...QUALCOSA DI ME
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HA-HA-HA
Il cellulare del parroco
Un americano visita Fossano (una città della provincia di Cuneo) e un amico gli spiega:
- Questa è la piazza dei martiri, la più grande.
- Oh, dove abito io sulla piazza più grande può atterrare un jet, risponde l'americano.
Davanti alla casa più vecchia, l'amico spiega:
- Questo è il nostro municipio!
L'americano:
Oh! Oh! Il nostro municipio e un palazzo nuovo alto 125 metri!
L'amico comincia a perdere la pazienza. Proprio in quell'istante suonano le campane del duomo.
- Cos'è questo suono?, domanda.
L'amico risponde:
- Ah, non ci badare, è solo il cellulare del parroco!
In confessionale
Una giovane si confessa:
- Padre, quando mi guardo allo specchio mi trovo bellisima. E' vanità?
Il confessore dà una sbirciata al volto della ragazza e risponde:
- No, figliola: è cecità!
Perché ti voglio bene » |
PRENDI IL LARGO“Prendi il largo” (Lc 5,4) è l’invito di Gesù a Pietro perché con la sua barca “prenda il largo” e getti ancora le reti. E pensando alla storia della mia vocazione, mi accorgo che “prendi il largo” è l’invito che, a più riprese, ho sentito rivolgermi dallo stesso Signore e Maestro, Gesù di Nazareth. La prima volta quando mi ha chiesto di sciogliere gli ormeggi che mi tenevano ancorato alla mia famiglia, cioè quando a 11 anni sono partito dal mio paesello, dove allora abitava la mia famiglia, per entrare nell’istituto religioso a Verona e poi a Roma. Mi invitava a non fermarmi sulla riva, ma a prendere coraggiosamente il largo per una stupenda e affascinante avventura: la vocazione sacerdotale! Poi, questa voce, questo invito, è risuonata con forza nel momento forse più critico della mia vita. Quando, dopo aver vissuto per quattordici anni all’interno di un istituto religioso la mia vocazione, questa sembrava entrata in crisi. Una crisi che a me piace chiamare non di “vocazione”, ma crisi di “locazione”. Ossia percepivo che quel luogo non era più adatto per far crescere la vocazione che portavo dentro. Mi sentivo un po’ come Pietro che dopo aver pescato per tutta la notte si trovava con le reti vuote. Ma è proprio a questo punto che c’è stata l’irruzione dentro la mia vita di una presenza che misteriosamente, ma realmente mi ha donato la capacità di riprendere in mano la mia vita, di riprendere in mano la mia vocazione. E’ stata la presenza di Cristo sulla barca della mia esistenza! Da lui ho ricevuto la forza, come Pietro che pur non capiva, per rispondere: “...sulla tua parola getterò le reti”. Mi sono fidato della sua parola, due anni fa sono entrato nel seminario vescovile della diocesi di Padova e ho così trovato un risultato inaspettato e una meravigliosa fecondità: la mia vocazione è rinata! Domenica 5 giugno a Padova sono stato ordinato prete e quindi sto sciogliendo ancora una volta gli ormeggi, in questo caso uscire dal seminario per “prendere il mare aperto della storia e gettare le reti per conquistare gli uomini al vangelo, a Dio, a Cristo, alla vera vita” (Benedetto XVI), spiegare le vele e lasciare che sia lo Spirito santo con il suo soffio a condurmi dove mi vuole la volontà di Dio. Ammetto che nell’affrontare questo lungo viaggio talvolta mi sento fragile e inadeguato, ma sono sereno perché ho sperimentato che nella mia vita, sulla mia povera barca, è venuta a dimorare una Potenza che mi rende capace di tutto, “Tutto è possibile a chi crede” (Mc 9,23). Ringrazio il Signore per i suoi doni e per la fedeltà della sua Parola, ringrazio in modo particolare la mia famiglia, la comunità del seminario, la diocesi di Padova, la comunità parrocchiale di origine e tutte le persone che ho incontrato nella mia navigazione! |
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