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RECENSIONE: GIORGIO FALETTI - POCHI INUTILI NASCONDIGLI
Nel buio nessuno è al sicuro. Notare bene. "Nel" e non "al". Giorgio Faletti ha molta cura per certe precisazioni ed è questo che lo rende particolare. Un po' come i titoli dei suoi libri. Da "Niente di vero tranne gli occhi" a "Fuori da un evidente destino" all'ultimo "Pochi inutili nascondigli" che se messi in metrica insieme non solo possono quadrare, ma sembrerebbero comporre quasi i versi di una canzone.
Un libro di racconti. Operazione inedita per lo scrittore italiano rivelazione degli ultimi cinque anni. Sette racconti uniti da un unico comune denominatore: il paranormale.
Un metodo di racconto che Faletti ha già utilizzato nei suoi precedenti lavori successivi allo straordinario "Io uccido" e che può far storcere il naso a chi non è appassionato del genere.
Dicevamo che nel buio nessuno è al sicuro. Faletti descrive in questi sette racconti entità estranee che entrano a stravolgere i destini dei personaggi. Entità che nella realtà non esistono, ma mai esserne troppo sicuri.
Nonostante la pioggia di critiche devastanti, il libro non può essere definito un cattivo lavoro.
Lo stile si sta affinando in maniera interessante facendo notare come dietro ad ogni racconto non ci sia la mano di un solo scrittore, ma di uno per ogni storia.
Non solo. Finalmente, dopo la fugace comparsa di Maureen Martini (italo/americana, co-protagonista di "Niente di vero tranne gli occhi") abbiamo molte storie italiane. Nel 90% dei casi.
Le ambientazioni sono varie e tutte altamente suggestive e a renderle tali è anche la capacità innata di Faletti di ritagliarsi un po' di spazio per le descrizioni che talvolta vengono definite "fin troppo abbondanti" forse da lettori che letteralmente divorano i libri solo per dire a fine anno che ne hanno letti un tot. Al contrario di queste personalità, il buon Faletti ci lascia immaginare i luoghi e in alcuni casi anche l'atmosfera che si respira a buon conto di chi sostiene che leggere un libro sia un'esperienza personale e totale. Una sorta di full-immersion anima e corpo. Si va dal mar Egeo, passando per l'isola d'Elba (ormai dimora a tempo pieno dell'autore), Torino, l'astigiano, Roma, Umbria, Caraibi ed uno sano sprazzo di America.
Buone le storie. Alcune più intriganti, altre meno. Come in tutte le raccolte. C'è qualcosa che ti cattura maggiormente, un'altra che non vedi l'ora finisca. Una sorta di allenamento per tenersi in forma in attesa del prossimo romanzo, la cui uscita è prevista per il 2009.
UNA GOMMA E UNA MATITA:
Si parla di uno scopiazzamento da Stephen King, anzi con gratuita cattiveria della "brutta copia". La storia in sé per sé risulta spiazzante per chi è abituato alle tinte reali e crude del giallo o del thriller (stile "Io uccido"). Scomparizioni improvvise, oggetti che si muovono da soli e cose del genere. Se non si sa che il libro è per certi versi fantascienza pura, diventa difficile da assorbire. Discreta la storia, ma in compenso volutamente e spietatamente crudele. Voto 2/5
L'ULTIMO VENERDI' DELLA SIGNORA KLIEMANN:
Assorbito il colpo, possiamo avvicinarci ai nuovi racconti secondo un metro di giudizio e di aspettativa totalmente diverso. Si passa dal mare di Mykonos a quello dell'Isola d'Elba, da personaggi mondani a isolani ironici e vivi nella nostra mente perché il ritratto dell'italiano tipo. Tuttavia, avranno a che fare con una conoscenza di lunga data, un'habitué dell'isola in vacanza (la signora Kliemann, appunto) e i dubbi che si nascondono riguardo il suo arrivo imprevisto, i suoi strani comportamenti e suo marito. Storia intrigante, che si disegna nella mente con facilità estrema. Stile elevato e finale amaro. Voto: 4/5
GRAFFITI:
Un racconto crudele e spietato. Protagonista un professore di lettere di Torino che nel corso delle pagine si riesce ad odiare con tutti sé stessi. Nell'atmosfera di una città grigia e che immobile assiste al declino di un uomo vittima del destino e di una mente insana che lo porta a odiare tutto e tutti. Non arriverà però il giorno in cui il cambiamento lo farà rinascere, bensì quello in cui toccherà il fondo con tale violenza da sprofondare ulteriormente in qualcosa di più lontano. Una storia dura che può essere amata o odiata terribilmente, proprio come il suo protagonista. Voto: 3/5
SPUGNOLE:
Il capitolo forse meno felice dell'intero romanzo. L'attaccamento alla propria terra che può diventare cattiva e crudele se solo si tenta di tradire. Racconto decisamente breve e più difficilmente assimilabile rispetto agli altri. Finale non eccelso: Voto 1/5
LA RAGAZZA CHE GUARDAVA L'ACQUA:
Una favola quasi Disneyana. Il racconto in prima persona non di un umano, ma di un essere che può essere facilmente accostato all'equivalente del mostro di Loch Ness. L'abitante clandestino e solitario di un lago d'America (canadese?). Una ragazza sola e dal passato tormentato. L'unica che riesce a trasmettere attraverso vibrazioni impalpabili un senso di diversità interiore, ma anche di fiducia. Un ragazzo che diventerà il suo futuro ed un cane sono gli altri protagonisti di questa storia. Il livello di dolcezza e di tenerezza raggiunti nell'arco di queste pagine spezzano il ritmo e la crudeltà di quelle precedenti con qualcosa di leggero e senza pretese incredibili. Voto 3/5
L'OSPITE D'ONORE:
E' probabilmente questa la storia cardine dell'intera raccolta. Che molti accaniti lettori probabilmente non avrebbero disdegnato all'interno di un romanzo unico. Alla solita componente fantascientifica (che qui è parte integrante, ma non invade gli spazi narrativi), si unisce il ritmo, la freschezza di stile e i continui riferimenti a persone, fatti o momenti reali che mancavano composti in questo mix da "Io uccido". Un giornalista romano scopre per un autentico colpo di fortuna dove si è cacciato il più grande showman italiano, un uomo dal successo inarrestabile (forse più di Fiorello, da quanto emerge) che da 4 anni è letteralmente scomparso dopo la morte per cardiopatia di una famosissima soubrette avvenuta durante la diretta della sua trasmissione del sabato sera. Il giornalista venderà lo scoop a una rivista e si recherà fino in Guadalupa con sua nipote diciottenne, fautrice del ritrovamento, per portare a casa l'intervista del secolo. Il finale si profila non del tutto inaspettato, ma senz'altro d'effetto. Voto: 5/5
PHYSIQUE DU ROLE:
Storia di licantropia ambientata nel mondo del cinema durante le riprese di un film horror. Uomo cardine del racconto è il regista Andrea Marchesini, omosessuale non dichiarato alle prese coi soliti problemi di set, in particolare con quello della scelta dell'attore protagonista. Nulla di sorprendente come storia, ma lo stile narrativo è sempre piacevolissimo e pronto a portarti dentro la vicenda. Voto 3/5
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