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All'ombra dei cipressi

Post n°97 pubblicato il 29 Novembre 2012 da Privilege_bg
 
Foto di Privilege_bg

 

Quanto impegno e quanto faticoso peregrinare nelle attività di tutti i giorni, nel tuo laborioso fare. Mai un momento di reale riposo, sempre pronto a scattare in piedi e a rimboccarti le maniche per fare qualcosa; “le mani in mano è impossibile tenerle” mi dissi quella volta, quasi burlandoti della mia giovine età, alludendo alla mia vita ancora tutta da vivere, e vivere nel compimento costante ed infaticabile del lavoro. Mentre sotto il tuo sguardo beffeggiatore si nascondeva una timida malinconia per quello che avresti voluto fosse ancora per te. Chissà poi perché, non me lo sono mai spiegato. E’ che uno quando è giovane pensa a come godersi la vita al meglio e basta, mentre colui che arriva al traguardo della pensione riflette angosciato su ciò che lascia, ad una vita percorsa, agli affetti ed anche alle mille arrabbiature di una carriera consumata in fermento.

Ma tu sei acutamente intelligente, e dopo un periodo di ovvio rodaggio, ti sei abituato anche alle cose di casa, hai riadattato la tua esistenza, dandole un’impostazione ancora nobile, con un senso preciso. Ed i giorni continuano nella felicità e nella gioia. Quante persone ancora da incontrare, quanta gente con la quale discutere, quante cose da fare; già, il mondo è pieno di cose belle, basta ingegnarsi un po’ e trovare lo spazio giusto nel quale potersi rendere utile. Come il tuo amico Genio, così chiamato per via dell’abbreviazione che tutti davano al suo nome, non di certo perché fosse lo spirito sapiente della famosa lampada magica! Si dava da fare come pochi, sempre spiritoso e, come te, dedito al lavoro, all’impegno, non poteva stare senza un compito, soprattutto nel gruppo del volontariato. Ma quanto faceva ridere con le sue barzellette? Un’allegra canaglia, che di tanto in tanto si prendeva gioco, bonariamente, dei più ingenui, ma che concludeva sempre con uno “scusate, ho esagerato” che quasi ti faceva venire le lacrime agli occhi per l’onestà intellettuale e per la sincerità che manifestava. Persone di elevata statura interiore.

“Ma quando potremo finalmente trascorrere le giornate giocando a bocce e riposando un po’ all’ombra di questi bei cipressi” amava domandarsi, ripetendo ogni giorno il quesito con una retorica lampante; e tutti poi sorridevano e continuavano nelle attività di volontariato.

Quando ci passi molto tempo insieme ad una persona, alla fin dei conti ti affezioni quasi come fosse un fratello, puoi litigarci qualche volta, certo è normale, ma guai a toccartelo, la stima e l’affetto sono radicati fin dentro le tue ossa.

E’ per questo che quando ti hanno telefonato, improvvisamente, quella fredda mattina di settimana scorsa, il respiro ti si è bloccato.

“Genio non c’è più” ti dissero.

“Come scusa? Cosa stai dicendo?” replicasti con la voce tremante ed un nodo in gola che ti faceva capire che tutto era tremendamente reale.

Ripresero “era qui, sorridente ed in forma come non mai, ha chiesto un bicchiere d’acqua perché si sentiva stanco e dava la colpa al lavoro del giorno prima. Dopo aver bevuto, si è seduto su quella sedia di paglia che sta di fianco alla porta della cucina, ha sorriso, e subito dopo ha rantolato un paio di volte, gli occhi gli si sono girati e….ci ha lasciati”.

Sono allibito.

Mi domando come uno se ne possa andare così; era qui un attimo fa, era qui ieri, stava bene, sorrideva, lavorava. Basta un secondo, un effimero momento e non ci sei più.

Cosa pensavi caro Genio, solo qualche giorno prima che tutto questo accadesse? Avevi sicuramente dei progetti, ragionavi sui mesi a seguire. L’avresti mai immaginato Genio?

Così, improvvisamente, da un momento all’altro; quando ti alzi la mattina non penseresti mai che quella potrebbe essere l’ultima; soffermarmi a pensare mi crea dolore, angoscia.

Ma dove sarai adesso caro Genio?

Noi crediamo che tu sia là in cielo, nella gloria eterna degli angeli, è la giusta ricompensa per quello che hai fatto in tutta la tua laboriosa vita. Ma in questi momenti di improvviso sconforto, non puoi non riflettere sul senso della nostra esistenza, e non puoi non chiederti quali siano le cose a cui dare la più grande importanza. La vita è come una giornata di primavera, il sole tiepido bacia i petali profumati della tua esistenza, la brezza leggera li rinfranca e sparge nell’aria il loro profumo, poi tutto ad un tratto ecco d’improvviso il temporale, violento e crudele che li strappa dal tuo fiore. Alla fine ritorna il sereno, ma i petali non ci sono più, spazzati via dalla tempesta; ma nell’aria il profumo è rimasto.

Ma se mi sforzo e guardo bene, sì, Genio, i tuoi petali adesso giacciono là, al riparo ed al sicuro, riposano all’ombra di quei cipressi.

 

 
 
 
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