Creato da Dominus_Flamel il 22/07/2013

Anemos

Ombre e Fuoco

 

 

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Paradise...

Post n°4 pubblicato il 28 Luglio 2013 da Dominus_Flamel

 

 

La camera era una raffinata serie di elementi

di arredo e di suppellettili diversi

abbinati con gusto e un senso equilibrato della

misura.

Certamente la mano di una donna era stata

molto presente in tutti quei particolari, ne

sentivo il tocco e il profumo, come il delicato

posarsi degli occhi e la profondità di sensazioni

che solo una donna raffinata aveva

potuto infondervi.

Magari lì aveva vissuto le ore più belle della

sua vita, toccato ogni oggetto con le sue mani,

respirato in quella stanza il profumo del vento.

 


Lì  l'avrei vista spogliarsi con eleganza,

immersa nei suoi giorni e nelle sue notti,

amando e gemendo di una passione che si

sarebbe tramandata a tutti coloro che come me

tornavano ad abitare quelle stanze rapiti dalla

bellezza del posto e del suo mare, così

tanto vicino all'idea di un paradiso terrestre.

Mi svegliai di buon'ora e di buon umore

con la luce chiara e tiepida del mattino

che filtrava dal balcone, tra le tende di lino

smosse da un leggero venticello che portava

l'intenso  sapore  del mare e gli odori

delicati dei fiori di Santorini.

Mi alzai ancora intorpidito dal sonno

e dalla stancheza di una notte passata

a rotolarmi nelle lenzuola e andai sulla veranda

semicoperta da pergolato di glicine in fiore.

Gli occhi ancora infastiditi dalla luce

pian piano si abituarono e si lasciarono

penetrare dalla vista del mare  .

"Potrei vivere qui per sempre" pensai

ma sorrisi quasi subito di quelle parole

Non ho mantenuto una promessa nè un proposito

che fosse un mai, un per sempre, non per

leggerezza o incapacita a legarmi alla parola data,

ma perchè credo che la vita e il destino amino

bleffare con i propositi e le promesse vincolanti

degli uomini.

Avrei vissuto per sempre in molti posti

avrei amato per sempre molte donne

e mai avrei pensato di vivere come ho visuto

mai di scegliere ciò che ho scelto

o dire le cose che a volte ho detto.

Tutto ha una sua storia relativa e non vuol dire

che ogni cosa puo essere disfatta ma che non

possima  essere mai sicuri della nostra forza

se questa non è messa alla prova da una forza

altrettanto maestosa,

non possiamo mai conoscere fino in fondo noi stessi

fino a quando qualcosa o qualcuno

non costruisce nodi complessi intorno alle nostre

mani e alle nostre caviglie.

Solo allora sapremo, forse, quanta forza e quanto

carattere abbiamo in noi stessi per renderci liberi

o accettare di essere schiavi.

Una mano mi sfiorò la schiena e si congiunse con

l'altra intorno al mio petto.

Sentii il suo capo sulla spalla, il calore della sua

guancia sulla mia pelle e i capelli sciogliersi fino

alle reni.

 

 

Aveva ancora il profumo della notte

quell'odore del nostro visuto mischiato al sapore

del mare

e quel timbro unico che una donna sa di possedere,

unica in ognuna di loro.

"Potremmo vivere qui per sempre"

disse rompendo  il silenzio di quella stanza

E io sorrisi nuovamente dentro di me...

"Per sempre" ripetei sussurrandolo ta le labbra.

Mi girai lasciando che il sole ancora stanco

mi inondasse le spalle e la strinsi tra le braccia,

la guardai negli occhi immergendomi nei suoi pozzi

scuri e per un attimo mi smarrii in quelle profondità.

Aveva un viso delicato, una voce chiara ma

sempre incerta, una timidezza di fondo che la

rendeva fragile e delicata come un fiore

troppo a lungo tenuto al riparo del sole e del vento.

"Domani parto ..." le dissi con tutta la sincerità che

sentivo di possedere, non posso piu restare

puoi venire via con me aggiunsi tra le labbra.

Lei era rimasta a guardarmi e nei suoi occhi

c'erano cose che scoprivo solo ora, c'erano abissi

interminabili e montagne di un verde abbagliante,

c'era il sole con la sua luce calda e c'era il buio con

le su eombre.

"Resterò qui ad aspettarti"  mi disse e la sua voce

per la prima volta era decisa, non più incerta

ma delicata come sempre lo era stata.

Mi diede un bacio e come era stato per suoi

occhi in quel bacio vi trovai le delizie che non avevo 

trovato da tempo, il sapore di frutti dimenticati,

i colori di quell'arcobaleno che avevo smarrito e

che restavano offuscati dentro di me come

maschere appese ad un filo di tenebra.

La vidi immergersi nella penombra della stanza

tra i color della sua carne,

le movenze della sua pelle ambrata  e il crine

sciolto e nero, i seni tondi e il rosa dei capezzoli

piccoli e irti come torri sospese nel vuoto.

Appena un sottile ricciolo di peli sul suo pube che

rapì il mio sguardo facendolo tremare.

Si volse per un attimo come per sfuggire alle mie

voglie e ancora una volta mi sentii ammaliato

da quel corpo sfrontato.

Capii cosa aveva dovuto sopportare Ulisse

nel vedere e sentire le sue sirene

sugli scogli bianchi, quanta smania e quanta foga

nel suo sangue... tra i battiti ruggenti del suo cuore.

 

 

Si fermò sull'uscio della porta che dava

in un piccolo corridoio spoglio, lo sguardo basso

le faceva ricadere i capelli sulle tempie nascondendole

il viso.

La raggiunsi da tergo, entrambi nudi nel silenzio

dei nostri corpi e nel rumore molesto dei pensieri.

Le cinsi i fianchi  con le braccia e la bacia sul

collo,

mi persi nei suoi capellie e  nelle orecchie le sussurrai

il mio desiderio.

Le sue mani presero  le mie e le portarono  ai suoi seni

mentre la sua testa si muoveva come ammaliata

da un canto suadente, il respiro si fece basso e

suoni gutturali di tanto in tanto  irruppero come

strali nelle mie tempie.

Allargò le gambe e portò avanti il busto,

le reni siinarcarono in avanti e i suoi seni

sembrarono esplodere  nelle mie mani.

Eravamo chiusi nella nostra fortezza di carne

io in lei e lei in me come una lama nel suo fodero

caldo,

immersi nella pioggia delle nostre umide

passioni vibrammo ...

come la luce del

tramonto sulle foglie degli alberi

e le creste vespertine sul mare di Santorini...

DOMINUS_FLAMEL

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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