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Post n°18 pubblicato il 28 Luglio 2013 da Vilma66
La conoscenza è come un puzzle di cui non si conosce il numero di pezzi in anticipo. Lo si viene a sapere solo strada facendo, e quasi sempre risulta che i pezzi sono molto di più di quanto ci si aspettasse. Viktor aveva già composto una piccola cornice di domande, e sentiva di essere sul punto di riempire lo spazio intero con le risposte. Ero morto. Respiravo, bevevo, e qualche volta mangiavo. Dormire un paio d'ore durante il giorno. Ma non esistevo più. Sono morto il giorno in cui Josephine è scomparsa. So di essere colpevole. Ho commesso il delitto peggiore che ci si possa immaginare. Ho ucciso la persona che amavo di più al mondo. Ma lei sa ero malato. Non c'è possibilità di guarigione per me. Ci sarà un grande circo mediatico, un processo, e poi finirò in galera per sempre. Con un pò di fortuna in un istituto psichiatrico. Ma crede che in questo modo la società ne trarrà vantaggio? |
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