ITALY: SHAME !

Pubblico una lettera inviatami dal signor Massimo di Natale. 

“Gentilissimo Dott. Davide mi chiamo Massimo di Natale ed attualmente abito in un piccolo centro balneare in provincia di Venezia. Alcuni amici mi hanno calorosamente invitato a rivolgermi a Lei per un consulto ed un aiuto epistolare. Non molto tempo fa ho terminato la lettura del libro di Terzani “La fine è il mio inizio”, libro che ho trovato sotto molti aspetti interessantissimo e nel quale molto spesso mi sono riconosciuto. Ammetto che ho deciso di “rubare” allo scrittore l’idea bellissima di raccontare al proprio figliolo l’esperienza della propria vita di padre e mi sono adoperato perché questo avvenisse. Cosi, ho chiamato mio figlio che abita con la propria madre ad una trentina di chilometri da dove risiedo, ma il cellulare era sempre staccato. Ho provato ripetutamente per alcuni giorni e finalmente sono riuscito a contattarlo: la mia proposta di passare un po’ di tempo con lui per raccontargli la mia vita e trasmettergli la mia esperienza è stata accolta subito con leggera indifferenza ma grazie alla mia insistenza alla fine mio figlio ha accettato seppur in un periodo pieno di impegni personali. Abbiamo deciso di passare due mesi insieme nella mia mansarda di sessanta metri quadri in maniera da poter condividere insieme momenti del nostro presente e momenti del mio passato. Mio figlio è arrivato una sera a tarda ora e dopo aver sistemato tutti i suoi panni è uscito per raggiungere alcuni amici mentre io sono rimasto in casa nell’attesa di iniziare la nostra avventura. Il mattino seguente dopo aver fatto colazione, non avendo io alcun balcone, ci siamo seduti davanti l’unica finestra della mia mansarda che dà come visuale sul muro della casa di fronte e siamo rimasti in composto silenzio per una ventina di minuti durante i quali ho notato in mio figlio una leggera tensione mista a noia. Bene, ho detto, comincerò con il raccontarti brevemente a grosso modo la mia vita poi, con le domande che in te nasceranno numerose e spontanee e che mi farai, scenderemo nei dettagli del mio vissuto. “”Visto il lavoro di mio padre da quando sono nato e fino a dodici anni ho girovagato per l’ Italia senza quindi mettere radici in un determinato posto, la mia famiglia era una famiglia che litigava sempre tanto e come sai alla fine i miei si sono separati, ho fatto le scuole dell’ obbligo fino alle superiori e quando ho detto ai miei genitori che volevo andare all’università per fare il farmacista mi hanno detto che invece dovevo andare a lavorare per portare i soldi a casa. Ho cominciato a lavorare che avevo 20 anni e tutte le mattine mi alzavo facevo colazione andavo a lavorare tornavo per pranzo ripartivo per andare a lavorare tornavo a casa mangiavo e andavo a letto. Poi mi sono sposato continuando a fare la stessa vita, mi sono separato continuando a fare la stessa vita, e tuttora continuo a fare la stessa vita. Adesso ti inizio a raccontare quello che mi succedeva durante i tragitti casa e lavoro fatti in macchina.”” Ma In quel momento, Dott. Davide, mio figlio ha fatto un cenno con la mano in segno di attesa, si è alzato, ha preso le sue due valigie, mi ha dato un bacio sulla guancia ed è uscito. Gentilissimo Dott. Davide, la prego di aiutarmi e di dirmi come interpreta il comportamento di mio figlio, un figlio che non ha voluto che il padre gli passasse l’esperienza della propria vita, nello stesso modo con il quale Terzani l’ha trasmessa al proprio figlio. La ringrazio del tempo concessomi ed in attesa di sentirla la saluto cordialmente.” 

Gentile Signor Max, Le rispondo velocemente in quanto in questo periodo sono molto impegnato in diversi convegni in numerose città, ma Le posso dire telegraficamente che al contrario di quanto accaduto al signor Tiziano Terzani, il suo inizio è stata la sua fine. Saluti