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Creato da valesaber il 11/02/2010

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(Gortoz a ran - Genez Prigent feat. Lisa Gerrard)

'Aspetto'
(traduzione a cura di Leonardo Venturi)

Aspettavo, aspettavo da tanto tempo
nell'ombra scura delle torri grigie
nell'ombra scura delle torri grigie

Nell'ombra scura delle torri di pioggia
mi vedrai aspettare per sempre
mi vedrai aspettare per sempre

Un giorno tornerà
sulle terre, sui mari
sulle terre, sui mari

A portarmi sui sentieri
tornerà carico di spruzzi di mare
nell'ombra scura delle torri nere

Tornerà il vento azzurro
e porterà con sé il mio cuore ferito

Sarò spinto via dal suo respiro
lontano nella corrente, in un altro paese

Sarò spinto via dal suo respiro
lontano nella corrente, ovunque voglia

Ovunque voglia, lontano da questo mondo
tra il mare e le stelle.

 

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« Onorare la memoria..."L'impresa eccezionale... »

Orridi orrori...

Post n°90 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da valesaber
Foto di valesaber

Poche parole... per non risultare ripetitivo nell'esposizione... più di quanto già non mi capiti... Ma cosa ci posso fare?
Parlare degli argomenti che ci stanno a cuore credo sia il modo migliore per non parlare a sproposito o almeno per ridurne il rischio.
Ma stavo dicendo poche parole... e non voglio certo sprecarle ma usarle tutte per onorare la commemorazione delle Foibe, che ricorre nella giornata di oggi.
Senza ombra di dubbio alla tragedia delle Foibe si applicano interamente le stesse considerazioni fatte per la giornata del 27 gennaio, nel ricordo dell’olocausto. Cambiano i carnefici, cambiano le motivazioni che li hanno portati a questi eccidi efferati, ma non cambia il comune denominatore: l’odio. Un odio sordo e muto, alimentato dalle vicissitudini storiche recenti dell’epoca in cui è maturato. L’annessione all’Italia dell’Istria dopo la prima guerra mondiale, l’avvento del fascismo e delle sue persecuzioni a carico degli istriani jugoslavi, compresa la loro "italianizzazione" imposta a forza, fino ad arrivare alla occupazione della Jugoslavia e alle violenze perpetrate dai fascisti come rappresaglie alla guerra partigiana.
Ma sul fronte balcanico tutte le parti coinvolte si sono rese colpevoli di crimini di guerra, a partire dagli iniziali vincitori, italiani e tedeschi, passando per ustascià e cetnici, fino ad arrivare ai partigiani prima e all’esercito di Tito poi. Ogni parte si è resa responsabile di violenze brutali e repressioni contro la popolazione civile di una o dell’altra parte, gettando il paese nella paura e nello scompiglio totale.
Ed è in questo clima di crescente avversione e nel folle desiderio di vendetta per i torti subiti, veri o presunti che fossero, che sono maturati poi gli eccidi delle Foibe a partire dal ’43.
Una violenza con una forte connotazione politica, guidata dalla precisa volontà del nuovo regime jugoslavo di annettersi la Dalmazia, liberandola da ogni possibile oppositore o seguace della sua "italianità". Dunque una ben definita linea politica a cui si è poi associata una demente corsa alla vendetta, alla stregua di quello che è accaduto in seguito in Italia, nella rossa pianura padana del dopoguerra, dove la passione politica e la volontà di cancellare il fascismo, si è poi trasformata in un occasione per regolare ogni tipo di "conto aperto" anche quelli personali o dovuti alla solo invidia per uno stato sociale o culturale.
Così i corpi hanno iniziato a riempire le foibe… sempre più numerosi, in una spirale crescente di violenza. Ma, "con la violenza puoi uccidere colui che odi, ma non uccidi l’odio. La violenza aumenta l’odio e nient’altro" così diceva M.Luther King e sappiamo quanto conoscesse l’odio, subendolo continuamente in una delle sue tante brutali forme.
E come per i crimini dell’italia del dopoguerra, anche per gli eccidi delle foibe non ci sono state indagini o prese di posizione chiare da parte della classe politica del tempo. E tanto meno processi. La volontà di evitare una guerra civile in Italia per i primi e il desiderio di avvicinare la Jugoslavia alle posizioni europee allontanandola il più possibile dall’influenza sovietica, hanno determinato la volontà di cercare di smorzare le tensioni, ricercando l’oblio per questi crimini. Dimenticare in nome di un tornaconto politico.
Ma le vittime della violenza non meritano di essere dimenticate… meritano invece il nostro imperituro ricordo. Ogni vittima lo esige. Magari non ne conosceremo mai tutti i nomi, ma ricordarne il sacrificio quello sì… quello è un nostro obbligo morale, come italiani e come persone civili.
Come scriveva Gothe:
"chi è nell’errore compensa con la violenza ciò che gli
manca in verità e forza".

 
 
 
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