Un Faro Nella Notte

Sì, Monnalisa, tecnicamente ti devo dare ragione: la storia è un po’ improbabile e alquanto surreale e la sceneggiatura povera. Ma anche se, obiettivamente, rilevo gli aspetti oggettivi, le lacune, le inesattezze, la povertà di contenuti, quando guardo un film, non mi siedo mai in poltrona in qualità di critico letterario (lascio il compito a chi è nel settore e a chi ha più cultura e conoscenza di me), ma solo come “contenitore” di emozioni da vivere. Io ho bisogno di “entrare” nell’anima dei protagonisti, vivere le loro emozioni, i loro pensieri, le loro azioni e i loro perché scatenanti.
Io in “Soffio” ero dentro la protagonista, nel suo dolore chiuso per il tradimento del marito, nei suoi silenzi in casa e nel suo cantare, invece, in carcere, nella sua passione verso un uomo impossibile, nella sua disperazione/amore nel voler farlo morire tra le sue braccia con un lungo bacio soffocante… Ero nella gelosia del compagno di cella del protagonista, nella sua sofferenza nel sentirsi messo da parte, nella sua disperazione/amore, identica a quella della donna, nel farlo morire tra le sue braccia, nelle loro lacrime finali.
Io il film l'ho vissuto... Io ho realmente sofferto con tutti loro.
Riconosco, pertanto, l’assoluta soggettività di un mio giudizio.