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"Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore" C.Chaplin

Creato da UnitedFilm il 01/03/2009

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Nota del Redattore

Non sono una giornalista cinematografica, non ho mai studiato il settore in modo approfondito e l'esperienza me la son fatta a suon di pellicole dalla più tenera età;

non sono una santona, i miei gusti son del tutto opinabili e quasi sempre sufficienti ...

insomma, per capirci: lo faccio per diletto!

 

 

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Donnie Darko

Post n°18 pubblicato il 09 Settembre 2009 da UnitedFilm
 

Titolo Originale: -
Anno: 2001
Genere: Drammatico
Durata: 108 minuti
Regia: Richard Kelly
Attori principali: Jake Gyllenhaal, Jena Malone, Noah Wyle, Mary McDonnell, Drew Barrymore
Premi: -

Plot in breve: Donald, adolescente psicologicamente disturbato, è ossessionato dal suo nuovo amico immaginario, un coniglio di fattezze umane che chiama Frank, che gli predice la vicina fine del mondo.

Ne avevo tanto sentito parlare e non potevo farmelo mancare: Donnie Darko, controverso e osannato film di nicchia, unica pellicola in questi primi anni Duemila a scatenare giudizi il più dissonanti possibili.
Se amate le pellicole da raccontare ai vostri amici il giorno dopo, evitate: ciò che ho scritto per il plot è tutto quello che riuscireste a riassumere, e sarebbe riduttivo. Il film è abbastanza confuso e mira ad esserlo: sceneggiatura labile e confusa, a metà strada tra il sogno e la follia, in cui si fa fatica a capire quindi come va a finire?.
Credo tuttavia che il senso di questa pellicola non sia di tipo ermeneutico: è un film che dissacra e lascia domande più che trovare risposte.
A mio avviso, in senso molto ampio, potrebbe essere considerata una trattazione critica sulla morte e sulla religione, sulla vita e sull'assenza di fede, sul tempo e sulla paura; quasi un'apologia sulla morte.
Donnie, preda di quello che non si capirà mai se essere delirio o illuminazione divina, è uomo morto che cammina intriso di caratteri contradditori di eroismo e pavidità.
Nel suo dar fuoco alla casa del "guru dell'amore" Cunnigham (P.Swayze) egli disvela la natura blasfema di certe filosofie di pensiero che trasformano il bene in buonismo, ricalcando quasi quell'eroe che la fidanzata vede il lui; nelle confidenze che fa all'analista (K.Ross) la sua fragilità e capricciosità; con i suoi insegnanti (N.Wyle e D.Barrymore) il suo desiderio di scoperta al di fuori di schemi istituzionali e perbene.
Tanto si potrebbe dire di questo film ma credo che ognuno di noi ne darebbe la sua visione interpretativa, frutto della propria vita e delle proprie esperienze.
Decisamente vintage la costruzione delle riprese e la fotografia: un film anni Duemila che parla degli anni 80 (1988) e che usa inquadrature della cinematografia anni 80.... genialità non comune e quindi molto apprezzabile. Bravi gli attori a sviluppare personaggi che richiederebbero pagine e pagine per essere raccontati nella loro umanità di non minore spessore rispetto a quella del protagonista.
Da guardare e riguardare: un film che fa venire voglia di domandarsi perchè.

Voto: 8 e mezzo

 
 
 
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