Creato da LaCuna7 il 14/02/2015

Que sera, sera

Artista, reporter, scrittrice. Non sono nulla di tutto questo. (Quasi) ventitreenne Studentessa di medicina al quarto anno di corso, reduce da una storia d'amore naufragata tra lacrime e stridor di denti. Amante di cinema, libri e buon vino.

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Che domani è un altro giorno, e si vedrà.

Post n°1 pubblicato il 20 Febbraio 2015 da LaCuna7

Nessuno ce lo spiega mai quanto sia dannatamente difficile tenersi in piedi alla fine di un amore. Ti struggi e ti distruggi inseguendo mille perché, mille domande per lo più destinate a non avere risposta.

E insomma, eccomi qui. Con una storia naufragata alle spalle - e sei mesi esatti di incommensurabile dolore, così tanto e così grande da non credere possibile di esserne uscita indenne. Ma poi... si esce mai davvero indenni dal dolore che ci scalfisce, che ci lacera dentro così a lungo? Si riesce mai davvero a lasciarselo alle spalle, a non permettere che ti appesantisca e ti zavorri, quel dolore?

Non lo so. Nel frattempo, prendo tempo. Perdo tempo. C'è stato un tempo in cui ho fermamente creduto che io, la virago che non deve chiedere mai, sarei stata indenne - per sempre- dal dolore; quanto meno da quello che vien fuori alla fine di una storia con uno stronzo durata più di cinque anni ( e credetemi, quando ne hai solo ventidue, di anni, cinque anni di relazione alle spalle pesano come Giuliano Ferrara all'indomani del cenone di capodanno - prima che abbia liberato gli intestini, s'intende). Mi sembrava roba da donnine, da romanzetto rosa.

Nessuno ce lo spiega quello che succede quando una storia, la prima vera storia importante, con tanto di coinvolgimento del parentado tutto, termina senza tante cerimonie. La verità è che non siamo mai pronti alla fine di una relazione, probabilmente, e allora tocca cavarcela da soli.

Cercando ovunque un qualche stimolo che ci impedisca di insaponare la corda e appenderci al lampadario del salotto di casa di mammà. 

Bene, considerato che credo siano in molti a soffrire di quello che gli strizzacervelli da strapazzo chiamano "Mal d'amore", mi accingo a rendere utile tutto lo schifo vissuto in questi mesi, ora che la bufera sembra essere in fase di remissione, e a stilare un vademecum semi-serio sulle tattiche migliori per affrontare la fine di un amore. O quanto meno per tenersi a galla, suvvia, aspettando che il peggio ci passi accanto e addosso.

Ebbene, per la serie "cose da evitare assolutamente":

#1 Ingiurie

Sebbene dotate di un elevato potere catartico, le ingiurie dirette al nostro (ex) amato che ha deciso di mollarci, non sono sicuramente il modo migliore per affrontare la fine della vostra relazione. Si arriva a dire -e  fare- cose di cui ci si può troppo frequentemente pentire, credetemi. Inutile attaccare il malcapitato con offese riguardanti il suo aspetto fisico, e la leggerezza di costumi di sorelle e cugine fino alla settima generazione. Non servirà. Vi darà un leggero senso di liberazione nell'immediato, un po' come la ceretta all'inguine dopo mesi di libera crescita di arbusti amazzonici in area bikini, ma alle lunghe servirà solo a farvi sentire immature, per aver perso l'aplomb da brave signorinelle che vi aspettavate da voi stesse in una situazione di questo tipo.

#2 Telefonate, e-mail, messaggini smielati. In altre parole: lo stalking post-rottura

E' per esperienza personale che parlo quando affermo che si tratta di tattiche assolutamente inutili, soprattutto considerato che spesso sono condite di copiose lacrime, singhiozzi, singulti e urla. Cercare di riconquistare un uomo che ha deciso di mollarvi dopo anni di onorata carriera sotto le lenzuola, è utile quanto cercare parcheggio in pieno centro a Lecce. Il sabato sera. Una cosa che sai già che non servirà assolutamente a nulla, ma chissà perché, ci provi lo stesso.

Inoltre, una volta passato il momento "straziami, ma di baci saziami", vi sentirete incredibilmente stupide per aver davvero creduto che la vostra e-mail strappalacrime e strappamutande sarebbe servita a tenere legato a voi quell'omaccione di cento chili che amavate tanto chiamare "puzzola" e che nel frattempo ha deciso di bombarsi allegramente un'altra. Più magra, più gnocca di voi e di ben sette anni più grande del suddetto. Una milf, praticamente.

#3 Sezione Facebook & Co.

Giungiamo al tasto dolente. In un'epoca come questa, informatizzata fino allo sfinimento, sarà molto mooolto difficile tenersi lontane dal suo profilo facebook.

Fortunate le fanciulle dotate di un ex non avvezzo all'uso dei social network, indubbiamente; ma per la maggior parte di noi, si sa, per un bel po' bisognerà strenuamente resistere alla tentazione di andare a spulciare ogni dieci secondi il suo profilo, cliccando indefessamente sul tasto aggiorna, come in preda a un tic nervoso.

Le più sfortunate - alle quali posso fregiarmi di appartenere- probabilmente ben presto scopriranno quanto doloroso possa essere notare che lui, l'uomo con cui credevamo fermamente che un domani avremmo figliato, pensa bene che caricare su facebook un milione di foto in cui appare sereno e innamorato, avvinghiato alla nuova morosa, sia una buona idea. Un completo imbecille, praticamente, i cui unici due neuroni si sono suicidati in preda a una crisi iperglicemica. 

Il buon gusto vorrebbe che mollare la propria ragazza non renda immediatamente autorizzati a urlare al mondo quanto si è innamorati della tipa per la quale la si è mollata. Ma il buon vecchio ex a questo potrebbe non arrivarci, perciò abbate pazienza e cercate di resistere alla tentazione di squarciargli le ruote della macchina.

(A dire il vero, però, il buon gusto vorrebbe anche che voi la smetteste di andare a ricercare notizie di lui per ogni dove, come se foste Alfonso Signorini in preda a una crisi acuta di astinenza da pettegolezzi, perciò smettetela, vi farete solo del male)

#4 Narrami o musa. (Ma anche no)

I vostri amici probabilmente non ce la fanno più, arrivate a questo punto. Sono settimane, mesi, che ogni vostra conversazione ruota attorno al medesimo punto, sempre lo stesso : lui. Quanto lo amavate, quanto lui sembrava amare voi, quanto vi piaceva tagliargli le unghie dei piedi mentre si scaccolava, e spurgargli la faccia dalla presenza di punti neri (questa è una storia vera, per quanto indubbiamente digustosa), eccetera eccetera. Un milione di bla bla che i vostri amici faranno finta di riuscire a tollerare per i primi giorni - due settimane, bene che vada. Dopodiché anche loro mostreranno i primi segni di cedimento nervoso.  

Abbiate pietà di quei poveri cristi. Sebbene - come afferma una mia amica estremamente brillante- "la condivisione è forza", non sarà necessario condividere proprio tutto-tutto quello che vi passa per la testa, suvvia. Fate sì che, come si dice da me, "li guai di la pignata li sappia sulu la cucchiara ca li ota".

#5 TuttoQuestoNonAssenzio

La tentazione di annegare il dispiacere in litrate di alcool o - peggio- in chili di gelato al bacio e stracciatella sarà forte: resistete. Si tratta di due ottimi modi per mettere su chili extra che vi ricorderanno ancora una volta quanto l'altra sia più magra di voi. 

E poi, come mi ha saggiamente suggerito la tizia che era alla reception della palestra di Bologna dove mi ero iscritta per fare boxe e sfogare così tutta la rabbia repressa: "l'alcool non è la risposta!". (la suddetta frase è stata pronunciata a seguito del mio scoppiare in lacrime davanti a questa semi-sconosciuta, mentre  armeggiavo con un'Heineken nella mano destra e una Winston blu nella sinistra). Ecco, gente, aveva ragione lei.

E adesso, siore e siori, passiamo alle strategie di sopravvivenza delle primissime settimane post-rottura:

TO DO LIST

#1 Cry me a river, baby

Non c'è niente di meglio, che piangere, piangere e ancora piangere, come se non ci fosse un domani. Le lacrime hanno un incredibile potere curativo, oserei dire quasi "spurgante", di tutto il dolore e il disgusto che vi portate dentro. 

Per la maggior parte di noi, sarà praticamente impossibile evitare di smerdare i cuscini e le trapunte con resti di mascara scolato via dai nostri occhi in lacrime, mentre ci strafoghiamo di Mars e ovetti Kinder, incamminate sulla strada giusta per diventare la reincarnazione del Buddha. Invece, per quelle poche donnine fisicamente impossibilitate a versare du' lacrimucce, si consiglia l'ascolto di canzoni smielate e strappamaroni , in loop. (a capo della Hit Parade del Pianto Facile: Cinque giorni che ti ho perso, incredibile spurgante di zarrilliana memoria e discutibile buon gusto).

Insomma: Piagnete quanto ve pare, non potrà che farvi bene.

#2 Di ritmi circadiani e altre amenità

Ecco. Questo punto non andrebbe preso sotto gamba, ma considerato con mooolta attenzione. Rispetto agli altri, di diverso ha questo: ne va della vostra sopravvivenza, senza scherzi. Per quanto, sappiatelo, le prime settimane - alle volte anche i primi mesi, ahimé - post- rottura li passerete tra lacrime e stridor di denti, sappiate che qualcosa per tenervi in vita dovrete pur farla, per quanto la cosa potrà sembrarvi difficile e sì, a tratti anche fondamentalmente inutile. E dunque: permettete al vostro corpo di continuare a funzionare, anche se a regime minimo. Perciò mangiate, bevete (e no, non mi riferisco all'alcool, ma alle dolci chiare e fresche acque che vi impediranno di disidratare il vostro corpo provato e di assumere l'aspetto di Donatella Versace prima del lifting), e soprattutto: dormite. Cercate di mantenere per lo meno una parvenza di normalità nel vostro ritmo circadiano. Il vostro corpo vi ringrazierà, anche se lo so, certo che lo so, che al momento non ve ne frega una beneamata cippa di cosa accade al vostro corpo.

#3 Sensi di colpa

Fermo restando che ho sempre trovato semplicistico e un po' paraculo il modo di dire "chi non ci ama, non ci merita", resti comunnque ben chiaro che un fondo di verità, come per tutti i modi di dire, c'è. E soprattutto ormai les joeux sont faits, quindi facciamocene una ragione. E' molto facile, purtroppo, quando si viene mollate, perdersi in un turbinio di domande senza risposta che innescano laceranti sensi di colpa, sul genere: "e se avessi evitato di fargli notare che sua madre ha il girovita di una sequoia? E se quella volta non gli avessi tirato in faccia il piatto di ceramica spesso due dita? E se mio nonno avesse avuto le ruote?".

Bene, sappiate che di tutti i "se" che potranno venirvi in mente, non ce ne sarà nemmeno uno che potrà anche solo pallidamente chiarirvi la dinamica della fine della vostra relazione. I perché e i percome che l'uomo del monte non vi ha spiegato, sono da inserire nella lunga lista di cose ineffabili, fuggevoli, che mai abbiamo capito e mai capiremo - un segreto di Fatima de noartri, e amen.

Perciò, al bando i sensi di colpa: non siete voi ad essere sbagliate, care amiche mie, e non c'è niente in voi che non possa rendervi amabili e desiderabili. Da qualcun altro, ovvio.

#4 Show must go on

Last, but not least: muovetevi. Poco, con dolore, con fatica, ma non arenatevi del tutto. Procedere con la propria vita e i propri impegni come se niente fosse sarà una vera impresa, una roba da titani, ma non permettete che il tempo vi sfugga come sabbia tra le mani. Siate indulgenti con voi stesse, non pretendete di tornare a funzionare come se nulla fosse in quattro e quattr'otto, ma cercate di tenervi sveglie e presenti a voi stesse- il che rimanda al punto quattro della lista di cose da evitare assolutamente. Banale a dirsi, ma drammaticamente vero: la vita è la vostra e, scusate lo spoiler, è una sola.

Perciò, care fanciulle, tenete botta, dovete solo aspettare che la bufera passi. E poi, forse - e qui parte la citazione- "tutto questo dolore un giorno vi sarà utile". 

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Commenti al Post:
lalistadeidesideri79
lalistadeidesideri79 il 23/02/15 alle 18:29 via WEB
quando farsi una ragione vorrà dire vivere Liga sono sicura che ti alzerai una mattina così leggera e felice che di quello stronzo nn saprai manco + il nome... perchè il che il meglio deve ancora venire...credici... se le vostre strade si sono divise è stato meglio oggi che tra 10 anni...poi a 25 anni sei giovane e puoi trovare qualcosa di meglio ;)
 
lalistadeidesideri79
lalistadeidesideri79 il 23/02/15 alle 18:47 via WEB
cmq capisco come ti senti,pero' posso assicurarti che appena il dolore il rancore passerà ti farà sentire piu' forte e sicura. quando avevo 20 anni frequentavo un ragazzo di 26 anni ,siamo stati insieme 2 mesi, mi ha lasciato via email... cmq anche se stai male non cascare nella trappola del "ricominciamo" perchè lui potrebbe tornare sui suoi passi...magari trovarsi da solo,con amici impegnati e co...si sa le minestre scaldate non sono buone... anche qst mi è successo con un compagno univ...lasciati ripresi in 3 anni + volte finchè quando pareva che fossimo di nuovo vicini...ci si era messi a vedersi...seriamente,verso i 25 ci credevo troppo...che fosse la volta buona...un giorno mi tel per dirmi che deve parlarmi urgentemente...ci troviamo al bar x...di fronte a una cioccolata calda,mi ha comunicato che aveva trovato "la donna della sua vita"...subito credevo che stesse parlando di me..ma no...me lo ha detto con il piu' bel sorriso che aveva... strafelice... da quel giorno passata la rabbia e co...sono diventata molto piu' selettiva e se serve rispedisco io il tipo di turno al mittente...cmq prima di presentarlo in casa devono passare anni...anni
 
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