Il mio nome?
Credi sia davvero importante?
Stanotte taglio il buio in due, ne prendo il lato più estremo e duro e lascio che ogni oscurità si insinui in me tra pelle e vestito. E' cosi sai, per morirne occorre prima viverla la vita, non si ha liberazione e fine senza aver prima percorso ogni passo.
Di questo passo ho paura.
Di questa porta ho paura.
Di quello che c'è dietro.
Di quello che non c'è.
E' cosi che per averti dovrei incontrare te notturna e scura e parlarti cavando dal silenzio una voce che non sia la mia, ma una in cui mi possa però riconoscere e sostare, e forse lì troverei le parole che non so, che non conosco, ma che imparerei pronunciandole e te. E cosi diverresti un amore indesiderato prima e poi teso di ogni singolo desiderio.
Poter uscire di casa con il freddo che si adagia sotto i piedi nudi e scalzi per sormontare ogni rumore, e scalzo camminare la strada ruvida fino a te, fino all'uscio della tua casa, per passare ogni ora della notte a saziarmi di te, a farmi dono e trovarti poi l'indomani in ogni cosa come un riflesso, come una lega.
Poter accendere il fuoco dei tuoi desideri, e scoprire che quel fuoco delle volte sa essere cosi caldo e forte che me ne resterebbe piagata la carne per giorni, cosicché mi toccherebbe coprirmi con un cappotto anche d'estate per paura che la gente possa leggermi le scottature dell'anima.
Di giorno, poi, sentire ogni tendine, ogni muscolo e ogni pensiero risucchiati verso te, masticare fra i denti il tuo nome. Tu! ancora tu, sempre tu. Rifare con la saliva il sapore dei tuoi baci la cui memoria porterei nascosta sotto la lingua e da qualche parte al centro della vita, tornare poi nella tua casa e saziarmi ancora di te, per bere, per mangiarti e per essere colmo delle tue parole, del tuo corpo.
Poter abbandonare i volti ed i giorni che conosco e redimermi a nuova vita, dissimulare la passione sotto abiti larghi, così, in mezzo alla gente ignara, restare immobili ad ascoltare solo quel respiro violento e breve di un pasto consumato in fretta e poi sorridere correndo come due fanciulli alla loro prima marachella.
Stanotte cerco il cuore della verità, ma lo sai esso non è mai al centro delle cose, il cuore è sempre periferico e per trovarlo occorre smarrirsi, perdersi e scivolare giù per una costa sdrucciola ed aver paura di farsi male e non per quello fermarsi.
Adesso ho solo uno sguardo di te che mi recide tendini e legamenti, ho un solo silenzio che mi toglie il respiro, ho un solo sfiorarsi di dita che mi marchia a fuoco, ho un solo abbraccio che mi lacera la pelle, ed un solo bacio che mi fa cedere le ginocchia. Vorrei saperti raggiungere ovunque. Non ricordo quasi più il mio nome ed il tuo.
Ecco adesso sono a piedi nudi, in fuga oramai, mi alzo e guardo ancora una volta il tuo profilo dipinto. Lo so cosa mi diresti se fossi lì, diresti che non sono per te. Lo sai che siamo artisti ? Si tu pittrice di emozioni ed io scultore di chimere
Inviato da: cassetta2
il 14/09/2020 alle 14:09
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il 03/09/2014 alle 00:16
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il 01/09/2014 alle 17:00
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il 22/12/2009 alle 00:48
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il 15/12/2009 alle 14:27