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Post n°3 pubblicato il 26 Luglio 2013 da Dominus_Flamel
La incontrai a Tokio sul vagone della metropolitana che scorreva in superficie, era arrivata portando con se un profumo acerbo e dolce allo stesso tempo. Chiusa in un abitino stretto color pesca e un piccolo cappellino bianco con teneri ricami e merletti di pizzo. I capelli di un nero abissale annoccati all'indietro con una treccia finemente elaborata che lasciava scoperto il bianco di una nuca delicata come il suo collo liscio e magro.
Si sedette facendosi largo tra gli sguardi della gente con eleganza tenendo sempre lo sguardo basso. Pose una mano sul sedile e notai i guanti di un bianco accecante poi disse qualcosa che non riuscii a cogliere e attese che rispondessi ma io mi ero gia perso tra il raffinato accento che usciva dalle sue labbra rosse. La sua voce mi penetrò la testa, un richiamo carico di una sensualità potente, una musicalità vibrante a me sconosciuta, dolce e chiara ma appena un soffio, come il canto di un uccello timido e intirizzito dal freddo. Piegò le ginocchia e lasciò scivolare le anche sinuose sulla seduta. Mi accorsi che ero perduto in quei suoi movimenti misurati ma mai artefatti vagavo in una dimensione fuori dal tempo come un ombra che si posa sul mondo per la prima volta e ne avvolge ogni suo mistero. La guardai fissa nel viso e lei pur mantenendo basso lo sguardo si accorse del mio interesse... Credo di averla vista arrossire, un leggero velo di rosso le pennellò le guance mentre continuavo a studiarne i lineamenti come un pittore nel pieno della sua creativa visione. Mi concentrai sul petto e su quel suo ansimare misuravo il gonfiarsi del seno sotto gli ansiti idel suo respiro e capii che era in soggezione cosi pian piano volsi lo sguardo al di la del vetro del finestrino. I palazzi scorrevano via come pile di simulacri imbiancati dal sole ma dentro la mia testa l' immagine di lei si era impressa come una formella di argilla tra le mani di uno scultore. I suoi occhi scuri rigati di nero il naso piccolo e regolare le guance pallide e una bocca muta che sapevo avrebbe saputo cantare inni alla gioia e far perdere di senno qualsiasi uomo che su quel treno stava dividendo i miei stessi pensieri.
Alzò lo sguardo per un attimo e i suoi occhi penetrarono i mie, fu in quell'istante che sentimmo entrambi che una fune era stata legata ai cardini delle nostre vite e che si era tesa con forza. Lentamente eravamo scivolati uno nell'altro come acqua di una cascata nel fondo di una pozza. Si alzò come turbata e io glielo lessi in faccia mi alzai con lei nel silenzio che ci avvolgeva, frugò in borsa come disperata ma nulla stava cercando se non il coraggio e il pensiero che stava smarrendo. Sarebbe scesa di li a poco e di li a poco io sarei rimasto su quel treno per non rivederla mai più. Le posi una mano sulla borsa senza dire nulla mentre qualcuno di sbieco lanciava uno sguardo in attesa di un finale aperto su quell'attimo che avrebbe cambiato per un pò tuttala mia vita.
I suoi occhi prima nervosi sembrarono quietarsi il suo sguardo si levò verso il mio mentre le sue labbra sembrarono più gonfie, aperte come attraversate da un alito del suo respiro che profumava di menta. Non disse nulla solo un piccolo suono quasi impercettibile e fece per andarsene tornando ad abbassare lo sguardo tra la gente. Non ho mai contrariato il mio istinto ma ho sempre seguito la mia indole e i miei desideri. Mai ho lasciato che la vita mi passasse innanzi senza tentare di prenderne la mia parte e cosi anche questa volta non lasciai che quella goccia cristallina scivolasse via nelle acque di quel fiume per correre al suo mare. Scesi con lei e con lei rimasi un anno. Ricordo ancora il suo profumo di spezie e il suo tattoo sul suo delta di venere una chiave con un sole una chiave che apre le tutte le porte quelle del cuore e quella della vita... Dominus_Flamel
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