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RECENSIONE: DJANGO UNCHAINED

Post n°132 pubblicato il 20 Gennaio 2013 da Heart.and.Soul
 

E' la prima videorecensione per il blog. Non ci sarà il mio commento, ma quello di un'ospite speciale. Sotto il link, come sempre, il classico post. Buona visione/lettura!

Guarda la videorecensione

USA 2012
165 minuti
Western

Django - Jamie FOXX (Pino Insegno) *****
Dott. Schultz - Christoph WALTZ (Stefano Benassi) *****
Calvin J. Candie - Leonardo DI CAPRIO (Francesco Pezzulli) *****
Broomhilda - Kerry Washington (Daniela Calò) *****

La scommessa era capire quanto ci avrebbe messo uno come Tarantino, con il suo background, le sue aspirazioni e la sua verve a sfornare un western tutto suo. Se ne parlava almeno dai tempi di Kill Bill, ma ci sono voluti due episodi con la fantastica Uma Thurman e l'epico "Bastardi senza gloria" prima di partire con l'avventura di "Django unchained".

Per gli appassionati del genere il titolo e la saga non sono nulla che non si sia già sentito. Il capostipite è il mitico film omonimo di Sergio Corbucci del 1966, un film spietato, magnetico e girato in maniera egregia. Un film che se uscisse oggi definiremmo "alla Tarantino". E non a caso, il buon Quentin si è ispirato al lavoro del compianto regista italiano per sottolineare ancora una volta come negli anni passati da queste parti si sia fatto un grande cinema e di livello internazionale. Protagonista di quel gioiello di film era Franco Nero. Un primo piano che non ammette repliche. Bello, intenso, profondo, come solo lui ha saputo essere nella sua fortunata carriera.

Ma procediamo con ordine. "Django unchained" parte da una sicurezza, il talento incontrastato del grande Christoph Waltz, in un'interpretazione che verrà ricordata tanto quanto quella spietata del colonnello Landa. Il suo personaggio, l'ex dentista e attuale cacciatore di taglie Dottor King Schultz è l'antitesi dello spietato ufficiale nazista. L'eroe, però, è il grandissimo Jamie Foxx, interprete dell'ex schiavo Django, più intenso e magnetico che mai, uno sguardo meraviglioso, ferito e vendicativo, teso, tipico dell' "uno su diecimila" di cui lui stesso farà menzione nel film. I due si avventureranno in un viaggio lungo l'America per mettere in salvo, Broomhilda, moglie di Django, deportata e venduta ad un ricco uomo del Sud.

La recitazione è il punto forte di quest'opera che vede nel cast, oltre ad un apprezzatissimo cameo di Franco Nero, un grande Leonardo Di Caprio.
Stilisticamente parlando, Django è il solito grande film di Tarantino. Epico nella narrazione, con lunghe scene simili ad atti unici, dialoghi splendidi e risate quando meno te lo aspetti. Rarissimi i cali di tensione, mentre, a trovare proprio un cavillo, si sente una certa mancanza di quei colpi di scena che farebbero benissimo specialmente sul finale.

Se il comparto narrativo brilla, ma ha fatto di meglio in altre circostanze, il comparto tecnico è una cometa. Una fotografia mozzafiato che non dà la sensazione orribile di attori moderni che recitano in un contesto antico, ma dà il giusto carattere ad ogni minimo dettaglio, cominciando dal trucco. Anche i costumi di questo film verranno ricordati per originalità e ironia. Django, in particolare, parte da nudo schiavo a brillante uomo libero passando per un look quasi "Eastwoodiano" che esalta un fisico straordinario ed una presenza scenica fuori dal comune. Come in ogni film di Tarantino, il commento musicale fa la parte del gigante. Qui si toccano apici mai raggiunti e finalmente, il regista ha potuto avere l'onore di affidare le musiche del film al tanto desiderato Maestro Morricone che non ha deluso le attese. I pezzi sono favolosi e la simbiosi con le immagini è a dir poco fenomenale. Fantastico anche il cantato di Elisa Toffoli nel pezzo "Ancora qui" scritto appositamente per il film. 

Infine, veniamo al doppiaggio. Diretto e adattato sapientemente da Carlo Cosolo, si può parlare di un lavoro pressoché perfetto. L'interpretazione di Stefano Benassi, sagace, tagliente ed esuberante quanto basta, accompagna ed esalta la prestazione magnifica di Cristoph Waltz. Menzione d'onore anche a Pino Insegno e Francesco Pezzulli, rispettivamente alter-ego italiani di Jamie Foxx il primo e (scontato dirlo) Leonardo Di Caprio, il secondo. 

Punti di forza:
- Quentin Tarantino
- Una recitazione magistrale
- Costumi, fotografia e commento musicale
- Doppiaggio
- La capacità di riprendere il western senza essere troppo scontato

Punti deboli:
- Qualche calo di tensione sul finale
- Non molti colpi di scena

Recitazione: *****
Sceneggiatura: ****
Regia: *****
Doppiaggio: *****

Giudizio finale:
Nonostante avesse potuto osare di più nell'intreccio, Tarantino ha dato vita all'ennesima opera magistrale della sua filmografia.

 

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