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IPOCRISIA .....
Post n°266 pubblicato il 14 Marzo 2008 da varese.cittanuova
Poche idee ma confuse, nel forum organizzato da Repubblica, via Internet, per Pierferdinando Casini. Il leader dell’Udc mette nel conto che le elezioni saranno seguite dal “grande inciucio”, consistente nella “spartizione dei poteri tra Berlusconi e Veltroni”. Secondo logica significa che la pattuglia parlamentare dell’Udc è pronta a incunearsi tra i due grandi partiti, per rappresentare un’alternativa all’abbraccio tra loro. Invece no. Casini è orgoglioso di dirsi fin d’ora “pronto a restare all’opposizione”. Non farà da stampella a nessuno. Questo no, però è disposto a volare in soccorso dei vincitori. Casini ministro attesterebbe, con la forza esemplare della sua presenza, che il “grande inciucio” sarebbe in realtà da considerarsi a tutti gli effetti “una grande coalizione virtuosa per fare le riforme”. Proprio come quel furbo abate che battezzò carpa un bistecca per poterla mangiare di venerdì senza infrazione di digiuno. Se ne ricava che Casini non è disposto a trarre conseguenze coerenti dalla scelta che lo ha condotto a rifiutare la confluenza nel Popolo della Libertà. A causa di quella scelta, affronta in solitario la campagna elettorale, nel ruolo di terzo incomodo in un sistema politico in trasformazione sul modello bipartitico delle democrazie governanti. Difficile, di conseguenza, che gli sia concesso, senza mettersi in contraddizione con se stesso, di poter aver parte in una eventuale “grande coalizione per le riforme”. Infatti non c’è dubbio che la madre di tutte le riforme investirà il sistema istituzionale e la legge elettorale, in funzione della stabilizzazione di una democrazia articolata su due grandi forze politiche. Esattamente l’opposto dell’investimento esistenziale fatto da Casini sulla permanenza di una terza forza centrista, arbitra di qualsiasi combinazione parlamentare. Casini non ha esitato a sacrificare al suo disegno di potere l’unità elettorale della maggioranza sociale di centrodestra. È una grande responsabilità, quella che si è assunto: verso il popolo del centrodestra e soprattutto verso l’interesse nazionale, che spinge al rinnovamento del quadro politico sul modello del bipolarismo “ben temperato” delle democrazie funzionanti. Il neo-centrismo dell’Udc poteva trovare una ragion d’essere nel bipolarismo conflittuale, derivato dalle storiche contrapposizioni della prima repubblica, sperimentato fin qui. Adesso che centrodestra e centrosinistra si disintossicano, espellendo gran parte delle scorie dell’estremismo che avvelenavano la competizione per il governo e impedivano, di fatto, la governabilità del Paese, il progetto neo-centrista perde la sua virtuale legittimità. Diventa estremismo di centro, espressione di un egoismo dissociativo mosso da meschini calcoli di potere. Vero e proprio campo di resistenza al cambiamento, destituito perfino delle ragioni che spingono la Cosa rossa di Bertinotti a mettersi di traverso, assumendo la rappresentanza residuale di quel che resta della tradizionale sinistra antisistema. Casini e i suoi amici hanno semplicemente sbagliato strada. È sperabile che a un certo punto se ne accorgano e tornino sui loro passi. Ma non possono pretendere che il processo di cambiamenti ragionevoli si arresti per inchinarsi al primato del tornaconto di fazione. |
Inviato da: J.S.Veron81
il 27/11/2009 alle 14:48
Inviato da: nerokolore
il 17/04/2008 alle 11:05
Inviato da: FiorVita
il 12/02/2008 alle 16:06
Inviato da: Aldus_r
il 27/01/2008 alle 20:37
Inviato da: Aldus_r
il 27/01/2008 alle 19:46