Tra le mie mani
Non si può guarire solo con le parole. Ammalarsi sì. Probabilmente non è molto difficile.
"[Voglio rimanere qui e raccontare le cose più semplici].
Descrivere la foglia che è appena caduta. O la catasta di sedie in veranda. O le falene attratte dalla lampada.
E raccontare ciò che avviene durante la notte finché il buio si tramuta in luce, fino ai cambiamenti di colore.
Potrei rimanere qui seduta per giorni e notti a descrivere ogni stelo d'erba, ogni fiore, i sassi del muretto, le pigne.
Solo dopo, quando mi sentirò pronta, passerò a scrivere di me. Del mio corpo, per esempio.
Comincerò da lui, da ciò che è tangibile. Ma anche con lui partirò da lontano, dalle dita dei piedi, per avvicinarmi pian piano.
Descriverò ogni sua parte, ne annoterò le sensazioni, quelle di un tempo e quelle attuali.
I ricordi della caviglia, per esempio, o della guancia, o del collo. Perché no?
Attraverso le carezze, i baci, le cicatrici. [Mantenermi viva con la scrittura].
Ci vorrà un sacco di tempo ma ne ho molto a mia disposizione. La vita è lunga e voglio raccontare di me stessa,
raccontare quello che probabilmente nessuno mi racconterà mai.
La mia storia. Senza aggiunte, ma anche senza detrazioni.
Scrivere senza pretendere nulla. Da nessuno.
[Scrivere solo la mia voce]."
[David Grossman,
Che tu sia per me il coltello]
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Pack up your eyes and run away.
Post n°146 pubblicato il 01 Settembre 2008 da Shinin.Layla
"All'improvviso si estingueva in lei qualsiasi indizio di fervore
Ho provato a raccogliere i [pensieri] e metterli in fila
E' un mese che non mi riempio gli occhi di [parole] ,
C'è che ho messo fuori tutto e tutti,
Ché dentro non voglio niente e nessuno, E' che la vita è un mero gioco di ruoli e di scambi,
Vorrei solo avere un posto dove poter [restare],
Invece raccolgo le mie cose |
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