La musica del caso
poesia, arte, filosofia, musica, cinema, cultura
Post n°8 pubblicato il 28 Luglio 2010 da berta1804
"Negli accordi ci sono antiche cose: l'altro cortile e la nascosta orditura. Dietro le pareti sospettose il Sud custodisce un pugnale e una chitarra. Quella raffica, il tango, quella diavoleria, gli anni affannati sfida; fatto di polvere e tempo, l'uomo dura meno della leggera melodia, che solo e' tempo. Il tango crea un buio passato irreale che in qualche modo e' certo, un ricordo che non può esser distrutto lottando, in un cantone del suburbio." J.L.BORGES |
Post n°7 pubblicato il 28 Luglio 2010 da berta1804
Trovo fantastico ciò che ha saputo fare FRANZ KLINE nel corso della sua lunga vita artistica. Il potere espressivo delle sue (talvolta poche) pennellate, forti, pure, essenziali, rimandano a mondi infiniti dove il semplice contrasto tra bianco e nero ( il bianco è dipinto con la stessa attenzione del nero) scava in profondità la terra e il cielo. ...........non si dipinge nel modo in cui qualcuno - osservando la tua vita - pensa che tu dovresti dipingere, si dipinge per riuscire a dare, e questa è la sostanza della vita stessa: qualcuno guarderà e dirà che è il prodotto della conoscenza, ma non ha niente a che vedere con la conoscenza: ha a che vedere con il dare. Il problema della conoscenza verrà naturalmente considerato errato. Una volta finito l'atto del dare, l'aspetto sorprende te quanto gli altri. "La luna appartiene a tutti" dice Franz Kline "e le cose migliori, le più belle della vita, sono gratuite" |
Post n°6 pubblicato il 27 Luglio 2010 da berta1804
Le Nymphéas non sono propriamente un quadro, bensì un insieme di otto grandi decorazioni murali che, se accostate, darebbero l'impressionante risultato finale di una composizione lunga 90 metri e alta 2. Monet vi lavorò per un numero imprecisato di anni, decidendo nel 1918, di regalarle al suo paese, la Francia, in omaggio alla vittoria della prima guerra mondiale. ...la cosa clamorosamente paradossale - sconcertante, è la scelta del soggetto. Per novanta metri di lunghezza e due di altezza esse non fanno che immortalare uno stagno di ninfe. Qualche albero di sfuggita, un pò di cielo, ma sostanzialmente acqua e ninfe. Tuttavia proprio in questa assurda mossa inizia la genialità dell Nymphèas. E' così evidente - quel che Monet voleva fare: DIPINGERE IL NIENTE. Dovette essere una tale ossessione per lui dipingere il niente che riletti a posteriori i suoi ultimi 30 anni di vita ne sembrano posseduti. Precisamente da quando nel novembre del 1893 acquistò un ampio terreno adiacente alla sua proprietà e concepì l'idea di costruirvi un grande bacino per fiori acquatici, in altre parole, uno stagno pieno di ninfe. PER DIPINGERE IL NIENTE PRIMA DOVEVA TROVARLO. Monet fece qualcosa di più: lo produsse. Non dovette sfuggirgli che la soluzione del problema non era ottenere il nulla saltando il reale (qualsiasi pittura astratta è in grado di fare una cosa del genere) ma piuttosto ottenere il nulla attraverso un processo di progressivo decadimento e dispersione del reale. CAPI' CHE IL NULLA CHE CERCAVA ERA IL TUTTO, sorpreso in un istante di momentanea assenza. Lo immaginava come una zona franca tra ciò che era e ciò che non era più. Riferiscono le cronache che Monet in quegli anni passò molto più tempo a lavorare nel suo parco che a dipingere: ingenuamente scindendo in due un gesto che era unico e che lui compì con ossessiva determinazione ogni istante dei suoi ultimi trent'anni: fare le Nymphèas. COLTIVARLE O DIPINGERLE ERANO SOLO NOMI DIVERSI PER UNA STESSA AVVENTURA............................Monet aveva bisogno del nulla affinchè la sua pittura potesse essere libera di ritrarre, in assenza di un soggetto, se stessa. Le Nymphèas non rappresentano delle ninfee ma lo sgardo che le guarda......ESSE SONO LO SGUARDO di un Occhio impossibile. Non è sulla riva dello stagno, il punto di vista di chi le vede, non è in aria, non è a pelo d'acqua, non è da lontano, non è addosso. E' DAPPERTUTTO. LE NYMPE'AS SONO IL NULLA VISTO CON L'OCCHIO DI NESSUNO.
Alessandro Baricco - CITY
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Post n°5 pubblicato il 27 Luglio 2010 da berta1804
In quale regno o secolo e sotto quale tacita congiunzione di astri, in che giorno segreto non segnato dal marmo, nacque la fortunata e singolare idea d'inventare la gioia? Con autunni dorati fu inventata. Ed il vino fluisce rosso lungo mille generazioni come il fiume del tempo e nell'arduo cammino ci fa dono di musica, di fuoco e di leoni nella notte del giubilo o nell'infausto giorno esalta l'allegria e attenua la paura e questo ditirambo nuovo che oggi gli canto lo intonarono un giorno l'arabo e il persiano Vino insegnami come vedere la storia quasi fosse già fatta cenere di memoria J.L.BORGES |
Post n°4 pubblicato il 27 Luglio 2010 da berta1804
Il mondo della rappresentazione risulta completamente predeterminato. Ma in esso non si esaurisce la totalità del mondo perchè al di sotto della rappresentazione ( che è fenomeno, apparenza, velo sugli occhi dell'uomo) sta la volontà che è il fondamento della rappresentazione stessa. Ma la volontà unica, oggettivatasi e individuadasi nei singoli esseri, si trasforma nel principio di una lotta perenne che contrappone gli egoismi individuali. Si tratta allora di sottrarsi alla "volontà di vivere"che lacera il mondo della rappresentazione Una delle vie di liberazione (dalla volontà di vivere) indicate da Schopenahauer è L'ARTE. In essa l'uomo non si contrappone ad altri esseri individuati, ma contempla le idee in quanto essenze universali e generiche, sottrate al principium individuationis che domina il mondo della rappresentazione. L'arte costituisce dunque una rappresentazione indipendente dal principio di ragione, cioè dai nessi causali e necessitanti che regolano la conoscenza e producono l'antagonismo "grazie all'arte ( contemplazione dell'idea)" si abbandona la natura di individuo per sollevarsi a soggetto puro della conoscenza. e come le idee sono gradi diversi dell'oggetivazione della volontà così esiste una gerarchia delle arti che corrisponde a questa gradualità. Si passa (si parte) dall'architettura (che è oggettivazione del grado più basso e materiale della volontà) e si risale attraverso la scultura, la pittura, la poesia, sino alla tragedia, ove si manifesta il grado più alto di volontà, quella umana, per giungere alla MUSICA, che non è più oggettivazione della volontà, in quanto non è rappresentazione, MA E' VOLONTA' PURA. |
Post n°3 pubblicato il 26 Luglio 2010 da berta1804
" La chimica di Nietzsche" scopre che non c'è alcuna verità di base, giacchè anche la credenza nel valore della verità è, appunto, una credenza storicamente condizionata. L'evidenza che ci fa ritenere vera una proposizione non è segno di una sua verità, ma è solo segno che quella proposizione corrisponde meglio di altre ai condizionamenti psicologici e sociali che ci dominano. Tutto ciò che di volta in volta si presenta come verità è solo il configurarsi, provvisoriamente stabile, di rapporti di forze, sia nella società, dove prevale un certo criterio del vero imposto da questo o quel gruppo, sia nel singolo, dove prevale l'uno o l'altro impulso, secondo una gerarchia che dipende anche dalle gerarchie sociali.
Io vorrei una via solo una via la mia via solo il mio nome il mio nome modesto ed una lunga stagione in cui si consumino nel mistero dei simili il mio nome e il mio vestito....... Angelo Rossi |
Post n°2 pubblicato il 26 Luglio 2010 da berta1804
Scivola tutto in fondo scivola il tempo sugli anni l'acqua sugli argini le parole sulle frasi le frasi sulle cose scivola tutto in fondo scivola il tuo corpo sul mio petto e i tuoi capelli... come scivolano sul cuscino del mattino fragile la salvezza scivola sulla penitenza la speranza scivola sulla realtà tutto scivola e l'unica via di uscita è farsi giocolieri.....danzando Alberto Giovannini |
Post n°1 pubblicato il 26 Luglio 2010 da berta1804
........................Vorrei essere essenziale, magari una tazza di riso nelle mani di una vietnamita segnata dal pianto o una cipolla nella brodaglia di un carcere di Haiti, o un vino economico in una trattoria di terz'ordine napoletana e un tubetto, anche minuscolo, di formaggio che mi mangino pure e mi bevano purchè nella mia morte ci sia una utilità.............................E. EVTUSENKO
L'essenziale è invisibile agli occhi, ma basta che tu mi tocchi e il mondo si mostra per quello che è forza, energia, forma, vita. La tua mano nella mia essenziale è restare ancora svegli a guardarci negli occhi. |
Inviato da: cherytamtam
il 22/10/2010 alle 21:04
Inviato da: filodineve
il 22/09/2010 alle 11:19
Inviato da: SO_FASI
il 06/08/2010 alle 17:16
Inviato da: DonZaukerVsCaganano
il 30/07/2010 alle 18:14
Inviato da: berta1804
il 28/07/2010 alle 11:02