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A PROPOSITO DI LIBERALIZZAZIONI

Post n°11 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da varese.cittanuova

Liberalizzazioni/Vizi e imbrogli nascosti

“Misure che rilanciano il paese": così Romano Prodi ha pomposamente commentato il pacchetto di misure di liberalizzazione dell’economia dai “lacci e laccioli”.

Invece il pacchetto liberalizzazioni non incide sui nodi strutturali e non garantisce i diritti dei cittadini-consumatori. Infatti molte delle misure più reclamizzate non sono vere e proprie liberalizzazioni e soprattutto non intaccano i punti deboli del sistema economico italiano, cioè la dimensione medio-piccola delle imprese, la spinta innovativa, la produttività.

Alcune provvedimenti sono sicuramente popolari, come il divieto, da parte degli operatori di telefonia mobile, dell'applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate. Si tratta di un provvedimento letteralmente “scippato” all’Authority, che già si stava preparando a intervenire. Felici i quindicenni, che avranno in tasca alcuni euro in più, ma è prevedibile che gli operatori possano, a breve, aumentare le tariffe sul traffico. Riprendendosi domani ciò che viene tolto loro oggi.

Pretestuosa l’accusa al governo Berlusconi di non avere fatto queste liberalizzazioni per non scontentare le categorie: come se 20 milioni di voti al centrodestra fossero dipesi dai tassisti, dai parrucchieri, dagli estetisti, dai facchini e dai notai, cioè circa 100.000 persone.

1) Non bisogna poi confondere i provvedimenti varati per decreto e quelli previsti nel disegno di legge, che avranno altri tempi di attuazione e potranno essere ancora modificati. Vediamo i provvedimenti più reclamizzati.

“In un giorno può nascere una nuova impresa” resta poco più che uno slogan. La “comunicazione unica” serve soltanto (anche se utilmente) a sostituire alcuni adempimenti amministrativi per l’ottenimento del codice fiscale e della partita Iva. Dopodichè si potrà aprire l’attività, con la prospettiva però di passare metà del tempo a districarsi in una lunga serie di adempimenti burocratici che restano tali e quali. Tutto ciò non prefigura la nascita di grandi o medie imprese, che non si improvvisano. Il provvedimento snellisce senza dubbio le procedure, ma  prevedibilmente per piccole o piccolissime imprese nel settore dei servizi e della piccola distribuzione, aprendo la strada non alla vera imprenditorialità ma a quella “mordi e fuggi”. Un’impresa di certe dimensioni o attività non se la caverà con l’autocertificazione in tema di impatto ambientale.

2) C’è da dubitare che il rilancio dell’economia per “rendere più competitiva l’Italia nel mondo” (testuale nel comunicato stampa del governo) passi per parrucchieri ed estetisti. Non si incentivano attività particolarmente qualificanti dal punto di vista della innovazione e della produttività, si scatena una “guerra tra poveri”. Il decreto non può accelerare e aumentare la crescita dei capelli, facendo aumentare la domanda di servizi sulle chiome.

3) Il prevedibile aumento delle guide turistiche, con l’eliminazione di autorizzazioni preventive o ostacoli legati alla residenza e a parametri numerici, scatenerà una guerra tra le agenzie più forti e organizzate, collegate con alberghi e agenzie di viaggi, e improvvisate guide che cercheranno di sbarcare il lunario dando la caccia ai turisti e quindi abbassando lo standard di accoglienza.

4) La liberalizzazione anche per facchini e operatori nelle pulizie e disinfestazione farà probabilmente abbassare i prezzi con l’ingresso in campo di più numerose offerte di servizio, ma non si tratta certo di attività particolarmente qualificanti e quindi non sono inquadrabili in quello schema di recupero di qualità a livello comparato.

5) La libertà di aprire autoscuole non è, neanche questa, una spinta tecnologica di cui il sistema-Paese ha bisogno. E’ un settore già saturo, visto che esiste un’autoscuola ogni 9mila abitanti (compresi i neonati) e ogni autoscuola ha un potenziale di 120 candidati l’anno. Una deregulation in un settore molto delicato, che rischia di avere un forte impatto sulla qualità e sulla sicurezza stradale. Nell’insieme, questa mini-lenzuolata di liberalizzazioni, concentrata  ai bassi livelli, per favorire nuove imprenditorialità, non garantisce la qualità dei servizi e quindi non va incontro al cittadino-consumatore.

6) Positiva sembra invece, ma solo a prima vista, la disposizione affinché la data di scadenza dei prodotti alimentari diventi ben visibile. Ma è previsto un potenziamento dei controlli? In base a leggi economiche che non si cambiano per decreto, è probabile che dal mercato scompaiano prodotti di rapida deteriorabilità, affinché non rimangano invenduti, e si dia precedenza ai prodotti a più lunga conservazione con relativa lievitazione dei prezzi. Quindi, anche in questo caso, si ottiene l’effetto opposto della tutela del consumatore.

7) E’ positiva l’abolizione della penale per l’estinzione anticipata di un mutuo come pure l’altra relativa al trasferimento di un mutuo da una banca ad un’altra senza perdere i benefici sulla prima casa. In pratica si è tolto un incomprensibile legame oneroso del mutuatario nei confronti del sistema bancario ma senza nulla togliere al totale percepito da questo. E quanto alla comunicazione entro 30 giorni dell’avvenuta estinzione del mutuo, il  creditore dovrà fare prima ciò che normalmente fa più tardi, ma sarebbe un atto dovuto del creditore procedere automaticamente e immediatamente appena incassata l’ultima rata e comunicare l’avvenuta estinzione del debito e parallela cancellazione di ipoteca a chi ha già versato abbastanza in interessi.

8) Una modesta liberalizzazione riguarda invece il settore assicurativo auto, ma non si può escludere che le compagnie procedano a una revisione delle classi di merito. Sarebbe stato utile che – analogamente alle etichette per la scadenza dei prodotti – venisse imposto che le clausole dei contratti di assicurazione fossero riprodotte con differenti caratteri tipografici, mettendo in evidenza le più importanti a favore del cittadino-consumatore-assicurato.

9) Va bene lo stop alla pubblicità delle tariffe aeree che non contengono, anche in maniera esplicita, l'indicazione di spese, tasse e oneri aggiuntivi. Le compagnie dovranno poi indicare quanti posti sono disponibili a prezzi promozionali. Ma il rimuovere una pubblicità ingannevole è semplicemente arrivare ad un livello di correttezza commerciale. Non si vede come ciò influirà comunque sull’incremento dell’attività economica del settore.

10) La libertà di recedere senza vincoli di tempo o di costi dai contratti 'per adesione' stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica è il ritorno al principio della parità contrattuale e senza dubbio riequilibra a vantaggio dei consumatori il potere di scelta, ma non comporta risparmi.

11) Quanto ai benzinai (che già hanno proclamato un pacchetto di 14 giorni di sciopero), la vendita di benzina presso i supermercati e gli ipermercati facilita solo quelli che hanno già grandi spazi a disposizione, mentre i benzinai all’interno di aree urbane, che sono i più graditi agli automobilisti che, secondo un recente sondaggio, privilegiano la vicinanza, saranno penalizzati. Accadrà ciò che è avvenuto in Francia:  chiusure di moltissime pompe (oltre la metà) e automobilisti costretti a percorrere mediamente 30 chilometri per trovare un distributore.

Politicamente, il duo Prodi-Bersani ha schiacciato il programma di liberalizzazioni di Rutelli, ma questo non impedirà al Governo di farsi grande pubblicità con questa operazione, sperando di avere un ritorno nelle urne a maggio.

Perciò bisogna spiegare, uno per uno, i vizi nascosti – veri imbrogli – di questo provvedimento.

Nei prossimi giorni esamineremo ulteriori aspetti delle "liberalizzazioni" prodiane.

Tratto da Quaderni di Forza Italia

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mpvitruvio
mpvitruvio il 26/05/07 alle 10:22 via WEB
da http://www.mpvitruvio.blogspot.com/ Sabato 21 aprile, “maxi-lezione” di sicurezza stradale per gli alunni del Vitruvio di Castellammare di Stabia (Na). In realtà, presso il “Supercinema” della città delle acque, si è tenuto il convegno conclusivo del progetto “Strade Amare, strade da amare- campagna sulla sicurezza stradale”. Il percorso formativo, ideato dal prof. Antonio Sicignano e coordinato dal dirigente scolastico, dott. Sebastiano Piccolo, consisteva in una serie di conferenze tenute da personale esperto e qualificato a vario titolo. In particolare sono intervenuti nei vari incontri previsti: il dott. Diego Marmo, Procuratore Generale presso il tribunale di Torre Annunziata, la dott.ssa Stefania Trotta, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Torre Annunziata, il dott. Luigi Riello, magistrato già componente del C.S.M., il dott. Giovanni De Angelis, dirigente del tribunale di Gragnano, il dott. Luigi Petrillo, dirigente del commissariato P.S. di Castellammare, la dott.ssa Valeria Moffa, vicequestore della polizia stradale di Napoli, il cap. Giuseppe Mazzullo, comandante dei Carabinieri di Castellammare, il sen. Luigi Bobbio, relatore della legge sulla confisca dei ciclomotori, l’on. avv. Sergio Cola, relatore della legge sulla patente a punti, con i suoi giovani collaboratori l’avv. Andrea Imperato ed il p. avv. Gaspare Jucan Sicignano. Tuttavia il fiore all’occhiello del progetto era proprio il convegno conclusivo, in cui i ragazzi hanno potuto ascoltare le tragiche testimonianze del Maggiore dei Carabinieri Giuseppe Mari, padre di Catello noto calciatore deceduto lo scorso anno a causa di un incidente stradale, e di Alessio Tavecchio da Monza, ragazzo disabile per una caduta dalla moto e presidente dell'omonima fondazione, oltre che autore del libro "Cronaca di una gurigione in-possibile". In una gremita sala del “Supercinema”, davvero toccante si è rivelato l’intervento del Maggiore Giuseppe Mari, che ha esordito con espressioni, molto commoventi: «quando ti muore un figlio, ti muore l’anima e preferiresti che i fiori al cimitero fossero gli altri a portarli a te», ed ancora: «ai genitori consiglio di non aver paura di essere petulanti, insistete con i ragazzi in frasi del tipo “metti il casco”, “metti la cintura” e “vai piano”, io questa mattina sono in veste di genitore, un genitore sfortunato». Sempre all’insegna delle raccomandazioni si è espresso Alessio Tavecchio aggiungendo un particolare agghiacciante alla sua tragica storia: «io sono caduto con la moto su una buca non sufficientemente segnalata, ad una velocità di 50 Km all’ora. I comuni, le provincie e le regioni dovrebbero avere maggiore attenzione alla struttura del manto stradale ed tutti quei pericoli ad esso connessi, perché dopo è sempre troppo tardi». Infine, dopo un breve saluto di tutti i relatori del progetto, il preside del Vitruvio ha ringraziato gli stessi, omaggiandoli con un quadretto ricordo dell’evento, e ricordando che «al Vitruvio chi si presenta senza casco a scuola non entra».
 
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