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Il destino della laguna di Venezia

Post n°9 pubblicato il 26 Settembre 2011 da ing.gorini

lil destino della nostra laguna
•Post aggiunto da Bruno Gorini il 26 Settembre 2011 alle 9:56
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Lettera al Sindaco Orsoni
Oggi ,inquinata da decenni di scarichi industriali incontrollati di Marghera ,la laguna di Venezia , delicato specchio di mare Adriatico, delimitato da una lingua di terra chiamato Lido, che con la terraferma la circonda , é ancora al centro dell'attenzione dei Veneziani del centro storico e delle isole ,perché devono decidere se dopo la dismissione di gran parte dell'industria petrolchimica di porto Marghera , nata anacronisticamente sul bordo della delicata laguna di Venezia a detrimento della esistente anche se allora modesta industria ittica , devono chiudere e sparire anche gli stessi impianti di raffinazione di oli minerali ,in particolare della Raffineria di Venezia Agip Raffinazione.
Quegli stessi storici impianti di raffinazione chiamati Dicsa negli anni 30, e successivamente nel dopoguerra IROM,voluti allora dal conte Volpi e necessari in quegli anni per lo sviluppo industriale del paese , e per dare lavoro agli abitanti dell'entroterra veneziano, e contribuire a trasformare la nostra nazione in quinta potenza industriale . Vorrei inoltre ricordare come sia stato importante l'apporto tecnologico ed addestrativo che dagli anni del dopoguerra in poi, gli ingegneri ed i tecnici della IROM ,come del petrolchimico , abbiano avuto nella formazione di tecnici di raffinazione a livello nazionale.
.Detto questo , sostengo oggi che la localizzazione della raffineria e del petrolchimico sul bordo della laguna di Venezia é stato un madornale errore originario, perché oltre a inquinare l'aria e l'acqua della laguna e per decenni la popolazione di venezia tutta ,oggi i veneziani si ritrovano nella necessità di disinquinare la laguna ed il territorio occupato dagli stessi impianti,cercando di farlo pagare agli stessi inquinatori, opera questa di non facile ed immediata soluzione .
C'è da sottolineare inoltre che la Raffineria di Venezia , anche se con svariati investimenti impiegati in questi ultimi anni per garantirne la sicurezza e la modernizzazione degli impianti,ha attualmente a livello nazionale dimensioni e produttività ridotte, fortunatamente nel suo stretto e ridotto territorio a disposizione (con produzione a regime di circa tre milioni di tonnellate di petrolio ,che non sarebbero nemmeno sufficienti a coprire le necessità di mercato della nostra regione) Nel frattempo i paesi produttori sono diventati raffinatori ,anche e sopratutto per gli impianti realizzati con l'apporto di nostre maestranze e lavoro. Pertanto é evidente che la Raffinazione a Venezia non avendo più né scopo strategico ,né reddituale produttivo, non ha più ragione di esistere e rimanere a inquinare comunque l'ambiente.
Per quanto sopra sono decisamente convinto che l'impianto di raffinazione a Venezia va chiuso!Da ieri ..... E così l'escavazione del canale dei petroli ,fino al porto di s. Leonardo ,per raggiungere la profondità di 14 metri di pescaggio utile solo ed in particolare alle petroliere, ma concausa per certe fenomenologie meteoriche,che provocano l'acqua alta a Venezia.
Mi domando come fa' il Sindaco Orsoni ad opporsi a questa decisione dell' ENI . Forse non è mai stato all'interno di una raffineria, e non conosce le problematiche e l'inquinamento prodotto, oppure quando l'ha visitata le sono state presentate come al solito le cose diversamente alla realtà???
Vorrei solo pensare che la sua reazione ,riportata ieri sui giornali , sia per non perdere l'occasione di chiedere, a chi ha inquinato ,un contributo al disinquinamento ed alla riconversione del territorio.E non vorrei pensare che da parte dell' ENI , ci sia l'idea di uno scambio con la richiesta di trivellare nel golfo di Venezia , per estrazione di gas .
Cose irreali ed inammissibili o dell'altro mondo, se pensiamo che il Mose non basterà più per salvare Venezia dalle acque alte, e non per colpa del scioglimento dei ghiacci, ma di qualche emerito......che non conosce il bradisismo del territorio veneziano.
Ing. Bruno Gorini

 
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