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The Truman Show

La mia vita è un "Truman Show", ma al rovescio: vivo in un mondo tutto mio, illudendomi di essere il protagonista della storia!

 
 

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« Addio a Margaret Thatche...Tutta colpa di Bersani! »

Quirinale, gran casino!

Post n°189 pubblicato il 20 Aprile 2013 da Truman_2000
 

Attenzione, il Pd può ancora fare peggio. Scegliere Cancellieri e omaggiare Monti

di Andrea Colombo

Franco Marini massacrato, Romano Prodi accoltellato alle spalle, Massimo D’Alema e Giuliano Amato ingabbiati, perché magari il voto lo passerebbero pure ma poi i dirigenti (si fa per dire) del Partito (sempre per dire) democratico non potrebbero mettere più il naso fuori dai loro fortini assediati. Pierluigi Bersani, il segretario, si dimette tacciando di tradimento i suoi, “uno su quattro”, e scusate se è poco. La presidente, Rosy Bindi, si dimette con palese disgusto (“Non abbiamo dato una bella prova”: questo sì che è understatement, madame). Matteo Renzi, l’Emergente, messo al tappeto alla prima uscita da leader in piena regola. Militanti divisi tra nausea e ira funesta. Parlamentari vecchi e nuovi persi come bimbi nella foresta. Signorine spedite in televisione che al confronto le Berlusconi-Girl sembrano tutte Rosa Luxemburg (ma dove l’hanno rimperticata quella Bonafè, e chi li paga per farsi del male esponendo la sua inettitudine ogni santa sera?). Venti di scissione che da temuta minaccia vanno mutando in speranza di liberazione, perché tutto, proprio tutto, è meglio che continuare così.

Questo disastro che non ha uguali nella storia dei partiti italiani non è piovuto dal cielo. E’ che sono arrivati tutti insieme al pettine i nodi che in vent’anni quel partito aveva evitato in tutti i modi di sciogliere e spesso persino di riconoscere: l’eterna guerra tra D’Alema, Prodi, Marini (e Veltroni, che pure stavolta cade se non proprio in piedi almeno in ginocchio: è una vocazione); l’incapacità costitutiva di assumere una linea politica; lo scollamento di anno in anno più simile a un baratro tra il vertice e la base; la progressiva degenerazione in quella che oggi viene chiamata Somalia e un tempo si sarebbe detta Beirut: bande l’uno contro l’altra armate che un giorno si alleano e il giorno dopo si sparano alle spalle, tanto che alla fine nessuno sa più se debba temere più il nemico dichiarato o l’amico che tra un minuto potrebbe trasformarsi in killer; una visione della politica schiettamente berlusconiana, cioè ridotta al far carriera e poi difendere il cadreghino ad ogni costo.

Non è detto che sia finita qui. Per quanto sembri quasi impossibile il Pd può ancora farcela a peggiorare la situazione. Basterà rassegnarsi (come proponeva la genialissima Bonafè in tv ieri sera) a fare prima il presidente e poi il governo con Berlusconi, così almeno torniamo a un sano bipolarismo: Grillo, Berlusconi e in mezzo le macerie di quello che non riuscì mai a diventare un partito.

Ma anche se così non sarà, se in un barlume di lucidità i piddini eviteranno di spararsi da soli il colpo di grazia, sempre agonizzanti resteranno. Eleggere Rodotà gli restituirebbe almeno uno straccio di dignità. Non lo faranno. Si nasconderanno dietro una candidatura anonima come quella del prefetto Cancellieri, giusto per dire che non si sono venduti a Silvio, e non potranno mai spiegare perché la candidata di Monti va bene e quello del Movimento 5 Stelle – che è un uomo nostro, della sinistra, e tra i migliori oltretutto – invece no. Sempre che non leghino all’alto seggiolone Giorgio Napolitano, come era d’uopo fare nell’Urss.

Oppure, come pare suggerisca D’Alema che in queste cose è da sempre il meno opaco, se la caveranno puntando su Emma Bonino, che piace a tutti, è radicale quindi un po’ grillina, è stata col centrodestra ma anche col centrosinistra. Insomma è l’unica che si possa eleggere a braccetto con Silvio senza emanare miasmi d’inciucio. Sempre che i preti glielo facciano fare. I popolari del Pd, ovvio, strepiteranno, ma il Pd non c’è più e a questo punto avvicinare la scissione di un altro millimetro non è poi tutto questo problema.

Ma comunque vada a finire il dramma del Quirinale, la via crucis del Pd non è finita e non finirà. C’è il rischio, e bello forte, che a finire sia prima il partito. Pardon: il poco che ne resta.

http://www.glialtrionline.it/2013/04/20/attenzione-il-pd-fantasma-puo-ancora-fare-peggio-scegliere-cancellieri-e-finire-nel-disonore/

 

Lucidissima e condivisibile analisi, la sottoscrivo in pieno.  

Bersani non ne ha fatta una buona: innanzitutto, se volevano l'accordo con il PDL, non dovevano lasciare a Berlusconi la possibilità di scegliere il candidato tra una rosa di nomi fatta da loro, ma fare il contrario (scegliere loro tra una rosa di nomi fatti da Berlusconi). Il cav. ha scelto Marini e lo hanno candidato anche se una parte di loro (i Renziani) hanno detto apertamente che non lo avrebbero votato. Così facendo, hanno spaccato il partito.

Per ricompattare il PD, hanno proposto il nome del fondatore dell'Ulivo, ben sapendo che il PDL non lo avrebbe mai votato, dimostrando ancora una volta - come già 7 anni fa - di avere una "cultura istituzionale" proprietaria, pari a quella di Berlusconi (ecco perché Rodotà non va bene: pur essendo della loro parte, non è "uomo di apparato", è troppo libero, troppo indipendente). 

Ma candidare Prodi, senza un accordo preventivo e possibilmente scritto con Grillo, è stata una mossa fallimentare: lo hanno "bruciato", facendo saltare tutti gli equilibri interni al PD che, in realtà, è un partito mai nato, visto che si scannano ancora tra ex DS ed ex Margherita e ragionano - manuale Cencelli alla mano - come se non facessero parte dello stesso partito: non a caso, hanno proposto solo ex DC per il Quirinale (Marini, Prodi, Mattarella...), perchè Palazzo Chigi doveva andare ad un ex DS.

Adesso, anche D'Alema - se lo proponessero - rischierebbe di essere "bruciato": gli voterebbero contro i prodiani e i mariniani.

Se vogliono l'accordo con il PDL, non restano che Amato e la Bonino (l'elezione di quest'ultima renderebbe l'inciucio più sopportabile da parte degli elettori del PD che non capiscono, giustamente, #perchéRodotàno e la Cancellieri sì). Altrimenti, salvino capre (faccia) e cavoli (quel poco che resta dei loro elettori) e votino per Rodotà, la cui elezione, peraltro, permetterebbe al "dopo Bersani" di poter fare un governo con i grillini, stile Crocetta.

Il bis di Napolitano (che si è detto indisponibile) certificherebbe lo stallo anche a livello del Quirinale, mentre l'elezione di un "tecnico" (come la Cancellieri) sarebbe la morte della politica!

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