesimi. Cipolle, uova, patate, legumi, pane allungato con la crusca per usare meno farina, piccolo ricettario di guerra che, per ogni latitudine ti porta a riscoprire i prodotti del territorio, i cibi poveri, ma che non lo sono affatto in termini di nutrimento e proprietà salutari. Espedienti di chi doveva sfamare famiglie numerose, giunti fino a noi perchè spesso quelle ricette sono i capisaldi delle nostre famiglie, sono le ricette con le quali siamo cresciuti, il cibo affettivo, come amo chiamarlo, poichè il suo potere appagante, non è solo saziante ma anche consolatorio. Mangiare pane e cipolla (cruda) è un pò come dire ridursi a patire la fame, ma se mutuamo la cosa in termini attuali, possiamo utilizzare una bella cipolla rossa, magari di Tropea, per farci una bella insalata di pomodoro, con cetriolo, basilico fresco, origano. Oppure, se disponiamo di gas, (pensiamo che siamo in guerra...), di un fornello, possiamo farci una bella marmellata da spalmare su fettone di pane integrale leggermente tostato, magari nero (di segale), spalmate di burro salato. Una variante chic di un cibo poverissimo, un basic pane e companatico. In realtà è un ottimo spunto per il prossimo pranzo di Natale, light, visto i tempi che corrono. Lo scopo è scoprire quali sono le ricette poverissime della nostra tradizione da ingentilire e proporre in chiave contemporanea, per mantenersi in forma, spendendo poco. Tra le centinaia di super dotate che passano in televisione ricette facili e poco costose, diffidate - ma davvero - di coloro che vi dicono che spenderete pochissimo e vi fanno cucinare nel forno elettrico per tre quarti d'ora. Non ha alcun senso spendere poco e recuperare, raddoppiato, con uno spreco di energia elettrica così elevato. Il forno elettrico è bandito, usiamolo meno possibile, dunque. Legumi, verdure tante, ortaggi, pane integrale, magari preparato a casa, sul fornello, basta schiacciare piccole palline di pasta ben lievitata come se fossero delle tigelle, del pane arabo, otterrete del fragrante pane che si gonfia in un attimo, cuoce subito, ottimo per contenere o accompagnare del cibo. La carne poca, specie quella rossa, una volta a settimana al massimo, uova, latte, carni bianche, pesce dei nostri mari, quello azzurro per intenderci. Frutta di stagione e locale, magari del nostro frutteto, del nostro orto. Broccoli, cavoli, olio di oliva da servire a piccole dosi, a crudo. Insomma stare attenti a come si usa il cibo, a quanto se ne usa, evitando sprechi. detesto buttare il cibo e quindi preparo tutto porzionato, risultato: raramente ho avanzi, ma cibo sempre fresco e cucinato velocemente. Sono cambiati i tempi e questo è il momento giusto per cavalcare l'onda della crisi a nostro vantaggio, facendo piccoli passi verso il consumo responsabile e consapevole di qualsiasi cosa. Riflettiamo su questo senza sprecare più tempo, in questo modo saremo preparati ad affrontare i veri tempi di guerra, anche se è solamente economica. 

Preparare confetture di frutta e/o ortaggi:

normalmente si pesano frutta e/o ortaggi aggiungendo lo stesso peso di zucchero. Ma è opportuno ridurre i quantitativi di zucchero per evitare picchi glicemici ed attacchi violenti di fame. Non contando che lo zucchero raffinato fa malissimo... ma di questo ne riparleremo... Assaggiare il cibo e regolare i sapori a poco a poco. Per la marmellata di cipolle farei le seguenti proporzioni 500 gr. cipolle (qualsiasi colore) con 250 gr. di zucchero, quindi zucchero q.b. per insaporire...
Stufare con il coperchio le cipolle con poco burro, aggiungere lo zucchero ed eventuali aromatizzanti (cannella, noce moscata, foglia di alloro, etc.), ridurre e caramellare fino a quando non ha la consistenza di una marmellata. Mettere sotto la pentola una piastra di ghisa, eviterete di attaccare i cibi e cuocerete sempre alla giusta temperatura. Utilissima per i sughi, i risotti, lunghe fritture. Lo zucchero di canna è ottimo, ma lascia un sapore lievemente amarognolo, lo zucchero tradizionale, usato con parsimonia, è eccellente per esaltare il sapore della cipolla.

Il burro salato è fantastico per soffriggere e cominciare a usare il sale a dosi infinitesimali. Zucchero e sale devono esaltare i cibi, non coprire ed appiattire i sapori. Banditi dadi, esaltatori di sapidità, dolcificanti sintetici. I cibi sono già naturalmente dolci o salati, riscopriamo il sapore vero del cibo. Ma ne riparleremo...
 

 
 
 
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