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« LA RIFORMA DEL LAVORO SA...LIBERALIZZAZIONI : ATTES... »

LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO E L'ART. 18

Post n°33 pubblicato il 21 Marzo 2012 da totobino

Personalmente ritengo che il governo  sulla riforma del mercato del lavoro debba andare avanti comunque, anche se le parti sociali  non sono d'accordo.Non e' possibile in un sistema democratico che ci possa essere un sindacato che pregiudizialmente ponga dei veti .Nel caso  di questa riforma sappiamo che  la CGIL e' sempre stata contraria fin dall'inizio a ritoccare l'art. 18 e non puo' certamente avere la pretesa di  limitare l'azione del governo tutte le volte che questo mette mano al mercato del lavoro che necessita di un restalyng visti i tempi di crisi in cui versa l'occupazione specialmente quella giovanile.L'azione della CGIL non e' sempre stata credibile molto spesso ha trascurato gli interessi dei lavoratori per privilegiare quelli di partito. Che  le posizioni  di intransigenza assunte dalla CGIL siano pretestuose  lo si evince dal fatto che essa rileva solo quella parte dell'art 18 relativa ai licenziamenti e non prende in esame il contenuto dell'intero articolo che  disciplina invece la materia del lavoro in modo globale con  la previsione di molte tutele che oggi i lavoratori non hanno. Credo che in questo ci sia molto la mano di Bersani e' senz'altro una strategia portata avanti per dare ascolto all'ala piu' intransigente della sinistra  e coprire le spalle a Bersani che obtorto collo e' costretto a votarla  . Bersani sa bene che  l'appoggio al governo sul tema dell'art. 18 gli potrebbe costare molto caro allora ha delegato alla Camusso  l'incarico di farla saltare. Non si spiegherebbe altrimenti come altri sindacati e molti giuristi  e giuslavoristi  sono d'accordo sulla modifica dell'art. 18. Tuttavia non e' detto poi che  che tutta la manovra sul lavoro possa essere efficace e risultare favorevole alla ripresa dell'occupazione .Tutti gli addetti ai lavori sanno che la ripresa dell'occupazione non dipende solo dalla riforma dell'art. 18 ma molto dipende  dallo sviluppo , dall'aumento dei consumi che oggi sono assolutamente fermi , dagli ammortizzatori sociali, dagli incentivi alle imprese per stimolarle ad assumere e, molto piu' importante, dalla riforma fiscale. La riforma del mercato del lavoro e' uno dei punti piu' importanti del programma di questo governo e uno dei punti che L'Europa ha imposto al nostro  paese,  un eventuale mancato successo di questa riforma costituirebbe  un mezzo fallimento del programma  Salva Italia.Non a caso Il presidente del Consiglio e il ministro del lavoro hanno fermamente sostenuto che la riforma sara' portata in parlamento, anche senza il consenso della CGIL, lasciando al, parlamento la responsabilita' dell'approvazione. In quella sede certamente  Bersani sara' costretto a votarla  pur sapendo di rischiare il consenso della base. Lo stesso Presidente della Repubblica in questi giorni ha dimostrato un inconsueto attivismo incitando il governo ad andare avanti e invitandio  le parti ad una attenta riflessione  facendo ciascuno un passo indietro.

 
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