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Thomas Cacioski.
Post n°40 pubblicato il 10 Aprile 2008 da PsicologoOnWeb
Continua ad essere sconosciuto ai più questo genio incompreso e sottovalutato della letteratura contemporanea, cosi come continua ad essere antipatico a molti. Personaggio schivo raramente affabile capace di indispettire anche le persone più tolleranti, continua comunque a generare curiosità ed a suscitare emozioni nei suoi dodici attuali lettori. Da “La lunga strada buia” di Thomas Cacioski. “….si svegliò respirando affannosamente nel cuore della notte ma subito si tranquillizzò quando capì che si trattava del solito sogno ricorrente. Già, quel sogno che periodicamente si ripresentava e al quale Jack con l’aiuto di Janine aveva dato una risposta ed un senso trovando una delle tante chiavi capaci di aprire le molte porte chiuse della sua vita. Sognava di trovarsi in un campo da calcio le tribune gremite all’inverosimile e lui a rincorrere quel pallone e più correva per raggiungerlo e calciarlo più quello si allontanava. La fatica fisica era realmente vissuta l’adrenalina scorreva in tutto il suo corpo la gente lo incitava e la rabbia per non riuscire a raggiungerlo cresceva. Poi come sempre Jack riusciva ad avvicinarlo e ad essere a pochi centimetri da lui avendo sempre l’impressione che il pallone lo guardasse con un ghigno di sfida e proprio nel momento in cui si apprestava a calciarlo le gambe diventavano pesanti e rigide come paralizzate, non riusciva a muoverle non riusciva ad alzarle le maledette e sudato ed agitato puntualmente si svegliava. Jack si alzò dal letto si diresse in cucina aprì il frigorifero prese una bottiglia di birra e sorseggiandola guardò fuori dalla finestra: era passato cosi tanto tempo, come poteva essere possibile che quel sogno lo tormentasse ancora eppure era cresciuto ed aveva imparato ad affrontare ogni momento difficile e delicato. Ma la risposta la conosceva già e non era necessario porsi ogni volta la stessa domanda, sarebbe arrivato il momento che avrebbe smesso di fare quel sogno e quindi di rincorrere la propria vita ma soprattutto di non riuscire a prenderla definitivamente in mano o di non riuscire a darle quel calcio liberatorio inconfutabile segno di vittoria. Si, era certo che quel momento sarebbe arrivato prima o poi perché la volontà e la costruzione personale ripagano sempre, sempre. Jack esausto tornò a letto spense la luce della lampada e per alcuni istanti rimase immobile con le mani sotto la testa guardando i giochi di colori delle auto che si rincorrevano sul soffitto poi, si girò su un fianco cercando di riprendere sonno………..”
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Inviato da: Camilla.B77
il 26/01/2009 alle 16:36
Inviato da: col_corpo_capisco
il 03/10/2008 alle 14:27
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il 05/06/2008 alle 15:43
Inviato da: La_mOny88
il 26/05/2008 alle 11:52
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il 15/04/2008 alle 11:21