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"Se Questo è un Sopravvissuto"

Post n°62 pubblicato il 20 Dicembre 2022 da dynastis

Vorrei riuscire a spiegare la pressione, lo stress, la tristezza, il senso di vuoto e la solitudine anche in compagnia... vorrei spiegare cosa significa vedere tutti come nemici, non riuscire a fidarti di nessuno, nemmeno delle tue idee, di ciò che tu stessa percepisci. Vorrei riuscire a spiegare questa voglia di essere lasciata in pace dalla vita.

Annaspo in continuazione cercando di soddisfare tutti i criteri che la vita mi impone per sopravvivere ma che non mi appartengono: il lavoro, le richieste sociali, le richieste materiali, quello che bisognerebbe fare, lo scorrere delle cose, della vita... cerco solo di assolvere richieste nella speranza che una volta terminate tutte possa ritirarmi ma le richieste, l'ansia, lo stress e le cose difficili, complicate a cui devo rispondere, che devo risolvere e a cui devo assolvere, non finiscono mai.

Vorrei non avere questa forza che mi porta a sopravvivere in ogni circostanza, sempre, andando avanti. Vorrei riuscire a mollare perchè anche sopravvivere lo vivo come un dovere. E' stressante anche quello.

Sembra che tutti mi ignorino e che non sia indispensabile davvero per nessuno ma poi le richieste le fanno tutte a me ed è indispensabile che le assolva tutte. E non è vero che non chiedo aiuto a nessuno. Io chiedo aiuto a tutti. Talmente tanto da essere alle volte pesante forse, da ricevere le frasi scontate oppure da rendermi conto che nessuno riesce ad aiutarmi eppure, proprio per la mia incapacità a mollare, chiedo aiuto anche consapevole di tutto questo. Lo chiedo agli amici, ai miei, al mio capo, a professionisti, alle persone che incontro e alle volte anche a chi non conosco sperando che un giorno qualcuno possa dirmi qualcosa che non mi aspetto e che mi possa aiutare. Forse io sono l'unica persona che si può aiutare ma non ne sono più capace.

Credo che la maggior parte delle persone spesso vorrebbero avere le forze per andare avanti, io vorrei avere le forze per mollare invece.
Mi ricordo di quel libro sul trauma in cui, per la prima volta, ho dato un senso alla mia condizione. Ho capito di essere una sopravvissuta e di sentirmi come si sentono tutti i sopravvissuti, costretti ad andare avanti portandosi dietro quel peso che ti fa sopravvivere ma non vivere.

Questa cosa mi fa venire in mente Primo Levi. La verità è che la maggior parte delle persone della mia generazione lo conosce per i suoi libri, materiale indispensabile nel percorso di studi a scuola. L'abbiamo letto tutti. E' indispensabile conoscerlo, aver letto i suoi libri altrimenti sei un ingnorante. Eppure tutta la celebrità che ha agli occhi di milioni di persone non lo hanno aiutato a guarire dalla malattia di essere sopravvissuto.
Primo Levi ha scritto "la Tregua" ma la vera tregua non l'ha mai vissuta perchè era un sopravvissuto e, per uno scherzo quasi del destino, 5 mesi esatti prima della mia nascita ha deciso che non si poteva sopravvivere solamente e ha avuto il coraggio di mollare. Io non credo che abbia scritto tutti i libri che ha scritto per diventare celebre tra i banchi di scuola... io credo che sperava gli servissero per elaborare, per chiedere aiuto, per tentare di far capire... forse sperando che qualcuno gli dicesse qualcosa di illuminante dopo aver letto ma la verità è che non lo poteva aiutare nessuno e lui da solo non è riuscito a salvarsi.
Primo Levi è morto l'11 aprile del 1987, buttandosi dalla tromba delle scale del suo palazzo dopo essere sopravvissuto per ben 44 anni alla deportazione nazista, al rientro, al procedere della vita perchè era sopravvissuto e doveva andare avanti, ha fatto tutto quello che doveva fare portandosi quel peso: si è sposato, ha avuto figli, ha scritto libri, ha chiesto aiuto e, alla fine, ad un anno dalla pubblicazione di "Sommersi e Salvati", ha deciso che l'unica strada per la salvezza era la tromba delle scale e se la poteva dare solamente da solo. Dopo più di quaranta anni a sopravvivere, non riusciva più nemmeno a scrivere ma le persone continuavano a chiedere: libri da pubblicare e addirittura di diventare presidente della casa editrice mentre probabilmente lui cercava solamente un modo per uscirne.
Oggi, Primo Levi per tutti è un grande scrittore. E' conosciuto per i suoi libri. E' studiato nelle scuole. E' celebre, è uno degli autori più googlati della storia. 
Nessuno però ha mai capito Primo Levi, in nessuna scuola del mondo, in nessun festival della letteratura. Primo Levi era un uomo che ha tentato di sopravvivere chiedendo aiuto a tutti e senza nemmeno rendersene conto continua a chiederne anche alle generazioni che sono venute dopo quando ormai nemmeno lui ha più bisogno di aiuto, ne ha chiesto così tanto senza avere mai una risposta cercando di andare avanti e sperando che ce l'avrebbe fatta che ha fatto, inconsapevolmente, la Storia ma cercava solo il modo giusto per smettere di sopravvivere e, quando probabilmente aveva finito le risorse e il suo dolore gli aveva fatto costruire qualcosa che solamente gli altri apprezzavano e per cui era conosciuto, i suoi libri, ha capito che poteva solo salvarsi da solo e si è reso conto di non saperlo fare.

Quando qualcuno mi chiede chi sia Primo Levi, io rispondo sempre: un sopravvissuto ai campi di concentramento. Non cito mai i suoi libri anche se li ho letti tutti e li apprezzo. Lo faccio per rispetto ad un Uomo che, prima di essere uno scrittore, è soprattutto un sopravvissuto che alla fine non ce l'ha fatta più e anche se, per molti, è incomprensibile come chi ha passato certe cose molli proprio dopo, io so che essere un sopravvissuto quando i riflettori si spengono e la vita va avanti e tu non sei uno che vive come gli altri ma uno che tenta di salvarsi nella tempesta della vita per tentare di stare a galla con una zavorra attaccata al piede, invisibile a tutti, è molto più doloroso dell'evento che ti ha portato fino a lì.

 
 
 

4X4

Post n°61 pubblicato il 28 Giugno 2022 da dynastis

Potrei voler tornare indietro per sistemare le cose ma la realtà è che non so quanto tempo indietro forse dovrei tornare e non so nemmeno se saprei fare cose diverse o se lo vorrei... che forse è peggio.

C'è stato un momento in cui ho avuto chiaro che le cose sarebbero andate così... mi ricordo esattamente il momento, dov'ero, cosa era successo, il rumore silenzioso e assordante della frattura che avevo dentro, la certezza che tutto si sarebbe fermato lì. L'ho voluto e lo so.

Ho sempre pensato che l'intenzione ultima fosse quella di non lasciare andare una persona, un sentimento, un periodo ma ogni tanto mi chiedo se l'intenzione non fosse quella di non lasciare andare me. Era impossibile che non mi cambiasse, che non dovessi confrontarmi con le conseguenze della perdita, del tradimento, della perdita di speranza, dell'ingenuità, della fiducia, della certezza che quello in cui avevo sempre creduto fosse vero.
Congelando il ricordo, il momento, le mie credenze, ho rallentato tutto e ho perso probabilmente la conoscenza di me stessa.

Ogni tanto ci penso e mi chiedo se io sia veramente cambiata. Probabilmente non lo sono... probabilmente sono sempre io, da qualche parte. Sono io, con l'incapacità di verbalizzare ciò che sono, di raccontarmi, di spiegare le mie ragioni, le mie emozioni, i miei pensieri.
E così sono diventata il prodotto di quello che gli altri mi rimandano, anche senza avere tutte queste informazioni fondamentali su di me. Loro giudicano una persona che non sono e io credo alla loro visione...

Ti ho cercato dentro le foto, le nuove e le vecchie, nelle canzoni, nei post, nelle nuove decisioni di vita, nei ricordi, nelle strade e alle volte anche nell'odore dell'estate in posti conosciuti... ma non ci sei più. Tu non ci sei e non ci sono più nemmeno io, nè la nuova nè la vecchia.

So che è colpa tua, anche se non volevi. So che è anche colpa mia, anche se non volevo. La sola differenza è che tu vivi la tua vita senza saperlo e questa è una fortuna. Non so più chi tu sia e come sei diventato ma so che, anche fosse una piccola parte rimasta, c'è qualcosa che ho amato in te e che continuerò a voler proteggere da lontano anche se non dovrei. Credo che almeno questo concetto d'amore sia ancora presente in me.
Credo che quando hai amato tanto qualcuno come io ho fatto con te, rimane sempre qualcosa. Qualche volta ho anche creduto che sia stato un modo sbagliato di amare ma poi, a prescindere dal mio pensiero, non vorrei mai eliminarlo dalla mia vita.
Grazie a tutto questo, c'è una parte di me che è contenta che tu, ignaro di tutto, non viva alcun senso di colpa e sia felice avendo trovato la tua strada. Sono felice in fondo che sei uscito dalle sabbie mobili.

Dicono che essere felice per il bene altrui sia una cosa bella e quindi alla fine non può essere così sbagliato.

Considero questo periodo forse il più difficile della mia vita perchè mi sento persa senza appigli per ripartire ormai da troppo tempo.
Alle volte però penso che, negli ultimi 15 anni, ho continuato a tenere vivo qualcosa che, seppur un'illusione, era sempre un punto da cui ripartire. Non sono mai stata profondamente sola perchè quando le cose andavano proprio male, sapevo dove rifugiarmi. Forse era un rifugio davvero, era una fuga, era illusione, era qualcosa che non andava bene per andare davvero avanti.
Per la prima volta, ora, sono sola. Non ti riconosco più e i ricordi non sono più così vividi, sembrano di una vita che ho solo immaginato, potrebbero essere cose che potrei non aver vissuto mai davvero. Per la prima volta, sono sola.
So che prima o poi doveva accadere e magari fra qualche anno dirò che era anche la cosa migliore, il primo gradino della risalita ma adesso mi sento solamente da sola, chiusa, stanca e inutile.

Una delle nostre canzoni era 4X4... è stata anche la canzone che ci ha fatto conoscere quando lui diceva che 3 era il numero perfetto e noi, all'unisono, abbiamo detto: "no il numero perfetto è 4".
Devo forse aspettare il prossimo anno... 4X4... 16 anni dopo. Magari dopo passa l'incantesimo.

 
 
 

PAURA VS CORAGGIO

Post n°60 pubblicato il 11 Maggio 2021 da dynastis
 

Oggi ho parlato tanto del coraggio...
Ho una teoria molto consolidata sul "coraggio" e sull'essere coraggiosi...

Credo che il coraggio sia una scelta. Non credo però che sia una scelta data alla nascita o decisa una volta per tutte nella vita di qualcuno.
Non credo che esistano le persone coraggiose e quelle non coraggiose. Io penso che ci sono persone che, la maggior parte delle volte, davanti alla paura, anche se non al primo tentativo ma al secondo, al terzo o al decimo, decidono di non farsi annullare dalla paura.
Ognuno di noi viene attanagliato dalla paura di qualcosa: rimanere solo, essere abbandonato, fallire, soffire... e, ogni benedetta volta, sceglie se affrontarla oppure permettere che lo attanagli fino alla fine e lo porti in fondo.
Se gran parte delle volte nella tua vita hai scelto il coraggio, allora potrai definirti coraggioso. Non è nemmeno detto però che tu possa essere coraggioso per 30 anni e poi non esserlo più e non è nemmeno detto il contrario.

Io mi reputo una persona coraggiosa, almeno fino alla giornata di oggi. 
La cosa in cui reputo però la mia storia particolare è la strana consapevolezza che la mia scelta sia sempre l'unica scelta che sono convinta di avere.
Alle volte avrei voluto essere meno coraggiosa, come la maggior parte degli altri. Se è vero che la stima che ho di me è molto legata al mio coraggio, mi rendo anche conto che non sono in grado di comprendere veramente, fino in fondo, chi pensa che ci possa essere una via di uscita, senza coraggio.

Sono anche piena di cicatrici per questo. Oggi sono consapevole che spesso le persone non si fanno questi scrupoli a ferirmi perchè sono convinti che io sia forte.
Essere forti... anche questo modo di concepire la forza che hanno tutti, mi fa piuttosto sorridere. Alcune volte sembra che le persone considerino "forza" l'assenza di emozioni, di reazioni, di lacrime, il poter non sentire il dolore, non essere schiacciati dalla soffrenza, non aver paura...
Io credo che tutto questo non ha nulla a che fare con la forza.
Seguendo questo principio, però, le persone si sono convinte che il mio sorriso sempre presente, quello che sembra non segnato da niente, sia forza, Pensano che non mi abbatte mai niente.

Se sapessero la verità... che tutto mi abbatte... che quello che sfiora semplicemente gli altri, a me crea voragini di dolore che sono insormontabili. Che ci sono state giornate dopo queste coltellate passate a letto o a piangere. Che tutte quelle pugnalate date perchè sottovalutano la portata che hanno dentro di me, rimangono come cicatrici indelebili.

Le persone ti vogliono bene, ti amano, ti sono complici e poi improvvisamente ti cancellano, non sentono la tua mancanza, ti eliminano, scelgono la paura...fanno tutto questo quasi come se fosse la cosa più facile, la strada più semplice... mentre per me sarebbe la più difficile, quella inconcepibile, quella che mi fa soffrire di più.
Io ricordo per anni, amo per anni, non dimentico mai, porto tutto dietro e non elimino nulla...mai...

In questi momenti, torno inevitabilmente alla prima volta in cui ricordo che il mio coraggio è stato immenso... immortale...
In fondo, credo, seriamente, che la contrapposizione tra le mie lacrime che esprimevano la forza incredibile di chi si è assunto le sue responsabilità, quelle di aver scelto, di amare, di sacrificare ogni cosa, di aspettare, di rischiare il tutto per tutto... si sia scontrato inevitabilmente con la tua debolezza che ha messo la paura sopra tutto, quella che ti ha fatto fuggire dalla conversazione, che ti ha fatto dire quanto le cose andassero bene mentre non era vero, quella che era dietro le tue parole terrorizzate "se la mia situazione fosse diversa, Roma è grande, la troverei una casa. Tu sei fortunata perchè hai i tuoi amici, qui è diverso. Per me non sarebbe solo lasciare lei ma gli amici, la famiglia. Me ne dovrei andare".
Io non so davvero se te le ricordi queste parole che sono letterali, proprio come ti sono uscite dalla bocca...ma forse no. Ho capito, nel tempo, che le persone in preda alla paura dicono cose che poi si stupiscono di aver detto e non se le ricordano mai.

Sicuramente so che quel giorno è stato uno dei peggiori della mia vita ma so anche che quello che penso di me, davvero, è nato quel giorno. Ho preso consapevolezza di essere diversa... anche da te. Ho capito che l'Immortale ero io.
Penso che se leggessi tutto questo non capiresti perchè, dopo tanti anni, ci penso ancora. Infatti, uno dei motivi, è che io non misi mai la testa sotto al tappeto...
La cosa che però mi ha lasciato veramente senza parole è di questi mesi...
Mi sono più volte detta che chi ha paura spesso non chiude mai i conti perchè continuerà a mentirsi per sempre. Oggi credo la stessa cosa ma con una piccola variante alla teoria originaria.
Oggi ho scoperto che ci vogliono 14 anni per rendersi conto che la paura non ti porta da nessuna parte. Anzi ti porta allo stesso punto, alla stessa decisione, tirata, logorata, forzata... di 14 anni fa.
Non dimenticherò nemmeno come mi è stato detto: "dicono che lui stava sempre lì, lei sempre là, non si vedevano e neanche si mancavano. Lui alla fine l'ha lasciata".

Dicevo che la teoria è sempre la stessa perchè non credo che questo epilogo logico tu lo vedi al mio stesso modo. Sicuramente tu ti dirai che è dipeso tutto dalla distanza, dalle circostanze, dalla vita... la stessa che non ti ha mai consentito di fare scelte concrete in questi anni, giusto?
E quindi capisco una cosa sola... che, a distanza di 14 anni, continui a mentirti. Prima mentivi per non affrontare la tua paura e oggi finisci a mentire per non doverti ammettere che hai mentito per non affrontare una paura. Alla fine, la base è sempre la stessa. Non scegli mai il coraggio di guardare in faccia la tua paura, ammeterla ed affrontarla. E non cambia quanti anni siano passati, quante lacrime il coraggio vero abbia versato, quante cose ti saresti potuto risparmiare, quanta felicità hai buttato della tua vita... perchè scegliere la paura significa che, fortuna per te, non ti renderai mai davvero conto di tutto questo.

Oggi continuo a vedere persone che fanno lo stesso. Buttano all'aria la felicità per paura e si convincono che, in fondo, non hanno perso niente. In fondo, non ricordano niente. In fondo, eliminano anche la felicità per non ricordarsi che ci hanno rinunciato.

Mi stimo per il coraggio che ho ma so che il coraggio non solo non mi renderà mai felice ma non mi farà nemmeno illudere di non essere devastata, piena di ferite e distrutta dentro. Vorrei poterlo non vedere come voi ma, per me, non c'è altra scelta che vedere sempre tutto, sentire sempre tutto e guardarvi mentre, senza senso, condannate la mia vita a un ripetersi di cose già viste, già vissute e...sprecate, buttate, distrutte.

La paura ci distrugge. E alle volte la paura degli altri distrugge anche la vita di chi, le sue di paure, ha imparato ad affrontarle e sceglie il coraggio.

Comunque vada, vince sempre lei.

 
 
 

Ora ti tolgo il dubbio...

Post n°59 pubblicato il 24 Gennaio 2019 da dynastis

Ieri sera parlavo con il mio psicologo di quello che provavo in una specifica situazione.
La situazione riguarda il voler aprire la mia attività che, se da una parte mi emoziona molto, subito dopo, improvvisamente, mi passa la voglia... come se mi spegnessi. Mi rendo conto che la sensazione è totalmente innaturale. C'è qualcosa dietro e lo sento...

Quando ho espresso questa cosa, qualcuno ha pensato che fosse collegato alla paura fisiologica del fallimento. In fondo trovavo la cosa plausibile e quindi anche io l'ho motivata in questo modo...forse...

In realtà non so che motivazione mi sono data ma una cosa molto simile è avvenuta quando ho saputo che papà aveva un tumore. Se devo essere sincera, ho passato dei giorni in cui la mia emozione era pari allo zero.
Mi rendo conto che in quel momento però la cosa è innaturale, quasi come quando sei nella fase in cui una cosa non la realizzi, con la differenza che io non la realizzo mai però, nemmeno con il passare dei giorni.

Il mio psicologo afferma che in quel caso è un meccanismo di difesa dovuto al fatto che quando una cosa è troppo forte emotivamente io la allontano di botto.

Comunque dicevo questo per dire che la cosa è direttamente collegata a quello di cui abbiamo parlato ieri circa l'attività.

Ho espresso il concetto che la paura del fallimento mi faceva provare questa cosa e lui ha detto "secondo me non è paura del fallimento".
E mi ha esposto la sua personale teoria di cui mi è rimasta molto impressa una parola.
Mi ha detto che la reazione è dovuta al fatto più che altro che la cosa mi entusiasma molto, come gli avevo detto prima io. E il problema è proprio quello... l'ENTUSIASMO.

Come se il fatto di provarlo mi fa ritirare improvvisamente perchè è una cosa troppo forte per me, che non è adeguata... oppure non so bene.
Comunque non lo so... però è la prima volta che ho una descrizione di questa cosa.
Non so bene cosa farci con questa spiegazione sinceramente... 

Era per spiegarti e... toglierti il dubbio.

 
 
 

MYSELF

Post n°58 pubblicato il 23 Luglio 2018 da dynastis

Ogni tanto dimentico che ho lasciato questo spazio che non legge nessuno per sfogarmi...
Credo che non si apprezzi la libertà tanto come quando non la si sente più... 
Dovrei poi imparare che alle volte non serve spiegare a chi non capisce, che non dovrei sempre sentirmi io quella in difetto e comprendere che ciò che è assurdo per me, è leggittimamente assurdo.

Non posso fare a meno di pensare che la strada era quella che avevo trovato tempo fa... che mi piace la vita di chi sorride, di chi lo fa di prima mattina.
Mi piace non dover pesare le parole ed essere capita lo stesso, mi piace chi si fida di me, di ciò che penso, della mia onesta intellettuale, del rapporto che ha con me... mi piace quella complicità che in mezzo a mille persone guarda te e non come una lotta di supremazia.

Mi piace soprattutto la libertà... l'idea, la sensazione di sentirmi libera!
La gente confonde spesso la libertà con l'anarchia ma non è così... l'amore è libertà, l'amore non chiede, l'amore non giudica in continuazione, non valuta sempre le azioni, le parole, la situazione, non funziona così... e io lo so fin troppo bene.
Ci sono molte cose di cui le persone possono convincermi e mille cose su cui mi possono mettere in dubbio... ma che io non sappia cosa sia l'amore, no. Ma non perchè per astratto lo so... perchè so di aver amato come nessuno, di aver fatto cose che nessuno avrebbe fatto e di averle sentite così forte che... questo concetto distorto di chiedere, stringere, correre, valutare, criticare, fondersi e contemporaneamente "schiaffeggiare" a suon di toni e frecciatine... sono logiche che vedo così piccole... così piccole...

Amare non è chiedere, è dare e basta. E' così. E' apparentemente spiacevole, opportunista, facile...ma non è niente di tutto questo. E' difficile ma...viene da se!
Amare è spesso anche passare una serata a discutere perchè si vuole chiarire, amare è passare una sera alle volte a discutere perchè l'altro è nervoso e tu sai che il giorno dopo ti chiederà scusa per essersi sfogato su di te e che tu sorriderai perchè l'importante era essere lì ed è un po' come quando siamo arrabbiati e spacchiamo le cose e ci tagliamo da soli... 
Amare è sapere che l'altro è intrattabile perchè è preoccupato, è teso e sta male ma è troppo orgoglioso per dirtelo, oppure è troppo inconsapevole per farlo... ma tu metti da parte quello che non è importante e lo abbracci lo stesso. 

Amare non è fondersi... è troppo facile così. Amare e costruire è lottare, è discutere, è fare la lotta tanto quanto fai l'amore, per il bene dell'altro. L'amore è rispetto... e sì, l'amore è libertà! E' lasciare l'altro libero, non solo a parole ma davvero! Libero di scegliere, di essere separato da te e di dare la possibilità ogni giorno di scegliere se camminarti accanto oppure fare un'altra strada.

L'amore non è quello disegnato nelle favole.

L'amore è quella favola che ti scrivi da solo, storta, piena di errori cancellati a penna, di inchiostro sbavato... è il meglio che riesci a fare sapendo che farai errori, che siete diversi, che sbaglierete e che alcune cose rimarranno imperfette semplicemente così.

Ho capito di amare qualcuno quando ho pensato all'ipotetica possibilità di avere la stessa persona fisica, senza errori e senza sbagli (anche quelli che mi ferivano) e ho capito che non avrai amato una persona senza uno solo dei suoi difetti, del suo modo di essere, di parlare... non volevo cambiasse niente anche se quel poco coraggio che aveva lo ha portato dove lo ha portato. Andava bene così... era lui... non puoi cambiare una variabile senza modificare il quadro.

Sono stata accusata di parlare come un libro stampato... ma questo è il mio modo di parlare e sopratutto la verità è che non ho letto niente di questo su alcun libro... io i libri li ho scritti. Non sempre hanno avuto una buona fine ma sicuramente sono stati meglio di chi tutto questo non lo ha mai capito... 

Mi dispiace ma io non cambio... e non perchè non posso farlo ma perchè alla fine della storia, nella mia vita ho capito una cosa: mi amo. Amo come sono diventata, con tutti i miei problemi, amo quello che do' alle persone e quello che mi rimandano, amo notare certe cose e amo la leggerezza e la goffagine che ho in altre cose. Amo amare in libertà e saperlo fare. Amo non essere gelosa. Amo parlare come un libro stampato perchè ho aiutato tante persone e alle volte, mi sono aiutata anche da sola, amo svegliarmi la mattina ed essere già a mille perchè amavo lo sguardo di mia cugina quando mi guardava da sopra la tazza di caffè e sbatteva la testa al tavolo dicendo "ma come fai?" e ridevamo... sono tra i ricordi più belli che ho.
Chi non tollera tutto questo... può cambiare strada. Cerco, in fondo, qualcuno che mi ami così come sono, che se miglioro in qualche difetto, meglio, ma che se non volessi cambiare io per prima di anche un solo dettaglio, andrebbe bene lo stesso. Vorrei qualcuno che mi ami per come sono, perchè io amo senza chiedere a nessuno di cambiare in qualcosa.
Amo qualcuno anche se veste in modo non elegante, amo anche se non mette mai una cazzo di camicia bianca, amo qualcuno anche quando la mattina vorrei un sorriso in più ma non c'è, amo tutto di una persona e non ho mai chiesto che cambiasse niente... 

Scelgo questo e se così non dovesse essere... ho anche imparato che forse è peggio avere accanto qualcuno che ti cambia e la sofferenza di quando ti deformi perchè è l'unico modo per essere amato.


Mi dispiace ma io non ci casco... avrò anche mille paure che non mi interessa superare ma io il CORAGGIO ce l'ho!

 
 
 
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