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Istinti primitivi, post galera

Post n°66 pubblicato il 26 Novembre 2007 da Privilege_bg
 
Foto di Privilege_bg

Il terribile bandito Marinz, sanguinario killer della “Sacra gomorra unita” Scanzo-Villese,  è appena stato rilasciato dal penitenziario di San Sestino al Roccolo, dopo ben 15 anni di durissima detenzione in regime di carcere duro 41bis.

La sua barba incolta, arruffata e spinosa, ed i riccioli capelli scompigliati che svolazzano ogni dove, dimostrano una certa disattenzione che egli ha avuto nella sua persona durante tutti questi anni di dura detenzione; il carcere ti scava nell’intimo e ti annienta nello spirito; nulla è più importante, là dentro, se non il cercare di far velere ancora una volta la legge del più forte, del più duro, così da cercare di non soccombere ulteriormente in una vita troppo costretta e bruta, sche non ha neppure il semplicissimo piacere di un sorriso o della dolce carezza di una donna.

Appena uscito dal penitenziario, la luce del sole investe i suoi occhi scuri; questa ritrovata libertà insinua dentro di lui vecchi sentimenti malavitosi mai repressi. Il suo sguardo tagliente denota già le sue intenzioni malsane che, di nuovo, gli balzano velocemente per la testa, senza pentimento alcuno.

Decide di procurarsi immediatamente dei vestiti nuovi, qualcosa da mangiare e, magari, un’arma; non si sa mai. A tal proposito il Brixon’s Store, famosissimo grande magazzino tra la 4a e la 6a strada, nel cuore del Riglesso's Park, gli offre tutte queste possibilità.

“Buongiorno signore”, esclama Manrico il gestore, da dietro il bancone, con un filino di voce.

E senza rispetto alcuno, il rozzo malavitoso gli risponde con tono spregevole :

“Sta zitto, menagramo dalla voce castrata! Dammi ciò che mi serve e non fiatare ulteriormente, forza!”

Ricoperto di nuovi panni profumati e carico di tutto ciò che aveva inteso acquistare, decide di non pedere ulteriore tempo e di passare subito al “fai da te”, rapinando una casa.

Adocchia una villetta signorile, un po’ isolata e lontana dal centro cittadino e vi fa irruzione.

Sale con passo leggero sul balconcino e, di soppiatto, fa saltare il gancio del serramento; apre delicatamente la porta finestra ed entra con accortezza estrema nell’appartamento, credendo di essere indisturbato. Arriva nella camera dove, però, con sua somma sorpresa vi trova una coppietta di giovani sposini amoreggianti nel letto, i quali di nulla si erano accorti.

“Fermi! O vi saltano le cervella” intima con voce brutale il grezzo Marinz, puntando la sua P38 verso la coppietta che, nel frattempo, si è spaventata a morte.

Frattanto ordina all’uomo di uscire dal letto e lo lega ben saldo alla sedia lì di fianco, con doppio avvolgimento fatto dalla cinghia della tapparella, intorno ai polsi ed alle caviglie.

Poi immobilizza la donna nel letto, legandole mani e piedi; le si avvicina, le sussurra qualcosa all’orecchio, la bacia sul collo e poi corre di gran carriera in bagno.

Il marito, un po’ stordito dall’accadimento, si piega un po’ in avanti sulla sedia e, rivolgendosi alla giovane mogliettina le bisbiglia :

“Amore, non avere paura! Si direbbe che questo manigoldo sia appena uscito di prigione. Dunque sono certamente anni che non vede più una donna…temo vorrà fare del sesso con te! Tesoro tieni duro, qualunque cosa succeda non opporre resistenza, so che fa schifo ma qui ne va della nostra vita. Ti prego, assecondalo e fallo sfogare. Ho visto che ti ha baciata sul collo e ti ha sussurrato qualcosa all’orecchio, ciccina sii forte, ti amo…”

A questo punto la mogliettina interrompe il marito e, con voce ben più decisa e forte gli ribatte :

“Tesoro mio caro…il manigoldo mi ha confessato sottovoce che è gay e ti trova dolcissimo! Poi mi ha chiesto dove teniamo la vaselina e gli ho detto che è in bagno…sii forte amore, ti amo anch’io!”.

 
 
 
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