Creato da romanoscuri il 18/04/2008
Questo Blog nasce con l'intento di pubblicare il pensiero, anche quello più intimo, di una piccola anima.

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Facciamo l'amore

Post n°495 pubblicato il 01 Giugno 2024 da romanoscuri

 

 

Da quando Netflix ha reso impossibile continuare a fruire l'accesso alla piattaforma a famigliari dello stesso nucleo e che condividono il medesimo abbonamento, ma sono dislocati geograficamente distanti, ho abbandonato la visione in streaming e sono tornato a soffermarmi di più sui canali ricevuti via etere.

Non so se davvero ho fatto un passo indietro. Certamente, quando guardo, adesso non posso più mettere in pausa premendo l'apposito tasto del telecomando, se ho bisogno di andare in bagno oppure voglio anticipare il lavaggio dei denti prima di coricarmi. I primi giorni del cambiamento avevo quasi una reazione istintiva che mi induceva ancora a fare un fermo immagine, ma immediatamente realizzavo che le cose non funzionavano più così e, se non volevo perdermi qualche spezzone, avrei dovuto attendere una delle successive interruzioni pubblicitarie. Che poi sulle reti nazionali le pause non sono tanto frequenti come coi canali delle TV commerciali e quindi l'attesa può protrarsi ben più di quanto avreste sperato.

Non tutti i mali vengon per nuocere ed al momento ho preferito non sottoscrivere un abbonamento individuale. La ragione non è tanto quella economica perché circolano varie offerte che avranno di sicuro una durata limitata, ma a regime possono comunque essere sostenute in tutta tranquillità senza dover accendere un mutuo in banca.

Ieri sera, dopo essermi messo in passo con le notizie della giornata sfogliando le pagine del Televideo RAI, cosa per altro ridondante avendo ascoltato in auto, nel tragitto casa-ufficio e ritorno, ben due notiziari, sono incappato nelle sequenze cinematografiche di una pellicola d'altri tempi. Incuriosito ed alla ricerca di qualcosa che continuasse a dare un senso al mio stare sveglio piuttosto che anticipare l'andare a letto e recuperare preziose ore di sonno dopo una settimana lavorativa, impegnativa sì, ma anche densa di tanti risultati positivi raggiunti, ho premuto sul telecomando il tasto per leggere le informazioni del film in onda.

Si trattava di "Facciamo l'amore" con Marilyn Monroe e già questo sarebbe bastato a motivarmi nel continuare la visione, oltre ovviamente al fatto che per me costituiva un'assoluta novità. Il ritmo della narrazione era pacato, ma abbastanza sostenuto e non smaccatamente lento come è naturale trovare in una proiezione d'altri tempi, abbastanza remoti al punto da farmi pensare che probabilmente non ero ancora nato considerando la prematura scomparsa della bella protagonista.

Di certo mi ero perso l'inizio, ma il sunto della trama appena letto riusciva ugualmente a mettermi su una buona carreggiata, come invece non capitava da ragazzo quando a proiezione già cominciata entravo in una sala cinematografica d'oratorio, ma era solo la proiezione successiva a consentirti di ricomporre poi i pezzi della storia che per disguido temporale era risultata necessariamente frammentata. 

Anche se il titolo del film potrebbe far pensare oggi a qualcosa di più piccante e lascivo, in realtà si tratta di una gradevole commedia, oserei dire coi canoni odierni quasi per famiglie, in cui alla fine trionfa l'amore a cui, però, non si indulge troppo e dopo l'immancabile bacio finale a suggello di una reciproca intesa, quasi si resta sorpresi dall'improvvisa interruzione di sequenza per dar spazio ai titoli di coda.

E pensare che quando ho iniziato a scrivere questo capitoletto il focus a cui puntavo era ben altro. Traendo vagamente ispirazione dal titolo del film avrei voluto tentare di raccontare proprio dell'intimità sessuale astraendola, se possibile, da vicende personali ed addirittura con l'ambizione di andare al di là di una forse inevitabile visione maschile del piacere per tentare di far emergere l'essenza, pur descrivendo sensazioni non troppo velatamente erotiche. 

Va colto l'attimo fuggente e ora, con tutta questa lunga perifrasi narrativa che ho anteposto, non è più il momento adatto e si è inevitabilmente rotto l'incanto per stendere qualcosa che possa far pensare ad una ispirazione originale che valga la pena di esplorare. Ripongo in un cassetto il progetto pronto a rispolverarlo a tempo debito, quando si presenterà l'occasione opportuna. Nell'attesa a voi non resta che continuare a pazientare e provare ad immaginare cosa avreste potuto scrivere voi stessi riguardo questo argomento.

 

 
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Gesto da campione

Post n°494 pubblicato il 26 Maggio 2024 da romanoscuri

 

Allora, sta circolando sui social la sequenza filmata da cui la foto è stata tratta. Si vede a destra un adulto che passa la borraccia al ciclista e subito dopo il ciclista la passa al ragazzo. Non so voi, ma io starei bene attento a bere una cosa che non mi arriva dalla squadra. Che farne allora? Gettarla o passarla di mano? Beh, nel secondo caso non mi sembra si possa parlare di impresa da campione. Però magari sì, visto che ormai nessuno ti offre più niente per niente.

 


Questo era per una riflessione più generale riguardo a commenti che si sprecano ponendo il focus solo sull'ultimo fotogramma: se vedi tutta la sequenza, l' "impresa" appare ben diversa.

 

 
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La bambina

Post n°493 pubblicato il 26 Maggio 2024 da romanoscuri

 

 

 

 


C'è una passeggiata serale che amo fare nel verde dei campi intorno a Cremona. Meta ideale del mio incedere è uno sperduto piccolo casolare che ha davanti una statua in cotto della Madre Santa che pare una bambina per quanto è tenera e graziosina. Resto lì nel verde delle messi che nel mese di maggio tendon a biondeggiare e col mio silenzio muto quasi mi scopro a pregare.

 

 
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La nebbia dell'età

Post n°492 pubblicato il 20 Aprile 2024 da romanoscuri

 

Mentre mi aggiro per casa ancora in mutande, in attesa di trovare il momento propizio per un bel bagno caldo in questo sabato frizzantino in cui venti freddi provenienti dall'Artico sono riusciti a spingere lontano l'insolito calore estivo in questo inizio di primavera, Maria Luisa è intenta nella correzione di alcuni elaborati dei suoi studenti e non manca di farmi sapere quanto sia bello il componimento del ragazzo di cui sta ora leggendo sul foglio di protocollo.

Mi avvicino e lei, senza distogliere troppo lo sguardo dallo scritto, quasi meccanicamente, mi allunga la fotocopia della traccia che è stata data agli studenti e m'invita a leggerla. Sono interessato, ben più di altre volte in cui mi fa partecipe di quel che passa per le sue mani nell'adempimento di un dovere professionale che spesso la tiene occupata in orari in cui altri si stanno rilassando dopo una giornata lavorativa impegnativa e dove magari non si sono neppure astenuti dall'esprimere qualche commento in direzione del corpo docente che sulla carta avrebbe invidiabilmente meno ore lavorative e più ferie.

Leggo il testo della seconda proposta e, nell'estratto da un'opera di Carlo Levi, mi sorprendo di trovare riflessioni esattamente sovrapponibili a quelle che mi è capitato di fare e che in parte ho riversato anche nei miei scritti. Dico a mia moglie che per un giovane dovrebbe essere abbastanza difficile riuscire a comprendere a fondo ogni sfumatura presente nei pochi capoversi su cui elaborare una riflessione argomentativa. 

Azzardo allora un paragone. Per un adulto ormai in età avanzata potrebbe essere come mirare un panorama dall'alto e distinguere zone avvolte ancora nella bruma mattutina ed altre più ventilate che stanno già godendo di un rilucente sole. Per un giovane collocato più in basso intravedo invece la difficoltà nel dover esprimere un commento sullo stato di quel luogo trovandosi immerso nella nebbia dell'età che impedisce di distinguere bene in lontananza e dipanare agevolmente ansie e tormenti che ogni epoca porta inevitabilmente in sé.

 

 
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Come se non

Post n°491 pubblicato il 20 Aprile 2024 da romanoscuri

C'è una parte del mondo che vive "come se non" e la restante "come se invece sì". E ad entrambe va bene seguitare così. Perché l'uomo non riesce ad imparare che si può vivere senza ammazzare?

 
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