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L'UOMO CHE DEVE CHIEDERE

Post n°151 pubblicato il 26 Ottobre 2013 da Heart.and.Soul
 

Aveva un magone nel petto che non accennava a sciogliersi. Si irrobustiva e giorno dopo giorno premeva sempre più forte non appena usciva di casa, sfogliava il giornale o andava a lavorare.
Ci sono cose che non possiamo dire a tutti. Perché non ci sono abbastanza persone in grado di comprenderle.
Eppure, ognuno di noi, nella sua vita, conosce quel qualcuno che è ancora capace a tenere aperte le orecchie e a saper dire la parola giusta al momento giusto.
Fu in quel tardo pomeriggio di Luglio, quando l'afa è solita trasformarsi in brezza e l'azzurro del cielo non è che un ricordo, che scese dall'auto, attraversò il cortile di ghiaia, si avvicinò al portoncino in ferro e vetro e premette il pulsante sul citofono.
La voce graffiata dal fumo pluridecennale arrivò dopo la  tradizionale attesa.
"Chi èee?"
"Sono io, nonno".

Salì i quattro piani a due a due facendo fischiare i mocassini sul marmo delle scale.
La porta era socchiusa. Dall'unico  spiraglio si intravedeva l'abbigliamento estivo d'ordinanza composto di canottiera, bretelle e pantaloni grigi. Il bastone c'era, come sempre. Stavolta era solo nascosto dietro la porta.
"Pensavo che era quello dell'agenzia immobiliare...C'avete la stessa voce!"
"Ti è andata bene, allora!" - rispose con un leggero affanno.
"Ce l'hai fatta a ricordarti, eh?" punzecchiò con la porta ormai aperta.
"Hai visto? Ogni tanto mi faccio vivo anch'io".
"Bah, meno male. Vuol dire che a qualcosa servo ancora."
Quando si avvicinarono per il bacio sulla guancia, il tono del vecchio si addolcì lasciando uscire un "Ciao..." con un filo di sorriso che confermava che tutto il pepe del dialogo precedente altro non era che la solita immancabile ironia.

Si sedettero entrambi intorno al tavolo del salotto. Era tutto immutato. Un piccolo tempio in cui ogni cosa ha suo posto e dove un oggetto riposto o dimenticato può essere ritrovato nella stessa identica posizione anche dopo molto tempo.
Una mazurka trasmessa da un canale non-stop di musica da balera occupava tutto il panorama sonoro della casa. Fu il dito, rugoso e artritico, a ripristinare la quiete con uno degli epilogi strozzati che solo i telecomandi sanno regalare.
"Basta, per oggi mi hanno scocciato".
Una smorfia soddisfatta. Poi i convenevoli: aggiornamenti, novità e un po' di sano gossip familiare, quello che gli uomini di solito schivano con un "chissenefrega" ma dal quale poi puntualmente  vengono sedotti.
Le ultimissime sul mercato calcistico e l'immancabile "Fidati che se prendiamo lui, non ce n'è per nessuno quest'anno", ma anche qualcosa di più elevato come il ricordare le enormi scoperte di quel fisico 95enne venuto a mancare appena una settimana prima.
Mentre il profumo del caffè e il tintinnare delle tazzine si faceva sempre più vicino, decise finalmente di far saltare il bottone.
"Nonno, te la posso chiedere una cosa?"
"Eh, dimmi..."
Ingoiò un boccone di saliva e prese la rincorsa come se dovesse calciare il rigore decisivo.

"Tu che mi conosci bene, mi spieghi come mai, nella vita io sono sempre quello che guardando il calcio spera che l'altra squadra della mia città giochi bene in modo che il derby sia più spettacolare? Ogni volta mi sento dire <Ma no, non capisci, hai una visione tutta tua che mai si concilierà con quella degli altri> ".
Silenzio.
Quell'arttimo di vuoto fu la scintilla che mise in moto tutto. Come un pass-vip, come un tornello che gira con semplicità, come la barra del Telepass che alzandosi dà il benvenuto in autostrada.

"Cioè, io sono quello che ha sempre un occhio per l'ambiente, tiene d'occhio i consumi, gli sprechi, sono l'unico a fare la raccolta differenziata a casa! Mi sento dire che non c'è voglia, che tanto nessuno lo fa e che è troppo faticoso. Non capisco. Possibile che sia solo un'utopia? Sono quello che chiede scusa dopo aver urtato qualcuno in metro, che chiede per favore, dice grazie e saluta. E cerco i percorsi puliti quando voglio ottenere qualcosa! E rinnego le scorciatoie e mezzucci! Continuano a dirmi che tanto il mondo gira così e che non arriverò mai a nulla se continuo per questa strada, che sono troppo buono... Per carità, non sono perfetto, non lo sarò mai, ma mi chiedo solo quanto ancora dovrò sentirmi "sbagliato" per il solo fatto di agire con onestà."

Il nonno alzò lo sguardo, lucido negli occhi. Guardò un attimo nel vuoto e serrando leggermente le labbra, inspirò brevemente col naso.
"Devi solo vivere il tuo essere a testa alta. Tutto lì. Perché "sbagliato"? - sottolineò con lo sguardo severo e le dita della mano destra raccolte e scosse avanti e indietro - Sii fiero dei tuoi principi, continua a inseguirli. Anzi, ti dirò di più. La tua insofferenza mi sta dicendo una cosa molto importante di te".

"Che cosa?"

"Che sei diventato un uomo, nipotino mio."

"Non è che questa cosa mi consoli...Non cerco un titolo, cerco delle risposte."

"Tranquillo, te ne accorgerai da solo. Non hai bisogno di titoli, è vero. Ma nemmeno di risposte. Perché nasciamo e moriamo? Boh! Io ho ottantaquattro anni e ancora questa risposta non ce l'ho. Eppure sono in pace con me stesso. Quando verrà il mio momento, sarò qui. Tanto  l'indirizzo lo conoscono. Nella vita siamo alla ricerca continua di risposte. E non ci accorgiamo che il più delle volte cerchiamo qualcosa di troppo più grande di noi. Alla mia età ancora non ho capito perché il mondo è fatto così. Ma di una cosa sono convinto: conta più sei veramente e ciò che puoi fare con le tue mani che ogni altra cosa. A che serve chiedersi perché gli altri non sono come vorresti? Non lo sono e basta. Hanno perso un'occasione. Tu invece no. Alle volte le risposte sono già scritte dentro la nostra natura. Un vero uomo è un uomo che ha deciso di essere un uomo migliore".

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Commenti al Post:
daniela19712011
daniela19712011 il 29/10/13 alle 17:08 via WEB

Con questa stupenda poesia di Garcia Lorca... ti auguro una splendida serata... Vorrei sedermi vicino a te in silenzio, ma non ne ho il coraggio: temo che il mio cuore mi salga alle labbra. Ecco perche' parlo stupidamente e nascondo il mio cuore dietro le parole. Tratto crudelmente il mio dolore per paura che tu faccia lo stesso. Il mio cuscino mi guarda di notte con durezza come una pietra tombale; non avevo mai immaginato che tanto amaro fosse essere solo e non essere adagiato nei tuoi capelli. Un abbraccio Diana (Clik)

(Rispondi)
 
Heart.and.Soul
Heart.and.Soul il 30/10/13 alle 17:50 via WEB
Bellissima poesia! E grazie per aver lasciato il tuo commento. Un carissimo saluto!
(Rispondi)
daniela19712011
daniela19712011 il 30/10/13 alle 14:29 via WEB
Lieta serata, un sorriso Diana
(Rispondi)
Heart.and.Soul
Heart.and.Soul il 30/10/13 alle 17:49 via WEB
Bellissima poesia! E grazie per aver lasciato il tuo commento. Un carissimo saluto.
(Rispondi)
daniela19712011
daniela19712011 il 01/11/13 alle 16:08 via WEB
buona serata
(Rispondi)
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