Inutile spiegarti la mia situazione, se il tuo compito è quello di osservarmi da quel posto nascosto al mondo.
Se fossi comunque stato distratto per puntare gli occhi contro qualche malefatta dell'uomo, allora ti aggiorno.
Io sto.
Non c'è bene, non c'è male.
Ho solo un fastidiosissimo picco che mi urta l'addome; come se il cuore quando pulsasse trattenesse con se un piccolo ago di ferro, finendo per battermi contro le pareti.
'E' la bruciatura di una nostalgia'; sento ripetermi nel cervello, ma non credo che sia la tua voce a prestarmi quest'attenzione. Piuttosto sono convinto che sia semplicemente il nascere di una pazzia.
Forse sto diventando pazzo. Forse sono pazzo.
Ma se fossi tu ad ipercaricarmi la testa di questa conclusione, allora perchè?
O per meglio dire, per cosa?
Ho solo questo piccolo pugno di tempo notturno per riempirti di domande, nel caso fortuito esistessi, e non posso distrarmi neanche un secondo.
Come sta il mio sogno?
Sai, ritieniti fortunato di quest'immacolata possibilità.
Spero sorrida spesso.
A volte mi domando quante volte sia felice in un giorno, e nel momento stesso in cui lo faccio mi chiedo se sorrida più di quanto io creda, o meno.
Ti chiedo di tenerla d'occhio e contare per me le volte in cui porge al mondo la sua risata.
Ti chiedo di osservarla poichè i miei occhi ciechi non possono vedere fin laggiù.
Sorprendigli la vita, essere supremo, perchè lui uno dei tuoi angeli caduti
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