Un passo alla volta

Vedi, Chiara, quel piccolo libro di cui scrivevo è proprio quello di Richard Bach. Quel messaggio mi ha aiutato tante volte a provare a guardare avanti anche se a me non interessa più di tanto il "volo" perfetto: vorrei soltanto il "mio" volo, con i suoi difetti e le sue debolezze, non mi interessa più di tanto che le penne siano "alla moda".
Credo di essere arrivato ad un punto in cui mi interessa poco dover cambiare per essere accettato da un'altra persona. Vorrei ancora poter credere che se due persone si accettano per quello che sono poi cambieranno insieme.
Alla fine, vorrei soprattutto che a decidere come devo volare non siano gli altri, a non sentirmi il "burattino" che deve sempre esserci ma non può mai chiedere nulla.
La chiamiamo reciprocità? A me piace pensarla così.
Sono passati tanti anni da quando avevo deciso che avrei provato a vivere la mia vita nonostante gli altri. Se poi, il più delle volte, è stato un volo solitario è qualcosa che non mi è sempre piaciuto, anzi mi ha fatto anche male. Ma almeno so di non essermi seduto ad aspettare che, ogni giorno, arrivasse il giorno dopo.