PELLE & CUORE
Voglio volare nella fantasia,
volare così in alto da rischiare le vertigini.
Voglio raggiungere mondi inesplorati,
fatti di magia, suoni e colori.
Seguirò la rotta lungo la scia delle stelle,
e grazie alla loro polvere riuscirò a raggiungere la luna.
Voglio dare il nome alle galassie più lontane,
percorrendo la via che conduce alla felicità.
È lì che il destino ti porterà a me,
nei tuoi passi che mi rincorreranno tra i crateri della follia.
Quando le nostre ali si sfioreranno,
capiremo che ci siamo semplicemente ritrovati...
e solo allora scoprirai,
CHE IL MIO CUORE TI ASPETTAVA DA TEMPO!
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« L'ATTESA | A FABRIZIO » |
Tuffiamoci nella fantasia del Natale, negli abbracci finti, negli squallidi sorrisi, negli auguri sempre uguali, a tutti anche ai passanti. Nel circo del superfluo e dell’abbondanza scambiamoci il regalo, l’addobbo e il brillante, ipocrite benevolenze, speranze di pace, prosperità per tutti. Negli appelli all’ottimismo, succulenti e sontuosi pranzi, tra spumante ed aragoste… non facciamoci rovinare la gioia del Natale: nel nostro mondo ovattato non c'è posto per gli altri. A tutti i miei amici, a tutti gli amici di questo blog, a chi lo ha visitato e a chi lo visiterà… auguro la gioia di un NATALE DIVERSO. FalcoReale Se nascesse oggi troverebbe frontiere chiuse e polizia armata a impedirgli l'ingresso in un mondo di abbondanza, impastato di paura e solitudine. Non c'è posto per i poveri nel mondo dei ricchi. Se nascesse oggi suo padre pagherebbe il viaggio con il lavoro di un anno e i prestiti di qualche parente. Salirebbero in una carretta del mare e il falegname dovrebbe reggere il timone. Se nascesse oggi vedrebbe la luce in una barca carica di gente disperata e all'arrivo troverebbe ad attenderlo un Centro di Permanenza Temporaneo. Se nascesse oggi sarebbe un piccolo Rom di Tor di Quinto. La baracca distrutta sistematicamente dalla polizia e subito ricostruita da chi non ha null'altro che la tenace speranza di un futuro migliore per suo figlio. Se nascesse oggi sarebbe figlio di una clandestina innamorata di un falegname italiano di Caravaggio che non la può sposare perché il sindaco non vuole. Se nascesse oggi sarebbe figlio di due neocomunitari che non potranno avere la residenza a Cittadella perché la loro misera capanna non rispetta i requisiti igienico-sanitari richiesti. Se nascesse oggi nascerebbe in via Galvani, nella Zona Industriale di Sandrigo, paese di 8000 abitanti e dieci banche. Vedrebbe la luce in una roulotte senza acqua, luce, gas e riscaldamento piccolo cittadino Sinto-italiano a cui non sarà riconosciuta la residenza perché Nascerebbe - e nascerà - senza essere riconosciuto, se non da quelli come lui, come duemila anni fa. Nessuno gli porterebbe doni perché "Abbiamo già i Nostri Poveri, tanti e arrivati prima di Lui. Nascerebbe - e nascerà - ultimo fra gli ultimi a rischiarare testardamente di inutile, indispensabile Speranza un'altra alba che solo i poveri sapranno vedere. Maria Rosaria Baldin |
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"<div style="padding: 20px; width: 410px; height: 800px; text-align: left; background-image: url(http://www.airbrushfree.net/utenti/tania/1207217731/1207270694.jpg); background-repeat: no-repeat; font-size: 14px; font-weight: bold; color: red;">
L'ATTESA
E come in un temporale estivo
di una notte senza luce,
che alla folgorante caduta di un fulmine
precede il roboante tuono,
così io attendo che tu venga a me.
E fremo alla luna il mio sogno
intessuto di desideri e fantasia,
verso quell’orizzonte nell’ignoto spazio
dove la libertà inebria l’anima;
oltre la finzione… io volerò da te.
E donerò le chiavi
al giardino dei tuoi sogni,
nel giorno esatto che tu vi entrerai
per custodirvi come un raro gioiello
quel primo tassello di felicità.
E sussurrerò un bacio
di labbra assetate
che cercheranno il tuo volto,
per disegnarne i contorni
in un sottile gioco di emozioni.
E sottrarrò il suono alla tua voce
per ascoltarti nei cieli senza sole
nel rivivere sempre quell’unico istante
che la luce dei tuoi occhi
illuminerà il mio viso.
E sentirò il tuo respiro
scivolare tra le lenzuola,
di mille desideri intrecciati
che frugando tra le tue cosce
ne appagheranno l’avidità.
E vorrei come non ho mai saputo
</div>chiamarti con il tuo nome,
riconoscere il tuo sguardo
con l’unica certezza che ancora ho:
l’amore infinito che saprò donarti.