Creato da matteo_conoscitore il 30/06/2014

Unione Pescatori

Unione Pescatori è un'associazione di Promozione Sociale nata a Manfredonia a seguito dell'iniziativa di alcuni pescatori. L'obiettivo di Unione è creare un dialogo costruttivo e consapevole che miri a superare la visione pessimistica della realtà in cui viviamo e disegnare un futuro ricco di opportunità.

 

 

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La proposta dei pescatori

Post n°7 pubblicato il 05 Agosto 2014 da matteo_conoscitore
 

Quello degli anni '80 fu un periodo particolarmente florido per le sorti della pesca, nella nostra cittadina e non solo.

Perché ciò si manifestò?

- Lo stato aveva concesso una cascata di fondi per la costruzione, l'ammodernamento e il potenziamento della flotta peschereccia, attraverso la tanto famosa cassa del mezzogiorno.
- I fondali erano più ricchi che mai di risorse ittiche.
- Le imbarcazioni raggiungevano sforzi di pesca mai visti in precedenza, attraverso gli accrogimenti tecnologici apportati ai motori.
Tutto questo mix ha creato le condizioni ideali per lo sviluppo del business.

Oggi, l'unione europea, ci chiede una cosa diversa: abbandonate il modello di pesca industriale, basato sullo sfruttamento eccessivo e intensivo della risorsa e sposate gli obiettivi dell'artigianalità delle attività sostenute dai piani di gestione.

Una richiesta questa, portata avanti con determinazione, perché a fronte di un non allineamento saranno previste sanzioni, divieti e obblighi che renderanno sempre più la vita impossibile al pescatore.

Quindi la strada e' tracciata. Sarà solo questione di tempo e chi non si adegua a questo stato di cose fallirà.

Sul nostro territorio, questo concetto non è passato, molti ancora credono che sia possibile una soluzione, una scorciatoia, un piano B, capcace di farci ritornare alla pesca intensiva. Molti pensano che debba arrivare il "messia" che possa fare il miracolo della moltipolicazione dei pani. E' chiaro che tutto ciò è pura fantascienza.

La condizione vergognosa dei pescatori

I pescatori, c'è da dire, sono stati abbandonati a se stessi, sì perché vedete, quando il setttore è florido i buon amministratori si fanno avanti perché da esso si possono ritrarre grossi guadagni, quando invece c'è crisi abbandonano tutto e tirano i remi in barca (un pò come fece schettino con la sua concordia). E' così, è nella natura dell'uomo, e' un vizietto tutto italiano, nulla di più.

Dicevo, i nostri pescatori sono disorientati, si affidano ad affaccendieri, truffatori, gente che fa promesse solo per avere altre finalità personali. Ecco spiegati gli atteggiamenti di chiusura e scarso interesse verso le questioni importanti.

Se poi aggiungiamo a questo la scarsa fiducia che si ha nei confronti degli amministratori in quanto incapaci di portare avanti qualsiasi tipo di compito, anche il più elementare, il tutto diventa una bomba.

Cosa ci serve?

La prima regola di convivenza civile è la rappresentanza, i pescatori devono sapere che la persona che portano a rappresentargli, in sede di governo, all'Opi, nei consorzi, alle conferenze, nei dibattiti, deve avere il consenso, deve avere rispetto e lavorare per il bene comune e non per le proprie tasche.
1) Il primo intervento da fare nella marineria è il rinnovo di tutte le cariche sociali, un azzeramento completo, attraverso la nomina diretta dei rappresentanti. Manfredonia ha bisogno di volti nuovi, capaci di parlare la lingua del futuro e non quella della distruzione.
2) La completa fuoriuscita della politica nelle cariche sociali, si perché a Manfredonia è l'unico caso italiano dove il potere gestisce gli affari della pesca, attraverso una municipalizzata con partecipazioni anche del pubblico, vedi Co.Ge.M.i.M il consorzio fallito qualche mese fa.
3) Sarebbe auspicabile anche un unione della struttura di cooperazione, che a dispetto della parola sembra diventata, "ognuno si fa i cazzi propri".
4) Assistere e incoraggiare i commercianti nelle fasi di collocamento e di vendita del prodotto perché da essi dipende il futuro di tutti noi.
5) Inoltre abbiamo bisogno di una massiccia campagna di comunicazione che ponga l'attenzione sulla sostenibilità e il giusto sforzo di pesca.


Solo attraverso questi interventi possiamo cominciare a lavorare seriamente sui temi (vendita diretta, km 0, trasformazione, G.a.s, telematica, marchi di qualità), altrimenti, lo ripeto: "Sarà solo questione di tempo e chi non si adegua a questo stato di cose fallirà." A fallire però non è solo la marineria ma tutta la città.

 

 
 
 
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