...QUALCOSA DI ME
MENU
TAG
HA-HA-HA
Il cellulare del parroco
Un americano visita Fossano (una città della provincia di Cuneo) e un amico gli spiega:
- Questa è la piazza dei martiri, la più grande.
- Oh, dove abito io sulla piazza più grande può atterrare un jet, risponde l'americano.
Davanti alla casa più vecchia, l'amico spiega:
- Questo è il nostro municipio!
L'americano:
Oh! Oh! Il nostro municipio e un palazzo nuovo alto 125 metri!
L'amico comincia a perdere la pazienza. Proprio in quell'istante suonano le campane del duomo.
- Cos'è questo suono?, domanda.
L'amico risponde:
- Ah, non ci badare, è solo il cellulare del parroco!
In confessionale
Una giovane si confessa:
- Padre, quando mi guardo allo specchio mi trovo bellisima. E' vanità?
Il confessore dà una sbirciata al volto della ragazza e risponde:
- No, figliola: è cecità!
Post n°74 pubblicato il 10 Novembre 2007 da dLupin
"Conducimi per mano, Luce di tenerezza, fra il buio che mi accerchia, conducimi per mano. Cupa è la notte e io sono ancora lontano da Casa, conducimi per mano. Guida il mio cammino: non pretendo di vedere orizzonti lontani, un passo mi basta. Un tempo era diverso: non ti invocavo, perché tu mi conducessi per mano. Amavo scegliere e vedere la mia strada ma adesso conducimi per mano. Amavo il giorno abbagliante, disprezzavo la paura, l'orgoglio dominava il mio cuore: dimentica quegli anni. Ma sempre fu sopra di me la Tua potente benedizione, sono certo che essa mi condurrà per mano, per lande e paludi, per balze e torrenti, finché svanisca la notte e mi sorridano all'alba volti di angeli amati e per un poco smarriti. Ma Tu conducimi per mano". (J.H. Newman) |
Post n°73 pubblicato il 09 Novembre 2007 da dLupin
SKYLABB ha scritto questo commento nell'uiltimo post:
"si si...abbiamo sempre più paura di stare soli ad ascoltarci...cerchiamo sempre il caos, il rumore per non ascoltare quella vocina dentro di noi...e invece quanto ci farebbe bene..." Grazie! In effetti se riuscissimo a fare un po' più di silenzio attorno e dentro di noi, vincendo forse la paura di ritrovarci faccia a faccia con noi stessi... potrebbe succedere qualcosa di meraviglioso... potremo sentire una musica! Questa volta non proveniente dall' i-pod o dallo stereo... ma dal nostro più profondo intimo... "C’è una musica, una musica una musica nell’aria che si sente fra le foglie se ti fermi ad ascoltarla è la musica dell’anima una musica infinita sta suonando nella testa sta nascendo fra le dita. Sono lacrime e silenzio sono gioie ed emozioni che si fondono in un coro e poi diventano canzoni è qualcosa che ti spinge a stare in piedi contro il vento a cercare nelle cose spente ancora un nuovo senso. C’è una musica, una musica … Si raccoglie sulle rive dentro i giochi dei bambini quando il battito del cuore è un tempo che non ha confini ce l’hai dentro come il sogno di una perla e una conchiglia un messaggio già lanciato chiuso in fondo a una bottiglia. C’è una musica, una musica … C’è una musica, una musica una musica nell’aria non occorre andar lontano per riuscire a conquistarla è la musica dell’anima la musica presente sta cantando nella vita sta correndo fra la gente". (Gen Rosso) |
Post n°72 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da dLupin
Mi ritrovo, così, incapace di voler bene, di amare profondamente, di mettermi in ascolto sinceramente. Eppure la Vera Vita rimane, dentro, inghiottita, ma non ancora soffocata del tutto. Spesso mi chiama, mi interpella, si preoccupa di dove sto andando… e ha una indescrivibile voglia di essere donata di essere condivisa di uscire là dove non fa comodo stare. Ha voglia di esserci in questo mondo… senza riserve senza compromessi. (continua...) “Eppure sentire” canterebbe Elisa (Un senso di te - Soundtrack '96-'06)... Allora perché non ascoltare, meglio: ascoltarsi? Piace tanto a che a me ascoltare musica, la sto ascoltando anche adesso, come sottofondo, ma perché sempre queste cuffie nelle orecchie mentre si fa jogging, mentre si va in bicicletta o motorino? Accenderla quando entro in auto o in ufficio… è solo per compagnia, per il piacere di ascoltarla…? Non è che abbiamo paura di sentire un po’ di vuoto dentro? Non è che abbiamo paura di ascoltarci dentro? Di ascoltare la voce della Vera Vita di cui parla Aurora? |
Post n°71 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da dLupin
FRAMMENTI DI VITA... 1° episodio
Aurora (nome inventato x privacy) mi ha scritto: Perché da un po’ di tempo a questa parte ho come la sensazione di star sopravvivendo: di star vivendo grazie alle scarse e tirate energie del mio involucro esteriore, superficiale. E queste uniche forze di cui mi cibo sono appena sufficienti per affrontare i miei problemi quotidiani. Perché, in realtà, anche per questi, ho sempre bisogno di qualcuno vicino, che mi dia una spinta, che mi dia quel carburante che a me manca. (continua...) Aurora sembra accorgersi che si è accesa dentro di lei la spia rossa della riserva! Accorgersi, prendere consapevolezza... è già un passo importante! C'è, infatti, chi continua a correre. Non ha tempo per guardarsi dentro, controllare le sue spie e i suoi livelli... è troppo concentrato su obbiettivi, progetti, ottenere, realizzare... Ma se dentro sei in riserva, quando non trovi più forza per..., quando ti senti vuoto e insoddisfatto...nonostante tutto... se non ti fermi, se non fai qualcosa... credimi, non farai tanta strada e prima o poi sarai constretto a fermarti. Sembra crescere in Aurora il desierio di poter finalmente vivere e non più sopravvivere! Sembra comprendere che, come si trova adesso, non potrà fare tanta strada nella vita... che questa sua vita non sarà ricca di senso se si lascia continuamente trascinare... se si accontenta di vivere in riserva e quando è a secco... chiedere una spinta a chi le sta vicino... |
Post n°70 pubblicato il 13 Ottobre 2007 da dLupin
|
Post n°69 pubblicato il 04 Ottobre 2007 da dLupin
|
Post n°68 pubblicato il 20 Luglio 2007 da dLupin
Estate: tempo di campiscuola! |
Post n°67 pubblicato il 15 Giugno 2007 da dLupin
...è da un po' che non scrivo più niente...
|
Post n°66 pubblicato il 05 Giugno 2007 da dLupin
Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera. A un certo punto, chiese: “Stai scrivendo una storia su di noi? E' per caso una storia su di me?” La nonna smise di scrivere, sorrise, e disse al nipote: “In effetti, sto scrivendo di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita che sto usando Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande.” Il bimbo osservò la matita, incuriosito, e non vide niente di speciale. “Ma è identica a tutte le matite che ho visto in vita mia!” “Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose. Ci sono cinque qualità in essa che, se tu riuscirai a mantenere, faranno sempre di te un uomo in pace col mondo. Prima qualità: tu puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. Questa mano noi la chiamiamo Dio, e Lui ti dovrà sempre indirizzare verso la Sua volontà. Seconda qualità: di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo, e usare il temperino. Questo fa sì che la matita soffra un poco, ma alla fine essa sarà più affilata. Pertanto, sappi sopportare un po’ di dolore, perché ciò ti renderà una persona migliore. Terza qualità: la matita ci permette sempre di usare una gomma per cancellare gli sbagli. Capisci che correggere qualcosa che abbiamo fatto non è necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via. Quarta qualità: ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che è all’interno. Dunque, fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te. Infine, la quinta qualità della matita: lascia sempre un segno. Ugualmente, sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce, e cerca di essere conscio di ogni singola azione.” (Paulo Coelho) C'è stata una donna grandissima...anche se di statura era molto piccola, che ha fatto della sua vita una cosa meravigliosa... Madre Teresa di Calcutta! E a proposito di matita ecco cosa diceva: "Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro.
E' Lui che pensa. E' Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata". |
Post n°64 pubblicato il 19 Maggio 2007 da dLupin
Sono un innamorato del mare! Quando stai dalla terra ferma a guardare il mare agitato dal vento che scaglia con vigore le onde contro le rocce... godi di uno spettacolo bellissimo, affascinante... Ma se ti trovi dall'altra parte, ossia sul mare molto mosso dal vento o da una forte tempesta, quando ti trovi sulla tua piccola barca della vita e sei in balia delle onde altissime della malattia, della solitudine, dello sconforto... le cose cambiano! Certo se sei un turista sprovveduto o un marinaio improvvisato ti ritrovi solo... ad urlare contro una forza che ti supera e rischia di vincerti. Il panico, la paura rischiano di farti scagliare contro gli scogli della delusione e della rabbia, dell'angoscia e della disperazione. Se invece sei un lupo di mare, un marinaio esperto, affronti la tempesta e non vai a rifugiarti sotto coperta, ma sfidi con coraggio le raffiche di vento e i bruschi movimenti della barca! Non ti rassegni e continui a lottare fino a quando uno squarcio di luce dissolve le nubi e il sole torna a splendere su di un cielo ancor più azzurro di quanto tu potessi sognare in quei momenti di tempesta. Tu, come del resto anch'io, e siamo in molti... ci sentiamo poche volte lupi di mare... il più delle volte ci comportiamo come turisti sprovveduti... ecco che allora la fede può essere quel ricorrere con fiducia a quell'Uomo-Dio Gesù di Nazareth! Mi dirai che la sensazione è quella di non sentirlo e non vederlo nel momento del dolore e della prova... Certo se rimani rifugiato sotto coperta non lo sentirai mai né lo vedrai, perché lui sarà sempre sopra sulla prua o sulla poppa della tua nave a combattere contro il vento e contro quelle onde che tanto ti impauriscono... Dio non da risposte facili alla nostra domanda: "perché il dolore?", ma offre se stesso per lottare e soffrire con noi. Esci allo scoperto sulla tua nave dove imperversa la tempesta... lo troverai inchiodato sull'albero maestro della nave della tua vita! Gesù di Nazareth, Maestro e Signore, possa insegnarti e aiutarti a non scappare dalle tempeste, ma ad affrontarle con coraggio e fede, nella certezza che il cielo è blu sopra le nuvole e che la tempesta prima o poi passerà e la quiete che ne seguirà porterà al tuo cuore una pace e una serenità infinita! …Pronto per una nuova sfida! |
Post n°63 pubblicato il 17 Maggio 2007 da dLupin
|
Post n°62 pubblicato il 03 Maggio 2007 da dLupin
Insegnami ad ascoltare, o mio Dio,
chi sta accanto a me, la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi. Aiutami a capire che, per quante parole io possa udire, il messaggio è: “Accoglimi come persona. Ascolta me.” Insegnami ad ascoltare, o Dio premuroso, i lontani, il bisbiglio dei senza speranza, il lamento dei dimenticati, il grido degli angosciati. Insegnami ad ascoltare, o Dio, mia Madre, me stesso. Aiutami ad avere meno paura, a fidarmi della voce interiore, che risuona nel mio intimo. Insegnami ad ascoltare, Santo Spirito, la tua voce, nell’attività e nella noia, nella sicurezza e nel dubbio, nel rumore e nel silenzio. (Ruth McLean) |
Post n°61 pubblicato il 26 Aprile 2007 da dLupin
Nella comunità dell'Arca dove aveva deciso di vivere, dopo una vita passata nel mondo universitario, un giorno il celebre padre Henri Nouwen fu avvicinato da una ragazza disabile della comunità che gli disse: ""Henri, mi puoi benedire?".Padre Nouwen rispose alla richiesta in maniera automatica, tracciando con il pollice il segno di croce sulla fronte della ragazza. Invece di essere grata, lei protestò con veemenza: "No, questa non funziona. Voglio una vera benedizione!".Padre Nouwen si accorse di aver risposto in modo abitudinario e formalistico e disse: "Oh, scusami...ti darò una vera benedizione quando saremo tutti insieme per la funzione". Dopo la funzione, quando circa una trentina di persone erano sedute in cerchio sul pavimento, padre Nouwen disse: "Janet mi ha chiesto di darle una benedizione speciale. Lei sente di averne bisogno adesso".La ragazza si alzò e andò verso il sacerdote, che indossava un lungo abito bianco con ampie maniche che coprivano sia le mani che le braccia. Spontaneamente Janet lo abbracciò e pose la testa contro il suo petto. Senza pensarci, padre Nouwen la avvolse con le sue maniche al punto da farla quasi sparire tra le pieghe del suo abito.Mentre si tenevano stretti l'un l'altra padre Nouwen disse: "Janet, voglio che tu sappia che sei l'amata Figlia di Dio. Sei preziosa agli occhi di Dio. Il tuo bel sorriso, la tua gentilezza verso gli altri della comunità e tutte le cose buone che fai, ci mostrano che bella creatura tu sei: So che in questi giorni ti senti un pò giù e che c'è della tristezza nel tuo cuore, ma voglio ricordarti chi sei: sei una persona speciale, sei profondamente amata da Dio e da tutte le persone che sono qui con te". Janet alzò la testa e lo guardò; il suo largo sorriso dimostrò che aveva veramente sentito e ricevuto la benedizione.Quando Janet tornò al suo posto, tutti gli altri disabili vollero ricevere la benedizione. Anche uno degli assistenti, un giovane di ventiquattro, alzò la mano e disse: "E io?" "certo", rispose padre Nouwen. "Vieni". Lo abbracciò e disse: "John, è così bello che tu sia qui. Tu sei l'Amato Figlio di Dio. La tua presenza è una gioia per tutti noi. Quando le cose sono difficili e la vita è pesante, ricordati sempre che tu sei Amato di un amore infinito". Il giovane lo guardò con le lacrime agli occhi e disse: "Grazie, grazie molte". Quando le cose sono difficili e la vita è pesante ricordati chi sei: sei una persona speciale, sei profondamente amato da Dio e da tutte le persone che sono con te. |
Post n°60 pubblicato il 22 Aprile 2007 da dLupin
C'era una volta un piccolo baco, appoggiato ad un ramo che viveva una vita tranquilla, chiuso nel suo piccolo mondo di seta, sempre al caldo. Il baco guardava con ammirazione il mondo esterno, la luce del giorno e i bagliori delle stelle di notte e avrebbe voluto sapere cosa c'era là, fuori dal suo piccolo mondo; ma non riusciva ad oltrepassare la barriera dei fili di seta e così era costretto a vivere lì, con tutti i comfort che desiderava ma anche con una voglia incredibile di scoprire cosa c'era oltre. Ciò che il baco non poteva sapere era che un giorno avrebbe avuto quella possibilità ma solo quando sarebbe stato pronto per coglierla. Ogni giorno si sforzava immensamente per rompere la seta e sentire l'aria fresca sul suo volto ma ogni sera si rimetteva a letto esausto per lo sforzo. Non vedeva la tela rompersi e scioccamente pensava che tutti i suoi sforzi fossero inutili. Poi un giorno a poco a poco riuscì a fare un primo buchino nella tela dei fili di seta. Il cuore gli si riempì di emozione e gioia. E quel piccolo risultato lo portò a incrementare ancora di più i suoi sforzi. Ormai sentiva che era pronto, sentiva che in lui qualcosa era cambiato ma soprattutto avvertiva ancora di più il desiderio di scoprire il mondo. La mattina dopo completò la sua opera: riuscì ad allargare il buco e ad uscire dalla sua casetta. Si appoggiò delicatamente sul ramo e rimase per qualche secondo ad ammirare il paesaggio attorno a sé, a sentire l'aria fresca nei suoi polmoni e il tepore del sole sul suo viso. Iniziò a muovere qualche passo per sgranchirsi dopo la fatica ma sentiva un peso enorme dietro la schiena e non capiva cosa fosse. Tutto d'un tratto arrivò un improvvisa folata di vento che gli fece perdere l'equilibrio e inesorabilmente scivolare dal ramo verso il vuoto. Credeva che ormai fosse la fine: ciò che non sapeva era che il peso sulla schiena erano le sue stupende ali e che tutti gli sforzi compiuti per rompere la tela non erano stati inutili bensì necessari a irrobustirle e permettergli di volare verso il suo obiettivo, sostenendolo sempre, sia nel vento, che nella tempesta che con il sole. Il baco era diventato una stupenda farfalla. Ti lascio questa storia come augurio... Sì, ti auguro di non essere una persona che si rassegna a vivere o meglio sopravvivere! Che tu possa essere sempre una persona in ricerca... non temere di scavare nel profondo del tuo cuore, non accontentarti di una vita superficiale... del tuo piccolo bozzolo... interroga la tua vita, i tuoi giorni, ascolta attentamente il tuo cuore... Spesso ti chiede qualcosa di più... di più profondo, di più autentico, di più... Trova il coraggio di uscire dalle gioie facili e di breve durata che alla fine ti lasciano insoddisfazione e delusione... Trova il coraggio di uscire dalla logica dell'egoismo, del sospetto, dell'indifferenza... ti si aprirà un cielo immenso sul quale far volare la tua anima e realizzare i tuoi progetti più grandi e tuoi sogni più belli! Vola! dLupin |
Post n°59 pubblicato il 21 Aprile 2007 da dLupin
|
Post n°58 pubblicato il 04 Aprile 2007 da dLupin
Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: Dammi il tuo cuore, amami come sei... Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica della virtù e del dovere, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei. In ogni istamte e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nell'infedeltà, amami... come sei... voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai. Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore. Certo voglio col tempo trasformarti, ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: Gesù ti amo. Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento. Una cosa sola mi importa, di vederti lavorare con amore. Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perchè ti ho creato soltanto per l'amore. Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia. Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante soltanto per amore. Conto su di te per darmi gioia... Non ti preoccupare di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di poter amare al di là di quanto puoi sognare... Ma ricordati... Amami come sei... Ti ho dato mia Madre: fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro. Qualunque cosa accade, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Va... (mons. Lebrun) |
Post n°57 pubblicato il 30 Marzo 2007 da dLupin
|
Post n°56 pubblicato il 21 Marzo 2007 da dLupin
Domenica scorsa il Vangelo ci ha raccontato la sterilità di una pianta di fico che non si decide a portare frutto! Una pianta inutile, tanto che il Padrone sarebbe stato dell’idea di tagliarla, farla a pezzi, distruggerla… se non fosse stato per l’intervento del vignaiolo che ha chiesto ancora un’ultima possibilità! Chiedeva di poter curare e nutrire quella pianta sterile perché potesse finalmente dare i suoi primi frutti! La pianta rappresenta ciascuno di noi, rappresenta me, rappresenta te che da tempo magari ti proponi di migliorare, di portare frutti di conversione, ma ti ritrovi con le stesse fragilità, ti vedi sempre costretto a confessare i soliti peccati! Non succede così anche a te? Nell’albero della tua vita trovi tanti rami e tante foglie che sono i bei propositi e le numerose promesse fatte magari all’inizio delle varie quaresime che hai vissuto… Ma i frutti? Perché non riesco a produrre frutti di vera conversione? Perché non riesco a produrre frutti di santità? Io a volte me lo chiedo e la risposta la trovo nelle parole di Gesù che dicono: “Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto… Chi non raccoglie con me, disperde”. Se dunque non porto frutto è perché non sempre rimango con lui, è perché - come nella parabola che abbiamo appena ascoltato - a volte non abito la dimora dove Dio dimora. Con i miei pensieri, sentimenti, emozioni e passioni, un po’ alla vota mi sono allontanato dalla sua Casa. Come il figlio minore mi sono allontanato dal luogo dove Dio aveva scelto d dimorare. Quando non riesco ad amare il mio prossimo, quando mi lascio incatenare il cuore dalla gelosia e dal rancore… mi allontano dalla Casa di Dio. Quando cerco di fuggire dalla croce di una malattia o di una moglie, di un marito, di un figlio o amico che non sopporto più… mi allontano paurosamente da Dio… E così facendo di testa mia, spreco l’eredità che Dio Padre mi ha consegnato il giorno del mio battesimo… l’immensa ricchezza di essere figlio Suo e la grande chiamata ad essere santo come Lui è santo! Se allora anche tu oggi, per qualche motivo, ti ritrovi in qualche aspetto della tua vita lontano da Casa, dalla Casa di Dio tuo Padre, accogli l’invito che Gesù in questo momento ti offre attraverso il Vangelo che hai appena ascoltato e accolto nel tuo cuore! Accetta l’invito a ritornare a casa, quel desiderio intenso del “fare ritorno alla casa paterna” che ha spinto il figlio prodigo a rientrare in se stesso, a lasciare la strada di morte che aveva intrapreso per condurre i suoi passi verso quell’abbraccio che lo attendeva da sempre! Accogli anche tu questo invito! Il cammino della quaresima che stai percorrendo sia per te un fare ritorno a Dio! Fai una manovra di conversione, cambia rotta! Lascia le rotte dell’egoismo, dell’amore proprio, lascia le facili mete del successo, della bella figura, lascia le strade di morte dell’odio, del pregiudizio e intraprendi la via della vita, la strada dell’amore vero! Rialzati dal quella che può essere a volte una vita inquieta, che non ti soddisfa mail nel profondo e dirigi i tuoi passi, le tue scelte… verso sentieri di giustizia e di pace. Non temere di intraprendere la via della croce, la via della volontà di Dio sulla tua vita… Ti attende un abbraccio d'infinita misericordia, ti attende un amore eterno che on ci sta a perderti, che per te vuole fare una grande festa, ti attende un Padre che desidera la tua gioia profonda, desidera donarti tutto se stesso! Perché il nostro Dio non è un Dio da temere, ma un Padre da amare! Allora non vergognarti delle tue fragilità, non temere per i tuoi errori… accostati con più frequenza al sacramento dell’abbraccio con Dio Padre, al sacramento dell’incontro con lo sguardo misericordioso del Cristo… al sacramento della riconciliazione e allora il tuo ritorno a casa sarà più facile e spedito! Perché ogni volta che ritorni a a Dio con tutto il cuore il tuo animo si riempie di gioia, di speranza e di pace! Ormai il tempo della quaresima si è fatto breve, non mancano poi così tanti giorni alla settimana santa e allora ciascuno di noi ne approfitti di questo tempo di grazia per avvicinarsi a Dio, per ritornare a lui con tutto il cuore! Per poter così inginocchiarci davanti a Dio nostra Padre, per poter mettere il nostro orecchio sul suo petto e ascoltare, senza interruzione, il battito del suo amore che per noi non ha mai smesso di dire secondo dopo secondo: “Ti amo di una amore infinito”! Per poter ascoltare le parole di gioia e le lacrime di commozione del Padre che può riabbracciare il suo figlio che credeva morto! Per poter ascoltare le parole di gioia che ha detto il Buon Pastore prendendo su di se la pecorella che si era smarrita: Eccoti! Stringimi forte, so che sei ferita! Che gioia grande averti ritrovata! Vedrai che presto tu sarai guarita! Eccoti! Anima mia torniamo a casa insieme! È finito il tempo del dolore ed ora è tempo di cantare! |
Post n°55 pubblicato il 18 Marzo 2007 da dLupin
|
Post n°54 pubblicato il 05 Marzo 2007 da dLupin
Mi fido di te
cosa sei disposto a perdere mi fido di te io mi fido di te cosa sei disposto a perdere.. (Jovanotti, Mi fido di te) Rendo grazie al tuo nome, Signore, per la tua fedeltà e la tua misericordia. Nel giorno in cui t'ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza. (Salmo 137,2) Signore insegnami la via che porta a Te: aiutami a fidarmi di Te, del tuo amore! |
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: dLupin
|
|
Sesso: M Età: 46 Prov: PD |
ULTIMI COMMENTI
CERCA IN QUESTO BLOG
DISCLAIMER
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ma amatoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.
I testi/brani, tratti da articoli o llibri che leggo, sono riportati per puro scopo di critica personale o di discussione aperta a tutti (art.70 L.633/'41).
Qualora qualche autore riconoscesse proprio materiale con copyright e non volesse vederlo pubblicato su questo blog, è pregato di farlo presente direttamente all'autori, che provvederà immediatamente all'eliminazione di detto materiale.
Inviato da: légumes délicieux
il 10/08/2013 alle 10:32
Inviato da: dLupin
il 12/02/2012 alle 00:55
Inviato da: dLupin
il 12/02/2012 alle 00:04
Inviato da: bisi
il 23/09/2010 alle 11:28
Inviato da: rumbabimba
il 15/07/2010 alle 18:07