Post n°9 pubblicato il 07 Febbraio 2008 da redlight0
Non poteva essere titolo più appropriato, vista la mia lunga assenza dai tentativi di spiegazione che provo a scrivere nel mio spazio uduico. Certo Bad non è una canzone facile da analizzare e il senso del titolo dato a questo post non ha molto a che fare con l’urlo col quale Bono immancabilmente, e per fortuna aggiungerei, delizia il suo uditorio ancora oggi, a distanza di più di vent’anni. Già il titolo si presta a varie interpretazioni: Bad può essere tradotto come sbagliato, come cattivo, come malato e forse viene appositamente scelto per segnalare l’inadeguatezza di chi a volte farebbe di tutto per aiutare qualcuno… Bad a volte sembra una canzone di disperazione, a volte una canzone di speranza If I could throw this If I could through myself Due gruppi di versi diversi. Opposti direi. Se potessi, getterei al vento questa corda di salvataggio, lasciare questo cuore d’argilla e vederti camminare nella notte e nella pioggia, nella penombra e attraverso la fiamma ; se potessi attraverso me stesso liberare la tua anima guiderei il tuo cuore lontano, ti vedrei smettere e staccarti nella luce e nel giorno Sono le parole di chi riconosce di avere un cuore fragile come l’argilla, che pensa di non farcela a tendere la mano, ma che vorrebbe vedere l’uscita dalla disperazione.
Speranza e disperazione: trovare una via o scomparire? Nel testo compare la prima ipotesi, ma Bono canta il contrario, sia nella versione da studio, sia dal vivo. E’ una disperazione che tenta di essere esorcizzata, ma che purtroppo non può scomparire… If I could, you know I would La chiave interpretativa a mio avviso è proprio nell’ I’m wide awake, I’m not sleeping che Bono urla alla fine della canzone: sono ancora sveglio, non sto dormendo. Si può trovare una via restando svegli, si può uscire dallo smarrimento non nello scomparire, ma nel restare. P.S. Alla fine probabilmente il titolo del post non è così inappropriato… si può trovare una via nel restare… Ringrazio per l'aiuto fornitomi http://digilander.libero.it/u2anchetu/
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Post n°8 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da redlight0
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Post n°6 pubblicato il 14 Dicembre 2007 da redlight0
Questo verso tratto da Wire cercherà di introdurmi/ci a un altro tema, non facile, di Unforgettable Fire, la droga. Bono & Co in questo disco ne parlano due volte, la prima con questa canzone, non molto conosciuta e la seconda con Bad, divenuta negli anni pezzo irrinunciabile (e ultimamente, aggiungerei, anche difficilmente cantabile persino da Mr. Bono che da giovane riusciva a toccare degli splendidi acuti). Parliamo prima dell’approccio “rabbioso” di Wire. I versi Such a nice day to throw your life away urlano la rabbia per esortare a non lasciare andar via la vita così dopo un inizio canzone quasi in sordina. Wire è un susseguirsi di incitazioni a non farlo, da parte di una voce guida che dice a chi si sta distruggendo che è il tempo di prendere una decisione, ricordando che ogni volta che sei sulla terra è tempo di baci . Dopo questo verso sussurrato, comincia una specie di joyciano stream of consciousness (sarà un vizio dublinese?!) difficilmente interpretabile It's so white trash if you've got the cash. Il non sono una droga ti do speranza sembra la vocina che induce all’ottimismo, ma il Qui c'è la corda… ora dondolaci sopra finale, porta a riflettere sulla difficile, a volta quasi impossibile via d’uscita: se riesci a stare in equilibrio puoi farcela… altrimenti è un attimo e puoi cadere giù.
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"I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: "We hold these truths to be self-evident; that all men are created equal." Dopo più di quarant’anni l’I have a dream di Martin Luther King è ancora fonte di profonda emozione. Almeno per me è così. Erano i primi anni ’60 quando questo discorso fu pronunciato a Washington. Sono parole universali, valide per il movimento di cui il reverendo era ideatore, valide in quei tempi in cui ancora i neri d’America erano vittime del razzismo, valide ancora oggi per coloro che subiscono discriminazioni. Per molti versi si riallacciano alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, pronunciata nel ’48 all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiarazione che spesso in molti angoli del pianeta viene dimenticata (vedi Birmania…) Il 4 aprile del prossimo anno ricorrerà il quarantesimo anniversario della barbara morte di questo uomo che credeva profondamente in quello che faceva, perché credeva profondamente nell’uomo e nella vita . “Se un uomo non ha ancora scoperto qualcosa per cui morire, non ha ancora iniziato a vivere”… “ E’ una delle sue frasi celebri, nonché il manifesto della sua vita, poiché morì in nome di ciò in cui credeva, in nome dei sogni che sperava si realizzassero, in nome dell’amore… PRIDE One man come in the name of love In the name of love! Early morning, April 4... Shot rings out in the Memphis sky Free at last, they took your life MLK Sleep |
Una vena di nostalgia pervade le mie impressioni su The unforgettable fire… era il 1992, anno in cui scopersi questo disco che in realtà uscì 8 anni prima… La canzone che dà il titolo al disco mi travolse e per un periodo abbastanza lungo scrivevo il suo testo in ogni dove, persino sui muri della mia classe (che atto di civiltà direte… ma in classe mia c’era il silenzio-assenso dei professori che ci permettevano di esprimerci citando le nostre canzoni preferite). La canzone si apre in un’atmosfera sognante… il sound degli U2 è diverso…ha ricevuto l’impronta di Brian Eno maestro di inconfutabile bravura. Il titolo della canzone e del disco si deve a una mostra di quadri eseguiti da alcuni superstiti della strage di Hiroshima. Ogni testo degli U2 si presta a svariate interpretazioni e The Unforgettable Fire può essere interpretata come una bellissima canzone d’amore… Stay this time L’amore che conduce a casa è un po’ il filo conduttore del disco. Se qui può essere interpretato come il sentimento che salva l’altro, in A sort of homecoming, la canzone che apre il disco, il concetto è ancora più profondo poiché è l’amore che salva in generale l’essere umano, una sorta di sicurezza dell’esistenza al di là della finitezza umana And you know it's time to go Oh, don't sorrow, no don't weep … la luce lontana dell’inizio della canzone è il sollievo finale del ritorno a casa |
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