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LE 7 MISSIONI

Post n°267 pubblicato il 14 Marzo 2008 da varese.cittanuova
 

Solo dodici pagine che contengono sette “missioni” per rilanciare la crescita dell’Italia e per riorganizzare la macchina-Stato. È snello e realistico il programma del Popolo della Libertà, l’opposto di quello presentato da Prodi due anni fa.

Ecco in sintesi le sette missioni.

 

Sviluppo. Il PdL punta sulla forte riduzione delle tasse. Berlusconi è stato chiaro: “Al primo Consiglio dei Ministri porteremo la detassazione degli straordinari”. La “prima promessa”, secondo il Cavaliere, è “non mettere mai le mani nelle tasche degli italiani. Ridurremo le tasse e porteremo la pressione fiscale sotto il 40 per cento del Prodotto interno lordo”. Le misure previste sono, inoltre, la detassazione di premi e incentivi legati a incrementi di produttività e la progressiva e graduale detassazione delle tredicesime o di una mensilità. Tra le altre misure illustrate il pagamento dell’Iva soltanto dopo l’incasso della fattura “per lasciare liquidità a chi lavora”.

Sullo sviluppo è stata decisa la virata verso l’energia nucleare: “Bisogna tirarsi su le maniche e non perdere più tempo. Non c’è alternativa all’andare verso la realizzazione di fonti di energia nucleare”. L’idea è quella di puntare sulla “realizzazione dei rigassificatori già autorizzati e sulla diversificazione del funzionamento degli impianti elettrici a olio combustibile attraverso il ricorso al carbone pulito”.

Via libera, quindi, alla realizzazione delle Grandi opere: Pedemontane lombarda e veneta, il Ponte sullo stretto di Messina e l’alta velocità ferroviaria.

 

Famiglia. “Per noi la famiglia è la comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna; e per sostenerla noi proponiamo: meno tasse, una casa per tutti, migliori servizi sociali, mettere i giovani in condizione di costruire il loro futuro” ha detto Berlusconi. “Al primo Cdm – ha ribadito – presenteremo il provvedimento per l’abolizione immediata dell’Ici sulla prima casa” e nel corso dei cinque anni successivi “se i conti lo consentiranno arriveremo all’introduzione del quoziente familiare, che in sostanza vuol dire che chi ha figli deve pagare meno tasse di chi non ne ha”.

Oltre al piano di edilizia popolare, in particolare per i giovani, il Cavaliere ha annunciato “la reintroduzione del bonus bebé “che la sinistra ha abolito”, la riduzione dell’Iva sul latte e gli alimenti per i più piccoli, e “il sostegno alle famiglie per quanto riguarda la libertà di educazione, nella scelta tra scuola pubblica e scuola privata”. I libri scolastici per le famiglie meno abbienti, infine, “dovranno essere gratuiti fino ai 18 anni di età”.

 

Sicurezza. Il programma del PdL prevede “interventi urgenti e incisivi” per la “sicurezza e tutela del cittadino”. Ci sarà una “stretta” contro gli immigrati clandestini attraverso una “iniziativa del governo italiano in sede di Unione europea affinché non si attuino più sanatorie indiscriminate per i clandestini; l’apertura di nuovi centri di permanenza temporanea per l’identificazione e l’espulsione dei clandestini; il contrasto dell’immigrazione clandestina attraverso la collaborazione tra governi europei e con i paesi di origine e transito degli immigrati”. Norme severe anche per il “contrasto all’insediamento abusivo di nomadi” con “l’allontanamento di tutti coloro che risultano privi di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza”.

Sostanzialmente, quindi il programma del PdL “conferma il collegamento stabilito nella legge Bossi-Fini tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro e il contrasto allo sfruttamento illegale del lavoro degli immigrati”.

 

Ambiente e sanità. Il programma del PdL prevede l’introduzione di un cinque per mille per l’ambiente. Poi “più servizi pubblici degni di un paese europeo, innovando nel campo della sanità, della scuola, dell’università, della ricerca e nella tutela dell’ambiente”. Sulla sanità Berlusconi ribadisce che bisogna arrivare alla “trasparenza nella scelta dei manager della sanità pubblica, seguendo un criterio del merito e della qualificazione professionale”.

 

Sud. Molto chiari i punti su cui il PdL insisterà: contrasto alla criminalità organizzata, sviluppo del turismo nel Mezzogiorno, potenziamento della rete infrastrutturale, realizzazione della Banca del Sud. L’obiettivo è un’Italia che finalmente superi lo storico divario tra Nord e Sud. Realizzando una politica che valorizzi la responsabilità dei territori e metta a frutto tutte le energie presenti nel Paese. A questo proposito, col precedente governo Berlusconi sono state poste le basi per un rilancio effettivo del Mezzogiorno: la disoccupazione resta un’emergenza, ma è innegabile che al Sud dal 2001 al 2006 sono stati creati quasi 500.000 posti di lavoro. Se è vero che il livello delle infrastrutture resta insufficiente è anche vero che è stato finalmente creato un importante parco progetti, gli appalti sono decuplicati ed è stata velocizzata la realizzazione di quel poco che resisteva. Finalmente l’Italia ha imparato ad usare i Fondi Strutturali Europei che nel passato venivano regolarmente persi. Occorre poi ricordare il Fondo unico per il Sud (Finanziaria 2003), gli incentivi per l’occupazione nel Mezzogiorno e nelle aree svantaggiate (Finanziarie 2002, 2003, 2004), i Fondi per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo del Mezzogiorno (dal 2003), oltre che tutte le altre riforme strutturali che fungono da volano per uno sviluppo autentico ed integrale del Sud: legge obiettivo per le grandi opere (legge 443/2001), riforma fiscale e del mercato del lavoro, accanto alla lotta alla criminalità organizzata ed alla contraffazione delle merci.

 

Federalismo. Il PdL propone l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione sul federalismo fiscale, con l’approvazione delle norme approvate dalla Lombardia; la garanzia che la perequazione riduca ma non annulli le differenze di capacità fiscale, fermo il principio costituzionale di giusto equilibrio tra solidarietà ed efficienza, premiando i comportamenti finanziari virtuosi e le regioni con una minore evasione fiscale.

 

Conti pubblici. “Non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini”. Questo Berlusconi ha tenuto a precisarlo. “Siamo consapevoli – ha aggiunto – della situazione difficile per l’Italia. Dipenderà anche da come questo governo ci presenterà i conti pubblici nel momento in cui avremo noi la responsabilità del governo del paese. Si è parlato di tesoretto, ma si è visto che questo tesoretto non esiste”. Poi ha annunciato che il centrodestra farà una “due diligence” per verificare lo stato delle finanze pubbliche.

Tra le proposte del PdL, quindi, figura un “grande e libero patto” tra Stato, Regioni, Province, Comuni, risparmiatori e investitori che “realizzi il federalismo fiscale solidale” e che “riduca il debito dello Stato, immettendo sul mercato una quota corrispondente di patrimonio pubblico, offrendo a risparmiatori e operatori economici maggiori e migliori opportunità di investimento”.

 
 
 
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